Soggiunga
a quello ciocché(criHeil rinomatiftìmo Cavillonellefae quotidiane controverselegalitom.4.cap. 15.Eglialnum.
12.af-fermò
per resola e maflima generale» che il cafo omeflo ba-betur pròommifforegulariter,&
relinquitur difpofitioni /uriecomu~•tris :CT ita regulariterpromifjiofatìaper
modum
dijpofirionispura
inunum
cafum nontrahi tur ad alium . Indi al num. 13.avverti che quella regolaabbia luogo.*indifpofitionibus» (irfideicommif•
fis,
&
cateris difpofitionibus te{lamentarne : e finalmente al nu, 14. cosi (oggiunge
:procedit etiam in contratìibus omnibus inqua-cumque
materia,&
difpofitione cu/ufcumque generis fit>&
ficin legibus,in ref
criptis,inconcefjtonibus in confuetudine, inf
antenna,Ò"
in flatutis&c.
etiamfi agatur favorepite caufec.Pur
troppoha conofciutoquellaveritli ildegno
Avverfario, c per-ciòha
(limatodinon
darfeneaffattocarico nella lua allegazione?, facendoci rimaner
delufi,perchècircaquello punto
avremmo
avu-tocaro diricevereifuoiammaellramenti
„•Ma
forte perquanto
fiali affaticato
non
avrò potuto 'rinvenireneppur uno anche
de’ forenfi piò cavillofi ed intraprendenti,che abbia afferma-to l’oppoflo, correndo perla boccadi tutticome
indubitato af-fiorila,chenei contratti verba funt
fumenda fecundum
eorumna*turalem
fonum
prout cantane.Onde
a ragion veduta il P.Affitti*eontrov.forenf. cap. 34. num.io.in propofirodifie Jforma aurem debetad
unguem
obfervori, prafertimin donationc, inquamene
dona*toris
f
cripta dteitur inrigoreverborum.I
L
dettofinqui farebbe piucchèbattevo!rifpofla a tutto 1*allegato dalContradittorecome
incongruo edin confacente alcafo in cuifiamo;ma
pcrefuberanzadicofe,cifiapermeffodiporre un pocoall’efame
le ragioni lecongetture ele prefunzioni daeffolui addoc-»te, e toglier quellamafehera, che alle
medefime
confbmma
artefi èpolla.
Primieramente
ei fa d’uopo
avvertire non elfer vero che ilDuca
D. Ferrante abbia coi capitoli matrimonialic
coll’iUro
mento
della dilororatificainvitato allafuccelTione delMaggiorato
ilConte
D. Carlo,ifuoi difendenti, el’agnazioneanche
artificiale,come
daldegno Avverfario s’affume nel«.255*Con
quell»due primi contratti altroilmedefimo non
fece,che
donare idocatidoooo.
aD. Girolamo
col pefo di doverli redi-tuire alfuoprimogenito difeendente,echeavelietenutoilluogo di primogenito,come
figlio e non com’ erede,
chiamando
alla di lorogoduta i fuoi figli e difendentimafehi da primogenito in primogenito, edin loromancanza
lefemine difendentidall’iddio
D. Girolamo,
erigendoafavor de’ raedefimi , e della fa*migliadall’ideilo
D, Girolamo
difeendenteun
perpetuo Maggio-rato,A
DjgitizedbyGoogle
rata*ficcarnefiè
diffufamenm
dettonellaprima
noftr* allegazione neiprincipiodeiU
narrat-i-vade'fatti,Da
ciàrne fiegue che inqualunquemaniera
, e con leforinole piu ftrette c rigarofe dinotanti perpetuitififotte ilMaggiorato
concepitoinquei due
contratti,non
porta ilDuca
d’Accadia de(umern
e ragione alcuna,pernon
erte rdifendente
da D. Giro»lama,
eda quel!matrimonio
»per cui fi fece la donazione,ma
dai
Conte
D, Carlo che in quellinon
fu perombra
nomi-nato'Tutte
dunque- le prefazioni. che voglionfi ricavar#daii’
Autore
della feconda frittura, fbndandofia
idue
primi contratti fono-tutteinconfcenti per localò incui fiamoe dittan-ti dalpropofito,
nemmeno che
(e voleffero ricavarli dalTalmud
degliEbrei,
Veniamo
ai terzocontratto- 1ed
eccodove
fonda tutto il grannu-mero
delie fue prefunzioni1’ Awerfario. . IlDuca Q.
Ferrantedopo
aver confermata ladonazione già fattain beneficio del fi-glio-, e de’foo*difendenti ditte ;&
ad ma}arem, cautelamidittiD.
