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Una
voltaandòallaguerra Unardilocavaliere;Quandosalsesuldestriero Abbracciolloilsuo tcsor:
«Addio,vinci,etornapresto, Garzoncellodelmiocor!
Tornapresto,checistringa Nodoalflnpiù bello esodo Chedisetaed'oro:un nodo Dideliziecvoluttà.
Dalla
man
delprete ordito, Ineternociunirà.»—
144—
«
Oh
oh!s’ancheioqui ritorno.Chetigiovao pazzerella?
Benpuoitu,sai,lamiabella, Puoibenfareil.miopiacer,
Ma
iltuonododidelizie Nonm’è
troppo lusinghier.•*Ahcrudele!iltuo piacere Soloiofo,nè vuoisposarmi?
Eperchèdunqueingannarmi,
0
spergiuro, o senza cuor Bapitordicuori,o iniquoD'innocenza rapitor?»
«
Oh
oh! cara pazzerella!Chebizzara ideatifrulla!
Quel ch’iofeci,lamiaciulla.
Mecofattol’haipurtu.
ioserraminon hoinfranti;
Hopicchiato,eapertofu.»
*
Ah
crudele!questodunque.Questosoloeral’intento’
Perchèino cosisulmento Carezzavi? Perchè,aUn Sold’ingannoedonta,iljserto M'haivolutotòrdalcrin?»
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—
145—
•
Oh
oli!Vidiundìunamansa Colombella, chelepenne Làinquelparcoafermar venne.Perso avrei sensi c ragion.
Sefuggir lasciatoavessi Della sorteunsìbel don.•
Indi,oplà!cavalcòvia.
Ellaandarlovideinfretta,
E
lisciarlasua barbetta, Canluzzandotrallalà!E
dalungiancorn'udia Losgignazzoah ahah!0
fanciulle siateaccorte!V’hanmalvagicavalieri.
Nonè quellad’oggioieri
• Che amoreggiano diman;
Amoreggiano,cnon danno Anessunamailaman.
lo
IL RAPIMENTO
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«Poh'lasellaalmiodanese, Ch’iomivo’cercarsollievo.
Un' angustiailcormiprese;
All’aperto usciriodevo.» Gridainfuria alsuo scudiero D’Ichenselvailcavaliero;
Halatemael’ansiainviso.
Come
avesse alcuno ucciso.Giù,cheilsassonescintilla, Dalcortilsilancia;einquella
Ch’eisollevalapupilla.
DiGellrude ecco l’ancella!
Atalvistaeitremaeimbianca Loafferròcome unabranca, Egliscosse cgliriscosse Geldifebbre nervi ed osse.
—
150—
S't
«Salve,o nobile signore!
Paceegioiailcielvidia!
Con1’estremoaddiod’amore Ladonzella qui m'invia.
Ormaipiù sperarla è insania;
A Bovondi
Pomerama
Insolenne radunataIlsuopadre1*ha giurata.
Per Dio!eigrida,se distorre Dal tuo Carlonontisai.
Giùcompagniintetratorre Salamandree rospiavrai.
Nonfiaquetalamiarabbia, Finchestesoalsuolnon1’abbia.
Fincheilcornonglihostrappalo.
E
a’ tuoipiescaraventato.Insolinga stanzaors’auge Lameschina, e Carlochiama;
Orsospira,orfortepiange.
Sidispera,emorirbrama.
Alfinpurdelsuo patire Dovràildel pietàsentire.
Se suonareamortoudrete.
Lacagione or ne sapete.
—
151—
Va,midisse lagrimando, Diglichemorirdegg’io:
E
chequesto ch’ioglimando, Ahi!saràl’estremoaddio.Va,cheilciclolisiascorta, Questoanellod’òrgliporta, Epoi questa ciarpa ancora.
Conche pensi a
me
talora. »Negli orecchicomeunmare Glimugghiarleree novelle.
Vedeaimontitraballare, Einpicndìbrillar le stelle.
Ma
qual rattoilturbins’alza, Fogliee polveavvolve cincalza, Tal divien cicco furore De’ suoispiritisignore.«Fida ancella,ohateilbuonDio, Chelenuove m’hai recate.
La mercè che nonposs’io Rendacento e millefiate!
ADurgalto torna presto, Tornaindietro,edillequesto:
Liberarlapurdamille Ceppi avvinta saprei,dille.
—
152—
A Uurgalto coni,via.
Corritosto,cfineaipianti!
Ah!pugnandolasapria Conquistar contro agiganti.
