DI
COLOMBOSCO
(3)DigitizedbyGoogle
Se
lànell’orlovaidelcurato DiColombosco,sentilanotte Stranirumorisottoilfrascato.Dibasse voci dal piantorotte, Di scosse frasche,dischermid’ale.
Come
colombacheilfalcoassale.Dnafiammella squallida e tetra Strisciadeirospi lungoilfossato;
Quivid'ogni erbanudoqual pietra E unsiterellogelido, ingrato:
Pioggia o rugiadamai nonlobagna;
Quivi l'aureltacupasilagna.
—
58—
Avea’l curato bellaunafiglia, Bellaeinnocente qual colombella.
Eradiluttilameraviglia Quellasua cara,gentilBosetla:
A Colomboscomoltiamorosi
1)'averlainmoglie traean bramosi.
Il'oltreilruscello,da soprailmonte.
Alvillaggeltoclicinvalleèsilo
Volgeun superbocaslellafronte:
Sembranoilettid’ acciai’forbito, D’ argentoimuribianchilustranti, Elefinestrespecchi fiammanti.
DiCaslelfalco quivi’ldonzello
Infestaeingaudio1’ore spcndca.
Allafanciullaquelsuo castello Ridea negliocchi, nel cor ridea 11bel garzonesulcorridore, Fulgenteinvestedicacciatore.
Egliinunfogliodiseta,orlato D’ oro,ilsuoamorelefeceespresso.
Uncuoricinoleinvia,formalo D’oroediperle,con dentroinesso Ilsuoritrattoridenteebello:
Edidiamantiv'unìunanello.
«Venganoinsella,venganoincocchi.
Venganoa piedi periidanzarli;
Iltuo disprezzo»'abbiauglisciocchi Altro,Rosetta,tudùf sperarti1
Io1’hoperdegnad'uncavaliero.
Digran prosapia,dimollo impero.
Oggiunadolcemiaparoletta ScgrelamcuLcdirtidegg’io, Elarispostacheilcore aspetta Segretamenteseulirdesio.
A mezzanottefacor, egiungi Làdietroall’orlo;nonsaròlungi.
Amezzanottequandotusenti Cantarlaquaglialaggiùincampagna.
Poigorgheggiando dolci lamenti
1/usignuotcllolasuacompagna Venirchiamandoperchés‘affretti, Fa cor, nè a lungofareh’iot'aspetti.
A mezzanottechiusoinmantello Scese c cappuccio giùilcavaliero.
Difesoearmatogiùdalcastello.
Come
unanebbialeggierleggiero.SistrisciaecalafraI’ombrenere.
Econ deitozzifaican lacere.
—
60—
Poi dellaquagliafortiestridenti
Fe’ udirlenote laggiùincampagna;
Poigorgheggiando dolci lamenti L’usignuolctlolasuacompagna Perchès’affrettis’udì chiamare, Edahi!... Rosetta noife’aspettare.
Oreileseppesidolce efida Laparolettagemernel core!
Ahi!cord’amantecrede csifida!
Ed
eiquel caro, schivopudore Tenta convezzi,preghi e sospiri Trarnellaretede’ suoidesiri.Per quantod’almo,disantoesiste, Eternafeded’
amor
legiura;E
a sèlatira,mentreresiste Ella,el’affida,larassicura:«Carafanciulla,credi,giammai.
Credi, apentirti,no,nonavrai.»
Sottoilfrascatotacito,ombroso, Latrae, di molli fave odorato.
Làilcorlebalza precipitoso.
Leondeggiailcaldoseno agitalo;
Làdelpiacere1’aliloardente Ucciseilvagogiglioinnocente.
Fra poco, ahi!quandodell’odorosa Favairossettifioriappassirò.
Sife’Rosettatristae dogliosa:
Leroseinnevesiscolorirò Sullesue guance,nèlapupilla Piùdell’usalolamposcintilla.
G
dellafavaquandoilbaccllo A pocoapococrebbe esistese;Quandolafragadell’ orticello, Elaciliegiagonfiòes’accese, Ahi!troppocolmolesife’ilpetto, Eilgonnellinodisetastretto.
E quando vennelamietitura, L’ascoso pondosenti balzare;
E
quando autunnosullapianura, Edell’avenatornò a ventare Sull'arse stoppie, più cerca invanoAglialtruisguardi celar l’arcano.
Ilpadre,un
uomo
fieroe spietato.Lapoveretta sgridò furente:
«Poicheilfanciulloliseimercato Giàperlacuna, va immantinente.
Vanne,litoglidalmiocospetto,
E
ancheilmarito recatialletto.»Nelpugnoiscioltisuoicriniattorti, Leiconnodosecuoia battca.
Siche1'orrendosuonodei forti Colpilontanosidiffondea,
E
lecoperselebianche clisce Carnid*enfiatelividestrisce.Fuornell’oscura nottelacaccia.
