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OPUSCOLI &13&33 &&(D(B(!)&V3 DOMENICO CAPRETTA CENEDA. Volume 78. Digitized by Google

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(1)

OPUSCOLI

&&(D(B(!)&V3 &13&33

DOMENICO CAPRETTA

DI

CENEDA

Volume 78

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(3)

BALLATE

«offrirò musi» b Urger

RECATE

IN

VERSI ITALIANI

CASIMIRO VARESE

VICENZA TIPOGRAFIA

PAR 0 N

I

1§M

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(4)
(5)

AD

ANGELO PILOTO

dlmico eRateilo!

Jjenchèforse l'accusa,data alsecoloda taluni,d' in- differenteoavversoa poesia, possainparteritorcersiall’ina-

nità delleproduzioni poetiche, nonèd’ altrapartemenvero, cheilsoddisfareallecresciuteesigenze,eiltemperare accordi, chevincatilegravipreoccupazioni degli animi,cpoteresol- tantoaelettiingegniconcesso.Da

me

accettadunqueuna tradu- zione. Chesel'averiopostomanoalpoeta,sulcuivolume fuscrittalasentenzad‘ intraducibilità,c audacia nonperdo- nabileallemieforze:tuchemiconfortastinell'opera,cmi destianimoa pubblicarla,non disgradirai, spero, questo povero dono, con chemièdato di porgerlialmenoun pubblicotesti- moniodelmio affetto riconoscente. Cosipotessi ritornareil sorrisoallanimatua!

Vicenza15Novembre1850.

iAHMmo VABEtK

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(7)

BURGER

Mentre

Leasing e VVieland, seguitando 1’operaini- ziata daKlopstock, rianimavano deilospiritogreco la poesiaalemanna,c il Gwlsdi Derlichingcnannunziava allaGermania ilpotente ingegnodi Goethe, un'eletta schieradigiovani poeti sorgevafra glistudentidiGottin- ga a secondareglisforzidique’

sommi

antesignani. Gof- fredoAugustoBiirger nedivenneil piùcelebre, nato a Wolmerswende,nella Prussia,ilprimodidell’anno 1748.

Ebbetardo sviluppodimenteedicorpo, c adiecianni sapea pocopiùcheleggeree scrivere;

ma

facea versi digiusta misura.

A

dodici anninonsapea dirbene la primadeclinazionelatina,

ma

facea versi armoniosi, senz’

altroaiutochela bibbiaeilsalterio.Sinda fanciullo amavalasolitudine, ealdubbioraggiocrepuscolares'in- ternavane’ foltiboschi,incercadi sensazioni paurose.

Anchelasuapendenzaall’epigramma nontardò a pale- sarsi,dicuinonvalseacorreggerlo una battagliadipu- gnaavutanellascuolacon un suo condiscepolo,la cui

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enormecodade* capelliegliavèafattasegno a suoifrizzi, e1’aspre scudisciate buscatene dal rettore;benchéastuz- zicargli1’

umor

satiricononentrassemai punto dastio o malignità.All*etàdisedici anni ilsuo avomaterno, chesolosiprcndeacura della sua educazione,lo

mandò

all’universitàdiHallea studiarviteologia.

Ma

lasua viva e appassionataimmaginaziouenonsapevaacconciarsia studi severi, cfomentata daaltrilasua naturaipropen- sioneaipiaceri dellavita, eivis'ingolfòdimaniera,che

l’avoirritatolorichiamòdaHalle.Trovò poi

modo

di rabbonirlo, enonsolo ottennedalui licenzaditramu- tarsiall’UniversitàdiGottinga,

ma

dilasciarlostudio della ritrosateologia per quello della giurisprudenza. Par- veinfatticheilfiumicellosifosse riposto per l’alveo, e Burger imparòsenon altroa intenderbenelesue pan- dette.Del restoeglistesso soiea confessarechenonfu mai capacedistareattentoallelezioni,e chesinoal- l’etàvirileglierasempre venula

meno

la pazienzadi leggereunlibrodacapo afondo;onde simaravigliava conte tante cognizionientrasserononchiamate, e

come

per incanto nel suo cervello.

Ma

ben presto egli cadde nellacciod’una femmina lusinghiera,e addio digesto, addio scuola, c perpoco ancheaddio tuttalasuabuona riputazione.Nontardòapagarneilflo.Abbandonatodal- l’avochetuttovennea sapere, privod’ogni soccorso, affogatone*debiti,passò giorni angosciosi,fìnch’ebbe la fortunad’entrareafarpartediquella societàletteraria, chetanto contribuìalrisorgimento deltaletteraturaale-

manna —

Voss,Hcelty,Cramer,idueStollberg, Lcisevitz, Milleredaltri

dietroicuiesempied incitamenti Bùr- ger s'applicòdipropositoallostudio de'grecie latini, nonchéde’migliorimodellidipoesiafrancesi, inglesi, ita- liani,e spagnuoli,da’qualitullio tradusse,o imitò qual- che cosa.

Ma

lesue letture prediletteaqueltempoerano Shakespeare, elaraccoltad’aulicheballale inglesi del vescovo Pcrcy.Ilprimoglicomunicòdellasua polente selvatichezza, l'altraUaiutòa trovarlaformaacconcia

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allesueromanze.

E

perciocchélafamadiBiirgerfondasi piùditulioappuntosullesueromanze,oballale,o rac- conti popolari chedirsivogliano,nullavarrà meglioa penetrar nel secreto deila lorooriginalità,e nellospirito diBurgeringenerale,diquantone diceilSig.Leeve-Vei- rnarsnellasua storia della letteraturaalemanna.

*Biirger èil primodi lutti gli scrittori letterari dell'Alemagna chesiasimeritaloiltitolodipoeta popo- lare,ed è quelloappuntoond'ebbegloriamaggiore.Egli risguardava

come

lavera, forsecomel'unica poesia, quel- lache dall’inspirazionestillava,senza appoggiarsi all'e- rudizione acquistata, e atuttigliaccordid'ungusto af- finato.Questo generedipoesia,che sinoa Burger era staloabbandonalonell'Alemagnaaduominidellaplebe, ricevettedaluiuna formaletteraria,conlaqualegl'im- pressemaggiordignità,senzafargliperdereinverun

modo

ilsuo primiero carattere.Lapoesia popolare erasi a lui presentala nelsuoideale,espogliad'ogniformaerudita, negliscrittid’Omero.Esso avealaparimentetrovatame- noelegante,

ma

nonper questo

men

vera,nè

men

vigo- rosa,econformealgenioromantico cd allospirito dei tempimoderni,nelleantiche ballate storichedell’ Inghil- terra,cheilVescovoI'ercyharagunate e dateallaluce;

siformòquindisopra cotestiesemplari. Ravvisasifacil- mentedallatessituracdallostiledellesueromanzetut- tociòcheBurger, traduttore dialcunilibri dell’ Iliade, deve ad Omero.Reslavagliancoradaritrovareunaforma nazionale,ondeimpadronirsidell’animade’suoicompa- trioti,ponendoinoperailorogusti, leinclinazioni,ipre- giudizi. Non potendorinvenireilmodelloeh’ciricercava, nènelleromanzedette nazionalidi Glcim,nèinquelle di

Lmwen,

lotrovò nelle ballaledell’Inghilterraedella Scozia, eicolorichetrasseda questefontigliadoperò conarteinfinita.Cotesta mistione dell’aspra poesia dei secoli dimezzoredell’armoniosasemplicitàdellaGrecia antica,corretta dalla cognizione perfetta de' suoicontem- poranei,produssesottolapennadi luiuneffettoinaudito.