Dellestelleairaistanotte
Che m'attendaamezzanotte:
Siaqual deveildestilimio.
Lieto,ovver persemprerio.»
Viacoleiprontaalcomando Volacomespronlatocchi;
Eglidato ripigliando
Sistrofinailfronte cgliocchi.
Tirae girailcorridore.
Cheglipiove giùilsudore.
Seco a lungosiconsiglia.
Edaitilipartitoeipiglia.
Fe’ l'argenteo©orno lungo Risonar permonticvalli;
Eccoascioltabrigliagiunge Un'armatadi vassalli.
Unperundabandaeipiglia.
Qualchecosaglibisbiglia:
«Orsùdunque, pronti cpresti!
Ealmiosuoh corretelesti.»
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—
155—
Quandopoilanotte steso Ebbeilnerosuo mantello.
Nèparea piùlumeacceso DiBiirgaltonelcastello,
E dormia sodoogni cosa.
Ma
lavergineamorosa Confebbrileansiailpensiero Teneadestoalcavalicro;IVuna voceildolcesuono Piano piansalir sisente:
•
0
Gellrude, giuntoiosono.Su,tivestiprontamente!
Sonio,cara,nonintendi Lamiavoce? Presto, scendi!
Vè!lascalaè pronta, cinfretta Vailronzino chet'aspetta.»
•Ahno, Carlo,talparola Nonripeterla,miocore!
Fuggir tecocosisola!
Chesarebbe delmioonore?
Solounbado estremosia Tua mercede,o caro, e mia,
Priacheinvestefunerale lolidial’eternovale.*
—
154—
«
Oh
!Tè scudo,dolceamore.Lamiafèdicavaliere.
Affidarmivitaeonore Puoi,per Dio, senza pensiero.
Da mia madresivaratto.
Làciunisceilsacro patto.
Vieni,vien,tuseisicura,
ADiolasciaea
me
lacura ••Ah! miopadre...egli...del regno Ilbaronpiù antico e Aero!
Cessa, cessa!ohdelsuosdegno
Come
iotremoalsolpensiero!..Non(laquetalasua rabbia, Finchestesoalsuolnont'abbia.
Fincheilcornont'hastrappalo.
E
a'miei piè scaraventato.»«Oh!piùnullanon temiamo, Quandosiedifermainsella.
Terra emareapertiabbiamo.
Nonlardardipiù,miabella! Ah!nonodi turumore?
Suvia,spicciati,miocore!
Vien,lanotteha orecchiacuti, Vienipresto, osiamperdati.•
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—
155—
L;idonzella indugia ancora...
Gela,trepida e sospira..
.
Perla
man
dicigno allora Eilaprende, e giùlatira.Oh
cheassalticschermiadesso.Oh
che stretto stretto amplessi*.Di piacere ed'ansia anelo, Giù spiargliastridalcielo!
Lasua caraalfiancostretta, SulpolaccoauntrattoeiI'alza;
Poi sul dorsoilcorno assetta, Ealdaneseinsellasbalza.
Ellaparte,ilcavaliero
Dietro aleispronailcorsiero:
Spronaquesto, sferza quello, Ediergliomerialcastello.
Ahi!lanottehauditolino:
Ognisillabadifuori Ascoltaroulivicino Dueorecchitraditori DiGeltrudel’aiainfame.
Spintad'oro daviifame.
Albaronequelche intese Corse tostoafarpalese.
—
lofi—
tri
«Su.lidesia,corri,vola.
Infelicegenitore!
Viafuggitaèlafigliuola, AInoscorno c tuo dolore.
Giàconleipercampoe selva SpronaCarlod'Ichenselva;
Presto!ètroppa ogui dimora.
Se arrivarlabramiancora.»
Ilbarolisu sbalza, e forte Diluti'anniuscifurente;
Perlacasa eperlacorte Tuonaesveglialasua gente.
«Olà
—
grida,e pesta esmania—
Su,figliuoldiPomcrauia!
Tirapirlatuadonzella.
T'armapresto,emontainsella!»
Sinoall'alba senza intoppi
Cavalcaronoifuggenti;
Quandod' urlicdigaloppi Ecco1ariarombarsenti!
Eprimier, feroceinvolto, VicuUovoncafrendisciollo, Ea Gcllrudcfé'lalancia Viafischiarpressolaguancia.
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«Reoladrone,olàl'arresta.
Conlasozzatuapredacela!
Saggiapriasetrinciaquesta.
