OPUSCOLI
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DOMENICO CAPRETTA
DI
CENEDA
Volume 78
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BALLATE
«offrirò musi» b Urger
RECATE
INVERSI ITALIANI
CASIMIRO VARESE
VICENZA TIPOGRAFIA
PAR 0 NI
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AD
ANGELO PILOTO
dlmico eRateilo!
Jjenchèforse l'accusa,data alsecoloda taluni,d' in- differenteoavversoa poesia, possainparteritorcersiall’ina-
nità delleproduzioni poetiche, nonèd’ altrapartemenvero, cheilsoddisfareallecresciuteesigenze,eiltemperare accordi, chevincatilegravipreoccupazioni degli animi,cpoteresol- tantoaelettiingegniconcesso.Da
me
accettadunqueuna tradu- zione. Chesel'averiopostomanoalpoeta,sulcuivolume fuscrittalasentenzad‘ intraducibilità,c audacia nonperdo- nabileallemieforze:tuchemiconfortastinell'opera,cmi destianimoa pubblicarla,non disgradirai, spero, questo povero dono, con chemièdato di porgerlialmenoun pubblicotesti- moniodelmio affetto riconoscente. Cosipotessi ritornareil sorrisoall’animatua!Vicenza15Novembre1850.
iAHMmo VABEtK
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BURGER
Mentre
Leasing e VVieland, seguitando 1’operaini- ziata daKlopstock, rianimavano deilospiritogreco la poesiaalemanna,c il Gwlsdi Derlichingcnannunziava allaGermania ilpotente ingegnodi Goethe, un'eletta schieradigiovani poeti sorgevafra glistudentidiGottin- ga a secondareglisforzidique’sommi
antesignani. Gof- fredoAugustoBiirger nedivenneil piùcelebre, nato a Wolmerswende,nella Prussia,ilprimodidell’anno 1748.Ebbetardo sviluppodimenteedicorpo, c adiecianni sapea pocopiùcheleggeree scrivere;
ma
facea versi digiusta misura.A
dodici anninonsapea dirbene la primadeclinazionelatina,ma
facea versi armoniosi, senz’altroaiutochela bibbiaeilsalterio.Sinda fanciullo amavalasolitudine, ealdubbioraggiocrepuscolares'in- ternavane’ foltiboschi,incercadi sensazioni paurose.
Anchelasuapendenzaall’epigramma nontardò a pale- sarsi,dicuinonvalseacorreggerlo una battagliadipu- gnaavutanellascuolacon un suo condiscepolo,la cui
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enormecodade* capelliegliavèafattasegno a suoifrizzi, e1’aspre scudisciate buscatene dal rettore;benchéastuz- zicargli1’
umor
satiricononentrassemai punto dastio o malignità.All*etàdisedici anni ilsuo avomaterno, chesolosiprcndeacura della sua educazione,lomandò
all’universitàdiHallea studiarviteologia.
Ma
lasua viva e appassionataimmaginaziouenonsapevaacconciarsia studi severi, cfomentata daaltrilasua naturaipropen- sioneaipiaceri dellavita, eivis'ingolfòdimaniera,chel’avoirritatolorichiamòdaHalle.Trovò poi
modo
di rabbonirlo, enonsolo ottennedalui licenzaditramu- tarsiall’UniversitàdiGottinga,ma
sìdilasciarlostudio della ritrosateologia per quello della giurisprudenza. Par- veinfatticheilfiumicellosifosse riposto per l’alveo, e Burger imparòsenon altroa intenderbenelesue pan- dette.Del restoeglistesso soiea confessarechenonfu mai capacedistareattentoallelezioni,e chesinoal- l’etàvirileglierasempre venulameno
la pazienzadi leggereunlibrodacapo afondo;onde simaravigliava conte tante cognizionientrasserononchiamate, ecome
per incanto nel suo cervello.Ma
ben presto egli cadde nellacciod’una femmina lusinghiera,e addio digesto, addio scuola, c perpoco ancheaddio tuttalasuabuona riputazione.Nontardòapagarneilflo.Abbandonatodal- l’avochetuttovennea sapere, privod’ogni soccorso, affogatone*debiti,passò giorni angosciosi,fìnch’ebbe la fortunad’entrareafarpartediquella societàletteraria, chetanto contribuìalrisorgimento deltaletteraturaale-manna —
Voss,Hcelty,Cramer,idueStollberg, Lcisevitz, Milleredaltri—
dietroicuiesempied incitamenti Bùr- ger s'applicòdipropositoallostudio de'grecie latini, nonchéde’migliorimodellidipoesiafrancesi, inglesi, ita- liani,e spagnuoli,da’qualitullio tradusse,o imitò qual- che cosa.Ma
lesue letture prediletteaqueltempoerano Shakespeare, elaraccoltad’aulicheballale inglesi del vescovo Pcrcy.Ilprimoglicomunicòdellasua polente selvatichezza, l'altraUaiutòa trovarlaformaacconciaallesueromanze.
E
perciocchélafamadiBiirgerfondasi piùditulioappuntosullesueromanze,oballale,o rac- conti popolari chedirsivogliano,nullavarrà meglioa penetrar nel secreto deila lorooriginalità,e nellospirito diBurgeringenerale,diquantone diceilSig.Leeve-Vei- rnarsnellasua storia della letteraturaalemanna.*Biirger èil primodi lutti gli scrittori letterari dell'Alemagna chesiasimeritaloiltitolodipoeta popo- lare,ed è quelloappuntoond'ebbegloriamaggiore.Egli risguardava
come
lavera, forsecomel'unica poesia, quel- lache dall’inspirazionestillava,senza appoggiarsi all'e- rudizione acquistata, e atuttigliaccordid'ungusto af- finato.Questo generedipoesia,che sinoa Burger era staloabbandonalonell'Alemagnaaduominidellaplebe, ricevettedaluiuna formaletteraria,conlaqualegl'im- pressemaggiordignità,senzafargliperdereinverunmodo
ilsuo primiero carattere.Lapoesia popolare erasi a lui presentala nelsuoideale,espogliad'ogniformaerudita, negliscrittid’Omero.Esso avealaparimentetrovatame- noelegante,
ma
nonper questomen
vera,nèmen
vigo- rosa,econformealgenioromantico cd allospirito dei tempimoderni,nelleantiche ballate storichedell’ Inghil- terra,cheilVescovoI'ercyharagunate e dateallaluce;siformòquindisopra cotestiesemplari. Ravvisasifacil- mentedallatessituracdallostiledellesueromanzetut- tociòcheBurger, traduttore dialcunilibri dell’ Iliade, deve ad Omero.Reslavagliancoradaritrovareunaforma nazionale,ondeimpadronirsidell’animade’suoicompa- trioti,ponendoinoperailorogusti, leinclinazioni,ipre- giudizi. Non potendorinvenireilmodelloeh’ciricercava, nènelleromanzedette nazionalidi Glcim,nèinquelle di
Lmwen,
lotrovò nelle ballaledell’Inghilterraedella Scozia, eicolorichetrasseda questefontigliadoperò conarteinfinita.Cotesta mistione dell’aspra poesia dei secoli dimezzoredell’armoniosasemplicitàdellaGrecia antica,corretta dalla cognizione perfetta de' suoicontem- poranei,produssesottolapennadi luiuneffettoinaudito.DigitizedbyGoogle
eluttiitentativide’suoi imitatori arenarono contro la difficoltàdiquestogenerein apparenzasìfacile, insino a tantocheGoethe e Schillerebberovolta,insenso di- verso, aimovadirezionelaromanzapopolare.Benché ad imitazione degli antichi poetidelia Scozia e dell’ Inghil-
terra,Biirgerabbiaalquantoabusalo del genere lugubre, verso cui trascinavalolasua condizioneinfelice,nouha perciò
meno
profondamentemeditatosulgenere dellabal- lata,siccomenefannoprova quelladell’Eleonoraedaltre, conosciutenell’interaEuropa. Rispettoa Schiller,ilquale amalgradodituttoilsuó ingegno,nonavevacompresoilmeritodiquesto
sommo
poeta,eglièassailontano dal- 1’averloadeguatonellesue imitazioni degli antichi rac- contamenti.(* »Tornandoalla vitadelnostro autore,i suoiamici dellasocietàletterariagliprocuraronoun modicoimpie- go non lungida Gotlinga, bastantealmeno a munirlo controla miseria. Inoltre1’avo riconciliatonè pagò i debili,esomministròla cauzione per l’impiego. Sven- turatamentela
somma
vennedepositata nellemanid’un falsoamicodiBQrger, eh’essendoalbassoeglistessone distrassegran partea’suoibisogni,primacausacotcsta dellamina economicadelpovero poeta, da cuinonsep- pe piùrilevarsi.Intantoilsoggiorno dellacampagnapa- rca favorevoleallosviluppo delsuo genio poetico.Fulà ch’ei sentìunavoltaunavillanellacantarealchiarodi luna:. Laluna splende chiara,
Cavaican prestoimorti, •
Nonhaitimor,miacara?