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eluttiitentativide’suoi imitatori arenarono contro la difficoltàdiquestogenerein apparenzasìfacile, insino a tantocheGoethe e Schillerebberovolta,insenso di- verso, aimovadirezionelaromanzapopolare.Benché ad imitazione degli antichi poetidelia Scozia e dell’ Inghil-

terra,Biirgerabbiaalquantoabusalo del genere lugubre, verso cui trascinavalolasua condizioneinfelice,nouha perciò

meno

profondamentemeditatosulgenere dellabal- lata,siccomenefannoprova quelladell’Eleonoraedaltre, conosciutenell’interaEuropa. Rispettoa Schiller,ilquale amalgradodituttoilsuó ingegno,nonavevacompreso

ilmeritodiquesto

sommo

poeta,eglièassailontano dal- 1’averloadeguatonellesue imitazioni degli antichi rac- contamenti.(* »

Tornandoalla vitadelnostro autore,i suoiamici dellasocietàletterariagliprocuraronoun modicoimpie- go non lungida Gotlinga, bastantealmeno a munirlo controla miseria. Inoltre1’avo riconciliatonè pagò i debili,esomministròla cauzione per l’impiego. Sven- turatamentela

somma

vennedepositata nellemanid’un falsoamicodiBQrger, eh’essendoalbassoeglistessone distrassegran partea’suoibisogni,primacausacotcsta dellamina economicadelpovero poeta, da cuinonsep- pe piùrilevarsi.Intantoilsoggiorno dellacampagnapa- rca favorevoleallosviluppo delsuo genio poetico.Fulà ch’ei sentìunavoltaunavillanellacantarealchiarodi luna:

. Laluna splende chiara,

Cavaican prestoimorti,

Nonhaitimor,miacara?

etantoglibastò acomporreV Eleonora.Nel1774sposò laflgliad’un impiegato annovcrese;

ma

nel tempostes- so amava riamalo la minore sorella di lei, chiamata

(')StoriadellaletteraturaaleinanuadiA.Lieve- Vciuiars.Trad.

diA.Piazza.

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Augusta, di’eiposcia celebrò sottoil

nome

di Molly, giovinetta carissimadiquindicianni.Burgernonseppe mancare alladata promessa,

ma

preparò a sé ealle duemisere donnequasidieci aunidimartirio indici- bile.Egliebbe anche l'infeliceidea,nell'intentodimi- gliorarelasua condizione economica,diprendereadaf- fittounpodere. Burgeragricoltore!Dopo dueanni di- sdisseilfitto,messocidelsuo qualche migliaiodi talleri, cioèlamaggiorpartedell’ereditàdell’avo,clicnelfrat- tempoeramorto.

Ma

atantonon s’arrestaronole sue sventure.11ladro del depositosifeceanchefalsodelatore, eBQrgerfuaccusalod’avere infedelmenteamministrato ilsuoufficio.Sigiustificòappieno, inasdegnòdiconser- varel’impiego. Poco primao poi questo fatto la sua frontepallidadidoloreerimorsosichinòsullafossadi quelladonna,che contanta generosità avea sopportato unacondizione,dacuierasimortalmenteoffeso1’amore eildecorodimoglie. Daindiperò parveroarridere a luigiornimigliori. Tornatoa Gottinga,la compilazione d’unperiodico letterario,e lezioniprivate diestetica, stiletedescoec.gliprocacciaronomezzidivivere suffi- cienti,epocodopola

mano

delsacerdotesantificòquel- l’unione,cheilsuo cuore avea già datantianni indisso- lubilmente annodata.

Ma

einongodette a lungoditanto bene;lasua Mollyglimorìdopo unanno,lasciandogli unafiglia.Fuperluiuncolpo mortale.Teutòbensìdopo qualchemesediriaversi;rifuggìallesuediletteoccupa- zioniletterarie;s’immersenellostudio dellafilosofiadi Kant, su cui tenne lettureaccademicheche furono assai frequentate;

ma

ilgermediquelmale chelotrasse al sepolcroaveaormaiincomincialoilsuo lavorodidistru- zione, aiutatobenprestodaunasequeladinuovi acer- bissimicasi,congiurati afarstaziodiquestatrale più infelici esistenzechesianostate.Avendoglilafacoltàfi- losoficadiGottinga conferitoladignitàdottorale, e no- minatolopoco dopoprofessore straordinario,benchéfrat- tanto senzaemolumento,Biirger credetteormaidipoter

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soddisfarel’ardente desiderio,chedatantotemponutri- va,didareeglistessoeducazionea’suoitrefigli,che sino alloraaveadovutotenere lontanidasè,in

mano

a pa- renti.

Ma

latroppo tenera età de’dueminoriessendogli causadinoie e imbarazzi,glivennel’ideadirimaritarsi laterzavolta.Stavaeglipensando alla scelta,allorché daStoccardaglipervenne unapoesia,incuiunafanciulla divent’annigliesprimea1’entusiasmo cl’amoredesta- tole da’ suoi versi,eglioffrivail cuore c lamano.

Da

primacinoncibadòpiùchetanto; poieccitato dalla seducente pittura chelafamafaccadell’ingenua poetessa, e dalla bizzarriamedesimadell’avventura, rispose versi perversi,efinicon unagitaaStoccarda a prendersiin moglielasua carafanciullasveva.

Ma

la cara fanciulla erabenaltrada quella che parca.Ilmatrimonio ruppe

l’incanto,escorsidueanniditormentosa esistenza fu scioltoper

mano

dellaGiustizia,dopoaverdato l’ultimo crolloallavitadiquelmisero.Soloormai,abbandonalo dallamaggiorparte de’ suoi amici, affrantoescorato,si chiusenella sua cameretta,costretto a consumarper vivere1’ultime forze delsitograndeingegnointraduzioni miseramentepagate.

Un

soloconfortoglirimanea,lasua gloria;cdeccounavoce potentecheminacciarapirgliela.

LacriticadiSchillercomparvenel 1791nella Gazzetta LetterariadiJena.

Ma

lasentenza del popolo tedesco era data,elacriticanonserviadaltroche ad abbeverare difielesinl’agonia dell’infelice poeta, dal cuiletto di morte unsoccorsospontaneodelGoverno Annoverescpo- tèsoloallontanarelafame. Bùrger morì ditisiin età d’anni46.

Ebbequalitàassaipregevoli,benché nonsenza pec- caquantoa moralità. Il suo cuoreera pieno di be- nevolenzaefilantropia; perdonavafacilmente leoffese;

delle belleazioni esultava, delleignobiliesprimeal’irae loschifoinparole piùchevivaci.D’onori per niente va- go;insocietàsenzapretensione;taciturno anziclicno.

Semplicedicostumi, nullapossedevadellemanierefine e

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galantidell'

uomo

dimondo; purpiacevaalledonne,icui sorrisifuronospesso gradilopremioa’suoicauli.Nonco- nosceval'invidia,

ma

amavaallasua voltasentirsilodare.

Eccoalcuni passid’unaletteradaluidirettaacoleiche fuposciasuaterzamoglie,comepreziosodocumentoalla storiadellasuavita,eprova della rara franchezza eleal- tàdelsuo cuore.

«Quatti'èalmiospiritoedalmiocuore. Ellapotrebbe crederefacileilconoscerli da’mieiscritti,

ma

forses'in- gannerebbe. Coufessodibuongrado,senzaaffettarnèmo- destia uèfierezza, chenellemieoperepoetichesipuò trovarqualche passodegno d'unospirito ed'uncuor ge- neroso;

ma

Ellanonpotrebbeeouchiudcrneche1‘anima miasiaperfettaed’unapurità irreprensibile..

.

Oh!iononson quellochelanatura volevaeli’io fossi, quello ch'io sarei realmente, senellaprimaveradella mia vitauncielopiùpurom’avesse sorriso.Ilunghi emol- tiplicati dispiaceria’qualiiofuiinpreda,m’hanno im- pressionalo1’animaeilcorpo cosi da gettarmi sovente inunacupamalinconia,inunaatoniadispirito,chenon deecertoraccomandarmi.Perciocché alloraioperdotutto ilcoraggio,tuttalaconfidenzain

me

stesso;mipar d’a- verelatestavuota,ilcuor freddo,lalinguamula;d'es- sereingomma unabortosenza valore..

.

Perch’ioscrivoabbastanza bene. Elisapensach’ioparli delpari.Glièun grandeerrore;sonounparlalormise- rabile.Lamiapcuua va innanzi ieulaeafatica,sinel verso che nella prosa.

Nonsonbuoneconomo;nongiàperch’iosiainclinato allaprodigalità,

ma

perchè sonoanzicheitoindolente, negligente c leggiero,mentre non hocura nè delmiode- naro,nè degli altrimiei beni. Cosinon v’ha

uomo

più faciledi

me

adessereingannato.