HietonjimitÙ
4aliorum in dòtti*,prceinfertis capitulisvocatoxum,&
vocandottum. Indi ripetè ladonazione D.Hi
evonimo ejusfliopreferiti in\pcrpehtttm, acejusfiliisprimogeniti s
,
&
aliti,vocatisstette
immòti
,Dopo
fifoggiunfe, Ajfignavitcejjti,&.renuncia»vi*,dòttoFideicommijfoy (T proto dittoD. Hieronymoprofetiti,re»
ripianti,
&
Jìipulantt,tam
prò fe,ejufefuc defcendenitbusma
[cu-li*oncor.pore legitirmèdefeendentibus in infinitum,. , .prò omni-bus,CT ftngulisaliisvocatis,&
infra vocandis inF
ideicommiffo prerditto de primogenitoitoprimogenitum,&
de gradu ingradum, ordine fermato /untò formano, proniitti,ac infraferiptiF
ideica/nmi[fi& non
alitar,Finalmente A
ditte•< Ita quod liberè liceat dittoD.
Hieronpmo e/ufquedefeendentibus mafculiy legitimis,&
natura-Itbus excorpore altifane vocatis.,
&
infravocandisinF
ideicorami[-foprtedittode primogenito in primogeni
tum
,de graduingradum fer-va
taforma F
ideieommiffiprad
itti, ampliationis. infrafcripta^tam
dittosaunuosintrottuspercipere
&t.
Pa
quelle parole eicrede, che fidefuma
lamente
del.Duca D.
Ferrante d’averfondato.un
perpetuo maggiorato., alla godu-ta del quale abbia chiamato, difpofitivamente priaIX Girolamo
ediTuoidifendenti,indiilConte
D.Carloe tuttiiTuoi difenden-ti,c perciò doverfilimitareil configliod’Qjtrado*.Q W
iftcffoveramente Awerfario
cipotremmo,
al n.i§2.:fervi/eSi fatte clausole Jipetrifpofta dellef
agl tono appor-paroledell#*reda ognignoranteNotare.
Ed
ia
vero,quellafarebbeuna
rifpo-ftachein,quello,enongiànel luogoda
ertofatta cablerebbemolto
a propofito .L’ intiero cornetto delle paiole;L’ctterconcepitein lingua latin*,quandócchè
poila donazione fu concepita inlin-gua
italiana,ben
dimottrano che.quelle fianofiate pennellate deldel Notajo e non già deldonante . La mentedi coftui nonfideefpiegaredalleforinoledelNotajo,lequali furieper diminuirlanoja,chefogliono arrecarequandofilencono
?nell’
atto dellaRiputa nonlifuron neanchelette,
Ma
non fucosi,anzidippiùfìngiamo, chequelle claufoiefi fode-roappofleper cfp refiovoleredeldonante,nefiegue dunque chelachiamatafattainbeneficiodelConteD. Carlo lotto1» condizionelefollemorto D.Girolamolenzafigli,$intenda ha-cherepetitafeifiglidicoftuifoffermortifenzafigli? Chino»
fachede jureleclaufoie generaliappofleinaltraparte della di»
fpofizioneaffattononalteranolanaturadellamedeftma,e cioc-chéinertaefpreffamenteficontiene?
Inqucfii termini appuntofcriffeilConfigl.GiufcppediRofalaconfutici perlofedecommcffo ordinato d*Diana Milano.Corteineltempo (ledochenelluoteftamentofeceunareciproca foftituzione fra quat-tro fuoi eredi,ordinandochemorendo ciafcunodieffifenzafigli, allaporzionedelmorientefuccedefferoglialtrifuperlliti
,edidi
loro figliedifendenti,inaltrapartedelteftamento,allorché proibil'alienazionede'benidifua erediti,fifpiegòcontermini tali,chedimoftravanodivoler iftituireunfedecommeffo per-petuotraidifendentide’fuoieredi:Ciònonortantel’arrecato autorealnum.3.dille,cheifiglic difendenti lofficui tida Dianafollerò(latichiamatitradiloropervulgarem,non autem perfidehominiffumperpetuum difeenfivum,
&
multominui reti-procum.
Facendolipoicaricodelleparolecontenutein altrapartedel le-nimentodenotantiperpetuitidifedecommeffoalnum.9.dille.
Wrrautem veiba nonfufficit fi adfint in alia teftamentiparticultr.
fedoportet
,utfint inillamet parte teftamenti,inquateftator dtfeendentes ipfosvocat,ineademclaufula,
&
erottoneaddat vtf-bainperpetuum,in infinitumdeheerede in bsredent,i?fintilia; alio-quiafiin alia teflamenti particula,dumin alio (afu dijponit, fa-ttimentionem dedcjccndentibuscumclaufula inperpetuum
,in
infi-•nitunt,vel fimilianonexhocinprecedenticafu cenfebiturinter eoiperpetuum fideicomnùffum induBum, quiaverbaperpetuitatit nonrefpiciuntillunicafum,necillum informane,fed aliuminquo funiappofita,
&
intratregola,quodteftatorubivoluti dixit&c.ideòqueverbaperpetuitatitdebent effe appofita in ipfo caputilo voca-tionisdejcendemiumfitaRedartfc. omnitiìlegendus d.conf.IO.fub num. 40.,e dopo avercitatiunnumerogrand*diDottori, dice:quiaimb nonfufficit apponibeteverbaineodtmcapitulo, feditadebentapponiutrtfpiciantipfofmet defeendentesfubftttutos,
&
adeoi nCceffariorcferantur,itapoftinnumeros probatFufar.d.qu.