etantoglibastò acomporreV Eleonora.Nel1774sposò laflgliad’un impiegato annovcrese;
ma
nel tempostes- so amava riamalo la minore sorella di lei, chiamata(')StoriadellaletteraturaaleinanuadiA.Lieve- Vciuiars.Trad.
diA.Piazza.
Augusta, di’eiposcia celebrò sottoil
nome
di Molly, giovinetta carissimadiquindicianni.Burgernonseppe mancare alladata promessa,ma
preparò a sé ealle duemisere donnequasidieci aunidimartirio indici- bile.Egliebbe anche l'infeliceidea,nell'intentodimi- gliorarelasua condizione economica,diprendereadaf- fittounpodere. Burgeragricoltore!Dopo dueanni di- sdisseilfitto,messocidelsuo qualche migliaiodi talleri, cioèlamaggiorpartedell’ereditàdell’avo,clicnelfrat- tempoeramorto.Ma
atantonon s’arrestaronole sue sventure.11ladro del depositosifeceanchefalsodelatore, eBQrgerfuaccusalod’avere infedelmenteamministrato ilsuoufficio.Sigiustificòappieno, inasdegnòdiconser- varel’impiego. Poco primao poi questo fatto la sua frontepallidadidoloreerimorsosichinòsullafossadi quelladonna,che contanta generosità avea sopportato unacondizione,dacuierasimortalmenteoffeso1’amore eildecorodimoglie. Daindiperò parveroarridere a luigiornimigliori. Tornatoa Gottinga,la compilazione d’unperiodico letterario,e lezioniprivate diestetica, stiletedescoec.gliprocacciaronomezzidivivere suffi- cienti,epocodopolamano
delsacerdotesantificòquel- l’unione,cheilsuo cuore avea già datantianni indisso- lubilmente annodata.Ma
einongodette a lungoditanto bene;lasua Mollyglimorìdopo unanno,lasciandogli unafiglia.Fuperluiuncolpo mortale.Teutòbensìdopo qualchemesediriaversi;rifuggìallesuediletteoccupa- zioniletterarie;s’immersenellostudio dellafilosofiadi Kant, su cui tenne lettureaccademicheche furono assai frequentate;ma
ilgermediquelmale chelotrasse al sepolcroaveaormaiincomincialoilsuo lavorodidistru- zione, aiutatobenprestodaunasequeladinuovi acer- bissimicasi,congiurati afarstaziodiquestatrale più infelici esistenzechesianostate.Avendoglilafacoltàfi- losoficadiGottinga conferitoladignitàdottorale, e no- minatolopoco dopoprofessore straordinario,benchéfrat- tanto senzaemolumento,Biirger credetteormaidipoterDigitizedbyGoogle
soddisfarel’ardente desiderio,chedatantotemponutri- va,didareeglistessoeducazionea’suoitrefigli,che sino alloraaveadovutotenere lontanidasè,in
mano
a pa- renti.Ma
latroppo tenera età de’dueminoriessendogli causadinoie e imbarazzi,glivennel’ideadirimaritarsi laterzavolta.Stavaeglipensando alla scelta,allorché daStoccardaglipervenne unapoesia,incuiunafanciulla divent’annigliesprimea1’entusiasmo cl’amoredesta- tole da’ suoi versi,eglioffrivail cuore c lamano.Da
primacinoncibadòpiùchetanto; poieccitato dalla seducente pittura chelafamafaccadell’ingenua poetessa, e dalla bizzarriamedesimadell’avventura, rispose versi perversi,efinicon unagitaaStoccarda a prendersiin moglielasua carafanciullasveva.Ma
la cara fanciulla erabenaltrada quella che parca.Ilmatrimonio ruppel’incanto,escorsidueanniditormentosa esistenza fu scioltoper
mano
dellaGiustizia,dopoaverdato l’ultimo crolloallavitadiquelmisero.Soloormai,abbandonalo dallamaggiorparte de’ suoi amici, affrantoescorato,si chiusenella sua cameretta,costretto a consumarper vivere1’ultime forze delsitograndeingegnointraduzioni miseramentepagate.Un
soloconfortoglirimanea,lasua gloria;cdeccounavoce potentecheminacciarapirgliela.LacriticadiSchillercomparvenel 1791nella Gazzetta LetterariadiJena.
Ma
lasentenza del popolo tedesco era data,elacriticanonserviadaltroche ad abbeverare difielesinl’agonia dell’infelice poeta, dal cuiletto di morte unsoccorsospontaneodelGoverno Annoverescpo- tèsoloallontanarelafame. Bùrger morì ditisiin età d’anni46.Ebbequalitàassaipregevoli,benché nonsenza pec- caquantoa moralità. Il suo cuoreera pieno di be- nevolenzaefilantropia; perdonavafacilmente leoffese;
delle belleazioni esultava, delleignobiliesprimeal’irae loschifoinparole piùchevivaci.D’onori per niente va- go;insocietàsenzapretensione;taciturno anziclicno.
Semplicedicostumi, nullapossedevadellemanierefine e
galantidell'
uomo
dimondo; purpiacevaalledonne,icui sorrisifuronospesso gradilopremioa’suoicauli.Nonco- nosceval'invidia,ma
amavaallasua voltasentirsilodare.Eccoalcuni passid’unaletteradaluidirettaacoleiche fuposciasuaterzamoglie,comepreziosodocumentoalla storiadellasuavita,eprova della rara franchezza eleal- tàdelsuo cuore.
«Quatti'èalmiospiritoedalmiocuore. Ellapotrebbe crederefacileilconoscerli da’mieiscritti,
ma
forses'in- gannerebbe. Coufessodibuongrado,senzaaffettarnèmo- destia uèfierezza, chenellemieoperepoetichesipuò trovarqualche passodegno d'unospirito ed'uncuor ge- neroso;ma
Ellanonpotrebbeeouchiudcrneche1‘anima miasiaperfettaed’unapurità irreprensibile...
Oh!iononson quellochelanatura volevaeli’io fossi, quello ch'io sarei realmente, senellaprimaveradella mia vitauncielopiùpurom’avesse sorriso.Ilunghi emol- tiplicati dispiaceria’qualiiofuiinpreda,m’hanno im- pressionalo1’animaeilcorpo cosi da gettarmi sovente inunacupamalinconia,inunaatoniadispirito,chenon deecertoraccomandarmi.Perciocché alloraioperdotutto ilcoraggio,tuttalaconfidenzain
me
stesso;mipar d’a- verelatestavuota,ilcuor freddo,lalinguamula;d'es- sereingomma unabortosenza valore...
Perch’ioscrivoabbastanza bene. Elisapensach’ioparli delpari.Glièun grandeerrore;sonounparlalormise- rabile.Lamiapcuua va innanzi ieulaeafatica,sinel verso che nella prosa.
Nonsonbuoneconomo;nongiàperch’iosiainclinato allaprodigalità,
ma
perchè sonoanzicheitoindolente, negligente c leggiero,mentre non hocura nè delmiode- naro,nè degli altrimiei beni. Cosinon v’hauomo
più faciledime
adessereingannato.Del restononpossodissimulareeh’io passoperun granlibertino,e,pur troppo,nonatorto.
