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29 2.5.2 Integrazione dei risultati IFF con valutazioni di funzionalità ecologica

3. DESCRIZIONE DELL’AREA DI STUDIO ATTRAVERSO IL DPSIR

3.5 Studio delle pressioni ed impatti presenti nei bacini idrografici degli affluenti del fiume Brenta

3.5.2 Sistemazioni idrauliche

La vicinanza degli abitati ai corsi d’acqua ha in passato generato situazioni di pericolo e danneggiamenti, in occasione dei numerosi eventi alluvionali avvicendatisi. I bacini del Larganza, Ceggio, Maso, Chieppena e Grigno sono stati teatro di frane e colate di detrito e fango che hanno talvolta costretto le popolazioni ad abbandonare i centri abitati ed hanno mutato i siti insediativi dei paesi. Il timore di nuovi disastri e lo sfruttamento antropico intensivo del territorio, hanno spinto alla realizzazione di numerosi interventi sui bacini di tali torrenti, profondamente modificati o addirittura ‘annullati’, cioè deviati in canali coperti (es. Rio Ensegua e rio Cinaga che scorrono a Strigno).

Gli ecosistemi fluviali originali risultano ora decisamente compromessi nella funzionalità, a causa degli interventi che ne hanno pesantemente modificato non solo la qualità delle acque ma anche le componenti vegetale e faunistica. Con la costruzione di argini, briglie ed altre opere di sistemazione idraulica sono stati variati i tracciati originali dei torrenti con decisivi raddrizzamenti ed interruzioni drastiche della continuità trasversale dell’ecosistema fluviale. Alla necessità di difendere gli abitati e le infrastrutture si aggiunge dunque l’esigenza di limitare gli impatti sulle comunità biotiche che popolano i fiumi.

Passando in rassegna il succedersi degli interventi eseguiti sui torrenti in Bassa Valsugana ci si rende conto di come il rapporto uomo natura abbia portato a continue costruzioni e distruzioni, fino allo stravolgimento delle caratteristiche ecologiche di alcuni corsi d’acqua particolarmente insidiosi.

Fig. 3.6 Mappa delle sistemazione idrauliche costruite nei bacini idrografici degli affluenti del fiume Brenta.

Sul torrente Centa è presente un’imponente sistemazione a briglie (alcune risalgono all’Amministrazione austro ungarica), che ha lo scopo di frenare il trasporto solido. Nella parte terminale del corso d’acqua, a valle della zona industriale di Caldonazzo, il torrente scorre tra alti argini che si estendono in modo quasi continuo fino alla confluenza nel fiume Brenta.

A seguito dell’alluvione del 1882 sul torrente Moggio si rese necessario rifare parzialmente e prolungare i vecchi argini consorziali e vennero costruite serre di trattenuta del materiale in località ‘al Dosso’. Ma la continua formazione di materiale scaricato a valle durante gli eventi alluvionali determinò la necessità di eseguire innumerevoli ed importanti interventi di difesa. Attualmente il tratto terminale del torrente è interessato da numerose opere trasversali ed argini continui a valle dell’abitato di Olle. Sul torrente Moggio si contano un centinaio di briglie, le quali si sommano a opere di arginatura e di banalizzazione morfologica del corso d’acqua.

La parte del torrente Larganza appena sovrastante la confluenza è caratterizzata dalla presenza di una vecchia briglia in pietrame che impedisce eventuali fenomeni franosi di rigurgito e da una piazza di deposito delimitata in destra da un argine in pietrame e malta. Poco sopra si riscontrano sedici opere trasversali, costruite dal 1985. Il torrente, per la maggior parte del suo corso in fondovalle, è contenuto in robusti argini. Nei pressi della confluenza del torrente Larganzola sono state costruite sei opere trasversali. Più a monte comincia un piccolo tratto caratterizzato da alveo in roccia e sopra ancora la gola rocciosa di località Molini, dove, a difesa

della frazione, sono state eseguite, soprattutto negli anni 1884 85 numerose opere di sistemazione idraulica.