Del restononpossodissimulareeh’io passoperun granlibertino,e,pur troppo,nonatorto.

Ma

ciòproviene dall’averioqualche voltalalingua un'potemeraria; per- chènelfondo,iononson quellochemisicrede.Tutla-

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/v

volta,persinoin gioventù,benché la miacondotta non fossetroppo regolata,nonmisonomai abbandonato a vergognosi eccessi

Quantoallamiafortuna,ellaèinassaicattivo stato;

non honiente,niente!Direianche

meno

cheniente,s'io nonpossedessi dei beni immobili asufficienza,per poter collalorovendita estinguereimicidebiti.

Sposaidue sorelle.Troppolungo sarebbeilnarrare

come

m’inducessi asposarlamaggioresenza sentiramore per essa.

Ma

nonbasta;mentr’iom'appressavaall’altare, ilmiocuore ardea perlasorellaminore, che allora avea circaquindicianni.Benlocompresi,

ma

iomiconosceva sì pocoda crederlounleggieroaccessofebbrile,dicui facilmente potrei guarire. S'io avessi potutogettareuno sguardofurtivonell’avvenire, avreiriputatomiodoveredi ritirarmi avantilabenedizione nuziale.Lamiafebbre,in luogo dicalmarsi,s’accrebbe perdiecianni continui,e Anicoldivenireincurabile.Quantoiol’amava, altrettanto erariamato dall’oggetto dellamiaadorazione.Oh!iosa- reicostrettoascrivereunlibrointiero,se volessi fareil martirologiodiquesti dieci anni, se volessi descriveregli

assaltichemidiedero l’amore daunlatoeildoveredal- Taltro...»

E

dopoaver confessatochevinseilprimo, Bùr- ger soggiunge:«PotrebbeElisaesseretuttaviainvaghita dicolui,chetale sisvelaagliocchi suoi?(*)

Lamigliorcriticadelle poesiediBurger,osservagiu- stamente unsuobiografo,fufatta dalpopolo tedesco:

essoleha imparateamemoria. Quantopoi aquella di Schiller, è da stupire che nè il Loevc-Veimars,nè la Sig.*diStafil,chelacondannanoallaricisa,nonfaccian paroladell'eccezione eh’eglivifariguardoalle ballate, dicendovipure chiaroedaperto,cheinquesto generedi poesia difficilmente alcun altropoeta tedesco andrà in- nanzi a Bùrger.Eperciòche concernelepoesieliriche.

O

baltaRevueGonnaiii(|ue«lei1831.

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severo è per avventura,

ma

noningiustoilsuo giudizio, nonpotendosi disconoscerecheBiirgcr inveced’innalzare aséilpopolo,siccomeèilcompitodelpoeta popolare, spesso discendealpopolo,ancheallaplebe;scambiala sensualità peramore;imprimea' versilasua individua*

* litàipocondriaca;o,quandolasuamisera condizione gli lasciatregua,palesailbuon umoreinbruttelicenze.Non è però chefuoridelleballaleeglinonabbiafattonulladi buono.IlFiorellinoMeraviglioso(DasBlùmchen Wundcrhold), L' Inno all'Unica (Das hohe Lied von derEinzigen),ei suoi sonettialla petrarchesca ebbero lodi dallo stesso Schiller;acuièda aggiungere qualche gentile canzone d’amore,laPervigiliadiVenere (DieNacìilfcierderVe- nus),imitazione dallatino,eisuoi spiritosiepigrammi.

Dellemolle sue traduzioni, quellainiambideiprimi cin- quelibri dell’ Iliade, c quella del Macbeth diShake- spearesembranolemeglioriuscite.Gliscrittiprosastici diBùrger,compreso unsaggio storico, in cui dipinse la situazione dell’Inghilterra sotto il protettorato di Cromwcl,meriterebbero qualche menzione, se

meno

gran- defosselasuafama comeautordiballate.

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IL FRATE BIGIO

LA PELLEGRINA

(18)
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dna

leggiadra pellegrine!!»

\un monasterovolgea1’andar.

Suonòallaportacon

man

tremante, E unIratebigio,scalzolepiante.

Lesipresenta sullimitar.

Ella:«lodalosiaGesùCristo!>

«Eternamente!»quei replicò.

Un

senso strano tostolopiglia;

E

poicheinellafissòleciglia, Più forteilcoreglipalpitò.

Lapellegrinaconbasso accento.

Dolce arrossendo, chiedea cosi:

«Padre,ilconvento,di’,nonèquesto, Oveildilettodelmiocor,mesto

E

solitarioconduceidi?»

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20

«Figlia,dehcomevuoi lucheuoto A

me

ildilettosiadeltuo cor?»

«Padre,alpiùduro, rozzobigello.

All’aspra corda, padre,alflagello, Ondele

membra

maceraognor.

Epiùallasnellapersona,alvolto.

Pariadauroradimaggio,albel Crind’oroinvaghiriccidiviso.

Delle soavi pupillealriso,

Fide,amorose,color delciel.*

«

Oh

figlia,morto,giàdagrantempoI

Mortoesepolto daunpezzoegliè!

Sullasua fossal’erbettageme;

Grave unapietradi

marmo

ilpreme;

Mortoesepoltodaunpezzoegli è.

Vedilacellachelapervinca Deisempreverdiramicopri?

Làvisse e pianselasua donzella;

Là consumalodiduol perella.

Come

unaface lentomori.

Daseinovizzisveltie leggiadri

A

seppellirelosiportò.

Fra mestosuono,framestocanto,

E

daognicigliogrondavailpianto, Mentrelacassa giùsicalò.»

(21)

21

«

Oh me

infeliceIdunqueseimorto?

Mortoe sepolto,mioben, tuse’?

Orscoppia, o core, son tue quest’ opre!

Oh!lamarmoreapietracheilcopre

È

assai

men

dura, crudel,dite.»

«Figlia,pazienza, ponfrenoalpianto;

OrDio pregare dèi tantopiù.

Cordogliovanologorailcore;

Degliocchiillume spegneildolore;

Dunquecotantononpiangertu.»

«No, padre,taci,taci,tenprego.

Ilmiodolorenoncondannar.

Peròeh’eglieralagioiamia;

Nessunoalmondo, nessunpotria Esser più caro, più forteamar.

Dunquetulasciach’io pianga e pianga,

E

eh'iosospiri lanotte e’ldì, lnsincheilpiantogliocchim’estingua, Sincheanelante questamialingua Sciami: a Dio lode! tutto Unì!>

«Figlia,pazienza,ponfrenoalpianto, A’ tuoi sospiriponfreno ortu.

Pioggiaorugiada piùnonristora Laviolettacòlta;inbrev’ora Langueappassita, nè sorgepiù.

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71-

22

Sguizzapurtroppo da noil’aiata Gioia,dipresta rondinealpar!

Perchèfidisiamoaldolore, Che

come

piombopesasulcore’

Chi èmortoèmorto, nont’affannar!»

«No, padre, cessa, cessa, ten prego, Almiocordoglio segnononpor.

E

s’iopatissiper1’

uomo

amato Quantoadonzella patire è dato,

Non

sariatroppalapenaancor.

Oh me

infelice!fiaverche mai.

Maipiù quest’ occhio noi rivedrà?

No, no,lacupafossaloserra.

Nevica e piovesullasuaterra,

E

ilvento1’erbagemervifat

Occhiovesiete,chiari ecilestri.

Guancedirosa,boccad’amor.

Come

ilgarofano soave epura?

Ahi!tutto infracidalasepoltura,

E me

frattanto struggeildolori»

«Figlia,cotantononaffannarli.

Chi sianogliuominitudèipensar.

A' piùdiloro spira dauncore Orcaldo or gelo;sonoall’amore, Ealdisamoreprontidel par.

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23

Chi sa? fors’anco venuta a noia Glisaria tanta curagentil.

Erailtuocaro sulfiordeglianni,

E

giovincore nido èd'inganni.

Vario,incostante,comel’aprii.»

Ah

no,nopadre, tenescongiuro.

