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CAP.4 LE PRATICHE TURISTICHE 4.1 Il turismo sostenibile

4.2.3 Flora e fauna dell’Oas

Seguendo il sentiero il visitatore può immergersi, come detto precedentemente, nella fauna e nella flora del luogo. Partendo dalle piante, lungo il tragitto, si possono notare numerosi arbusti che colorano e arricchiscono il patrimonio vegetale dell’area. Alcuni esempi possono essere:

fig.26. Partendo da sinistra: pioppo, nocciolo e la robinia (www.oasitrepalade.com)

Partendo da sinistra la prima immagine raffigura il pioppo, pianta tipica della pianura veneta che però spesso proviene da aree esotiche, canadesi o americane. In Italia vi sono molte specie di pioppo con numerosi ibridi e varietà che vengono coltivate. L’oasi ospita il cosiddetto pioppo “cipressino” che ha delle dimensioni piuttosto importanti con una corteccia dal colore cenerino-biancastro. L’elemento caratteristico di questo albero sono senz’altro le foglie in cui la parte inferiore si presenta di un colore bianco-argento mentre quella superiore di un verde acceso. Le grandi dimensioni e il portamento ampio consentono a questa pianta di ospitare e dare riparo a numerosi uccelli tra cui la gazza, il picchio e la tortora.

La seconda immagine raffigura il nocciolo, piccolo arbusto composto da una corteccia grigio-bruna e foglie a margine doppiamente dentato. Il nocciolo è senz’altro la specie vegetale maggiormente presente all’interno dell’oasi conseguenza da una parte dal suo facile adattamento in ambienti poco ospitali e dall’altra dalla sua continua emissione di pollini e radici che le consentono di proliferare con grande continuità e velocità. La presenza del nocciolo è un segnale intermedio che indica il tentativo della natura di ricreare un ambiente adatto ad un ritorno graduale delle essenze arboree primitive83. Inoltre i frutti che vengono prodotti dal nocciolo, le nocciole, vengono spesso apprezzate dai visitatori del luogo.

L’ultima immagine presenta la robinia, albero che può crescere fino all’altezza di 20 metri. La sua corteccia marrone chiaro presenta delle scanalature longitudinali che ne definiscono la specie e la sua integrità interna. I fiori sono raggruppati in piccoli gruppi all’estremità della pianta creando dei grappoli di fiori bianchi molto belli e profumati. Dai fiori viene ricavato un miele molto apprezzato. All’interno dell’oasi le piante di robinia formano tra la sponda del Sile e il laghetto un piccolo boschetto anch’esso prezioso riparo per numerose specie animali.

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Le specie animali, per lo più uccelli, sono una delle attrattive principali dell’oasi che con la sua tranquillità e la sua fiorente vegetazione costituisce per loro un’ottima area di riparo.

Tra le specie di volatili presenti all’interno dell’oasi ve ne sono molti che comunemente vediamo nelle nostre aree urbane come lo storno, il merlo, la gazza o il pettirosso ma ve ne sono alcune che raramente si notano all’interno delle nostre città come ad esempio:

fig. 27. Partendo da sinistra: Upupa, Fringuello e il Martin Pescatore (www.oasitrepalade.com)

La prima immagine raffigura un Upupa detto anche “gaeto de montagna” per la sua riconoscibile cresta che ricorda molto quella del gallo. Solitamente questo uccello vive nelle vicinanze di zone boschive o frutteti. Oltre all’inconfondibile cresta l’Upupa si riconosce anche dal lungo becco ricurvo che gli serve per cibarsi prevalentemente di insetti, vermi e farfalle. La sua presenza al giorno d’oggi risulta essere molto rara a causa di una sempre maggiore mancanza di luoghi adatti alla sua nidificazione.

Nella seconda immagine troviamo un altro uccello che non si vede spesso nelle nostre città ed è il Fringuello. Il Fringuello è anch’essa una specie che sta continuamente diminuendo a causa, anche in questa circostanza, della distruzione degli ambienti adatti alla riproduzione e non solo; questo volatile infatti si nutre prevalentemente di semi oleosi, la polpa di alcuni frutti e piccoli invertebrati. La continua diminuzione degli alberi da frutto selvatici e delle erbe che gli forniscono i semi mettono in difficoltà la sua permanenza nelle zone della bassa pianura.

L’ultima immagine raffigura il Martin Pescatore anche detto in dialetto “piombin” riconoscibile per la sua incredibile livrea di colori presenti nel suo piumaggio, esteticamente uno dei più bei volatili presenti nell’oasi. Verso la fine di aprile il Martin Pescatore prepara il suo nido; un cunicolo ben scavato lungo le rive dei fiumi mentre nei mesi freddi si sposta verso la laguna dove il clima risulta essere leggermente più mite. Purtroppo anche in questo caso la sempre maggiore cementificazione degli argini ne mette a serio rischio la specie e i suoi avvistamenti diventano sempre più rari. Nell’oasi non vi sono prove certe che vi sia una nidificazione in loco ma gli avvistamenti regolari di due coppie consentono ai visitatori più fortunati di ammirarne la bellezza.

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fig.28. Partendo da sinistra: testuggine palustre e biscia dal collare (www.oasitrepalade.com)

Nell’immagine a sinistra abbiamo una Testuggine palustre, specie prevalentemente carnivora che si nutre di: piccoli pesci, vermi, insetti, anfibi e anche occasionalmente di uova o piccoli volatili caduti dai nidi. Purtroppo anche questa specie risulta essere in via di estinzione, le ultime colonie le si possono trovare lungo le rive dei fossi e nelle zone paludose. Le tartarughe in questione possono vivere fino ai 70-80 anni.

Nella seconda immagine invece è raffigurata la Biscia dal collare distinguibile per le due macchie gialle o biancastre lungo il “collo”. Il rettile risulta essere innocuo e può raggiungere il metro di lunghezza. Nell’oasi è frequente la sua presenza sulla superficie del laghetto prevalentemente nelle ore più calde della giornata.

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