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L’America latina a Parig

L’AMERICA LATINA E I MOVIMENTI D’AVANGUARDIA

II.1. L’America latina a Parig

Per capire i rapporti esistenti tra la Francia e l’America latina, due mondi così distanti fra loro, è necessario tornare agli anni a cavallo fra il XIX e il XX secolo, in cui il prestigio e l’attenzione rivolti alla Francia occupavano un posto importante all’interno della cultura delle repubbliche latine, mentre il mondo esotico d’oltreoceano non era oggetto di interesse nella vita culturale parigina.

Non erano molti i francesi che viaggiavano in America latina, così come pochi erano i centri di riunione a Parigi dove parlare e trattare argomenti dei paesi latinoamericani. Di queste zone lontane restavano sconosciute la geografia, la popolazione e la storia. Nella letteratura francese dell’epoca non si consideravano queste realtà come probabili fonti di ispirazione. Nei primi anni del XX secolo la cultura latinoamericana a Parigi era quasi completamente sconosciuta, ai francesi non interessava fare domande sui paesi esotici d’oltreoceano, solo il Messico era nominato qualche volta in ricordo della spedizione ai tempi di Napoleone III o delle enormi somme di denaro prestate a questa nazione dalla Francia. Esisteva l’Alliance

française, era stata fondata la Société des Américanistes che pubblicava un Journal

dove però l’attenzione era limitata all’America ispanica, così come accadeva nel

Bulletin Hispanique de Burdeos che si concentrava soprattutto sulla storia e sulla

letteratura della Spagna. Le Mercure de France conteneva tra le sue pagine una sezione intitolata Letras latinoamericanas che non si rivolgeva al pubblico francese, poiché gran parte della tiratura della rivista era destinata al Nuovo continente, dove

era considerata la rivista francese più letta e commentata nei centri culturali dell’America latina.

La Francia, in particolare Parigi, era invece la destinazione privilegiata di molti proprietari di miniere o di tenute agricole latinoamericane. Si trattava di famiglie molto ricche che desideravano circondarsi di lusso sia durante il viaggio verso l’Europa sia durante la loro permanenza, scegliendo di vivere, infatti, nei quartieri più esclusivi dell’epoca e allacciando relazioni con le famiglie più in vista di Parigi, poiché il loro sogno era di vivere alla francese. A questa parte della popolazione ispanoamericana ricca e mondana, il lusso, la moda e le feste notturne parigine sembravano il massimo del buon gusto e dell’eleganza. Le donne americane amavano vestirsi con abiti di alta sartoria, comprare i migliori profumi e i più preziosi gioielli. Il parvenu sudamericano, che comprendeva le personalità di diplomatici, finanzieri, giornalisti, diventò un vero e proprio tipo, denominato

rastaquouère, il quale entrò a far parte dei personaggi delle commedie, delle operette

e nominato negli articoli di giornale, con un senso peggiorativo e spregiativo.

Accanto alle ricche e numerose famiglie argentine, messicane, colombiane che si riversarono con i loro lussi nel continente europeo, si aggiunsero gli artisti, i pittori e gli scultori che si recavano a Parigi senza denaro, mantenuti da mecenati o grazie a borse di studio, oppure i ricchi artisti che appartenevano all’oligarchia del loro paese e dipingevano per piacere, senza vendere le loro opere8.

I rapporti intercontinentali cominciarono a cambiare a partire dal 1908-1909 poiché la Francia fu costretta ad affrontare la presenza della Germania che fortificò la propria influenza sui mercati commerciali e nei rapporti con il mondo latino. Lo stato tedesco creò nuove e potenti strutture, numerosi comitati, giornali, ecc…, trasformandosi di conseguenza in una minaccia dal punto di vista economico e politico. La Francia fu spinta da questi motivi a istituire il Groupement des

Universités et Grandes Ecoles de France pour les Rapports avec l’Amérique Latine

nel 1909, a cui si aggiunse la creazione di un Comité France-Amérique. Gli scambi politici, ma anche culturali, tra la Francia e l’America latina si fecero molto più frequenti e intensi: riunioni, incontri, cene, balli, creazioni di biblioteche, collezioni

8 P. Patout, La cultura latinoamericana en París entre 1910 y 1936 in Miguel Angel Asturias. París

1924-1933. Periodismo y creación literaria, A. Segala ed., Archivos CSIC, «Colección Archivos»,

di importanti testi latinoamericani, riviste, figure di scrittori, pittori e artisti americani. Tutto ciò di cui non si conosceva nemmeno l’esistenza prima di questi anni, diventò una priorità, ma sembrerebbe una priorità quasi esclusivamente di carattere strategico9.