Questaparolanonlaridir.

M’aveasigrande,sìdolceamore1

Nessuninganno quel suo bel core.

Schiettocom’oro,poteanutrir.

Ah!s'eglièverochedelsuo gelo Lascuratombalocircondò:

Addiopersemprepatriadilettai

E

ancor per1'ampio

mondo

soletta 11mio bordonetrascinerò.

Ma

priarecarmi vo’alla sua fossa;

Làginocchionemivo’gettar.

imiei versati sospiri ardenti, ibaci,ilpianto sparsoatorrenti, Fresca l’erbetta faran tornar.»

«Figlia,pria entra,chetirinfranchi Cibo e riposo. Senti! ruotar Lebanderuolefalabufera,

E

fredda pioggiadigrandinfiera Sultettoeiscurisegue a picchiar.»

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(24)

24

«Nonrattcncrmi,padre;unistante Ioqui più oltre restarnonvd'.

M’inondipurelapioggiaeilgelo;

Pioggiache cada daluttoilcielo Tantamiacolpa lavarnonpuò.*

«Ahitorna indietro dolce

amor

mio, Rimanti, eilduolo caccia dal sen.

Guardamiinvoltoconocchilisi.

Ilfrate bigio,deh nonravvisi?

Ah!dolceamore, sono...iltuo ben.

Ioquesta veste sceltam’avea Perdisperatapenad’amor.

Un

voto eternobentosto avria Dentronel chiostrolavitamia Sepoltainsieme colmiodolor.

Ma,lodealcielo!non ancoilmio

Anno

diprova trascorseintier.

Ah!seituoidettifuronsinceri, Se, dolceamore,benvolentieri Midailamano,cangio pensier.»

«Oh,lodealcielo1sialodealcielo!

Addiopersempremestizia c duoli Oh,benvenuto, giornodiletto!

Vien, giovin caro,vienialmiopetto!

Orcidividalamortesol.

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LA CANZON DELLA FEDELTÀ

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(27)

Chifedeleserbarsiprocura Lasua ganza,conpiùd’unacura Lo molestanocorte ecittà.

Saggioadunque uncotalciamberlano Inromito caslel fuor di

mano

Dellasuanascondealabeltà.

Perluigiree redire a ognipoco, Conlanotte elanebbia eraungioco.

Quandoilgallosentia cuccurir, Eipartia,per tornar queldìancora,

liservigiodicortenell’ora Deifameliciventriafornir.

(28)

2</

28

Egliundi,

come

amorIopungea.

Via peicampiafrenscioltocorrea.

Molleilcrindelnotturno uraidor.

«Va, corsier, corri corri a dirotto, Ch’ anzi giorno tum’abbicondotto Alniduzzo tranquillod’amor.*

Ecco,all’astro simil del mattino,

Ei delsuo castelletto vicino L’invetrata giàvedebrillar.

Sol,ticela,iltuo raggioritrai.

Che nongiunga,ferendoleirai.

Lasopitamiabella adestar.>

Del castel giungealparcoadombrato,

E

altronconed’untiglioodoralo Conleredinilegailcorsier.

Sbriscia dentroilsecreto usciolino, Albarlumedelcheto stanzino Leichesognapensandoveder.

Ahi!

ma

quandofugiunto bel bello Allaspondadel suoletlicello, D’ ognisensoilterrorloprivò.

Freddoilletto,lastanza era vuota;

«Ah!qual

mano

sacrilegaignota La mia

gemma

diqua m’involò?»

(29)

-

29

Scende,sale,riscende,risale Strepitandosu e giùperlescale, Vadistanzainistanza,vien,va.

Cerca,chiama;nessunol’ascolta;

Quando ungemito su dalla volta Dellacanovaudiresifa.

Erailbuoncastellanocheaita Làrinchiusogridava;fuggita Era tuttalarea servitù.

«Chititrasse,o pollanca, quaggiuso?

Chil'audaceche qui t’ha rinchiuso?

Parla,presto, rispondi,chi fu?»

«

0

Signore,ilpiù iniquo misfatto, IldonzellodiStaina,dipatto Co’ tuoiservi,pervennea compir.

Ei nelsonnorapiladonzella,

E

iduebravi tuoi caniconella Delfellondietroall’ormefuggir.*

Sbalordito restò’lciamberlano.

Come

folgoretostoinsua

mano

11branditospadoncorruscò.

Dibestemmieintronòlamagione, Sislanciòfuribondoinarcione,

E

ilcorsieroallalanda spronò.

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(30)

30

D’ormefreschelapesta rugiada.

Perlalanda c pelboscolastrada Giàgliaccennadond’essifuggir.

lluon corsier, stendi or1’ancapiùlesta.

Vinci ancor questa prova,solquesta.

Tantainfamianonfarmipatir!

Corri

come

seilcorso riesca

Oltreil

mondo

lontaniPur chen’esca, Pur chen'esca quest’ultima a ben.

Fornirailatuavitasdraiato

Sovraturgida paglia, cibato D’ aureavena e balsamicofien.»

Stende1’anca,viavolailcorsiero;

Conlasuoladelpiè’lcavaliere L’erba roridalambeinpassar.

Lospronarchealcomandos’accoppia.

Iltuonar del galoppo raddoppia, Delle nari raddoppia1'ansar.

Eccolànel lontano orizzonte Vedersplenderealsole,sulmonte.

Ilpennacchiod’aironeglipar.

Mentreinfuriasalial’ertodosso

,

Ve’!isuoidoghiglisbalzanoaddosso.

Conallegrogemiree baiar.

(31)

31

«Ferma,olà,reoladrone, eacolui Mostra adessolafronte,percui Dannazione mercatatise’.

T‘ ingoiassealmentostol’inferno, Elà,cane,avvampassiineterno.

Inzolfatodal verticealpièl»

11donzellodiStainainsuo core, Percoraggio e per ferreo vigore Delsuo braccio sapeaquantovai.

11destrier volta subito, eilpetto.

CuiV audace sermonfadispetto.

Porta incontroalferocerivai.

Snudaintrepidoilferro;all’istante Questoequel balzainterra squillante,

E

incominciaunalottafralor.

Che parturbinefierchesisfrena;

Dal pestiofumatrita1’arena, Elezolledel suoloinvapor.

Come

tigrisidancon furore.

Dannoedanfinche sangueesudore Lacorazza el’elmetto roràr;

Ma

per forza che adopri lottando, Ch'altoruoti efischiarfacciailbrando, Non puòalcunl’avversario atterrar.

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(32)

32

Poichéalfinesentironsi affrante Venir

meno

leforze,anelante QueldiStainacosìpreseadir:

Un

pochino,digrazia,messere, Facciamsosia,eunlealepensiere Dalmiolabbrofidateviudir.»

Nonrispose,

ma

illucidobrando Chinò1’altro,eristetteascoltando 11donzello,chesìfavellò:

«Perchèilcuoio straziarciaferite,

0

messerciaraberlano?lalite

A

parolecomporresipuò.

Batti ebatti,noidiamnella carne

Come

fannoibeccari,e sperarne Premioallegrononpuò’lvincitor.

Scérlasciamladonzellaasuavoglia;

Chifiasceltodaleilasitoglia; Affé,questo è consiglio miglior.

Piacqueall’altroilconvegnoprofferto.

«Iosonl’

uom

eh’ellasceglie per certo»

A

sé stessodicea col pensier.

Contro

amor

chemaidissiodoprai?

Da cheschiavoioleson, nullamai Le mancò,chepuòadonnapiacer?

(33)

33

Ah,maipiù,lusingavaioilcore, Non milasciamaipiù!dell’amore Troppoinfondolatazza gustò.» Fidiamanti, ornonsiachev’inganni

Dell’

uom

candidoildir,cheper anni Vecchioamorfarlaruggiunonpuò.

Dalontanoladonnaa cavallo Udì'1patto, nè lungo intervallo Lasua gioia sospesalatien.

Non appenaappressarsilivede, Al donzellodiStainasidiede.

Ih!laserpe dal cordiveleni

Ih!l'ingrata!conquanto inumana Leggerezzadilàs’allontana,

E

rossordisé stessanonha!

Fermo immobileilmiseroamante.

