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Ceramica decorata a carattere balcanico occidentale: il Peloponneso

LA CERAMICA NELL’ADRIATICO E NEI BALCANI OCCIDENTALI NEL III MILLENNIO A.C.

II.2. La ceramica decorata a carattere balcanico-occidentale nell’Adriatico: luoghi di rinvenimento e caratteristiche formali e tipologiche

II.2.2. Ceramica decorata a carattere balcanico occidentale: il Peloponneso

Vari siti della Grecia, sono citati come luoghi di rinvenimento della classe ceramica in questione: Pelikata sull’isola di Itaca; Asea, Andravida Lechaina, Tirinto, Prosymna, Micene, Zygouries, Korakou, Tsoungiza nel Peloponneso; ad Egina; H. Marina, Pefkakia Magoula, Argissa Magoula in Grecia centro-settentrionale202 (fig. 29). È stato già segnalato che nonostante la quantità dei siti, non molti sono i cocci recuperati e tra essi pochi sono riferibili al periodo Antico Elladico III.

Olimpia e Lerna sono gli unici insediamenti nei quali si registra con discreta frequenza la ceramica impressa ed incisa. Inoltre, il materiale archeologico proviene da contesti primari e ben documentati. In aggiunta a ciò è stata costruita una sequenza cronologica solida, specie per il sito di Lerna. Oltre a disporre di rapporti in termini di cronologia relativa, vi sono anche datazioni assolute, calibrate, derivanti dal radiocarbonio 14 e dalla dendrocronologia. Per queste ragioni ho scelto di visionare i materiali da questi due luoghi. Da ricordare che le ceramiche da entrambi i siti sono già edite e datate e inserite all’interno di un sistema cronologico.

201 L’ornamentazione a rotella, di Ljubljana, è attestata già nel Neolitico, vedi supra capitolo I.1. 202 RUTTER 1982, 472-473 fornisce un elenco completo dei pochi pezzi rinvenuti nei vari siti; MARAN

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Fig. 29. Ceramica con decorazione incisa e/o impressa. In senso orario dall’alto: Korakou; H. Marina; Asea; Tirinto. 1:3. (MARAN 1998, tavv. 31,2; 32,5; 32,10; 31,3).

Per quanto concerne Olimpia si possono distinguere due zone in cui è stata rinvenuta la ceramica incisa e/o impressa. Un primo lotto di materiali è stato recuperato durante gli scavi nell’Altis ad opera di Dörpfeld e Weege, all’inizio del secolo scorso203. Essi portarono alla luce un insediamento preistorico di cui rimanevano resti architettonici quali le fondazioni di edifici absidati. Uno di questi in particolare, la casa absidata numero 3, si è rivelata la più ricca della classe ceramica in questione. Qualche decennio dopo, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, in occasione dei lavori per la costruzione del Nuovo Museo di Olimpia, localizzato a circa 500 m a nord dell’Altis, furono individuati altri materiali pertinenti al periodo Antico Elladico. I pezzi sono stati studiati da Koumouzelis204 che ha fornito una proposta cronologica interna del sito comparandola anche con la sequenza di Lerna. Sebbene in un primo tempo non vi fosse accordo comune sulle teorie della studiosa205, in particolare sull’anteriorità dei vasi dall’area del Nuovo Museo rispetto a quelli dell’Altis, ora la

203 WEEGE 1911; DÖRPFELD 1935. 204 KOUMOUZELIS 1981.

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proposta cronologica è accettata dal mondo scientifico206. A questi due gruppi di materiale si sono poi aggiunti pochi cocci, attribuiti ad un momento finale dell’Antico Elladico III, dall’area del Pelopion, zona indagata tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta207.

Sintetizzando per i vari gruppi, le forme vascolari maggiormente attestate nelle quali appare una decorazione impressa e/o incisa, sono aperte. Numerose sono le coppe e le ciotole, anche dotate di anse. e in taluni casi con la base esterna decorata ad incisione. Sono documentate anche tazze e kantharoi. Più rari sono i boccali, i tankard, le giare e, più in generale, i vasi chiusi (fig. 30).