Ma
ciòproviene dall’averioqualche voltalalingua un'potemeraria; per- chènelfondo,iononson quellochemisicrede.Tutla-DigitizedbyGoogle
/v
volta,persinoin gioventù,benché la miacondotta non fossetroppo regolata,nonmisonomai abbandonato a vergognosi eccessi
Quantoallamiafortuna,ellaèinassaicattivo stato;
non honiente,niente!Direianche
meno
cheniente,s'io nonpossedessi dei beni immobili asufficienza,per poter collalorovendita estinguereimicidebiti.Sposaidue sorelle.Troppolungo sarebbeilnarrare
come
m’inducessi asposarlamaggioresenza sentiramore per essa.Ma
nonbasta;mentr’iom'appressavaall’altare, ilmiocuore ardea perlasorellaminore, che allora avea circaquindicianni.Benlocompresi,ma
iomiconosceva sì pocoda crederlounleggieroaccessofebbrile,dicui facilmente potrei guarire. S'io avessi potutogettareuno sguardofurtivonell’avvenire, avreiriputatomiodoveredi ritirarmi avantilabenedizione nuziale.Lamiafebbre,in luogo dicalmarsi,s’accrebbe perdiecianni continui,e Anicoldivenireincurabile.Quantoiol’amava, altrettanto erariamato dall’oggetto dellamiaadorazione.Oh!iosa- reicostrettoascrivereunlibrointiero,se volessi fareil martirologiodiquesti dieci anni, se volessi descriveregliassaltichemidiedero l’amore daunlatoeildoveredal- Taltro...»
E
dopoaver confessatochevinseilprimo, Bùr- ger soggiunge:«PotrebbeElisaesseretuttaviainvaghita dicolui,chetale sisvelaagliocchi suoi?(*)Lamigliorcriticadelle poesiediBurger,osservagiu- stamente unsuobiografo,fufatta dalpopolo tedesco:
essoleha imparateamemoria. Quantopoi aquella di Schiller, è da stupire che nè il Loevc-Veimars,nè la Sig.*diStafil,chelacondannanoallaricisa,nonfaccian paroladell'eccezione eh’eglivifariguardoalle ballate, dicendovipure chiaroedaperto,cheinquesto generedi poesia difficilmente alcun altropoeta tedesco andrà in- nanzi a Bùrger.Eperciòche concernelepoesieliriche.
•
O
baltaRevueGonnaiii(|ue«lei1831.severo è per avventura,
ma
noningiustoilsuo giudizio, nonpotendosi disconoscerecheBiirgcr inveced’innalzare aséilpopolo,siccomeèilcompitodelpoeta popolare, spesso discendealpopolo,ancheallaplebe;scambiala sensualità peramore;imprimea' versilasua individua** litàipocondriaca;o,quandolasuamisera condizione gli lasciatregua,palesailbuon umoreinbruttelicenze.Non è però chefuoridelleballaleeglinonabbiafattonulladi buono.IlFiorellinoMeraviglioso(DasBlùmchen Wundcrhold), L' Inno all'Unica (Das hohe Lied von derEinzigen),ei suoi sonettialla petrarchesca ebbero lodi dallo stesso Schiller;acuièda aggiungere qualche gentile canzone d’amore,laPervigiliadiVenere (DieNacìilfcierderVe- nus),imitazione dallatino,eisuoi spiritosiepigrammi.
Dellemolle sue traduzioni, quellainiambideiprimi cin- quelibri dell’ Iliade, c quella del Macbeth diShake- spearesembranolemeglioriuscite.Gliscrittiprosastici diBùrger,compreso unsaggio storico, in cui dipinse la situazione dell’Inghilterra sotto il protettorato di Cromwcl,meriterebbero qualche menzione, se
meno
gran- defosselasuafama comeautordiballate.DigitizedbyGoogle
IL FRATE BIGIO
LA PELLEGRINA
dna
leggiadra pellegrine!!»\un monasterovolgea1’andar.
Suonòallaportacon
man
tremante, E unIratebigio,scalzolepiante.Lesipresenta sullimitar.
Ella:«lodalosiaGesùCristo!>
«Eternamente!»quei replicò.
Un
senso strano tostolopiglia;E
poicheinellafissòleciglia, Più forteilcoreglipalpitò.Lapellegrinaconbasso accento.
Dolce arrossendo, chiedea cosi:
«Padre,ilconvento,di’,nonèquesto, Oveildilettodelmiocor,mesto
E
solitarioconduceidi?»DigitizedbyGoogle
—
20—
«Figlia,dehcomevuoi lucheuoto A
me
ildilettosiadeltuo cor?»«Padre,alpiùduro, rozzobigello.
All’aspra corda, padre,alflagello, Ondele
membra
maceraognor.Epiùallasnellapersona,alvolto.
Pariadauroradimaggio,albel Crind’oroinvaghiriccidiviso.
Delle soavi pupillealriso,
Fide,amorose,color delciel.*
«
Oh
figlia,morto,giàdagrantempoIMortoesepolto daunpezzoegliè!
Sullasua fossal’erbettageme;
Grave unapietradi
marmo
ilpreme;Mortoesepoltodaunpezzoegli è.
Vedilacellachelapervinca Deisempreverdiramicopri?
Làvisse e pianselasua donzella;
Là consumalodiduol perella.
Come
unaface lentomori.Daseinovizzisveltie leggiadri
A
seppellirelosiportò.Fra mestosuono,framestocanto,
E
daognicigliogrondavailpianto, Mentrelacassa giùsicalò.»—
21—
«
Oh me
infeliceIdunqueseimorto?Mortoe sepolto,mioben, tuse’?
Orscoppia, o core, son tue quest’ opre!
Oh!lamarmoreapietracheilcopre
È
assaimen
dura, crudel,dite.»«Figlia,pazienza, ponfrenoalpianto;
OrDio pregare dèi tantopiù.
Cordogliovanologorailcore;
Degliocchiillume spegneildolore;
Dunquecotantononpiangertu.»
«No, padre,taci,taci,tenprego.
Ilmiodolorenoncondannar.
Peròeh’eglieralagioiamia;
Nessunoalmondo, nessunpotria Esser più caro, più forteamar.
Dunquetulasciach’io pianga e pianga,
E
eh'iosospiri lanotte e’ldì, lnsincheilpiantogliocchim’estingua, Sincheanelante questamialingua Sciami: a Dio lode! tutto Unì!>«Figlia,pazienza,ponfrenoalpianto, A’ tuoi sospiriponfreno ortu.
Pioggiaorugiada piùnonristora Laviolettacòlta;inbrev’ora Langueappassita, nè sorgepiù.
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71-
—
22—
Sguizzapurtroppo da noil’aiata Gioia,dipresta rondinealpar!
Perchèsìfidisiamoaldolore, Che
come
piombopesasulcore’Chi èmortoèmorto, nont’affannar!»
«No, padre, cessa, cessa, ten prego, Almiocordoglio segnononpor.
E
s’iopatissiper1’uomo
amato Quantoadonzella patire è dato,Non
sariatroppalapenaancor.Oh me
infelice!fiaverche mai.Maipiù quest’ occhio noi rivedrà?
No, no,lacupafossaloserra.
Nevica e piovesullasuaterra,
E
ilvento1’erbagemervifatOcchiovesiete,chiari ecilestri.
Guancedirosa,boccad’amor.
Come
ilgarofano soave epura?Ahi!tutto infracidalasepoltura,
E me
frattanto struggeildolori»«Figlia,cotantononaffannarli.
Chi sianogliuominitudèipensar.
A' piùdiloro spira dauncore Orcaldo or gelo;sonoall’amore, Ealdisamoreprontidel par.
—
23—
Chi sa? fors’anco venuta a noia Glisaria tanta curagentil.
Erailtuocaro sulfiordeglianni,
E
giovincore nido èd'inganni.Vario,incostante,comel’aprii.»
•
Ah
no,nopadre, tenescongiuro.Questaparolanonlaridir.