Fissogliocchi,lelabbra tremante.

Come

coltodal fulminesta.

Allalineognisenso perduto, Eivacilla,esull’erba svenuto Cadepressoiduecarisuican.

Queifedeliconpiosentimento Alitandosuilabbricsulmento, Elepiaghelambendoglivan.

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(34)

Questoaluinellastanca pupilla Fariviverealflnlascintilla,

E

alle

membra

ritornailcalor.

Scioltoinpiantoilsuo duolosispezza, Isuoibuonicompagniaccarezza, Quaifratellilistringealsuo cor.

Rinfrancato nel cor per canina Fedeltà, s’alzainpiè,s’incammina Al corsiero, per via cavalcar.

Nonsitostoebbeilpiede posato Nellastaffa,eicanoltrecacciato.

Che dalungi s’intese chiamar.

E spronandoildestrieroschiumante.

Galopparversoluitrafelante Ecco vedediS lainailsignor.

«

Un

pochin v’arrestate,omessere;

Laquestionnonfusciolta a dovere;

Anche un punto rimaneacompor.

Nonrista dibramarlamia

dama

Ancheivostriduedoghi, elabrama

Ad

effettom’ imponerecar.

Peròdebbose queinonpotessi Ottenerdibel patto,peressi Sinoall'ultimosanguepugnar.

(35)

35

Freddol’altroascoltò senzailbrando Trar dal fodero; poi dirimando Al donzello cosìfavellò:

Perchèilcuoio straziarci aferite,

0

messereildonzello?lalite Aparolecomporresipuò.

Battie batti noidiamnellacarne

Come

fannoibeccari,c sperarne Premioallegronon può’lvincitor.

Scér lasciamoiduedoghi alorvoglia;

Chifiasceltoda lor selitoglia;

Affé,questo è consiglio miglior.

11donzel tranghiottisccilbottone;

«Fia per

me

facilcosa,»eisuppone,

E

sidièconlalingua a sdrisciar,

E

achioccarconledi la,sperando

Di poter pur,chioccandoe sdrisciando,

A

bell’agioiduedoghiallacciar.

Sdriscia e battebeneidolcemente Sul ginocchio,lichiamablandente.

Mostral’offaor a questo or a quel;

Essifuggon daiperfidi assalti, Al lor caro signor spiccansalti,

Edigrignanoidentialdonzel.

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(36)
(37)

IL RE E L’ ABATE m

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(38)
(39)

Or

vo’che un' allegra novella sentiate:

E'c’eraunremanso;poic’era un’ abate, Magnifico sere; peccato! costui Avevaunpastore più saggio dilui.

Ilresistrusciavaper gelo eper

vampo

;

Cosìcorazzatodormiaspessoin

campo

;

Suoranciounpo’d'acqua,salsicciaepanrozzo,

E

spesso era privod’unsorso ed’untozzo.

11buonpretazzuolos’avea più rispetto,

E

amensailpapato godeasiedinletto;

Parcacolmalunalapingue suafaccia, Cerchiarnonpoteanglilapanciaseibraccia.

Però dargli briga cercò’lrepiùfiate.

Undìsottoidardid’unsoled'estate Consluoldicavallispronandovenia;

L'abateambulavalung’allabadia.

(40)

40

*Ah!ilrefrasédice,seigiunto appuntino!»

Einariadibeffa salutailpretino:

Sant’ uorn,

come

state? Miparfuord’inganno.

Chepreciedigiunomalprònonvifanno.

Ma

insiem chevilediitropp’oziomipare.

M’ avreteilbuon gradose dovvi dafare.

Chesieteungran furbosisa;l’erbolina A crescer udrestefluquasi,s’opina.

Però doallevostreduefortimascelle Per gioco aspaccarmitrevaghenocelle.

1reluneda oggiv'accordo a pensare.

Poivo’atrequesitirispostebenchiare.

Inprima,quandaltosuitrono, parato Pcregiornamenti pompeggioinsenato, Voi dirmi dovrete, dabuonsaggiatore.

Sin l’ultimo bezzoquant’èilmiovalore.

Poi fatemi'1contod’inquante oreil

mondo

Iopossa a cavallo percorrere a tondo;

Neppurd’unminutopiùtardio più presto!

Pervoi,melso bene,glièungioco cotesto.

Poi,fiorde’ prelati,saràpurmestieri.

Chetum’indovini perpuntoipensieri;

Aleconfessarlipoi voglio sincero;

Ma

inquelliunsoliotanondeve esservero.

(41)

41

Fsenonmisciogliciascuno quesilo.

Difarquil’abatepersemprehaifinito:

D’un asinoingroppali

mando

pervia.

Voltato,chebriglialacodatisia.

Ciò detto,ridendo trottò’lrelontano.

L’abateilcervellosibecca ora invano.

Angustiamaggiorequelreononassale, Cuipendesulcaposentenza mortale.

Consulta piùd’uno,tre,quattrolicei, Piùd’unointerpella,tre,quattro atenei.

Fra sporlule epremipagò

somma

grossa.

Ma

sciorreIquesitinonv’hachiglipossa.

Fra l’ansia elatemascorrevanovane Pria1’ore, po’igiorni,poilesettimane,

Poiunaeduelune; giàiltermine avvalla;

Alpovero abatelavistatraballa.

Sparuto, asembianza d'unVerther, vaisiti Percampieper boschi cercando

men

triti.

Qua undìGianBettuzzo,chen’erailpastore, Apièdellarocciascontrò monsignore.

»Oimè,ser abate,cheaffannov’ingombra? Svaniteda senno,via,via,

come

un’ombra!

Ve’comevacilla!Giuseppe c Maria!

Chev’hanno maifatto?Diteanima mia!»

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(42)

42

«Ah,buonGian-Bettuzzo!Cosìlamitocca!

Ilrenonèpagosenon

me

l’accocca,

E

a’denticotalitrenocim’attacca.

CheBelzebù stesso, cred’io,nonlespacca.

Inprima, quand’altosultrono, parato De’ regiornamentipompeggiainsenato, Eivuol eh’ioglidica,dabuonsaggiatore, Sin1'ultimobezzo quant’ èilsuo valore.

Poivuolda

me

ilcontod’ inquante oreil

mondo

Eipossa a cavallo percorrere a tondo;

Neppurd’unminutopiù tardi o più presto;

E

pensacheungioco per

me

siacotesto!

Poi,gramoprelatoeh'iosono! è mestieri, Cheiogl’indovinisinancoipensieri;

A me

confessarli poi vuole sincero;

Ma

inquelliunsoliotanon deveesser vero.

E

s’iononglisciolgociascuno quesito.

Difarqui l’abatepersempre hofinito;

D’unasinoingroppa mi

manda

pervia, Voltato,chebriglialacodamisia.»

«Nient’ altro?proruppequiGianni con brio;

Signor, stale cheto,l’accomodoio.

Quacroce, berretta,mantello ecollare.

Ediolerispostem’ impegnodidare.

(43)

43

DisquarciIalinis’ionullaconosco,

Peròso cavarelalepre dal bosco;

Ciocché avoisapientiper 6rnonè dalo.

Da mia donna madrel’hoioreditato.»

Saltòcome un caprodalgustoilpretino.

Concroce, berretta,mantel, collarino.

Magnificamented’abate vestito,

E

tosta Dettuzzofuacorte spedito.

Qui’lresopra1’altosuo trono, parato Discettroecoronabrillavainsenato:

«Abate, ormidite,da buonsaggiatore, Sin1'ultimobezzo quant’ èilmiovalore.»

«PertrentadanarifhCristo spacciato;

Peròs'ancofarmi dovesteilcrucciato, Pervoiventinovesoldònne; che almeno.

Mi par, voi dovete valerneundimeno.»

*Eh!disseilmonarca, nonc’èdaridire;

L'augustasuperbian’ha dondeassenire.

Sulmioregioonore maipiùimmaginato M’avrei,eh’iomifossicosiabuonmercato.

Orpoifammi’lcontod’ inquanteoreil

mondo

Iopossa a cavallo percorrere a tondo.

Neppurd’unminutopiùtardi opiù presto!

