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Studio di un caso italiano: Expo

4. Children Park: spazio dedicato ai bambini e alle famiglie, con percorsi, giochi e installazioni interattive legati al tema dell’esposizione.

4.1.2 Il tema centrale

Fucine di idee e luoghi di diffusione delle più grandi invenzioni della storia (come il telefono di Bell), le Esposizioni Universali hanno prodotto simboli immediatamente riconoscibili nelle infrastrutture e architetture da esse lasciate, tra gli esempi più famosi: la Tour Eiffel dell’Esposizione di Parigi del 1889 e l’Atomium di Bruxelles del 1958. La città di Milano nel 1906 era già stata luogo deputato ad accogliere l’Esposizione Internazione detta “del Sempione”, poiché dedicata alla tematica del trasporto32. Le Esposizioni universali sono sempre state descritte come delle vetrine sul mondo: da vetrine industriali nel contesto della nascita delle nuove società industriali e sull’ondata del positivismo scientifico, a vetrine tecnologiche e luoghi di incontro creativo nei decenni recenti. Su questa scia, l’Esposizione Universale milanese si vuole porre come un’esposizione collaborativa, ovvero un luogo di confronto, di studio e di partecipazione tra tutti gli stakeholder coinvolti a livello internazionale, in particolare per la globalità e l’ampiezza del tema scelto: “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. Il concept di Expo Milano 2015 si collega infatti al percorso predisposto dagli Obiettivi del Millennio delle Nazioni Unite (da raggiungere entro il 2015), legandosi specificatamente a cinque obiettivi:

• il primo: sradicare la povertà estrema e la fame nel mondo, riducendo del 50% la popolazione mondiale che soffre di fame.

• Il quarto: ridurre di due terzi la mortalità infantile dei bambini al di sotto dei cinque anni. • Il quinto: migliorare la salute materna, riducendo di tre quarti il tasso di mortalità materna. • Il settimo: garantire la sostenibilità ambientale, riducendo la progressiva perdita di biodiversità. • L’ottavo: sviluppare una partnership mondiale per lo sviluppo sostenibile.

Il tema di Expo della nutrizione non solo dell’uomo ma anche del pianeta è un tema molto ampio e perciò è stato declinato in tre prospettive:

1. Prospettiva scientifico-tecnologica: riguarda le riflessioni scientifiche sui sistemi di produzione e di consumo alimentare, la messa a punto di nuovi strumenti innovativi per la filiera agroalimentare, la dimostrazione delle nuove tecnologie e tutta la ricerca dei settori collegati.

2. Prospettiva socio-culturale: concerne la definizione e l’attuazione di un programma educativo per un’alimentazione sana e corretta in termini sia quantitativi che qualitativi, oltreché la promozione dell’incontro tra identità culturali e sociali differenti e la conservazione delle tradizioni culinarie, intese come una forma di patrimonio culturale immateriale. Expo 2015 quindi permette di presentare il cibo e i suoi significati contestualizzandolo nelle identità regionali del monto, creando una forma di sensibilizzazione che rientra nelle pratiche della sostenibilità culturale.

3. Prospettiva della cooperazione allo sviluppo: tutti i partecipanti, soprattutto i governi nazionali e locali, le organizzazioni internazionali e gli istituti di ricerca devono cooperare per la formulazione di progetti, politiche e linee di azione comuni e innovative, in particolare per quanto riguarda la sicurezza alimentare. Expo diventa così un luogo d’incontro, dialogo e discussione.

32 In onore dell’apertura nel febbraio 1905 del Traforo del Sempione che collega Italia e Svizzera.

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La storia e la cultura legate alla produzione e al consumo del cibo nel mondo, le problematiche ambientali, il cambiamento climatico, la sicurezza alimentare, la tutela della biodiversità naturale e agricola, le alternative energetiche, l’informazione e l’educazione alimentare sono tutte tematiche centrali di Expo 2015 che il visitatore incontra nel suo percorso di visita ai padiglioni. I Partecipanti infatti sono tenuti a sviluppare il tema in tutte le sue dimensioni (architettonica, culturale, scientifica e tecnologica) allo scopo di far vivere al visitatore un’esperienza memorabile, che coinvolga tutti i cinque sensi. Dal punto di vista architettonico, ad esempio, il design del contenitore deve essere coerente al paesaggio in cui va ad inserirsi e lo stesso spazio espositivo deve farsi espressione del contenuto. Si deve preferire la scelta di materiali sostenibili e significativi dell’identità culturale del Partecipante, cosicché già la visione dei padiglioni diviene un elemento di significato per il visitatore che accede al sito. Di seguito due esempi al riguardo.

