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Valle Dogà e il turismo: coesistenza possibile?

CAP.4 LE PRATICHE TURISTICHE 4.1 Il turismo sostenibile

4.4 Alla scoperta di Valle Dogà: paesaggio fluviale e di bonifica

4.4.3 Valle Dogà e il turismo: coesistenza possibile?

Tra i temi più interessanti estrapolati dall’intervista effettuata a Michele Zanetti, riguardante appunto l’area di Valle Dogà è senz’altro quando si parla di turismo; ossia rendere questa valle pienamente fruibile, farla diventare cioè a tutti gli effetti una meta turistica, sostenibile, per migliaia di persone. La valle, nel tempo e soprattutto oggi per effetto di un turismo di massa che sta inglobando nella standardizzazione la maggior parte del centro storico di Venezia, esercita una forte attrazione nei confronti dei cittadini essendo un luogo in cui generalmente non si può accedere essendo di proprietà privata.

Ad oggi i gruppi a cui viene data la concessione di visitare l’area sono molto ristretti e parliamo di gruppi di visitatori generici e qualche rarissima scolaresca; il percorso che viene proposto loro è un interessante itinerario acquatico con l’approdo al cason di valle che si trova nell’arginatura verso la laguna maggiore. Questi percorsi sono effettuati e permessi dal capo-valle che ha in gestione l’area e da fondamentalmente il permesso di accedervi. Purtroppo l’argomento riguardante l’accesso turistico a luoghi come questi, come appunto può essere la realtà di Valle Dogà, rimane un tema piuttosto delicato in quanto a detta di molti in alcuni periodi dell’anno la valle dovrebbe essere inaccessibile a chiunque ad esempio nei periodi delle riproduzioni per quanto riguarda il mondo degli uccelli nidificanti o in alcuni periodi dell’anno le visite potrebbero impattare con le attività economiche che ancora si svolgono all’interno della valle relative ad esempio alla caccia o in ultima il disturbo che provocherebbero i turisti nel periodo riguardante le migrazioni dove gli uccelli hanno bisogno di riposo e di rifocillarsi senza essere disturbati.

Come possiamo notare, l’area in questione, essendo un bacino naturale di enorme valore ha come caratteristica un’estrema delicatezza ed equilibrio molto facile da destabilizzare, ecco che le pratiche turistiche se svolte non con la massima attenzione potrebbero senza troppa difficoltà rovinare questo ambiente così fragile.

Le difficoltà nell’amministrare privatamente un’area di così vaste dimensioni sono all’ordine del giorno; gestire un’area naturale così importante e delicata richiede un’esperienza e una passione molto elevate da parte del capo-valle. La gestione del verde, il controllo delle acque, la pulizia dell’area e via dicendo sono attività di fondamentale importanza per la sopravvivenza della realtà valliva e devono essere svolte con professionalità e continuità.

L’area in questione ha inoltre altre peculiarità a livello di gestione, ad esempio a livello idraulico; per allevare cefali, orate e branzini servono bacini con salinità diverse e pezzature differenti per evitare che i cormorani durante l’inverno di mangino tutti i pesci. Ad ogni autunno invece, se si fa itticoltura, bisogna recuperare tutto il pesce presente nella valle, e parliamo di decine di tonnellate e riporlo nelle peschiere di sverno destinando successivamente quello di pezzatura commerciale ai mercati mentre invece se si svolgono attività solo di caccia bisogna comunque avere una notevole

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esperienza in quanto saltuariamente bisogna risanare i fondali, creare zone di pastura, creare zone isolate e tranquille in cui gli uccelli possano stare senza essere disturbati serve insomma una persona di grande esperienza con un grande amore per ciò che svolge.

Come possiamo notare quindi le difficoltà prettamente tecniche di amministrazione si associano di conseguenza anche alle difficoltà di gestione riguardante la fruibilità; se, per quanto riguarda la gestione tecnica, abbiamo visto quanto è importante avere una figura preparata e responsabile per quanto riguarda la guida e l’indirizzo a finalità turistiche c’è bisogno anche dell’impegno di persone esterne, di associazioni e di luoghi che creino un ponte, una mediazione tra il visitatore e l’area valliva per tutelarla in primo luogo e fornire al turista gli strumenti necessari per goderne al massimo.