Allagelatapioggia edalvento.
Susoper1’ertaspinosatraccia Ellas’aggrappa, tcnlon va a stento Del suodilettosinoallemura, Araccontarglila§,uasventura.
Ahimè,chemadrefattatum’hai Priache m’avessifattatua sposa!
Edor copertad’onta ediguai, Guardami, ohguarda!ladolorosa Mercène porto sopradiqueste Povere
membra
battute e peste.»Poi sovra’lcoreglis’è slanciata, Econ singhiozzi, con piantoamaro:
«Poniall'offesache m'hairecata, Deh, glidiceva, poni riparo1
Tu m’hai condotta nel vitupero.
OrtumirendiI’onorprimiero.
-—
ttf—
«Poveradulial
dò
inverm'accoraiMa
sulvecchiardofaremvendetta.Calmati, c alquanto priatiristora:
Quitisofferma; quimecoaccetta Mensaed albergo nelmiopalagio;
Nc parleremoquindi abell’agio.»
aAh!nonindugi quifamesticro, Nemnicnristoro,no,nè riposo.
Ciònon mi rende1'onorprimiero
Tu
m'hai giurata fededisposo.Ed
or quel giurofache risuoni Dinanzialprete eaitestimoni.»«Via, pazzereila gentilchesei!
Mainon mi vennepensiercotale.
Fartemiasposa!
Come
ilpotrei? Dinoltilsanguevantoilnatale.Pariconparigiugner bisogna;
So noimiciavin'avrianvergogna. .
logiànonmutopensiernècore:
Esser dèisemprelamiadiletta;
E
seilgagliardomiocacciatore Nontidispiace,bellaRosetta, Nonvo’che spendiod’orom’incresca, Eseguitarepotremlatresca.«DigitizedbyGoogle
—
«4—
«CheDio...va,iniquo!va,svergognato!
Chenell'infernoDioticondanni!
Seilnobilsangue t'avreimacchiato Ioqual consorte, perchè,d’inganni Fabbroimpudente, perchè m’avesti Perbuonaaifinituoi disonesti?
Vapur,tipiglianobilconsorte!
Ma
làun Dio giustocivedee sente.Empio,frabreve vedrailasorte Mutareaspetto terribilmente!
Cheateilpiùviletuoschiavoungiorno Alnobillettorechiloscorno!
Allor,o iniquo, sapraichevaglia I)’onor,digioia vivereinbando;
Allor percuoti nella muraglia
L’oscenafronte; poibestemmiando Nelcapo unpiombocacciati,epoi Epoi,demonio,scendifra’tuoi!*
Insèsistringe,su sbalzainfretta, Edisperata,le
man
suicrini, Correvia,corre,come
saetta.Perchiane e cardi, canneti espini, Consanguinosipiedi,dall' ira Fatta e dal duolo cieca edelira.
—
65—
«Ordove,ahi!dove. Signor pietoso.
Andròiraminghi passirecando?•
Ecorre e corre senza riposo, D’onor,digioiapersempreinbando; All'orticellonatio riviene.
Quivi destinatìnirsue pene.
Ipiè ghiacciati trae barcoilone AImaledetto frascato;v’entra Sulleaggranchiatemanicarpone, Edoglia
a
doglia quilesottcntra, Su poverlettodiramie scarse Stridulefoglie,dinevesparse.(Jnfanciullettoquilamentando
A
leidalgrembo coninfinito Spasimoatrocesisvolse;cquandoIlfanciullettofupartorito,
L’argenteaspilladal crinsischianta,
E
del fanciullo nel corlapianta.L’opradìsangue compiutaappena, Ahi!daldeliriosiscosse auntratto.
Orror,spavento dentro ognivena Freddolescorre. «GranDio!Che hofatto?»
E
viasisgraffiadallecruente Manilapelle convulsamente.5
DigitizedbyGoogle
li
—
66—
Posciaconl'unghiesullacannosa Rivadeirospiscavòunafossa.
«Quapoverello,quainDio riposa.
Doveineternocflrnonlipossa Schernoemiseria;iosull’infame Ruota, dei corvi saziolafame.»
Questadeirospilungoilfossato
È
lafiammctlasquallida etetra.Ilsiterellogelido ingrato
Quest’è,d’ogni erbanudoqual pietra:
Pioggia o rugiadamai nonlabagna;
Quivi l’aurettacupasilagna.
Di dietro all’orto,dall’altaruota,
Sull’altosasso dei corvi eretta, Foscogiùguardafuor della vuota Occhiaiaunteschio:queldiRosetta;
Guardalafossalungatrespanne, Sopralariva,làfra lecanne.
Tuttelenotti giùdaquel sasso, Giù dalla ruotasulsasso eretta.
Lubrica e bianca nell’orlo a basso Guizzaunalarva,chelafiammella Spegnervorrebbe,