Perleforseungioco sariapurcotesto’»

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(44)

4‘i

«Signor!sea buon’ oracolsolvoipartite, Eapar cavalcandoluisempreseguite.

Lamiaberrettina,lacrocescommetto.

Cheinventiqualtr’ores’ottiene1'effetto.»

«

Oh

I’ottima biada,sciamò’lre,ah!ah!

Tunutrìicavallicoiseccoima.

Quell'

uom

cheprimiero scoperse’l

ma

c’lse, Schiett' órdipagliuzzeper certoanchefe’.

Maorsiamoalbusilli;stabeneincervello.

Seno purdannarlidovròall'asinelio.

Difalsochepenso? Quest’ èladomanda;

Ma, ehi camerata!see

ma

ponda banda.»

«1/abate aS.Gallopensale eh’iosia.»

«Appunto; nèquesto dal verosisvia.»

«V’ingannanoisensi:sappiate,o signore.

Oh’iosonoBeltnzzo,diquelloilpastore.»

«

Oh

diamin!I’abatenonseidiS.Gallo?

Prorompesorpreso,

ma

lietodelfallo, Ilrecomefossedalcielocaduto;

Ebben,da quest' oraloseidivenuto.

In

man

con l'anellolaverga porrolti;

Quell’altroclicmontisull’asinoetrotti, Eaintender quid juris priavada a imparare.

Perciò che a raccorre eonvicn seminare.

(45)

45

*Beibello,messere!smetteteilpensiero;

Nonlegger,farconti,nèscriver,nèun zero NonsodiIalino;ciocchéne’prim’ anni TrascuraGiannetto, noipigliapiù Gianni.»

«Ah,buonGian-Belluzzo, cotesta è disgrazia!

Impetratiadunque da

me

un’ altra grazia.

Assailatuaburladilettoa

me

diede, Atcdiadilettoperòlamercede.«

i

«Signor,digran cosenonhogiàmestieri.

Purgraziaimpetrarmiseamatech’iosperi.

Inpremioonoralom’imploro dal trono.

Pelmioreverendo signore perdono.»

*Ah,buoncamerata,tuporti,benveggio.

Ilcor

come

ilcaponelgiustosuo seggio Perdonoall’abatesiadunque purdato.

Conquesto decreto persoprammercato:

L'abate aS.Gallos’acconci atallegge, ChealuiGianBeltuzzononpasca piùilgregge;

L’abatel’alberghi,lovesta,losfami, A macca,sinl'orache Dio selochiami.»

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(46)
(47)

lì mim deli; uomo bravo

<

2

>

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(48)
(49)

Dell*

uomo

bravolacanzonsispande

Come

campane ed organosonora.

Coluichevantainpetto un’almagrande.

Col canto, enoncoll’ òr,sipremiae onora.

Lodealciel,chedar vantoioso col canto, Perdareall’

uomo

bravoecanto e vanto.

Dal

mar

meridionale austro venia Perl’Italiasbuffandoumidoecupo;

Dinanzi aluilenubicorreanvia,

Come

lagreggiache spauraillupo;

Spazzavaicampi,laselvarompea,

E

suidumiesuilaghiilgelfcndea.

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(50)

SO

50

Torrentid'acquadellanevesciolta Dallamontagna minars’lidia;

Sottounlagolavalleera sepolta;

Ilgran fiume reai gonfiomuggia;

Ruotavanlungoillido,e smisurate Massedighiaccioruotavanleondate.

Forted’archiodisolidipiloni Stavaunponte attraversoallariviera, I)acimaingiù costruttodiquadroni,

E

inmezzoalponteunacasetta,ov’era Ildoganiercollaconsorte cilfiglio.

«Ah,fuggi,odoganier, fuggi’lperiglio!»

Ruggeruggeinqua cupalaprocella, Urla intornoallacasailfluitoeilvento.

IIdoganier balza sultetto,cquella Scenad’orrorloagghiacciadispavento.

«Miserome!perduto! ahimè, perduto!

Pietà,buonDio,pietà!chimi dàaiuto?»

Ruotai!ruotandoilghiaccioicavalloni.

Unsull’altro,quaclà,d’

ambo

lesponde;

E

daentrambe,lespondearco epiloni Via strascinati travolgonol'onde.

11doganier colfiglioelaconsorte.

Più del fiume e del vento urlavaforte.

(51)

51

Nuotai)ruotandoilghiacciod’

ambo

ilati, lluolaiialtounsull'altroicavalloni;

E

vial’ondaschiantati,sfracellati, Undietro1'altrotravolgeipiloni.

«Pietà,buonDio, pietà!»C.iàlamina Prestoalmezzodel pontes’avvicina.

Stavasuglialtimargini lontani Ciurmadispcttator grandi e piccini;

E

ognungridava csitorccalemani,

Ma

nessun soccorreva a quei meschini.

Ildoganier colfiglioelaconsorte.

Sul fiumee’lvento, aiuto!urlavaforte.

Canzondell’

uomo

bravo,eli’hailerime

Come

campane cd organosonanti, Orsù,ci

noma

l’

nom

dalcor sublime!

Quandoilnomi, oilpiù bello de’miei canti*

Brav’uom,brav'uom,timostra!lamina.

Vedi!almezzodel ponte èormaivicina.

Rapidouncontegaloppandoviene.

Sopra un grandedestriero,unnobilconte.

Ch’ è quelcheilcontein

man

sospeso tiene?

Colmaetesaunaborsa;c,«qui stan pronte Dugentodoppie,eigrida,all’animoso, Cherischiailsalvamentoperiglioso.»

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(52)

-

52

Éforseilcontel’uomobravo?

É

desso?

Dillo,bravomiocanto,finalmente!

11conte,affédiDio,glièbravoaneli’esso,

Ma

un

uom

di luipiùbravoioserboinmente.

Urav’uom, brav’uomtimostra!laruina Semprepiùspaventosas’avvicina.

E ognorpiùilfluitosirigonfiaemugge;

E

ognorpiù sbuffailvento con furore;

Eilcoraggio piùognorvienmancoe fugge;

Vieni,vieni,t’affretta,o salvatore1

Ipilonicadean,cadeandistrutti,

E

cadean confragorgliarchi neiflutti.

«Olà,suvia,coraggio!»ilconte grida, Edaltoilpremioin

man

sospesotiene.

Ciascunl'ascolta,

ma

nessunsifida, Framille a presentarsi alcunnonviene.

Indarno doganier,figlioeconsorte, Sulfiume cilvento, aiuto)urlavanforte.

Quand’ecco sul bastoudapellegrino.

Neglettamenteunconladins’avanza;

Sotto ruvido saio un contadino

D'alta statura e nobile sembianza.

Del conte udì l’appello,ilguardovolse All’instanteruina, esirisolse.

(53)

53

Sovraunapcscareccia navicella Eisislancia nel

nome

delSignore;

Malgradoilgorgo,illiotloclaprocella, Felicemente arrivailsalvatore;

Ma

oimè!chetroppo angusta c piccioletta Persalvartuttiauntempoèlabarchetta.

E

trevoltel’ardito salvatore

Affrontailgorgo,ilGotto claprocella;

E

tre voltene torna vincitore, Finchétullisalvòlanavicella.

Appenaillidogliultimiraccolse, L’ultime pietrevia1'ondatravolse.

Qual’è,qual’ è1’

uom

bravo?via,l’additai Palesail

nome

suo,bravomiocauto1 Ilcontadinocimentòlavita.

Ma

forseilfe’pelsuondell’ór soltanto?

Seilconte1’orononoffria,puresso Ilcontadinononoffriasé stesso.

«Qua, qua,mio prodeamico, eccoildanaro.

Togli’lpremio dovutoaltuo valore.» Canzon,di’,nonfuquestounpcnsicr raro?

Ilconte,affé,gliaveasublimeilcore;

Ma

uncore più sublime,uncor divino Sottoilsaiobattea del contadino.

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(54)

54

51*-

»Non vendoaprezzolamiavita:iosodo Povero,

ma

per viverhoabbastanza.

Quell’oro,aldoganicr fatenemi dono.

Chefuprivalod'ognisua sostanza.>

Cosìrispondecomeileorglidella.

