L’ambiente fluviale, in quanto ecosistema complesso, è caratterizzato da strette interrelazioni con il territorio circostante, basate su consistenti scambi di materia ed energia. ‘I corsi d’acqua costituiscono potenzialmente degli ambienti lineari ridotti in estensione ma fondamentali per il loro elevato grado di biodiversità, se non compromessa eccessivamente dagli interventi antropici. Gli ecotoni fluviali rappresentano spesso in territori modificati e sfruttati dall’uomo dei lembi residui di naturalità e delle importanti strutture di connessione all’interno del paesaggio. Questi ecotoni hanno l’importante capacità di assicurare la dispersione degli organismi nel territorio, di garantire la modificazione geomorfologia del territorio, ad esempio attraverso processi di erosione ed accumulo di materiale, e la connessione tra i vari ambienti’ (Farina, 2001).
I sistemi fluviali assicurano dunque molti servizi ecosistemici e vanno considerati all’interno della pianificazione ambientale per conservarne le funzioni ed ottimizzare i benefici da essi prodotti e ricadenti sulle aree circostanti.
Inoltre ‘maggiore è il degrado di questi ambienti e più forte è il rifiuto da parte della gente di considerarli una componente naturale del paesaggio: si inventano le soluzioni più strane per ingabbiarli e separarli dal resto del territorio, che la nostra cultura preferisce ordinato, efficiente e asettico’ (Ghetti, 1993).
In piena sintonia con la scuola di pensiero del ‘progettare con natura’ di McHarg (1969), la gestione sostenibile degli ecosistemi fluviali si fonda sulla consapevolezza di ‘lavorare col fiume anziché contro di esso’ (Brookes, 1988) e sulla considerazione che ‘i fiumi possono essere governati non con la forza, ma con la comprensione dei loro processi’ (Chang, 1988).
Oggi l’assetto naturale del corso d’acqua non sempre può essere ripristinato integralmente, perché il territorio circostante risulta spesso notevolmente modificato. L’obiettivo rimane dunque quello di ‘adattare il più possibile le regole della natura alle nuove esigenze, cercando di costruire assieme ad essa’ (Ghetti, 1993).
L’urbanista che ‘progetta con la natura’ (McHarg, 1969) dovrebbe cercare dunque di sfruttare la conoscenza delle tendenze evolutive del fiume e dei loro processi per adottare misure di pianificazione volte a garantire la sicurezza idraulica degli abitati, la fruizione ricreativa e la funzionalità ecologica del fiume (Sansoni, 1993). Risulta dunque necessario adottare, all’interno dei processi decisionali degli interventi di pianificazione ambientale, dei criteri che assicurino la tutela degli ambiti fluviali, basandosi sulla loro conoscenza e studio approfonditi. In tal senso l’IFF si pone come strumento non solo per valutare l’efficacia degli interventi di riqualificazione fluviale in alveo o nelle fasce perifluviali, ma anche per indirizzare le scelte di pianificazione territoriale negli ambiti fluviali.
‘Tramite un’applicazione meticolosa del metodo IFF e la sua traduzione in cartografie tematiche, si possono successivamente realizzare modelli correlabili in grado di fornire un adeguato supporto alle scelte pianificatorie a livello di bacino idrografico’ (Zanetti, 2005).
L’applicazione dell’IFF rappresenta quindi uno strumento utilizzabile a supporto di varie misure di pianificazione ambientale, come:
istituzione di vincoli di tutela (SIC, parchi, biotopi, …) in ambiti fluviali che corrispondono a tratti di corso d’acqua ad elevato livello di funzionalità, progettazione ed istituzione di parchi fluviali o aree protette nelle aree perifluviali;
valutazioni di compatibilità ambientale (VIA, VAS, Valutazioni di incidenza); progettazione di aree umide e rinaturalizzazione dei corridoi fluviali;
delimitazione degli ambiti fluviali di interesse ecologico (vedi PGUAP, Piano Generale di Utilizzazione delle Acque Pubbliche della Provincia Autonoma di Trento, reso esecutivo con D.P.R. 15 febbraio 2006);
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formulazione di proposte operative per gli interventi di compensazioni ambientali previsti a seguito della costruzione di centraline idroelettriche in tratti con elevata funzionalità fluviale (Delibera Provinciale della PAT n.783 del 21 aprile 2006);
base conoscitiva e strumento di previsione di scenari per le valutazioni nei PRG, nei Piani forestali e montani e nei futuri Piani di Comunità di Valle, che dovranno recepire gli ambiti fluviali (Art.23, PUP Piano Urbanistico Provinciale, adozione definitiva – 7 settembre 2007).