Fig. 30. Olimpia. 1:3 (WEEGE 1911, tavv.5,8; 5,1-2; 5,5).

A Lerna la ceramica oggetto di studio è documentata nella fase quarta dell’insediamento. Nello specifico si ritrova per lo più nelle fasi IV.1 e IV.2 corrispondenti rispettivamente ad uno stadio antico e medio dell’Antico Elladico III208. Da ricordare che la quarta fase è successiva alle distruzioni che interessarono il

206 MARAN 2007 ha riconosciuto la validità delle teorie di KOUMOUZELIS 1981, appoggiate già da

RAMBACH 2001, 328-333; RAMBACH 2004, 1222-1228.

207 RAMBACH 2001; RAMBACH 2002; RAMBACH 2004.

208 Sono presenti comunque cocci attribuibili alla fase Lerna IV.3 (Antico Elladico III finale/Medio

Elladico), cfr. oltre capitolo III. Secondo RUTTER 1982, 460, nota 5, sono da ritenersi distinti da quelli delle fasi IV.1 e IV.2. Infatti, si differenzierebbero da questi ultimi per una decorazione incisa grossolana e per il fatto che ricorrono quasi unicamente in giare a bocca larga e in profonde ciotole con ansa verticale a nastro innestata sull’orlo e sul punto di diametro massimo.

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sito nell’Antico Elladico II (fase Lerna III). Alla quarte fase risale l’erezione di un tumulo sopra ai detriti della Casa delle Tegole e in questo periodo sono caratteristiche le case absidate, a mégaron e strutture probabilmente adibite allo stoccaggio, i bothroi.

Per quanto riguarda le indagini archeologiche, è da segnalare che lo scavo del sito è stato eseguito per trincee e per quadrati e per ogni singolo pezzo viene indicata la precisa provenienza209. A tal proposito è doveroso ricordare che molti frammenti sono stati recuperati dai bothroi.

Fig. 31. Lerna 1:3 (RUTTER 1995, figg. 10; 13).

Le forme vascolari su cui vi è la decorazione impressa e/o incisa che ricorrono con più frequenza sono di gran lunga le ciotole210 con orlo ispessito e decorato superiormente (fig. 31). Presenti anche qualche tankard, kantharos, askos e recipienti con aperture sulla parete.

Come per Olimpia, i pezzi sono già stati studiati e pubblicati. A Rutter si deve lo studio e la pubblicazione della ceramica della quarta fase di Lerna211. Lo studioso si

209 La ceramica di Lerna IV è stata pubblicata parzialmente in RUTTER 1982; RUTTER 1983. Per la

pubblicazione complessiva del materiale vedi RUTTER 1995.

210 Sotto questa terminologia comprendo genericamente le bowls pur mantenendo una distinzione tra

ciotole a vasca bassa e profonda (rispettivamente bass e deep bowls).

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era già occupato di una particolare classe ceramica dell’Antico Elladico III di Lerna, che si distingueva dalle altre212 e già si era impegnato nel trovare dei parallelismi con la ceramica da Olimpia.

I materiali dal Peloponneso hanno destato l’interesse di molti studiosi italiani213. Tra essi Cazzella214, sulla base dei confronti con i materiali italiani, ha distinto due fasi della ceramica da Lerna: la prima è costituita dai livelli più antichi e medi, la seconda dai livelli più alti a cui ha agganciato i materiali dai siti italiani.

Ad ogni modo, al di là delle varie ipotesi, resta il fatto che il corpus del materiale da Lerna rappresenta un punto di riferimento saldo per tentare una periodizzazione dei materiali da altri siti qualora si scoprano dei punti comuni alle diverse realtà, così come è già stato fatto per Olimpia.