Fonte: Mike Chino per inhabitat.com

Padiglione del Giappone

Composto da circa 17 mila pezzi di legno (di cui anche bambù) incastrati tra loro a formare una rete tridimensionale, il padiglione antisismico, disegnato da Atsushi Kitagawa, prende come esempi della tradizione le ciotole in ceramica “Utsuwa” come contenitori della diversità e le tecniche di costruzione del tempio buddista Horyuji a Ikaruga, realizzato interamente in legno senza alcun a congiunzione metallica.

Fonte: Mike Chino per inhabitat.com

Padiglione del Regno Unito

La struttura ad alveare ideata da Wolfgang Buttress ha vinto il premio per le migliori architetture dei padiglioni di Expo Milano 2015. Composto da 169300 elementi di alluminio e assemblati in 32 strati orizzontali vorticosi, la struttura cattura l’essenza di uno sciame all’interno di un alveare. All’interno sono utilizzate luci a LED e suoni che riproducono il brusio di un reale alveare con centinaia di api. Si fa riferimento al ruolo cruciale dei processi di impollinazione per la produzione del cibo.

Figura 4.3: Padiglione Giappone

Dato il tema dell’alimentazione, ogni Partecipante nazionale deve inoltre portare a rappresentanza della propria cultura gastronomica i prodotti più significativi ed eccellenti, elaborando una proposta ristorativa originale per i visitatori. L’esperienza vissuta da questi ultimi deve essere un’esperienza inclusiva e partecipativa con il coinvolgimento di tutti i sensi (attraverso danze e spettacoli tradizionali, laboratori culinari partecipativi, riproduzione dei suoni della natura all’interno dei padiglioni, ecc.). All’interno dello spazio espositivo deve essere suscitata la curiosità, la riflessione e la consapevolezza, di maniera che l’esperienza conduca a ripercussioni esterne positive, anche se minime, negli stili di vita quotidiani. Uno degli aspetti caratterizzanti la visita è la presenza di cinque itinerari tematici, ciascuno corrispondente ad una diversa declinazione del tema principale e modulabili secondo l’interesse del visitatore, che collegano le aree e gli spazi del sito:

1. “Storia dell’uomo, storie di cibo”: si può seguire la storia dell’umanità attraverso la storia del cibo, delle tecniche di coltivazione e allevamento e della trasformazione degli alimenti.

2. “Abbondanza e privazione: il paradosso del contemporaneo”: si mettono alla luce le contraddizioni riguardanti il consumo e la disponibilità di cibo nella società contemporanea, ad esempio lo spreco di risorse e derrate alimentari, da una parte e la mancanza di cibo con le malattie ad essa collegate, dall’altra. Questo percorso ha lo scopo specifico di risvegliare le coscienze, ad esempio la consapevolezza verso ciò che si mangia e ciò che si butta, non solo: vuole anche dimostrare l’importanza della ricerca di soluzioni immediate al problema.

3. “Il futuro del cibo”: è un percorso che si focalizza sulle tecnologie e sulle scoperte scientifiche riguardanti la qualità e la sicurezza alimentare, la tutela delle specie vegetali, la produzione, la distribuzione e il consumo di cibo nel futuro, quando la quantità di popolazione nel mondo sarà ancora più elevata.

4. “Cibo sostenibile = mondo equo”: si guardano ai nuovi obiettivi da elaborare per l’inizio di un millennio realmente sostenibile. Non è più possibile tergiversare o rimandare al domani, è necessario responsabilizzare ora le popolazioni (soprattutto dei paesi sviluppati) per ricercare e mantenere un equilibro tra produzione (e distribuzione) di cibo e sfruttamento delle risorse.

5. “Il gusto è conoscenza”: l’atto del nutrirsi non solo come azione necessaria, ma anche come piacere e strumento di conoscenza delle storie e delle tradizioni delle società del pianeta.

A fianco a questi cinque itinerari si aggiungono e si incrociano altri nove percorsi che originano dalle tematiche specifiche dei Cluster: riso, caffè, cereali e tuberi, frutta e legumi, cacao, spezie, bio-mediterraneo, zone aride, isole. Questi possono essere collegati ai temi dei Padiglioni, delle Aree Tematiche o degli eventi e il visitatore può scegliere il percorso autonomamente, mettendo poi in relazione i diversi elementi sperimentati e appresi.