All’interno del presente lavoro di ricerca sono stati svolti tre tipi di elaborazioni a supporto della pianificazione territoriale nei territori circostanti ai torrenti considerati:
1. individuazione di aree ad elevato pregio naturalistico, in corrispondenza di tratti ad elevata funzionalità fluviale " effettuato sui 7 torrenti considerati;
2. delimitazione di ambiti fluviali " effettuato per il torrente Chieppena;
3. studio delle priorità d’intervento di riqualificazione a livello di bacino, in base ai servizi ecosistemici integrando i risultati delle metodologie IFF e FEP (Funzionalità Ecologica del Paesaggio – Scolozzi, 2009) " sui torrenti Centa e Larganza.
2.5.1 Gli ambiti fluviali ecologici definiti in base all’IFF
La delimitazione degli ambiti fluviali, aree in cui vengono applicati dei criteri di pianificazione, è stata applicata alle aste principali dei corsi d’acqua della Provincia di Trento come proposto nel PGUAP (Piano Generale di Utilizzazione delle Acque Pubbliche della Provincia Autonoma di Trento, reso esecutivo con decreto del Presidente della Repubblica 15 febbraio 2006). Il PGUAP è lo strumento di governo delle risorse idriche che la Provincia di Trento ha adottato d’intesa con lo Stato. Equivale ad un vero e proprio Piano di Bacino di rilievo nazionale e quindi, previsioni e prescrizioni costituiscono direttive nei confronti degli strumenti di pianificazione territoriale come il PUP (Piano Urbanistico Provinciale) e i PRG (Piani Regolatori Generali) dei Comuni.
Nel PGUAP le aree degli ambiti fluviali sono state definite, suddividendole in tre tipologie:
ambiti fluviali idraulici:
aree interessate dai fenomeni di esondazione con tempo di ritorno fino a 200 anni, sono aree in cui è vietata sia la costruzione di nuovi insediamenti che in generale l’occupazione, tranne in casi di particolare rilevanza sociale o in mancanza di localizzazioni alternative (Art.32, Ambiti fluviali di interesse idraulico, Norme di attuazione del PGUAP);
ambiti fluviali ecologici:
aree tutelate allo scopo di garantire adeguata funzionalità agli ecosistemi fluviali. Le perimetrazioni di tali ambiti, definite nel PGUAP (per le aste principali dei fiumi trentini, non ancora sugli affluenti), vanno recepite dai piani regolatori generali. Si distinguono ambiti fluviali ecologici con valenza elevata (Fig. 2.6), mediocre (Fig. 2.7) e bassa (Fig. 2.8) (Art.33, Ambiti fluviali di interesse ecologico, Norme di attuazione del PGUAP);
ambiti fluviali paesaggistici:
queste aree sono delimitate allo scopo di salvaguardare i paesaggi fluviali, con particolare riguardo ai loro caratteri di continuità, naturalità e fruibilità (Art.34 , Ambiti fluviali di interesse paesaggistico, Norme di attuazione del PGUAP).
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Fig. 2.6 Esempio di ambito ecologico con valenza elevata, fiume Sarca (TN) (fonte PGUAP).
Fig. 2.7 Esempio di ambito ecologico con valenza media, fiume Sarca (TN) (fonte PGUAP).
Fig. 2.8 Esempio di ambito ecologico con valenza bassa, fiume Sarca (TN) (fonte PGUAP).
I risultati IFF delle aste fluviali principali rilevati da un gruppo di operatori dell’APPA TN sono stati utilizzati, all’interno del PGUAP, per definire gli ambiti fluviali ecologici, secondo una procedura basata principalmente sul giudizio di esperti che hanno tenuto conto delle classi di funzionalità fluviale assegnate ai vari tratti.
Nel presente lavoro di ricerca si propone una elaborazione sperimentale della metodologia per la definizione sistematica del grado di valenza degli ambiti ecologici. Si è cercato infatti di strutturare un innovativo schema procedurale, riportato in Fig. 2.9, per definire il tipo di ambito fluviale da applicare ai vari tratti omogenei di
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corso d’acqua. Le valutazioni si basano sui risultati di funzionalità relativa e dei sub indici territorio, vegetazione e morfologia.