Poidisposetomaacaccia.
Ferma,olà.fuggiascadruda!
Ch'appoiltuoberton tischiuda Unilatomba,echeineterno Viricoprainfamiaescherno.»
•*l’erRio,falli,mascalzone!
Permiafé,Bovoli,tufalli!
Scendi,rozzo villanzone, Ch’ioconspada e
man
tipialli.To’,Geltrude,lo’ildanese;
Etugiù,villanscortese, Scendi giuso dalla brenna, Ch’iotipiallilacotenna.»
Ahi!Geltrude ansia egemente Brandir videlesquarcine.
Lampeggiavanoalnascente Sollelamedamaschine.
Ah!coipetti,econlepacche Fannointornocricchecrucche;
Sottoilgran pestiode’piedi Ilterreofumargiàvedi.
—
158—
li,ili'acciardiCarlo steso Prestoilgoffoilterrenmorse.
Restò Carlo salvo eilleso, E Bovonepiùnonsorse.
Ma
quei calaappenailbrando.Chetrottando e galoppando,
Oh
terroriDio l’abbiainguardia!Sopravvienlaretroguardia.
TratraIra,fé’ilcornoallora Risonarper boschi evalli.
Ratto,opop,erupperfuora Dall’agguatoisuoivassalli.
«Ort’arresta, o vecchio, eni’odi!
Guardalà,vedi que’ prodi?
Aferirson pronti epresti, Eaunmio cennoaccorronlesti.
Altrimentiticonsiglia,
0
apentirtiposciaavrai. •Fè giurammilatuafiglia, Ediofedelegiurai.
Vuoi strappar dal coreilcore?
Cheilsuo sangue,ilsuo dolore Gridial
mondo
e a Dio vendetta?Combaltiam,seciòt’alletta.
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—
159—
Ferma,ah! ferma,tiscongiuro.
Priache pentasiiltuo core.
Latuafigliaamai,teigiuro, 0’ innocente e castoamore.
I)ilei,padre,ah fammi dono!
Riccod'oro e terreiosono;
Senzamacchia, lodeaDio, Èlastirpe e1'onor mio.»
Ahi!Geitrude ansia egemente Pareagigliochesisface.
D'irailvecchio rosso e ardente Somigliavaunafornace.
EGeitrudeaipièglicorse, Elebelle
man
sitorse,E
conlagrime e con prieghi Tentacomeilcorglipieghi.«Deh,pietà,buon padremio, D’unafigliasventurata!
Qual tu anoi,perdoni Iddio Cosi aleletue peccata!
Questa fuga, oh! crederdèi.
Mai tentataionon1‘avrei, Sedeltalamo abborrito Nonavessiorrorsentilo.
—
ICO-!K‘
Quantevoltem'hai cullata Sullepalmeesuiginocchi!
Etuagioiam'haichiamata, Tuoconfortoailanguidiocchi!
Ah!ritornaconlamente Aquegli anni, esiiclemente!
Seognibenda
me
dividi Latuafigliainsiemeuccidi.»Ilharonlalestascuote, Volge aleilanucariccia: Ilbaronlescabre gote Insensatosistropiccia.
Pietàgliocchi eilcorglivinse;
Pursuperbolarespinse.
Per nonfarcon molle pianto Difortezzaoltraggioalvanto.
Ma
ifuroricadonspenti.Ilsuoimperoilcorripiglia;
Calde lagrime lucenti Traboccarlefiereciglia.
Lasolleva,alsen1'accoglie, Allapienailvarcoscioglie,
E
perpocononisvicnc Dalletroppo dolci pene.DigitizedbyGoogle
—
1Gl—
«Sia!..Perdoni a
me
ilSignore,Come
appienoiotiperdono;Tuttoilmiopaternoamore, Loripiglia,ioteiridono.
Sia delcielfattoilvolere!*
Poi sivolsealcavaliere:
«Latiprendi, e insiem
—
glidice—
Ilmiocortibenedice.
Laliprendi,eeh’ iot’appelli IldilettoAgliomiol Ognioffesasicancelli Colperdonoecoll’obblio.
Iltuopadre, giàmioantico Implacabilenemico.
Mife’danniedonte assai;
Mortoancoraintel’
odiai-Tu,mioAglio, faditutto, Fadi tutto pienaemenda;
Chelatuabontadeilfrutto Dellamia bontà mirenda.
BenedicaorailSignore Voi dalcieloeilvostroamore;
Su, scambiate destre eanella.»