M’aveasigrande,sìdolceamore1
Nessuninganno quel suo bel core.
Schiettocom’oro,poteanutrir.
Ah!s'eglièverochedelsuo gelo Lascuratombalocircondò:
Addiopersemprepatriadilettai
E
ancor per1'ampiomondo
soletta 11mio bordonetrascinerò.Ma
priarecarmi vo’alla sua fossa;Làginocchionemivo’gettar.
Làimiei versati sospiri ardenti, ibaci,ilpianto sparsoatorrenti, Fresca l’erbetta faran tornar.»
«Figlia,pria entra,chetirinfranchi Cibo e riposo. Senti! ruotar Lebanderuolefalabufera,
E
fredda pioggiadigrandinfiera Sultettoeiscurisegue a picchiar.»DigitizedbyGoogle
—
24—
«Nonrattcncrmi,padre;unistante Ioqui più oltre restarnonvd'.
M’inondipurelapioggiaeilgelo;
Pioggiache cada daluttoilcielo Tantamiacolpa lavarnonpuò.*
«Ahitorna indietro dolce
amor
mio, Rimanti, eilduolo caccia dal sen.Guardamiinvoltoconocchilisi.
Ilfrate bigio,deh nonravvisi?
Ah!dolceamore, sono...iltuo ben.
Ioquesta veste sceltam’avea Perdisperatapenad’amor.
Un
voto eternobentosto avria Dentronel chiostrolavitamia Sepoltainsieme colmiodolor.Ma,lodealcielo!non ancoilmio
Anno
diprova trascorseintier.Ah!seituoidettifuronsinceri, Se, dolceamore,benvolentieri Midailamano,cangio pensier.»
«Oh,lodealcielo1sialodealcielo!
Addiopersempremestizia c duoli Oh,benvenuto, giornodiletto!
Vien, giovin caro,vienialmiopetto!
Orcidividalamortesol.•
LA CANZON DELLA FEDELTÀ
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Chifedeleserbarsiprocura Lasua ganza,conpiùd’unacura Lo molestanocorte ecittà.
Saggioadunque uncotalciamberlano Inromito caslel fuor di
mano
Dellasuanascondealabeltà.Perluigiree redire a ognipoco, Conlanotte elanebbia eraungioco.
Quandoilgallosentia cuccurir, Eipartia,per tornar queldìancora,
liservigiodicortenell’ora Deifameliciventriafornir.
2</
—
28—
Egliundi,
come
amorIopungea.Via peicampiafrenscioltocorrea.
Molleilcrindelnotturno uraidor.
«Va, corsier, corri corri a dirotto, Ch’ anzi giorno tum’abbicondotto Alniduzzo tranquillod’amor.*
Ecco,all’astro simil del mattino,
Ei delsuo castelletto vicino L’invetrata giàvedebrillar.
•Sol,ticela,iltuo raggioritrai.
Che nongiunga,ferendoleirai.
Lasopitamiabella adestar.>
Del castel giungealparcoadombrato,
E
altronconed’untiglioodoralo Conleredinilegailcorsier.Sbriscia dentroilsecreto usciolino, Albarlumedelcheto stanzino Leichesognapensandoveder.
Ahi!
ma
quandofugiunto bel bello Allaspondadel suoletlicello, D’ ognisensoilterrorloprivò.Freddoilletto,lastanza era vuota;
«Ah!qual
mano
sacrilegaignota La miagemma
diqua m’involò?»-
29—
Scende,sale,riscende,risale Strepitandosu e giùperlescale, Vadistanzainistanza,vien,va.
Cerca,chiama;nessunol’ascolta;
Quando ungemito su dalla volta Dellacanovaudiresifa.
Erailbuoncastellanocheaita Làrinchiusogridava;fuggita Era tuttalarea servitù.
«Chititrasse,o pollanca, quaggiuso?
Chil'audaceche qui t’ha rinchiuso?
Parla,presto, rispondi,chi fu?»
«
0
Signore,ilpiù iniquo misfatto, IldonzellodiStaina,dipatto Co’ tuoiservi,pervennea compir.Ei nelsonnorapiladonzella,
E
iduebravi tuoi caniconella Delfellondietroall’ormefuggir.*Sbalordito restò’lciamberlano.
Come
folgoretostoinsuamano
11branditospadoncorruscò.
Dibestemmieintronòlamagione, Sislanciòfuribondoinarcione,
E
ilcorsieroallalanda spronò.DigitizedbyGoogle
—
30D’ormefreschelapesta rugiada.
Perlalanda c pelboscolastrada Giàgliaccennadond’essifuggir.
•lluon corsier, stendi or1’ancapiùlesta.
Vinci ancor questa prova,solquesta.
Tantainfamianonfarmipatir!
Corri
come
seilcorso riescaOltreil
mondo
lontaniPur chen’esca, Pur chen'esca quest’ultima a ben.Fornirailatuavitasdraiato
Sovraturgida paglia, cibato D’ aureavena e balsamicofien.»
Stende1’anca,viavolailcorsiero;
Conlasuoladelpiè’lcavaliere L’erba roridalambeinpassar.
Lospronarchealcomandos’accoppia.
Iltuonar del galoppo raddoppia, Delle nari raddoppia1'ansar.
Eccolànel lontano orizzonte Vedersplenderealsole,sulmonte.
Ilpennacchiod’aironeglipar.
Mentreinfuriasalial’ertodosso
,
Ve’!isuoidoghiglisbalzanoaddosso.
Conallegrogemiree baiar.
—
31—
«Ferma,olà,reoladrone, eacolui Mostra adessolafronte,percui Dannazione mercatatise’.
T‘ ingoiassealmentostol’inferno, Elà,cane,avvampassiineterno.
Inzolfatodal verticealpièl»
11donzellodiStainainsuo core, Percoraggio e per ferreo vigore Delsuo braccio sapeaquantovai.
11destrier volta subito, eilpetto.
CuiV audace sermonfadispetto.
Porta incontroalferocerivai.
Snudaintrepidoilferro;all’istante Questoequel balzainterra squillante,
E
incominciaunalottafralor.Che parturbinefierchesisfrena;
Dal pestiofumatrita1’arena, Elezolledel suoloinvapor.
Come
tigrisidancon furore.Dannoedanfinche sangueesudore Lacorazza el’elmetto roràr;
Ma
per forza che adopri lottando, Ch'altoruoti efischiarfacciailbrando, Non puòalcunl’avversario atterrar.DigitizedbyGoogle
—
32—
Poichéalfinesentironsi affrante Venir
meno
leforze,anelante QueldiStainacosìpreseadir:•
Un
pochino,digrazia,messere, Facciamsosia,eunlealepensiere Dalmiolabbrofidateviudir.»Nonrispose,
ma
illucidobrando Chinò1’altro,eristetteascoltando 11donzello,chesìfavellò:«Perchèilcuoio straziarciaferite,
0
messerciaraberlano?laliteA
parolecomporresipuò.Batti ebatti,noidiamnella carne
Come
fannoibeccari,e sperarne Premioallegrononpuò’lvincitor.Scérlasciamladonzellaasuavoglia;
Chifiasceltodaleilasitoglia;• Affé,questo è consiglio miglior.•
Piacqueall’altroilconvegnoprofferto.
«Iosonl’
uom
eh’ellasceglie per certo»A
sé stessodicea col pensier.Contro
amor
chemaidissiodoprai?Da cheschiavoioleson, nullamai Le mancò,chepuòadonnapiacer?
—
33—
Ah,maipiù,lusingavaioilcore, Non milasciamaipiù!dell’amore Troppoinfondolatazza gustò.» Fidiamanti, ornonsiachev’inganni
Dell’
uom
candidoildir,cheper anni Vecchioamorfarlaruggiunonpuò.Dalontanoladonnaa cavallo Udì'1patto, nè lungo intervallo Lasua gioia sospesalatien.
Non appenaappressarsilivede, Al donzellodiStainasidiede.
Ih!laserpe dal cordiveleni
Ih!l'ingrata!conquanto inumana Leggerezzadilàs’allontana,
E
rossordisé stessanonha!Fermo immobileilmiseroamante.
