L'organo ASERCOM dà la possibilità ai produttori associati di certicare le prestazioni di compressori ritenuti molto validi in termini di performance.
Essendo ASERCOM un'associazione autorevole nel campo della refrigera- zione il costruttore potrebbe essere interessato a pubblicizzare un proprio pro- dotto attraverso la conquista della certicazione che ne attesta la veridicità dei dati pubblicati.
ASERCOM riprende sostanzialmente la norma EN 12900 restringendo le tolleranze e rendendole bilaterali.
I limiti imposti per garantirsi l'attestato di certicazione sono presentati in Tabella 4.5.
Analizzando i dati si può apprezzare come i limiti siano drasticamente ridotti rispetto ai corrispondenti annoverati nella EN 12900. Inoltre anche il numero di regioni in cui è diviso il campo di applicazione diminuisce da 3 alle sole 2 denite Inner region, regione centrale, ed Outer region, regione esterna. I limiti che sono applicati a capacità frigorifera, potenza assorbita e
Tabella 4.5: Tolleranze per la certicazione ASERCOM
COP sono i medesimi e valgono ±1 % per la regione centrale ed ±2,5 % per la regione esterna.
In Figura 4.4 è proposto un confronto graco tra le tolleranze EN 12900 ed ASERCOM riferite alla capacità frigorifera.
Figura 4.4: Confronto delle tolleranze secondo EN 12900 ed ASERCOM Una osservazione più attenta spinge a notare che qualsiasi condizione appartenente al campo di lavoro di progetto della gamma SK2 cade nella regione esterna, più tollerante, per quanto riguarda la distinzione sul ran- ge delle temperature di condensazioni. Questa è pertanto una condizione favorevole in caso di certicazione dei compressori SK2.
Conduzione delle prove
L'impianto dopo essere stato allestito, programmato e calibrato si dovrà ri- velare idoneo all'eettuazione dei test previsti. Una soluzione rapida per validare l'impianto così come proposto nel Capitolo 3 è, di nuovo, quella di collaudare il sistema impianto-macchina nei casi di accoppiamento con la macchina di taglia più piccola prima, e di taglia più grossa dopo. Veri- cando queste due condizioni estreme sarebbero immediatamente riconosciuti fattibili i test su tutti gli altri SK2.
Dal punto di vista del test vero e proprio l'idea è quella di raggiungere i massimi standard che sono rappresentati dal rispetto delle tolleranze della EN 13771-1 e da quelle ASERCOM in merito rispettivamente alla precisione dei dati misurati e della precisione dei dati pubblicati.
5.1 Revisione degli obiettivi
A seguito dei primi avviamenti e dei primi tentativi di stabilizzazione delle condizioni si è subito osservata una certa dicolta nel rispettare le stringenti esigenze dettate dalla EN 13771-1.
Innanzitutto la mezz'ora minima di stabilità (alle condizioni riportate in Tabella 4.4) costituita dai 15 minuti di lancio e dai 15 minuti di prova è parsa un'obiettivo dicilmente raggiungibile. Già dopo pochissimi minuti il software imponeva un azzeramento del cronometro per via della deriva, di una o più grandezze controllate, al di fuori dei valori limite.
A causa di questo problema si è deciso di ridurre da 30 a 10 minuti il tempo di permanenza minimo nei limiti di riferimento, anche e soprattutto per velocizzare lo studio che si è reso necessario n da subito per la messa a punto. Si è previsto comunque di accoppiare sempre un primo periodo di 10 minuti per permettere l'assestamento delle condizioni prima di abilitare il secondo periodo dedicato alla registrazione dei dati. Come prevedibile però
anche i 10 minuti sono irraggingibili per un sistema che sistematicamente riesce a garantire la precisione richiesta per non più di 2-3 minuti. Poichè per scelta non è stata ritenuta accettabile un'ulteriore riduzione del tempo di prova si è agito aumentando le tolleranze relative ai parametri soggetti a uttuazioni inaccettabili.
Questi parametri si sono dimostrati essere proprio quelli su cui vi è il controllo diretto ossia le due pressioni di aspirazione e mandata ed il surri- scaldamento; limitatamente ad essi sono state introdotte tolleranze più per- missive secondo due proli aggiuntivi indicati come Stretto e Largo. La Tabella 5.1 ne propone i dettagli.
Condizioni base di test EN 13771-1 Stretto Largo
Pressione aspirazione ± 1 % ± 2 % ± 3% Pressione mandata ± 1 % ± 2 % ± 3% Temperatura aspirazione ± 3 K ±4 K ± 5 K Tensione elettrica ± 1,5 % ± 1,5 % ± 1,5 % Frequenza eettrica ± 1 % ± 1 % ± 1 % Temperaura ambiente ± 3 K ±3 K ± 3 K
Tabella 5.1: Tre proli di tolleranze
Sono evidenziate in colore rosso le dierenze apportate dai due nuovi pro- li che incrementano di un punto percentuale sulle pressioni e di un grado kelvin sulla temperatura di aspirazione il prolo immediatamente precedente nella scala delle precisioni. Ovviamente la logica con cui sono state introdotte è quella di provare a raggiungere i 10 minuti di prova con la massima preci- sione possibile; di volta in volta il primo tentativo dovrebbe essere attuato impostando il prolo EN 13771, sostituito eventualmente con lo stretto in seconda istanza e con il largo in ultima istanza.
Chiarito il metodo scelto, forzatamente imposto dallo stato delle cose, si è proceduti a selezionare il gruppo di punti entro il campo di lavoro corrispon- dente alle condizioni da testare. I punti-obiettivo, visualizzati in Figura 5.1, sono 14, un numero ritenuto di buon compromesso per ottenere una discreta ed omogenea copertura dell'envelope rientrando in tempi non troppo lunghi per il completamento della campagna prove.
Figura 5.1: Punti-obiettivo della campagna prove
Si nota che nessun punto cade sul bordo esterno dell'envelope ma non vi è un particolare motivo se non quello che posizionando i 14 sulla massima area disponibile del campo i punti centrali sarebbero risultati un po' troppo lontani tra loro. I punti borderline saranno dunque ottenuti per leggera estrapolazione rispetto a quelli misurati.
I punti risultano raggruppati per successivi livelli del valore di condensa- zione proponendo 3 punti per la più alta e la più bassa delle condensazioni scelte mentre sono solo 2 i punti per le condensazioni intermedie. Questa procedura è stata seguita in virtù della conoscenza del software utilizzato per la regressione il quale propone fasci di curve rappresentanti la capaci- tà frigorifera in funzione della temperatura di evaporazione, parametrizzati rispetto alla temperatura di condensazione.
Una terza fondamentale variazione degli obiettivi riguarda la coppia di modelli che realmente sono stati provati. Il primo dei due si è confermato essere l'A 1 2,5 SK2 che è anche stato cronologicamente il primo modello di- sponibile in laboratorio a seguito del superamento delle prove di tenuta. Il se- condo modello invece è il D 4,5 9 SK2 in sostituzione del preferito Q 9 20 SK2. La causa di questa sostituzione è stata dovuta alla non conformità dei corpi cilindrici prototipali presenti in azienda, una contingenza che esclude anche la possibilità di orientarsi sul Q 7 15 SK2 in quanto anch'esso monta lo stesso
corpo cilindrico. Volendo proseguire a cercare il modello da testare seguendo l'ordine di taglia decrescente, il successivo canditato è il D 5 11 SK2 a cui però è stato preferito il D 4,5 9 SK2 in quanto immediatamente disponibile a magazzino.