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Cenni di geologia dei bacini idrografici degli affluenti del fiume Brenta

29 2.5.2 Integrazione dei risultati IFF con valutazioni di funzionalità ecologica

3. DESCRIZIONE DELL’AREA DI STUDIO ATTRAVERSO IL DPSIR

3.2 Cenni di geologia dei bacini idrografici degli affluenti del fiume Brenta

Gli affluenti della rete idrografica del fiume Brenta in Bassa Valsugana defluiscono da entrambi versanti della valle scorrendo su substrati geologici diversi.

La differente idrografia tra la sponda destra e quella sinistra è conseguenza della geologia che caratterizza la Valsugana. I torrenti Larganza, Ceggio, Maso e Chieppena drenano bacini costituiti da rocce metamorfiche e vulcaniche nelle quali prevale lo scorrimento superficiale; gli altri tre torrenti (solo parzialmente il Grigno) scorrono invece su rocce sedimentarie, caratterizzate da una più abbondante infiltrazione in profondità. Ciò significa che le acque meteoriche, o provenienti dallo scioglimento delle nevi, tenderanno a rimanere in superficie influendo maggiormente sulle portate nei bacini dei primi quattro torrenti, mentre saranno soggette a percolare in profondità e ad alimentare le falde negli altri tre bacini (De Marchi, 2003).

In destra orografica la natura sedimentaria delle rocce determina una scarsa presenza di corsi d’acqua, per la prevalenza del fenomeno d’infiltrazione sotterranea rispetto allo scorrimento superficiale delle acque. A tale situazione si contrappone, in sinistra orografica, una condizione idrografica caratterizzata da fitti reticoli di rii e torrenti, per la medio bassa permeabilità per fessurazione delle rocce magmatiche che costituiscono il substrato di tale versante.

Fig. 3.2 – Estratto della Carta litologica e relativa legenda (fonte Servizio Geologico PAT).

La natura geologica del bacino del torrente Centa risulta diversa nel versante destro e nella testata, fino alle Val Rosse, rispetto al versante sinistro. I primi sono costituiti da calcari e dolomie, il secondo da rocce metamorfiche quali filladi e scisti argillosi. Il corso inferiore del torrente Centa giace interamente sui vasti depositi alluvionali antichi e recenti che arrivano fino al letto del fiume Brenta.

Il versante sinistro del bacino del torrente Moggio è caratterizzato dalla presenza di calcareniti olitiche, coperte da lenti di scisti neri bituminosi del Cretaceo e da detriti di falda e di frana. Lungo il versante destro si osserva la presenza di filladi e di calcari. La capacità erosiva del torrente Moggio, che scorre in formazioni detritiche scistose è testimoniata dall’entità del conoide di Olle.

Il bacino del torrente Larganza presenta una notevole diversità geologica: ai detriti alluvionali dell’ampio conoide si contrappone più a monte, sul versante destro, un’estesa formazione dioritica, intervallata dalla copertura morenica nella zona di Cinquevalli e lungo il corso medio del torrente, e dalla fillade quarzifera in avanzato stato di degradazione, presente su entrambi i versanti di bacino. Il porfido di Calamento compare alla testata del bacino. Il conglomerato basale affiora tra i porfidi e la fillade quarzifera.

Prevalgono su quasi tutto il corso del torrente, ma soprattutto nella parte superiore, accumuli detritici molto spessi che possono innescare pericolosi fenomeni di apporto solido. Nella parte centro inferiore del bacino i depositi morenici sono costituiti da abbondante matrice limosa e da rocce filladiche con forte tendenza alla degradazione superficiale. L’erodibilità in entrambi i casi risulta molto elevata. Lungo il torrente Ceggio e sulle terrazze di deposito di località Suerta vi sono depositi morenici del Quaternario e detrito di falda. Nella parte alta del bacino emergono formazioni del Permiano con predominanza di lave andesitiche e riodacitiche (porfidi di Val Calamento) e ignimbriti riodacitiche rossastre (porfidi del Lagorai). A sud est del monte Ciste affiorano sia metamorfiti con filladi quarzo albitiche che complessi plutonico filonici con i granitoidi di Cima d’Asta. Nella zona del Lavoschio, in sinistra orografica del torrente Savaro, sono presenti formazioni