Fissogliocchi,lelabbra tremante.
Come
coltodal fulminesta.Allalineognisenso perduto, Eivacilla,esull’erba svenuto Cadepressoiduecarisuican.
Queifedeliconpiosentimento Alitandosuilabbricsulmento, Elepiaghelambendoglivan.
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Questoaluinellastanca pupilla Fariviverealflnlascintilla,
E
allemembra
ritornailcalor.Scioltoinpiantoilsuo duolosispezza, Isuoibuonicompagniaccarezza, Quaifratellilistringealsuo cor.
Rinfrancato nel cor per canina Fedeltà, s’alzainpiè,s’incammina Al corsiero, per via cavalcar.
Nonsitostoebbeilpiede posato Nellastaffa,eicanoltrecacciato.
Che dalungi s’intese chiamar.
E spronandoildestrieroschiumante.
Galopparversoluitrafelante Ecco vedediS lainailsignor.
«
Un
pochin v’arrestate,omessere;Laquestionnonfusciolta a dovere;
Anche un punto rimaneacompor.
Nonrista dibramarlamia
dama
Ancheivostriduedoghi, elabramaAd
effettom’ imponerecar.Peròdebbose queinonpotessi Ottenerdibel patto,peressi Sinoall'ultimosanguepugnar.•
—
35—
Freddol’altroascoltò senzailbrando Trar dal fodero; poi dirimando Al donzello cosìfavellò:
•Perchèilcuoio straziarci aferite,
0
messereildonzello?lalite Aparolecomporresipuò.Battie batti noidiamnellacarne
Come
fannoibeccari,c sperarne Premioallegronon può’lvincitor.Scér lasciamoiduedoghi alorvoglia;
Chifiasceltoda lor selitoglia;
Affé,questo è consiglio miglior.
11donzel tranghiottisccilbottone;
«Fia per
me
facilcosa,»eisuppone,E
sidièconlalingua a sdrisciar,E
achioccarconledi la,sperandoDi poter pur,chioccandoe sdrisciando,
A
bell’agioiduedoghiallacciar.Sdriscia e battebeneidolcemente Sul ginocchio,lichiamablandente.
Mostral’offaor a questo or a quel;
Essifuggon daiperfidi assalti, Al lor caro signor spiccansalti,
Edigrignanoidentialdonzel.
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IL RE E L’ ABATE m
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Or
vo’che un' allegra novella sentiate:E'c’eraunremanso;poic’era un’ abate, Magnifico sere; peccato! costui Avevaunpastore più saggio dilui.
Ilresistrusciavaper gelo eper
vampo
;Cosìcorazzatodormiaspessoin
campo
;Suoranciounpo’d'acqua,salsicciaepanrozzo,
E
spesso era privod’unsorso ed’untozzo.11buonpretazzuolos’avea più rispetto,
E
amensailpapato godeasiedinletto;Parcacolmalunalapingue suafaccia, Cerchiarnonpoteanglilapanciaseibraccia.
Però dargli briga cercò’lrepiùfiate.
Undìsottoidardid’unsoled'estate Consluoldicavallispronandovenia;
L'abateambulavalung’allabadia.
40
—
*Ah!ilrefrasédice,seigiunto appuntino!»
Einariadibeffa salutailpretino:
‘Sant’ uorn,
come
state? Miparfuord’inganno.Chepreciedigiunomalprònonvifanno.
Ma
insiem chevilediitropp’oziomipare.M’ avreteilbuon gradose dovvi dafare.
Chesieteungran furbosisa;l’erbolina A crescer udrestefluquasi,s’opina.
Però doallevostreduefortimascelle Per gioco aspaccarmitrevaghenocelle.
1reluneda oggiv'accordo a pensare.
Poivo’atrequesitirispostebenchiare.
Inprima,quandaltosuitrono, parato Pcregiornamenti pompeggioinsenato, Voi dirmi dovrete, dabuonsaggiatore.
Sin l’ultimo bezzoquant’èilmiovalore.
Poi fatemi'1contod’inquante oreil
mondo
Iopossa a cavallo percorrere a tondo;
Neppurd’unminutopiùtardio più presto!
Pervoi,melso bene,glièungioco cotesto.
Poi,fiorde’ prelati,saràpurmestieri.
Chetum’indovini perpuntoipensieri;
Aleconfessarlipoi voglio sincero;
Ma
inquelliunsoliotanondeve esservero.—
41—
Fsenonmisciogliciascuno quesilo.
Difarquil’abatepersemprehaifinito:
D’un asinoingroppali
mando
pervia.Voltato,chebriglialacodatisia.•
Ciò detto,ridendo trottò’lrelontano.
L’abateilcervellosibecca ora invano.
Angustiamaggiorequelreononassale, Cuipendesulcaposentenza mortale.
Consulta piùd’uno,tre,quattrolicei, Piùd’unointerpella,tre,quattro atenei.
Fra sporlule epremipagò
somma
grossa.Ma
sciorreIquesitinonv’hachiglipossa.Fra l’ansia elatemascorrevanovane Pria1’ore, po’igiorni,poilesettimane,
Poiunaeduelune; giàiltermine avvalla;
Alpovero abatelavistatraballa.
Sparuto, asembianza d'unVerther, vaisiti Percampieper boschi cercando
men
triti.Qua undìGian•Bettuzzo,chen’erailpastore, Apièdellarocciascontrò monsignore.
»Oimè,ser abate,cheaffannov’ingombra? Svaniteda senno,via,via,
come
un’ombra!Ve’comevacilla!Giuseppe c Maria!
Chev’hanno maifatto?Diteanima mia!»
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—
42—
«Ah,buonGian-Bettuzzo!Cosìlamitocca!
Ilrenonèpagosenon
me
l’accocca,E
a’denticotalitrenocim’attacca.CheBelzebù stesso, cred’io,nonlespacca.
Inprima, quand’altosultrono, parato De’ regiornamentipompeggiainsenato, Eivuol eh’ioglidica,dabuonsaggiatore, Sin1'ultimobezzo quant’ èilsuo valore.
Poivuolda
me
ilcontod’ inquante oreilmondo
Eipossa a cavallo percorrere a tondo;Neppurd’unminutopiù tardi o più presto;
E
pensacheungioco perme
siacotesto!Poi,gramoprelatoeh'iosono! è mestieri, Cheiogl’indovinisinancoipensieri;
A me
confessarli poi vuole sincero;Ma
inquelliunsoliotanon deveesser vero.E
s’iononglisciolgociascuno quesito.Difarqui l’abatepersempre hofinito;
D’unasinoingroppa mi
manda
pervia, Voltato,chebriglialacodamisia.»«Nient’ altro?proruppequiGianni con brio;
Signor, stale cheto,l’accomodoio.
Quacroce, berretta,mantello ecollare.
Ediolerispostem’ impegnodidare.
—
43—
DisquarciIalinis’ionullaconosco,
Peròso cavarelalepre dal bosco;
Ciocché avoisapientiper 6rnonè dalo.
Da mia donna madrel’hoioreditato.»
Saltòcome un caprodalgustoilpretino.
Concroce, berretta,mantel, collarino.
Magnificamented’abate vestito,
E
tosta Dettuzzofuacorte spedito.Qui’lresopra1’altosuo trono, parato Discettroecoronabrillavainsenato:
«Abate, ormidite,da buonsaggiatore, Sin1'ultimobezzo quant’ èilmiovalore.»
«PertrentadanarifhCristo spacciato;
Peròs'ancofarmi dovesteilcrucciato, Pervoiventinovesoldònne; che almeno.
Mi par, voi dovete valerneundimeno.»
*Eh!disseilmonarca, nonc’èdaridire;
L'augustasuperbian’ha dondeassenire.
Sulmioregioonore maipiùimmaginato M’avrei,eh’iomifossicosiabuonmercato.
Orpoifammi’lcontod’ inquanteoreil
mondo
Iopossa a cavallo percorrere a tondo.
Neppurd’unminutopiùtardi opiù presto!
