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Casa museo Andrich: struttura, opere e visite guidate

CAP.4 LE PRATICHE TURISTICHE 4.1 Il turismo sostenibile

4.4 Alla scoperta di Valle Dogà: paesaggio fluviale e di bonifica

4.5.2 Casa museo Andrich: struttura, opere e visite guidate

Casa Andrich, chiamata in passato Forte di Vignagranda, si trova nell’isola di Torcello. Una volta scesi dal vaporetto, alla fermata Torcello, poco dopo aver effettuato alcuni metri si trova una freccia che invita le persone a girare a sinistra e imboccare un sentiero incolto il quale porterà, al suo termine, proprio davanti al cancello d’ingresso dell’abitazione.

La casa si presenta come una vera e propria residenza abitativa con un grande giardino immerso nel contesto lagunare che accoglie i visitatori e li immerge in un luogo d’arte e natura. L’ingresso è dotato di alcuni pannelli informativi in cui sono inserite alcune informazioni come gli orari di visita e il costo della stessa. Per attirare l’attenzione del proprietario, Paolo, basta semplicemente premere il campanello e lui effettuerà la consueta e calorosa accoglienza, invitando i visitatori a entrare e farsi guidare in questo percorso storico e artistico.

Il percorso guidato dura più o meno un’ora e mezza e include oltre alla storia dell’artista Lucio Andrich anche una panoramica generale riguardante la nascita e lo sviluppo di Venezia con riferimento all’isola di Torcello. Il luogo si presenta subito immerso in una tranquillità assoluta, ben distante dal clima caotico e frenetico del centro storico veneziano, il quale fa apprezzare ancor di più il contesto naturale in cui è immerso. Davanti alla casa infatti si può ammirare il tipico paesaggio lagunare con le barene e le velme, che vengono spiegate accuratamente da Paolo, e dalla Palude della Rosa ambiente naturale in cui i fenicotteri sostano frequentemente, soprattutto nei mesi da marzo a settembre. Quest’ultimi sono visibili direttamente dall’abitazione. In lontananza inoltre, quando vi è bel tempo, si possono ammirare numerose catene montuose, lasciando spesso il visitatore incredulo per la visione contemporanea del contesto lagunare e quello montuoso.

La struttura, come detto in precedenza, dall’esterno risulta essere una vera e propria abitazione con la casa, il giardino, l’orto e una struttura in muratura posta al centro adibita a capanno per gli attrezzi. Varcata la soglia ci si accorge subito che l’abitazione racchiude al suo interno numerosissimi spunti storici e artistici cominciando proprio dal giardino il quale sembra un vero e proprio dipinto con numerosi oggetti sparsi attorno addobbando esteticamente il prato e l’ingresso. Numerosi sono gli alberi che circondano l’abitazione in cui pascolano liberamente anche delle capre.

Una volta entrati in casa si ha come l’impressione di varcare una soglia spazio-temporale catapultandoci in un istante all’interno della vita artistica di Lucio Andrich; “il pavimento fatto con tavelle e terrazzo alla veneziana, i soffitti con il legname proveniente dai boschi del Civetta sulle Dolomiti, le porte del quattrocento contornate da fantasiose cornici di legno, i caminetti con le maioliche olandesi, le terrecotte e le tessere di mosaico blu, i marmi incastrati sul muro, i vecchi mobili, le sue opere ovunque, oli su tela, incisioni, panche dipinte, bozzetti, foto, statuine di legno pirografate, vetri di Burano dipinti”91 il tutto distribuito all’interno dell’abitazione rendendola

93 quindi una vera e propria casa museo.

Nel 2003 dopo la scomparsa dello zio e dopo essersi stabilito presso la sua tenuta Paolo ha capito fin da subito che questo luogo per la sua storia e per il contesto in cui si trova poteva e doveva diventare, anche in onore di suo zio, un museo che parlasse non solo della vita artistica di Lucio Andrich ma che rappresentasse anche l’isola di Torcello e che desse al visitatore una visione completa del contesto lagunare. Vi fu fin da subito quindi l’idea di aprire questo luogo al pubblico, un pubblico che oggi però, a detta di Paolo è sempre più difficile da trovare. Oltre a una pigrizia culturale ormai diffusa, molto spesso, ci racconta il proprietario, la maggior parte delle persone che visitano Torcello approdano in massa con dei trasporti che danno loro tempistiche limitatissime nella visita dell’isola e quindi impossibilitati nel dedicare circa 2 ore nella visita di Casa Andrich.

La sua visita infatti dura più o meno un’oretta e mezza e può essere effettuata in inglese, italiano e francese. Paolo definisce la sua visita non una visita di piacere ma un percorso in cui il turista può apprendere qualcosa di concreto sulla storia della laguna e sul contesto storico di come lavorassero gli artisti veneziani dagli anni ‘50 agli anni ‘70.

Il clima turistico generale a Venezia e la sua organizzazione odierna non facilita certamente la crescita di una realtà piccola e marginale come può essere Casa Andrich; i turisti che visitano la casa non sono moltissimi anche se il dato meramente quantitativo non spaventa affatto il proprietario molto più concentrato sull’aspetto qualitativo dell’esperienza e della volontà del visitatore nell’immergersi nel contesto culturale che ha di fronte. Tra i turisti che “capitano” presso l’abitazione di Paolo Andrich vi sono un buon numero che almeno una volta hanno già in precedenza visitato l’isola di Torcello o vi sono invece persone che incuriositi da questa realtà si prenotano e vengono appositamente per visitare il museo. Per quanto riguarda la collaborazione con le scuole Paolo afferma che dall’area veneziana vi sono pochissime scolaresche che negli anni hanno visitato la sua tenuta e che paradossalmente è molto più facile che scuole provenienti dalla Lombardia, Sicilia e dalla Toscana si interessino e vengano a visitare la sua casa piuttosto che realtà didattiche adiacenti.

La parte delle visite è sicuramente un aspetto molto importante per Paolo che oltre a curarle nel minimo dettaglio ci mette una passione e un’enfasi derivata probabilmente dal vivere quotidianamente questi territori. Lui si definisce una persona piuttosto severa nei confronti di chi vuole visitare la sua casa; il turista deve essere curioso, deve aver tempo, deve essere informato ma soprattutto disponibile a lasciarsi immergere dentro un contesto come quello di Casa Andrich che se capito e apprezzato può sicuramente offrire moltissimi spunti di riflessione e ampliare il bagaglio culturale e storico di tutti noi.

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