E
quifineallanovella.DigitizedbyGoogle
NOTE
1.L'Imperatore e l'Abate dovrebb' esseresecondoiltesto.Ho mutato percomododelmetro,eh’èilmedesimodell’astore,ilquale sembraavertoltal'ideadiquesta ballata dalla nota novella dei nostro Sacchetti.
2.Ilratto, con pochevarietà,succesie aVerona nel1759.11 conte Spolverini fbilgenerosocheofferseilpremio, eilnomedel*
l’eroico salvatoreè Bartolomeo Rubele.
3.Bdrger eraprotestante, e quisitratta,già s’intende,d’un curatoprotestante.Era più esaltoildirpastore,mainducea equivoco.
4.LaVaccaèiltitolotedescodiquesto racconto,che Bùrger inunanotadichiaraessertùliovero.
5.l!ndistintoprofessore di Padova,inunarticolostampato
nel-I’Euganeo, ponevaBùrgerfraipoetiassolutamenteintraducibili.E CesareCantù scriveva:lituono famigliarissimoincui(Bùrger) espo-nelefantasiepiù elevatene rendedifficilissimaogni versione,ed in-traducibileancoranellaballatadell'Eleonoraèladisposizionedi paroleedirimeconunparallelismoopportunissimo a conservareil terroreprodotto dal meraviglioso;comeilritornofrequente dellefrasi, dellevoci,delversistessi.(Bicoglitore.Anno1837.I.Semestre)Le qualisentenze,che sono l'espressioned’un’opinion generale,iogiànon citoconlapretesa diaverlesmentite,maperimpetrarmi indulgen-za.Eaggiungerò chelesuddettedifficoltànons’incontrano solo nella Eleonora,maintutteleballate diBùrger;cheiltraduttorenon dove»
superarle a scapito dell'armoniasemprespontanea e sonante dell’ori-ginale;chenonbisognava trascurarlefrequenti onomatopeie, etalvolta, per dare un'idea anche deidifettidell’autore,neppureibisticci,ei gio-chettidiparole; e finalmenteche Bùrgeravendofattodellaballalala sua occupazione principale, cribrò, pesò e ripesò 030ipiù lieve espres-sione,comeriguardoall’Eleonoraemerge anchedaunasua corrispon-denza,ondeben pocalibertàèlasciataaltraduttorecoscienzioso.
NellaEleonorahopoiavuto a lottareanche con l'angustia del me-trodamesceltocomeilpiù adatto, amioavviso,aconciliarele predette esigenze. Ciò basti arendermi benevolalacriticasenzaeh’ io.
•V
comeavevadivisato,renda qui ragionediqualchelicenza,parendomi chenell'assiemenon nerisultassediscapitoall'autore.
Bùrger creòeglistessoquasituttiisuonionomatopeici sparsi nellesueballate.Iomivalsidiquellichemisomministraval'autorità discrittorinostri;glialtripochidameadoperatimi sembranonaturali edell'uso.
Credopassaleloubbie contro l'audace scuola boreal.Adogni modoioquinon sonoche traduttore,nèsopersuadermi chesia ope-raillaudabileiltentaredifarconoscereunpoeta stranierodifama europea.HCacciatore Feroce,l'Eleonora,elaFigliadel Curalo diede-ro a Uiirgerilvantod’insuperabileinquesto generedipoesia,loavea anche a fareammendad'immeritatielogidatimi da’ giornaliper aver-loscheletrizzatoinun primosaggioditraduzionedell'Eleonora, parto digiovanileimprudenza,stampato vari annifanellaStrennaItaliana;e questa voltahosenonaltrolacoscienzachenonsaprei faredimeglio.
C.(Str.4.) nellanotte
DiSan Valpurge
Secondolasuperstizionedelpopolotedescoèlanottechele streghevannointregenda.
Allostessogenerecomicodiquestoracconto, edelleDonne diVitberga,appartengonolaStoria di Giove ed Europa,VitoParola d'onore, (VeitEhreuwort)eMadamaSclinips,IsoliraccontidiBùrger che perlaloroscurrilitànonfanno partediquestaraccolta,giacché laballaladelConte Gualtiero è essa stessaunatraduzionedall’inglese.
£da notare che nel linguaggioestremamentepopolare di cuiBùrger siserve in questo genere di racconti,eglivimescola spesso vocaboli latinie francesi;delchesihaforselaragione nello studiodi quel-lelingue e letterature, che ferveainGermaniaa’tempidiBùrger.
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