Eglivolgelespalle,cparteinfretta.

Brav’uom,latuacanzonealtosispande.

Come

campaneed organo sonora.

Coluiellevantainpettoalmasìgrande, Colcanto, enoncoll’«ir,sipremiae onora Lodealciel,che dar vantoioso col canto.

Perfardell’

uomo

bravo eternoilvanto.

/

(55)

Li FIGLIA DEL CURATO

DI

COLOMBOSCO

(3)

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(56)
(57)

Se

lànell’orlovaidelcurato DiColombosco,sentilanotte Stranirumorisottoilfrascato.

Dibasse voci dal piantorotte, Di scosse frasche,dischermid’ale.

Come

colombacheilfalcoassale.

Dnafiammella squallida e tetra Strisciadeirospi lungoilfossato;

Quivid'ogni erbanudoqual pietra E unsiterellogelido, ingrato:

Pioggia o rugiadamai nonlobagna;

Quivi l'aureltacupasilagna.

(58)

58

Avea’l curato bellaunafiglia, Bellaeinnocente qual colombella.

Eradiluttilameraviglia Quellasua cara,gentilBosetla:

A Colomboscomoltiamorosi

1)'averlainmoglie traean bramosi.

Il'oltreilruscello,da soprailmonte.

Alvillaggeltoclicinvalleèsilo

Volgeun superbocaslellafronte:

Sembranoilettid’ acciai’forbito, D’ argentoimuribianchilustranti, Elefinestrespecchi fiammanti.

DiCaslelfalco quivi’ldonzello

Infestaeingaudio1’ore spcndca.

Allafanciullaquelsuo castello Ridea negliocchi, nel cor ridea 11bel garzonesulcorridore, Fulgenteinvestedicacciatore.

Egliinunfogliodiseta,orlato D’ oro,ilsuoamorelefeceespresso.

Uncuoricinoleinvia,formalo D’oroediperle,con dentroinesso Ilsuoritrattoridenteebello:

Edidiamantiv'unìunanello.

(59)

«Venganoinsella,venganoincocchi.

Venganoa piedi periidanzarli;

Iltuo disprezzo»'abbiauglisciocchi Altro,Rosetta,tudùf sperarti1

Io1’hoperdegnad'uncavaliero.

Digran prosapia,dimollo impero.

Oggiunadolcemiaparoletta ScgrelamcuLcdirtidegg’io, Elarispostacheilcore aspetta Segretamenteseulirdesio.

A mezzanottefacor, egiungi Làdietroall’orlo;nonsaròlungi.

Amezzanottequandotusenti Cantarlaquaglialaggiùincampagna.

Poigorgheggiando dolci lamenti

1/usignuotcllolasuacompagna Venirchiamandoperchés‘affretti, Fa cor, nè a lungofareh’iot'aspetti.

A mezzanottechiusoinmantello Scese c cappuccio giùilcavaliero.

Difesoearmatogiùdalcastello.

Come

unanebbialeggierleggiero.

SistrisciaecalafraI’ombrenere.

Econ deitozzifaican lacere.

(60)

60

Poi dellaquagliafortiestridenti

Fe’ udirlenote laggiùincampagna;

Poigorgheggiando dolci lamenti L’usignuolctlolasuacompagna Perchès’affrettis’udì chiamare, Edahi!... Rosetta noife’aspettare.

Oreileseppesidolce efida Laparolettagemernel core!

Ahi!cord’amantecrede csifida!

Ed

eiquel caro, schivopudore Tenta convezzi,preghi e sospiri Trarnellaretede’ suoidesiri.

Per quantod’almo,disantoesiste, Eternafeded’

amor

legiura;

E

a sèlatira,mentreresiste Ella,el’affida,larassicura:

«Carafanciulla,credi,giammai.

Credi, apentirti,no,nonavrai.»

Sottoilfrascatotacito,ombroso, Latrae, di molli fave odorato.

ilcorlebalza precipitoso.

Leondeggiailcaldoseno agitalo;

Làdelpiacere1’aliloardente Ucciseilvagogiglioinnocente.

(61)

Fra poco, ahi!quandodell’odorosa Favairossettifioriappassirò.

Sife’Rosettatristae dogliosa:

Leroseinnevesiscolorirò Sullesue guance,nèlapupilla Piùdell’usalolamposcintilla.

G

dellafavaquandoilbaccllo A pocoapococrebbe esistese;

Quandolafragadell’ orticello, Elaciliegiagonfiòes’accese, Ahi!troppocolmolesife’ilpetto, Eilgonnellinodisetastretto.

E quando vennelamietitura, L’ascoso pondosenti balzare;

E

quando autunnosullapianura, Edell’avenatornò a ventare Sull'arse stoppie, più cerca invano

Aglialtruisguardi celar l’arcano.

Ilpadre,un

uomo

fieroe spietato.

Lapoveretta sgridò furente:

«Poicheilfanciulloliseimercato Giàperlacuna, va immantinente.

Vanne,litoglidalmiocospetto,

E

ancheilmarito recatialletto.»

(62)

Nelpugnoiscioltisuoicriniattorti, Leiconnodosecuoia battca.

Siche1'orrendosuonodei forti Colpilontanosidiffondea,

E

lecoperselebianche clisce Carnid*enfiatelividestrisce.

Fuornell’oscura nottelacaccia.

Allagelatapioggia edalvento.

Susoper1’ertaspinosatraccia Ellas’aggrappa, tcnlon va a stento Del suodilettosinoallemura, Araccontarglila§,uasventura.

Ahimè,chemadrefattatum’hai Priache m’avessifattatua sposa!

Edor copertad’onta ediguai, Guardami, ohguarda!ladolorosa Mercène porto sopradiqueste Povere

membra

battute e peste.»

Poi sovra’lcoreglis’è slanciata, Econ singhiozzi, con piantoamaro:

«Poniall'offesache m'hairecata, Deh, glidiceva, poni riparo1

Tu m’hai condotta nel vitupero.

OrtumirendiI’onorprimiero.-

(63)

ttf

«Poveradulial

inverm'accorai

Ma

sulvecchiardofaremvendetta.

Calmati, c alquanto priatiristora:

Quitisofferma; quimecoaccetta Mensaed albergo nelmiopalagio;

Nc parleremoquindi abell’agio.»

aAh!nonindugi quifamesticro, Nemnicnristoro,no,nè riposo.

Ciònon mi rende1'onorprimiero

Tu

m'hai giurata fededisposo.

Ed

or quel giurofache risuoni Dinanzialprete eaitestimoni.»

«Via, pazzereila gentilchesei!

Mainon mi vennepensiercotale.

Fartemiasposa!

Come

ilpotrei? Dinoltilsanguevantoilnatale.

Pariconparigiugner bisogna;

So noimiciavin'avrianvergogna. .

logiànonmutopensiernècore:

Esser dèisemprelamiadiletta;

E

seilgagliardomiocacciatore Nontidispiace,bellaRosetta, Nonvo’che spendiod’orom’incresca, Eseguitarepotremlatresca.«

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(64)

«4

«CheDio...va,iniquo!va,svergognato!

Chenell'infernoDioticondanni!

Seilnobilsangue t'avreimacchiato Ioqual consorte, perchè,d’inganni Fabbroimpudente, perchè m’avesti Perbuonaaifinituoi disonesti?

Vapur,tipiglianobilconsorte!

Ma

làun Dio giustocivedee sente.

Empio,frabreve vedrailasorte Mutareaspetto terribilmente!

Cheateilpiùviletuoschiavoungiorno Alnobillettorechiloscorno!

Allor,o iniquo, sapraichevaglia I)’onor,digioia vivereinbando;

Allor percuoti nella muraglia

L’oscenafronte; poibestemmiando Nelcapo unpiombocacciati,epoi Epoi,demonio,scendifra’tuoi!*

Insèsistringe,su sbalzainfretta, Edisperata,le

man

suicrini, Correvia,corre,

come

saetta.

Perchiane e cardi, canneti espini, Consanguinosipiedi,dall' ira Fatta e dal duolo cieca edelira.

(65)

65

«Ordove,ahi!dove. Signor pietoso.

Andròiraminghi passirecando?