Si propone di distinguere, in base all’urbanizzazione del territorio circostante ed ai valori dei sub indici, quattro tipi di ambiti ecologici, caratterizzati da diversi criteri di pianificazione che corrispondono a quelli riportati nel PGUAP:
ambiti fluviali con valenza ecologica elevata:
requisiti di funzionalità fluviale: territorio circostante non urbanizzato, sub indici della funzionalità relativa inerenti la vegetazione e la morfologia entrambi di livello buono o maggiore; sono aree caratterizzate da integrità ecosistemica ed alta naturalità, importanti per le funzioni ecologiche ed i benefici che apportano anche ai territori circostanti;
criteri di pianificazione: in queste aree sono permessi solo modesti interventi a fini ricreativi ed opere di adeguamento e ristrutturazione delle infrastrutture esistenti, il cui progetto, su richiesta, dovrà essere correlato da un adeguato studio idrobiologico;
rappresentazione grafica: poligoni di colore blu che si estendono dalla linea della riva fino ad incontrare elementi di discontinuità ecologica (strade, centri abitati, coltivazioni, spartiacque,…); se non s’incontrano elementi di discontinuità le perimetrazioni esterne segnano dei limiti indicativi;
ambiti fluviali con valenza ecologica mediocre elevata:
requisiti di funzionalità fluviale: territorio circostante non urbanizzato, almeno uno dei sub indici della funzionalità relativa inerenti la vegetazione e la morfologia a livello buono o maggiore; sono aree in cui la funzionalità fluviale risulta leggermente ridotta in una componente;
criteri di pianificazione: valgono i criteri di pianificazione relativi agli ambiti di valenza ecologica elevata ed inoltre si dovranno prevedere interventi di riqualificazione fluviale mirati alla componente maggiormente compromessa;
rappresentazione grafica: poligoni di colore arancione (se il punteggio di morfologia è buono o maggiore o verde (se il punteggio di vegetazione è buono o maggiore) che si estendono dalla linea della riva fino ad incontrare elementi di discontinuità ecologica;
ambiti fluviali con valenza ecologica mediocre:
requisiti di funzionalità fluviale: territorio circostante non urbanizzato, sub indici della funzionalità relativa inerenti la vegetazione e la morfologia entrambi di livello minore a buono; generalmente sono aree scarsamente urbanizzate, agricole, incolti o pascoli, in cui la funzionalità fluviale risulta compromessa sia per modificazioni morfologiche (ad esempio arginature od opere trasversali) che per alterazione della vegetazione perifluviale naturale;
criteri di pianificazione: sono dunque suggeriti interventi che mirino a migliorare la continuità tra alveo e territorio circostante, in particolare rinaturalizzando le fasce che si estendono per circa trenta metri in senso trasversale a partire dalla riva (larghezza sufficiente per lo svolgimento delle funzioni ecologiche) e prevedendo interventi di miglioramento della morfologia; sono permessi gli interventi di adeguamento delle strutture e delle infrastrutture già esistenti in loco, mentre sono vietate nuove costruzioni a meno che non siano di rilevante interesse pubblico o non possano essere diversamente localizzabili. La definizione di fasce di rispetto di 30 metri anche per tratti caratterizzati da manufatti spondali duri è finalizzata a garantire una eventuale possibilità di ripristino futuro delle condizioni ecofunzionali della fascia perifluviale;
rappresentazione grafica: fasce gialle di larghezza di 30 metri che si estendono longitudinalmente, partendo dalla linea di riva;
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ambiti fluviali con valenza ecologica bassa:
requisiti di funzionalità fluviale: territorio circostante urbanizzato;
caratteristiche ecologiche: sono le aree urbanizzate limitrofe ai tratti in cui la funzionalità fluviale è pesantemente compromessa da interventi di modificazione dell’assetto fluviale e del territorio circostante;
criteri di pianificazione: in tali zone con matura urbanizzazione non essendo attuabili interventi di modificazione degli usi del territorio circostante, densamente abitato, saranno invece proponibili degli interventi di rinaturalizzazione del corso d’acqua all’interno delle arginature o di tutela delle eventuali fasce riparie presenti; rappresentazione grafica: linee di colore rosso vicine all’alveo, non sviluppate in senso trasversale per l’elevato grado di urbanizzazione delle aree.
Le applicazioni di tale procedura al caso di studio del torrente Chieppena sono riportate nel capitolo 4 (pgf. 4.7).
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Per sub indice buono s’intende un valore percentuale maggiore di 67%
Rappresentazione di lineerosse vicino all’alveo