Permo Carbonifere del gruppo di Cima d’Asta con graniti porfirici ad abbondanti foenoscristalli di feldspato potassico. Nella parte meridionale del bacino, in prossimità del Colle di S.Pietro, la natura litologica del substrato è sedimentaria, con rocce della serie calcareo dolomitica.

Le formazioni geologiche che interessano il bacino del torrente Maso derivano dalla grande intrusione cristallina della Cima d’Asta, dal piastrone porfirico del Lagorai e dalle formazioni sedimentarie separate delle formazioni eruttivo metamorfiche dalla Linea della Valsugana. Le principali formazioni sono le rocce metamorfiche (filladi, cornubianiti e paragneiss) che interessano il tratto superiore del bacino, la testata del rio Lavoschio, parte del corso della Val Cantieri e quasi tutta la Val Campelle. Le magmatiti, rappresentate dai graniti di Cima d’Asta e dai porfidi di Calamento, occupano la parte centrale del bacino a monte di Prà Minao. Le formazioni sedimentarie, poste in contatto con le metamorfiti dalla linea della Valsugana, affiorano, qua e là, a valle della località Prà Minao ed occupano, nei tratti in cui non sono ricoperte da alluvioni recenti, la parte inferiore del bacino. Gli affioramenti, del Miocene ed dell’Oligocene sono costituiti da calcari ed arenarie con intercalazioni marnose. I depositi del Quaternario, costituiti da morene e depositi fluvio glaciali caratterizzati dall’estrema variabilità dei materiali, occupano vaste superfici all’interno del bacino.

Il bacino del torrente Chieppena interessa ‘l’isola cristallina di Cima d’Asta’ nella sua parte sud orientale. Gran parte del substrato del bacino è costituito da metamorfiti che però, essendo ricoperte da depositi morenici e detritici, compaiono solo nei tratti medio bassi dell’asta principale, del torrente Lusumina e del rio Cinaga. Sono rappresentate principalmente da filladi quarzifere, dalla scistosità decisamente marcata, e, nella zona di contatto con le magmatiti, dalle cornubianiti dalla elevata compatezza, tenacità e durezza. Le magmatiti sono rappresentate nella zona superiore del bacino dai graniti, intrusi negli scisti cristallini.

Numerose sono le formazioni sedimentarie che si possono riscontrare nel bacino del Chieppena. Nel bacino sono inoltre molto estesi i depositi del Quaternario che condizionano l’idrologia superficiale ed il trasporto solido del corso d’acqua. Sono visibili in morene e depositi fluvio glaciali (depositi morenici di Pradellano, Bieno e Tomaselli), in detrito di falda (materiali provenienti da crolli delle pareti rocciose) ed in alluvioni recenti ed attuali (sui fondovalle dei torrenti Chieppena, Cinaga e Lusumina sono particolarmente evidenti i depositi formatisi durante l’alluvione del 1966).

Nel tratto medio basso del bacino del torrente Grigno il substrato geologico è costituito da rocce sedimentarie che si susseguono nell’ordine: dolomia principale, calcari (grigi di Noriglio, oolitici di S.Vigilio, rosso ammonitici e bianchi), marne rosso violacee. Nel tratto superiore è presente un massiccio granitico che più in alto lascia posto prima a graniti porfirici e poi a formazioni più o meno metamorfosate (filladi quarzifere), soprattutto in sponda destra. Ad esclusione del tratto iniziale tutto il bacino è interessato da coperture moreniche e morenico detritiche di varia potenza.

3.3 Il modello DPSIR (Driving forces – Pressure – State Impact –