Perleforseungioco sariapurcotesto’»
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—
4‘i—
«Signor!sea buon’ oracolsolvoipartite, Eapar cavalcandoluisempreseguite.
Lamiaberrettina,lacrocescommetto.
Cheinventiqualtr’ores’ottiene1'effetto.»
«
Oh
I’ottima biada,sciamò’lre,ah!ah!Tunutrìicavallicoiseccoima.
Quell'
uom
cheprimiero scoperse’lma
c’lse, Schiett' órdipagliuzzeper certoanchefe’.Maorsiamoalbusilli;stabeneincervello.
Seno purdannarlidovròall'asinelio.
Difalsochepenso? Quest’ èladomanda;
Ma, ehi camerata!see
ma
ponda banda.»«1/abate aS.Gallopensale eh’iosia.»
«Appunto; nèquesto dal verosisvia.»
«V’ingannanoisensi:sappiate,o signore.
Oh’iosonoBeltnzzo,diquelloilpastore.»
«
Oh
diamin!I’abatenonseidiS.Gallo?Prorompesorpreso,
ma
lietodelfallo, Ilrecomefossedalcielocaduto;Ebben,da quest' oraloseidivenuto.
In
man
con l'anellolaverga porrolti;Quell’altroclicmontisull’asinoetrotti, Eaintender quid juris priavada a imparare.
Perciò che a raccorre eonvicn seminare.•
—
45—
*Beibello,messere!smetteteilpensiero;
Nonlegger,farconti,nèscriver,nèun zero NonsodiIalino;ciocchéne’prim’ anni TrascuraGiannetto, noipigliapiù Gianni.»
«Ah,buonGian-Belluzzo, cotesta è disgrazia!
Impetratiadunque da
me
un’ altra grazia.Assailatuaburladilettoa
me
diede, Atcdiadilettoperòlamercede.«i
«Signor,digran cosenonhogiàmestieri.
Purgraziaimpetrarmiseamatech’iosperi.
Inpremioonoralom’imploro dal trono.
Pelmioreverendo signore perdono.»
*Ah,buoncamerata,tuporti,benveggio.
Ilcor
come
ilcaponelgiustosuo seggio Perdonoall’abatesiadunque purdato.Conquesto decreto persoprammercato:
L'abate aS.Gallos’acconci atallegge, ChealuiGian•Beltuzzononpasca piùilgregge;
L’abatel’alberghi,lovesta,losfami, A macca,sinl'orache Dio selochiami.»
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lì mim deli; uomo bravo
<2
>DigitizedbyGoogle
Dell*
uomo
bravolacanzonsispandeCome
campane ed organosonora.Coluichevantainpetto un’almagrande.
Col canto, enoncoll’ òr,sipremiae onora.
Lodealciel,chedar vantoioso col canto, Perdareall’
uomo
bravoecanto e vanto.Dal
mar
meridionale austro venia Perl’Italiasbuffandoumidoecupo;Dinanzi aluilenubicorreanvia,
Come
lagreggiache spauraillupo;Spazzavaicampi,laselvarompea,
E
suidumiesuilaghiilgelfcndea.DigitizedbyGoogle
SO
—
50—
Torrentid'acquadellanevesciolta Dallamontagna minars’lidia;
Sottounlagolavalleera sepolta;
Ilgran fiume reai gonfiomuggia;
Ruotavanlungoillido,e smisurate Massedighiaccioruotavanleondate.
Forted’archiodisolidipiloni Stavaunponte attraversoallariviera, I)acimaingiù costruttodiquadroni,
E
inmezzoalponteunacasetta,ov’era Ildoganiercollaconsorte cilfiglio.«Ah,fuggi,odoganier, fuggi’lperiglio!»
Ruggeruggeinqua cupalaprocella, Urla intornoallacasailfluitoeilvento.
IIdoganier balza sultetto,cquella Scenad’orrorloagghiacciadispavento.
«Miserome!perduto! ahimè, perduto!
Pietà,buonDio,pietà!chimi dàaiuto?»
Ruotai!ruotandoilghiaccioicavalloni.
Unsull’altro,quaclà,d’
ambo
lesponde;E
daentrambe,lespondearco epiloni Via strascinati travolgonol'onde.11doganier colfiglioelaconsorte.
Più del fiume e del vento urlavaforte.
—
51Nuotai)ruotandoilghiacciod’
ambo
ilati, lluolaiialtounsull'altroicavalloni;E
vial’ondaschiantati,sfracellati, Undietro1'altrotravolgeipiloni.«Pietà,buonDio, pietà!»C.iàlamina Prestoalmezzodel pontes’avvicina.
Stavasuglialtimargini lontani Ciurmadispcttator grandi e piccini;
E
ognungridava csitorccalemani,Ma
nessun soccorreva a quei meschini.Ildoganier colfiglioelaconsorte.
Sul fiumee’lvento, aiuto!urlavaforte.
Canzondell’
uomo
bravo,eli’hailerimeCome
campane cd organosonanti, Orsù,cinoma
l’nom
dalcor sublime!Quandoilnomi, oilpiù bello de’miei canti*
Brav’uom,brav'uom,timostra!lamina.
Vedi!almezzodel ponte èormaivicina.
Rapidouncontegaloppandoviene.
Sopra un grandedestriero,unnobilconte.
Ch’ è quelcheilcontein
man
sospeso tiene?Colmaetesaunaborsa;c,«qui stan pronte Dugentodoppie,eigrida,all’animoso, Cherischiailsalvamentoperiglioso.»
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-
52—
Éforseilcontel’uomobravo?
É
desso?Dillo,bravomiocanto,finalmente!
11conte,affédiDio,glièbravoaneli’esso,
Ma
unuom
di luipiùbravoioserboinmente.Urav’uom, brav’uomtimostra!laruina Semprepiùspaventosas’avvicina.
E ognorpiùilfluitosirigonfiaemugge;
E
ognorpiù sbuffailvento con furore;Eilcoraggio piùognorvienmancoe fugge;
Vieni,vieni,t’affretta,o salvatore1
Ipilonicadean,cadeandistrutti,
E
cadean confragorgliarchi neiflutti.«Olà,suvia,coraggio!»ilconte grida, Edaltoilpremioin
man
sospesotiene.Ciascunl'ascolta,
ma
nessunsifida, Framille a presentarsi alcunnonviene.Indarno doganier,figlioeconsorte, Sulfiume cilvento, aiuto)urlavanforte.
Quand’ecco sul bastoudapellegrino.
Neglettamenteunconladins’avanza;
Sotto ruvido saio un contadino
D'alta statura e nobile sembianza.
Del conte udì l’appello,ilguardovolse All’instanteruina, esirisolse.
—
53—
Sovraunapcscareccia navicella Eisislancia nel
nome
delSignore;Malgradoilgorgo,illiotloclaprocella, Felicemente arrivailsalvatore;
Ma
oimè!chetroppo angusta c piccioletta Persalvartuttiauntempoèlabarchetta.E
trevoltel’ardito salvatoreAffrontailgorgo,ilGotto claprocella;
E
tre voltene torna vincitore, Finchétullisalvòlanavicella.Appenaillidogliultimiraccolse, L’ultime pietrevia1'ondatravolse.
Qual’è,qual’ è1’
uom
bravo?via,l’additai Palesailnome
suo,bravomiocauto1 Ilcontadinocimentòlavita.Ma
forseilfe’pelsuondell’ór soltanto?Seilconte1’orononoffria,puresso Ilcontadinononoffriasé stesso.
«Qua, qua,mio prodeamico, eccoildanaro.
Togli’lpremio dovutoaltuo valore.» Canzon,di’,nonfuquestounpcnsicr raro?
Ilconte,affé,gliaveasublimeilcore;
Ma
uncore più sublime,uncor divino Sottoilsaiobattea del contadino.DigitizedbyGoogle
—
54—
51*-
»Non vendoaprezzolamiavita:iosodo Povero,
ma
per viverhoabbastanza.Quell’oro,aldoganicr fatenemi dono.
Chefuprivalod'ognisua sostanza.>
Cosìrispondecomeileorglidella.