Allo scoppio della Prima guerra mondiale molte personalità americane si rifugiarono in Spagna, mentre furono poche quelle che decisero di aiutare e affiancare la Francia durante il conflitto, arruolandosi, per esempio, nel suo esercito. Ancora una volta la minaccia tedesca, con le sue campagne di propaganda sia in Spagna sia in America latina, rappresentò la molla che spinse la Francia a riprendere le iniziative avviate prima della guerra. Riunioni con fini patriottici furono indette dal

Comité France-Amérique, ulteriori Comités furono creati nelle principali città del

Nuovo Mondo, con lo scopo di raccogliere gli aiuti necessari da inviare negli ospedali francesi e alle popolazioni che ne avevano bisogno.

La guerra cambiò profondamente la vita quotidiana e i costumi non solo degli europei, ma anche dei latinoamericani, così come la vita letteraria del dopoguerra si strutturò in modo più semplice. Il principale luogo di incontro e di scambio di idee tra artisti francesi, spagnoli e latinoamericani non era più un elegante salon, ma un modesto negozio, la libreria di Adrienne Monnier in via de l’Odéon, che accoglieva tra i suoi scaffali libri classici e d’avanguardia, rispecchiando in questo modo la necessità, il desiderio di rinnovamento e di cambiamento che la guerra aveva instillato nelle vite concrete delle persone, ma anche all’interno delle arti e della letteratura.

Gli anni 1920-1924 videro la Francia impegnata a risolvere numerosi problemi sul fronte economico e politico, a causa, soprattutto, delle disastrose condizioni in cui l’aveva lasciata la guerra; tuttavia un aspetto positivo si delineò sul fronte culturale, in quanto il basso costo della vita permise a molti artisti stranieri senza grandi risorse economiche di vivere nella capitale francese. I latinoamericani approfittarono di questa situazione, arricchendo sempre di più e andando ad aumentare le fila degli intellettuali e dei letterati francesi. Si fusero allo stesso tempo numerosi organi commerciali e medici per rispondere alle esigenze della colonia latinoamericana. Nacque un nuovo giornale, Paris-Times, con pagine in spagnolo, dove venivano

trattati svariati argomenti del mondo americano, dalla politica allo sport e dove scrivevano giornalisti che avevano vissuto per un periodo di tempo a Parigi, come per esempio León Pacheco, César Vallejo, Miguel Angel Asturias, Alejo Carpentier, i quali traducevano in parole i molti «reflejos instantáneos de aquel París tan soñado»10. Le attività culturali della Parigi degli anni Venti si intensificarono intorno alle figure provenienti dal Nuovo Mondo e l’attenzione iniziò a essere rivolta anche alle realtà dei diversi paesi esotici, con le loro tradizioni e civiltà così distanti da quella europea; infatti alcune opere americane furono pubblicate e tradotte in francese, i pittori latinoamericani esponevano nei salons francesi, mentre nei caffè di Montparnasse, La Coupole e Le Dôme, si potevano ascoltare le voci spagnole dei poeti e degli scrittori.

A partire dal 1928 il fascino che l’America latina aveva esercitato sulla Francia cominciò a diminuire, anche se più che una diminuzione è possibile parlare di un vero e proprio oblio. Sebbene sia rimasto vivo in Francia un interesse scientifico per le culture ispaniche e precolombiane da parte di critici, storici e letterati, molti artisti e magnati americani fecero ritorno nei loro paesi di origine e le riviste specializzate sul mondo latinoamericano non vennero più pubblicate. Dalla parte francese un vero black-out si era abbattuto sugli echi del Nuovo Mondo e, se si parlava di

americanismo, non aveva niente di latino. La mano ferma di Poincaré salvò il franco,

ma impose una vita più austera in Francia. Dagli années folles si passò ai temps

difficiles dove predominava uno stile di vita più rigoroso e serio causato anche dalla

crisi economica che colpì il mondo intero nel 1929 e spinse i paesi a chiudersi su se stessi11.