A tal proposito vicino a Valle Dogà più precisamente a Castaldia, frazione di Caposile di Musile di Piave è da poco stato inaugurato il laboratorio territoriale di educazione ambientale “La Piave Vecchia”. Il centro in questione si articola in tre salette museali dedicate ai temi “La valle da pesca” e “Il fiume di risorgiva” cui si aggiungono il laboratorio didattico naturalistico e una sala multimediale. Oltre a questa realtà, per sensibilizzare e informare il visitatore e la popolazione locale vi sono altre due associazioni molto interessanti che operano nel territorio che sono: l’Associazione Naturalistica Sandonatese fondata il 20 aprile del 1974 che svolge principalmente la propria attività nella Pianura Veneta Orientale. In breve essa si occupa, per finalità statutarie, di divulgazione della cultura naturalistica, di ricerca sul territorio e di denuncia dei problemi relativi alla salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità. L’associazione ad oggi può vantare circa 130 soci, ma le attività ricreative, divulgative e formative che esegue sono seguite da centinaia di cittadini di diverse fasce d’età e di diverso livello scolare88.

Il Centro Didattico Naturalistico “Il Pendolino” è un museo-laboratorio per la didattica delle scienze naturali e per la divulgazione della cultura ecologica. Il Centro è operativo dal 1991 ed è stato realizzato dall’Associazione Naturalistica Sandonatese grazie a un accordo e ad una convenzione con il Comune di Noventa di Piave e la Coop-Adriatica.

Ad oggi il centro è gestito da un’associazione culturale senza fini di lucro, l’Associazione Culturale Naturalistica “Il Pendolino”89. La struttura si compone principalmente di cinque strutture formative che sono: la sala delle vetrine monotematiche, la saletta audiovisiva, la sala degli ecosistemi territoriali: la campagna, i boschi di pianura, i corsi d'acqua, il laboratorio didattico-naturalistico, il giardino didattico e il sentiero natura.

Le finalità principali di questa realtà associativa sono quelle di favorire una conoscenza del

88 Per ulteriori informazioni visitare il sito: www.associazionenaturalistica.it. Sito divulgativo e di presentazione dell’associazione con elencate le varie attività e i numerosi appuntamenti.

89 Per ulteriori informazioni visitare il sito: www.ilpendolino.it. Sito di presentazione in cui vengono spiegate le finalità e le varie attività organizzate.

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territorio in termini naturalistici ed ecologici. Il Centro è organizzato per sviluppare conoscenze e concetti relativi all’ambiente naturale ed all’ecologia del territorio agrario e dell’ambiente fluviale esso è rivolto a tutti i cittadini e in particolar modo alla scuola.

Queste realtà quindi favoriscono una diffusione informativa fondamentale, sono di profondo aiuto nel creare quella sensibilizzazione necessaria per tutelare conservare e gestire aree delicate come può essere la Valle Dogà.

In futuro la Valle sarà sicuramente oggetto di un interesse sempre maggiore e potrebbe divenire una meta turistica potenziale ma, a detta di Michele Zanetti, per un turismo molto selezionato e di un certo livello culturale consapevoli cioè di andare a conoscere un sistema produttivo e un ambiente naturale unico e di grande importanza; ecco che con queste premesse di visitatori si potrebbe pensare a un percorso che faccia entrare le persone in valle, far vedere qualche cosa e consegnare loro delle informazioni utili per apprendere e aumentare il loro bagaglio informativo rispetto al luogo appena visitato. La valle, come area sfruttabile da un turismo ecocompatibile, ha un potenziale di assoluto livello non solo dal punto di vista naturalistico come ampiamente spiegato ma soprattutto culturale e storico; un esempio in tal ambito è sicuramente il Cason di Valle, presente anche in Valle Dogà, che costituisce nell’area valliva un vero e proprio museo etnografico, un grande edificio ove al suo interno si possono trovare le collezioni di uccelli impagliati fatte nel secolo scorso, gli attrezzi da caccia e da pesca inoltre sono di grande interesse idraulica le varie chiuse presenti in valle che consentono di capire come avvengono gli scambi d’acqua tra la valle e la laguna; insomma di materiale “espositivo” ce né in abbondanza basta saperlo valorizzare e gestire. Ovviamente molto dipenderà da chi si prenderà in carico di gestire l’area in futuro compito come visto molto delicato e di grande responsabilità.

Bisognerà quindi in futuro per valorizzare quest’area creare delle sinergie con vari operatori con alle spalle una solida organizzazione che consenta di gestire correttamente gli esiti della promozione assumendosi precise responsabilità e consapevolezze. La promozione in futuro, se si vuole cambiar rotta e salvaguardare territori come Valle Dogà, andrà fatta di concerto con l’organizzazione, creare una promozione non fine a sè stessa ma differenziata e attenta con un interesse naturale, storico, culturale ed etnografico da valorizzare ma allo stesso tempo salvaguardare.

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4.5 Il museo Andrich: tra arte e natura