Eglivolgelespalle,cparteinfretta.
Brav’uom,latuacanzonealtosispande.
Come
campaneed organo sonora.Coluiellevantainpettoalmasìgrande, Colcanto, enoncoll’«ir,sipremiae onora Lodealciel,che dar vantoioso col canto.
Perfardell’
uomo
bravo eternoilvanto./
Li FIGLIA DEL CURATO
DI
COLOMBOSCO
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Se
lànell’orlovaidelcurato DiColombosco,sentilanotte Stranirumorisottoilfrascato.Dibasse voci dal piantorotte, Di scosse frasche,dischermid’ale.
Come
colombacheilfalcoassale.Dnafiammella squallida e tetra Strisciadeirospi lungoilfossato;
Quivid'ogni erbanudoqual pietra E unsiterellogelido, ingrato:
Pioggia o rugiadamai nonlobagna;
Quivi l'aureltacupasilagna.
—
58—
Avea’l curato bellaunafiglia, Bellaeinnocente qual colombella.
Eradiluttilameraviglia Quellasua cara,gentilBosetla:
A Colomboscomoltiamorosi
1)'averlainmoglie traean bramosi.
Il'oltreilruscello,da soprailmonte.
Alvillaggeltoclicinvalleèsilo
Volgeun superbocaslellafronte:
Sembranoilettid’ acciai’forbito, D’ argentoimuribianchilustranti, Elefinestrespecchi fiammanti.
DiCaslelfalco quivi’ldonzello
Infestaeingaudio1’ore spcndca.
Allafanciullaquelsuo castello Ridea negliocchi, nel cor ridea 11bel garzonesulcorridore, Fulgenteinvestedicacciatore.
Egliinunfogliodiseta,orlato D’ oro,ilsuoamorelefeceespresso.
Uncuoricinoleinvia,formalo D’oroediperle,con dentroinesso Ilsuoritrattoridenteebello:
Edidiamantiv'unìunanello.
«Venganoinsella,venganoincocchi.
Venganoa piedi periidanzarli;
Iltuo disprezzo»'abbiauglisciocchi Altro,Rosetta,tudùf sperarti1
Io1’hoperdegnad'uncavaliero.
Digran prosapia,dimollo impero.
Oggiunadolcemiaparoletta ScgrelamcuLcdirtidegg’io, Elarispostacheilcore aspetta Segretamenteseulirdesio.
A mezzanottefacor, egiungi Làdietroall’orlo;nonsaròlungi.
Amezzanottequandotusenti Cantarlaquaglialaggiùincampagna.
Poigorgheggiando dolci lamenti
1/usignuotcllolasuacompagna Venirchiamandoperchés‘affretti, Fa cor, nè a lungofareh’iot'aspetti.
A mezzanottechiusoinmantello Scese c cappuccio giùilcavaliero.
Difesoearmatogiùdalcastello.
Come
unanebbialeggierleggiero.SistrisciaecalafraI’ombrenere.
Econ deitozzifaican lacere.
—
60—
Poi dellaquagliafortiestridenti
Fe’ udirlenote laggiùincampagna;
Poigorgheggiando dolci lamenti L’usignuolctlolasuacompagna Perchès’affrettis’udì chiamare, Edahi!... Rosetta noife’aspettare.
Oreileseppesidolce efida Laparolettagemernel core!
Ahi!cord’amantecrede csifida!
Ed
eiquel caro, schivopudore Tenta convezzi,preghi e sospiri Trarnellaretede’ suoidesiri.Per quantod’almo,disantoesiste, Eternafeded’
amor
legiura;E
a sèlatira,mentreresiste Ella,el’affida,larassicura:«Carafanciulla,credi,giammai.
Credi, apentirti,no,nonavrai.»
Sottoilfrascatotacito,ombroso, Latrae, di molli fave odorato.
Làilcorlebalza precipitoso.
Leondeggiailcaldoseno agitalo;
Làdelpiacere1’aliloardente Ucciseilvagogiglioinnocente.
Fra poco, ahi!quandodell’odorosa Favairossettifioriappassirò.
Sife’Rosettatristae dogliosa:
Leroseinnevesiscolorirò Sullesue guance,nèlapupilla Piùdell’usalolamposcintilla.
G
dellafavaquandoilbaccllo A pocoapococrebbe esistese;Quandolafragadell’ orticello, Elaciliegiagonfiòes’accese, Ahi!troppocolmolesife’ilpetto, Eilgonnellinodisetastretto.
E quando vennelamietitura, L’ascoso pondosenti balzare;
E
quando autunnosullapianura, Edell’avenatornò a ventare Sull'arse stoppie, più cerca invanoAglialtruisguardi celar l’arcano.
Ilpadre,un
uomo
fieroe spietato.Lapoveretta sgridò furente:
«Poicheilfanciulloliseimercato Giàperlacuna, va immantinente.
Vanne,litoglidalmiocospetto,
E
ancheilmarito recatialletto.»Nelpugnoiscioltisuoicriniattorti, Leiconnodosecuoia battca.
Siche1'orrendosuonodei forti Colpilontanosidiffondea,
E
lecoperselebianche clisce Carnid*enfiatelividestrisce.Fuornell’oscura nottelacaccia.
Allagelatapioggia edalvento.
Susoper1’ertaspinosatraccia Ellas’aggrappa, tcnlon va a stento Del suodilettosinoallemura, Araccontarglila§,uasventura.
Ahimè,chemadrefattatum’hai Priache m’avessifattatua sposa!
Edor copertad’onta ediguai, Guardami, ohguarda!ladolorosa Mercène porto sopradiqueste Povere
membra
battute e peste.»Poi sovra’lcoreglis’è slanciata, Econ singhiozzi, con piantoamaro:
«Poniall'offesache m'hairecata, Deh, glidiceva, poni riparo1
Tu m’hai condotta nel vitupero.
OrtumirendiI’onorprimiero.-
—
ttf—
«Poveradulial
dò
inverm'accoraiMa
sulvecchiardofaremvendetta.Calmati, c alquanto priatiristora:
Quitisofferma; quimecoaccetta Mensaed albergo nelmiopalagio;
Nc parleremoquindi abell’agio.»
aAh!nonindugi quifamesticro, Nemnicnristoro,no,nè riposo.
Ciònon mi rende1'onorprimiero
Tu
m'hai giurata fededisposo.Ed
or quel giurofache risuoni Dinanzialprete eaitestimoni.»«Via, pazzereila gentilchesei!
Mainon mi vennepensiercotale.
Fartemiasposa!
Come
ilpotrei? Dinoltilsanguevantoilnatale.Pariconparigiugner bisogna;
So noimiciavin'avrianvergogna. .
logiànonmutopensiernècore:
Esser dèisemprelamiadiletta;
E
seilgagliardomiocacciatore Nontidispiace,bellaRosetta, Nonvo’che spendiod’orom’incresca, Eseguitarepotremlatresca.«DigitizedbyGoogle
—
«4—
«CheDio...va,iniquo!va,svergognato!
Chenell'infernoDioticondanni!
Seilnobilsangue t'avreimacchiato Ioqual consorte, perchè,d’inganni Fabbroimpudente, perchè m’avesti Perbuonaaifinituoi disonesti?
Vapur,tipiglianobilconsorte!
Ma
làun Dio giustocivedee sente.Empio,frabreve vedrailasorte Mutareaspetto terribilmente!
Cheateilpiùviletuoschiavoungiorno Alnobillettorechiloscorno!
Allor,o iniquo, sapraichevaglia I)’onor,digioia vivereinbando;
Allor percuoti nella muraglia
L’oscenafronte; poibestemmiando Nelcapo unpiombocacciati,epoi Epoi,demonio,scendifra’tuoi!*
Insèsistringe,su sbalzainfretta, Edisperata,le
man
suicrini, Correvia,corre,come
saetta.Perchiane e cardi, canneti espini, Consanguinosipiedi,dall' ira Fatta e dal duolo cieca edelira.
—
65—
«Ordove,ahi!dove. Signor pietoso.