Ecorre e corre senza riposo, D’onor,digioiapersempreinbando; All'orticellonatio riviene.

Quivi destinatìnirsue pene.

Ipiè ghiacciati trae barcoilone AImaledetto frascato;v’entra Sulleaggranchiatemanicarpone, Edoglia

a

doglia quilesottcntra, Su poverlettodiramie scarse Stridulefoglie,dinevesparse.

(Jnfanciullettoquilamentando

A

leidalgrembo coninfinito Spasimoatrocesisvolse;cquando

Ilfanciullettofupartorito,

L’argenteaspilladal crinsischianta,

E

del fanciullo nel corlapianta.

L’opradìsangue compiutaappena, Ahi!daldeliriosiscosse auntratto.

Orror,spavento dentro ognivena Freddolescorre. «GranDio!Che hofatto?»

E

viasisgraffiadallecruente Manilapelle convulsamente.

5

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(66)

li

66

Posciaconl'unghiesullacannosa Rivadeirospiscavòunafossa.

«Quapoverello,quainDio riposa.

Doveineternocflrnonlipossa Schernoemiseria;iosull’infame Ruota, dei corvi saziolafame.»

Questadeirospilungoilfossato

È

lafiammctlasquallida etetra.

Ilsiterellogelido ingrato

Quest’è,d’ogni erbanudoqual pietra:

Pioggia o rugiadamai nonlabagna;

Quivi l’aurettacupasilagna.

Di dietro all’orto,dall’altaruota,

Sull’altosasso dei corvi eretta, Foscogiùguardafuor della vuota Occhiaiaunteschio:queldiRosetta;

Guardalafossalungatrespanne, Sopralariva,làfra lecanne.

Tuttelenotti giùdaquel sasso, Giù dalla ruotasulsasso eretta.

Lubrica e bianca nell’orlo a basso Guizzaunalarva,chelafiammella Spegnervorrebbe,

ma

indarno; eunlagno Mandadei rospi lungolostagno.

(67)

MADONNA LENA

(4)

V*M-.-

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(68)

Madonna

Lenaacaldiocchi piangea Sovral’ultimosuotozzodipane;

Dall’affannomangiarlononpotea.

Ah!levedovespessohan pene amare, Cheifortunatiscevri dalle

umane

Sventure purnon sanno immaginare.

«L’èUnitaperme!destino iugratol

— E

rompeacoi singhiozzilafavella

Chemirestaquand'iot’hoconsumato?»

Perchè morteleavea tutta rapita Lasua ricchezza,oimè!lavaccherella.

ChesolaUnoallorlatenneinvita.

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70

Renudivadell’ altrevaccherelle, Chetornavan pasciute,amabilmente Udiva tintinnarlecampanelle;

Mainnanziallasua portanonvenia Piùnessunaafermarsi, edolcemente Quasi a chiamarla incontrolemuggia.

Siccomeifanciullettisoglionfare, Chedal soave nutricante seno Dellamadresidevonosvezzare, Cosìanch’ essalamiseraspargea

Lamentia sera e a notte senza freno,

E

illumicinconlagrime spegnea.

Esausta,

come

cosa inanimala, S’abbandonasulpovero suoletto.

Diqualunqueconforto disperata;

Dal pianto edall’affanno instupidita

E

tortatuttiisensi el’intelletto, Tuttele

membra

logoraesfinita.

Ma

dalla sera, oimèt sinoall’aurora, Ilsuofierotravagliononconsente Chelaristoripurdisonnoun’ ora.

Inmezzoalturbiniodistranierotti Sogni angosciosisiscuotea repente Atuttiquanti delia torreibotti.

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71

In sulmattinoilcorno del pastore,

A

leilasua sventura ricordando, Al piantolarichiamaedaidolore.

«Ahi ormai nonho,

lamiseradicea,

Più cagiondilevarmi!»

E

singhiozzando Colcaposul guanciale ricadea.

Altre volte delcornoilgratosuono Ladestava a lodarconalmapia L'infinitaBontàd'ognisuo dono:

Orfattoinvecedaque’lietisquilli Ilsuo dolor più acerbo,ellagarria DellevedovealPadree deipupilli.

Quand'ecconegliorecchilerimbomba

Un

rumor chelastanzafatremare,

E

comepietrainfondoalcorlepiomba.

Sisentìunbrividiocorrer perTossa:

Dallastallavenuto,ohDio!lepare Che un muggitosiaquelcheThapercossa.

«Oh, mioSignore,tichieggoperdono Di tuttelemiecolpeIimiei peccali Deh nonpunir! perdona. Signorbuono!»

Chesileviuntumulto intender crede,

Un

tumultodispirilimandati

A

castigarladellapocafede.

(71)

n

72

Nèpria riebbel’alito,edel roco

Rumor

tremendo non appenaestinto Sifu1’ultimosuonoapocoa poco, Che novamentcdallastallauscito,

Con un rombopiù forte e piùdistinto.

Entrogliorecchiletuonòilmuggito.

«Aiutami, o Signore! Miserere

Dime,Signore misericordioso!

Incatenailterribileavcrsicre!»

E

quantopiù polca cacciavailvolto Deusottosottofraicuscini ascoso, Cheilvedere c l’udir n’eraletolto.

Là, mente’ellainsudoresistruggea,

Iltrepidante core contrailpetto

A

guisadimartellolebattea.

Ed

eccoancorpiùforte,comefosse Lìlidentrolastanzaaccostoalletto.

Un

terzo granmuggitolapercosse.

Allordie'unalto grido,edirtaicrini, Estralunatagliocchi balzò fuora Dellettoinfuria,e spalancòiscurini.

Dileguatodell’ombreera1’orrore;

Per1’orienteilraggiodell’aurora Ilsuolietospandearoseo colore.

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(72)

73

Epoieh’ellamunitas'ebbepria Col segno della croce, borbottando

«Dio benignom’aiuti,e cosisia! ('•elidae palpitanteditimore

S’arrischiò nellastallaconfidando Nel

nome

onnipotente del Signore.

Oh

meravigliaiquilapiùfiorente.

Lapiù bella giovenca, col mantello

Come

unospecchio pulito e lucente, D’un’argenteastellinaadornavolse

Lafronte alei;di

mano

ilchiavistello Leuscìperlostuporechelacolse.

Quincilagreppiadirecisoappena Olezzantetrifoglio,esivedea Pernutrirladiflenlastallapiena;

Biauco

come

laneveebenlustrato Quindiunvago secchiellorilucea, Le colmezinne amungerviapprestato.

Alleduecornaedallafronteintorno

Un

cordoncelloleIaceacatena, Ev’eraappeso unbigliettinoadorno.

Equestascrittav’apparia segnata:

«

A

consolarlabuona Donna Lena N.N.aquesta greppiam’ halegala.*

(73)

74

Luibenedetto!uncorda immaginare, Dioglihaconcesso,lesventare

umane

;

Del poverello,ahimè!lepeneamare Livide,eilcaldopiantoche spargea:

Dioglihaconcessounbocconcin di pane.

Edcimangiarlo solononpotea.

Mecosoventefopensierch’iosono Forse dalcielodestinatoalcanto Percelebrarcoiversiilbello eilbuono.

Perquestoiovocantandoilbuonoeilbello.

Quasi senza voler dietroilsuo incanto, Insemplice maniera, e senza orpello.

«Signor,vigiuro,

un murator midisse,

Unaverace storiaiov’honarrato.»

Ma

ditacerquel

nome

eimiprescrisse.

Oh

almenoilciellobenedica, c dia Algenerosoilbenchehameritato!

Cosiprego dal core, e cosìsia!

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ELEONORA

<»)

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SiriscosseEléonora Sul mattindasognitristi:

«Oh

Guglielmo! etardiancora Se’tumorto, omitradisti''» EicolgrandeFederico Trasse contro l’inimico,

E

diPraganelconflitto Sefusalvononhascritto.

Delcontender lungoalfine Stanchiilre,l’imperatrice,

Spenserl’ire,eposerflne Allaguerra struggitrice.

E

iguerrierconcantiedinni, Taratàntare etintinni.

Conilmirtosuicascbelti Ritornavanoailortetti.

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