Presso la confluenza del torrente Ceggio due opere trasversali assicurano una regolare immissione delle acque nel fiume Brenta. La pendenza dell’asta principale del torrente Ceggio risulta bassa nel tratto rettilineo finale, fino a poco sotto l’abitato di Telve. Lungo tutto il tratto che attraversa il conoide sono stati costruiti degli argini. Nel tratto appartenente al Comune di Telve il tracciato del torrente è caratterizzato da alcune curvature e da pesanti sistemazioni idrauliche con briglie di modeste dimensioni e recenti lavori (2004), poco sotto il ponte della provinciale, di costruzione di briglie in massi legati. Appena sotto l’abitato di Torcegno vi è una piazza di deposito. A 890 metri s.l.m., in località Maso Costi, un’opera di presa deriva le acque per la produzione di energia idroelettrica alla centrale di Carzano. Gli interventi sul torrente Maso ebbero inizio fin dal diciottesimo secolo quando fu spostato verso sinistra per evitare che irrompesse nell’abitato di Castelnuovo. A difesa dell’abitato di Scurelle nel 1900 fu eretto un muro, il cosiddetto ‘murazzo’. Sempre negli anni a cavallo del 1900 quasi tutto il tratto del conoide fu arginato e fu costruita una grossa briglia di trattenuta a monte della centrale ENEL di Carzano.

Il tratto finale del torrente è incanalato in potenti arginature che iniziano poco sopra la confluenza nel Brenta e proseguono, almeno in sponda sinistra, oltre l’abitato di Carzano.

Il tratto medio, a partire dal ponte di Carzano, è stato sottoposto ad interventi di regimazione a più riprese. Si sono costruite sia opere di trattenuta del materiale (Serra al Testo) che di consolidamento del fondo dell’alveo (briglie a monte della presa della Roggia di Scurelle). A monte di Pra Minao vi è una stretta gola, impercorribile per un lungo tratto, al cui termine è stata costruita, in località Rocchetta, una grossa briglia di trattenuta in pietrame a secco che ha resistito a numerosi eventi eccezionali.

Anche i due rami montani sono stati sottoposti ad interventi di sistemazione. Agli inizi del 1900 è stata costruita, nel tratto sotto il ponte del Salton, un’opera spondale in sinistra, per impedire esondazioni delle zone limitrofe e lo scalzamento al piede della frana di Marolle. Nel tratto più a monte il Maso Calamento presenta frane localizzate e di dimensioni contenute; gli interventi antropici sono quasi assenti. Sul torrente Maso di Spinelle a seguito dei disastrosi eventi franosi sono state costruite numerose opere idrauliche con diverse tecniche.

Il torrente Chieppena, dalla confluenza con il fiume Brenta fino a dopo l’abitato di Strigno, presenta argini continui. Nove briglie in calcestruzzo stabilizzano il torrente nella parte a monte. La confluenza del torrente Cinaga avviene in destra perpendicolarmente all’asta principale tramite un cunettone coperto. Con le stesse modalità confluisce più a monte e a sinistra il rio Acqua Schiava. Il tratto superiore, fino alla confluenza con il rio Lusumina, è stato regimato con 4 briglie in calcestruzzo. A monte si trovano condizioni di dissesto molto grave, a causa della natura geologica del substrato e alla tettonica locale, che generano instabilità. Le briglie sono molto numerose in questo tratto. A monte della confluenza del rio Pradellan la serie di briglie si interrompe per poi riprendere a valle del ponte Gallina. Nell’alveo è presente una notevole quantità di materiali grossolani derivanti in parte dagli scoscendimenti delle sponde del rio Fierollo.

Il torrente Grigno oltre alle opere di presa per lo sfruttamento idroelettrico presenta altri interventi artificiali dati da numerose sistemazioni idrauliche per stabilizzare l’alveo ed i versanti. In particolare, il tratto che attraversa il paese di Grigno, è notevolmente artificializzato, con numerose briglie ravvicinate.

3.5.3 Inquinamenti di origine puntuale: scarichi da depuratori ed Imhoff,