Andròiraminghi passirecando?•
Ecorre e corre senza riposo, D’onor,digioiapersempreinbando; All'orticellonatio riviene.
Quivi destinatìnirsue pene.
Ipiè ghiacciati trae barcoilone AImaledetto frascato;v’entra Sulleaggranchiatemanicarpone, Edoglia
a
doglia quilesottcntra, Su poverlettodiramie scarse Stridulefoglie,dinevesparse.(Jnfanciullettoquilamentando
A
leidalgrembo coninfinito Spasimoatrocesisvolse;cquandoIlfanciullettofupartorito,
L’argenteaspilladal crinsischianta,
E
del fanciullo nel corlapianta.L’opradìsangue compiutaappena, Ahi!daldeliriosiscosse auntratto.
Orror,spavento dentro ognivena Freddolescorre. «GranDio!Che hofatto?»
E
viasisgraffiadallecruente Manilapelle convulsamente.5
DigitizedbyGoogle
li
—
66—
Posciaconl'unghiesullacannosa Rivadeirospiscavòunafossa.
«Quapoverello,quainDio riposa.
Doveineternocflrnonlipossa Schernoemiseria;iosull’infame Ruota, dei corvi saziolafame.»
Questadeirospilungoilfossato
È
lafiammctlasquallida etetra.Ilsiterellogelido ingrato
Quest’è,d’ogni erbanudoqual pietra:
Pioggia o rugiadamai nonlabagna;
Quivi l’aurettacupasilagna.
Di dietro all’orto,dall’altaruota,
Sull’altosasso dei corvi eretta, Foscogiùguardafuor della vuota Occhiaiaunteschio:queldiRosetta;
Guardalafossalungatrespanne, Sopralariva,làfra lecanne.
Tuttelenotti giùdaquel sasso, Giù dalla ruotasulsasso eretta.
Lubrica e bianca nell’orlo a basso Guizzaunalarva,chelafiammella Spegnervorrebbe,
ma
indarno; eunlagno Mandadei rospi lungolostagno.MADONNA LENA
(4)V*M-.-•
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Madonna
Lenaacaldiocchi piangea Sovral’ultimosuotozzodipane;Dall’affannomangiarlononpotea.
Ah!levedovespessohan pene amare, Cheifortunatiscevri dalle
umane
Sventure purnon sanno immaginare.«L’èUnitaperme!destino iugratol
— E
rompeacoi singhiozzilafavella—
Chemirestaquand'iot’hoconsumato?»
Perchè morteleavea tutta rapita Lasua ricchezza,oimè!lavaccherella.
ChesolaUnoallorlatenneinvita.
—
70—
Renudivadell’ altrevaccherelle, Chetornavan pasciute,amabilmente Udiva tintinnarlecampanelle;
Mainnanziallasua portanonvenia Piùnessunaafermarsi, edolcemente Quasi a chiamarla incontrolemuggia.
Siccomeifanciullettisoglionfare, Chedal soave nutricante seno Dellamadresidevonosvezzare, Cosìanch’ essalamiseraspargea
Lamentia sera e a notte senza freno,
E
illumicinconlagrime spegnea.Esausta,
come
cosa inanimala, S’abbandonasulpovero suoletto.Diqualunqueconforto disperata;
Dal pianto edall’affanno instupidita
E
tortatuttiisensi el’intelletto, Tuttelemembra
logoraesfinita.Ma
dalla sera, oimèt sinoall’aurora, Ilsuofierotravagliononconsente Chelaristoripurdisonnoun’ ora.Inmezzoalturbiniodistranierotti Sogni angosciosisiscuotea repente Atuttiquanti delia torreibotti.
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—
71—
In sulmattinoilcorno del pastore,
A
leilasua sventura ricordando, Al piantolarichiamaedaidolore.«Ahi ormai nonho,
—
lamiseradicea,—
Più cagiondilevarmi!»
E
singhiozzando Colcaposul guanciale ricadea.Altre volte delcornoilgratosuono Ladestava a lodarconalmapia L'infinitaBontàd'ognisuo dono:
Orfattoinvecedaque’lietisquilli Ilsuo dolor più acerbo,ellagarria DellevedovealPadree deipupilli.
Quand'ecconegliorecchilerimbomba
Un
rumor chelastanzafatremare,E
comepietrainfondoalcorlepiomba.Sisentìunbrividiocorrer perTossa:
Dallastallavenuto,ohDio!lepare Che un muggitosiaquelcheThapercossa.
«Oh, mioSignore,tichieggoperdono Di tuttelemiecolpeIimiei peccali Deh nonpunir! perdona. Signorbuono!»
Chesileviuntumulto intender crede,
Un
tumultodispirilimandatiA
castigarladellapocafede.n
—
72—
Nèpria riebbel’alito,edel roco
Rumor
tremendo non appenaestinto Sifu1’ultimosuonoapocoa poco, Che novamentcdallastallauscito,Con un rombopiù forte e piùdistinto.
Entrogliorecchiletuonòilmuggito.
«Aiutami, o Signore! Miserere
Dime,Signore misericordioso!
Incatenailterribileavcrsicre!»
E
quantopiù polca cacciavailvolto Deusottosottofraicuscini ascoso, Cheilvedere c l’udir n’eraletolto.Là, mente’ellainsudoresistruggea,
Iltrepidante core contrailpetto
A
guisadimartellolebattea.Ed
eccoancorpiùforte,comefosse Lìlidentrolastanzaaccostoalletto.Un
terzo granmuggitolapercosse.Allordie'unalto grido,edirtaicrini, Estralunatagliocchi balzò fuora Dellettoinfuria,e spalancòiscurini.
Dileguatodell’ombreera1’orrore;
Per1’orienteilraggiodell’aurora Ilsuolietospandearoseo colore.
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—
73—
Epoieh’ellamunitas'ebbepria Col segno della croce, borbottando
«Dio benignom’aiuti,e cosisia!• ('•elidae palpitanteditimore
S’arrischiò nellastallaconfidando Nel
nome
onnipotente del Signore.Oh
meravigliaiquilapiùfiorente.Lapiù bella giovenca, col mantello
Come
unospecchio pulito e lucente, D’un’argenteastellinaadornavolseLafronte alei;di
mano
ilchiavistello Leuscìperlostuporechelacolse.Quincilagreppiadirecisoappena Olezzantetrifoglio,esivedea Pernutrirladiflenlastallapiena;
Biauco
come
laneveebenlustrato Quindiunvago secchiellorilucea, Le colmezinne amungerviapprestato.Alleduecornaedallafronteintorno
Un
cordoncelloleIaceacatena, Ev’eraappeso unbigliettinoadorno.Equestascrittav’apparia segnata:
«
A
consolarlabuona Donna Lena N.N.aquesta greppiam’ halegala.*—
74—
Luibenedetto!uncorda immaginare, Dioglihaconcesso,lesventare
umane
;Del poverello,ahimè!lepeneamare Livide,eilcaldopiantoche spargea:
Dioglihaconcessounbocconcin di pane.
Edcimangiarlo solononpotea.
Mecosoventefopensierch’iosono Forse dalcielodestinatoalcanto Percelebrarcoiversiilbello eilbuono.
Perquestoiovocantandoilbuonoeilbello.
Quasi senza voler dietroilsuo incanto, Insemplice maniera, e senza orpello.
«Signor,vigiuro,
—
un murator midisse,—
Unaverace storiaiov’honarrato.»
Ma
ditacerquelnome
eimiprescrisse.Oh
almenoilciellobenedica, c dia Algenerosoilbenchehameritato!Cosiprego dal core, e cosìsia!
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ELEONORA
<»)SiriscosseEléonora Sul mattindasognitristi:
«Oh
Guglielmo! etardiancora Se’tumorto, omitradisti''» EicolgrandeFederico Trasse contro l’inimico,E
diPraganelconflitto Sefusalvononhascritto.Delcontender lungoalfine Stanchiilre,l’imperatrice,
Spenserl’ire,eposerflne Allaguerra struggitrice.
E
iguerrierconcantiedinni, Taratàntare etintinni.Conilmirtosuicascbelti Ritornavanoailortetti.