47p.num.50.
Se lefopraarrecate parole doveffero intenderli nellamaniera che dall'Avvertanofipretende,ildettofinora facqaofcerccheno»
fa.
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tarebberovalevolia produrrequell' effètto ch*ei dcfidcra .
Mt
di grazia s’odcrvino conattenzione e fi vedrà,cheil donante
firimile alfintutto,riguardoallechiamate edalla duratae perpe-tuità delfedecommefio,alladitpofizione antecedentementefatta*
edaquella cheinapprclso dovea fare,avendolo ben due volt#
replicato col dire priajuxtaformar»pradiftt,ac infrafcriptifidc'u cowmtjfì,
&
nonaliter\ edindifervataforma fidcicommijfi prx
-dtéh,
&
ampliationis infrafeript*.Dunque
giulta laforma
cheavea difpofto,edoveainapprettodilponere, e
non
altrimentidovea
etter perpetuoilMaggioraro*ed i chiamatidoyean
lue*cedere.S*egli è cosi» non
avendo
poifatto altroildonante fc«on
chechiamare
ilConte D.
Carlonel folacalodeliamorte
di,P.Giroiamo
fenzafigli*non fappiam
conofcerecon qual princi-pio di loica fipottadedurrelaconfeguenza, che dall’/Vwerfario.fi ricava, cioèadire detteràfiatichiamati per cagiondidette pa-roledifpofitivamentc
D.
Girolamo,ed.ifuoidifendenti, cd in-di ilConto D.
Carlo*.Le
paroleadunque
generalmentedette-dal donante debbonfi inten-derefecondo1diverti, cafi daetto,confiderati,non
ioloperchèin talfatta dejureintenderfidebbono
,ma
ancoraperchècosiil me-defimo elprettamente ordinò«Onde
fe furono allachiamata
re-miffivenon
pofson’ cfsere definiitive. della, condizione in. elsa appetta*. •••E
ciòrantomaggiormente
,chenon
potendofi defarefar nei con-trattifedecomm,efliefortituzioni,fim.ilichiamate
altronon
fono che tante donazioni, modali,impropriamente
dette fo.ftituzioni,fe-condo
da noi inavvertito, nel Cap,2. della,noftra allegazione nu,24-^e
15. In.modocchè
tante fonoledonazioni,quante le perio-ne contemplate e chiamate,, eperciò.qucl chefièftabilitoinun.cafo,
non
può.cftenderfi inun’altro.,Daquerto
fiforge
quanto.fia alcafoprelenteinapplicabile lamatti-ma
arrecata nellafeconda fritturaalnum.*58. ,chequando
fi la-feiaaltquidfub nomine. colledivo plurium.,omnibusquifubilio conti -nenturrelitlum cenfeturChi
mais’èfognatodinegarquellamatti-ma
?Ma
non fappiam capirecome
fenepottaricavare chelecon- -dizioni, (ottolequaliftafiladonazione concepita, per aver ilfuo effetto,non debbanfipria verificare l!Nè
tampoco
ladottrina,delRegente
dePontealconf.47. num. 3.lib.1.rapportata indetta allegazione
num,
2.73., è applicabile al calonortra,mentre
(precifa.lacircoftanzad’aver quello autore parlato tnterminidi fottituzionefattacon atto d’ ultima
volontà) dal contefto.dell’intiera,fpeciepercuifritte, fi,conofced’aver’il teftatore non lolamentefatta una reciprocafollituzione trai figli fifsncliberir,ma
d’efferfiSpiegato,eh’era fuo intendimento fondareun
perpetuo defeca(ivofedecbmraeffomafcolino inbeneficio de’di*fendenti
de’inaieredi. Ettasdo natalaqnertion^fe pe«lamorte
diuno
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unodegli erediiflituirififortecaducatoilfedecommeffo,eglifodenn e dinò,slperchèilteftatorc nellacondizioneerafi lervitodelleparole fi fine liberii,enongi'afifinefiliit,siancoraperchè dopodella reci-proca iodicuzioneaveaelpreilaraentechiamato1figlimafehipolli incondizione,edidi loro discendenti.Quellonon concorrenel ca-lopretente,nonefiendovidifendentida D. Girolamo,che fura-no chiamati,maconcorreun'ellraneo dallafamigliadei chiama-todaldonantelotta lacondizione
fi fine fihis .
P
Affa TAvverCarioallaterza fuaragionedellaqualedifeorre a n.z88.ad298.,che contienelo(teffochelaprima congettura,di cui parla an.299.ad 30l.edicecosi:ConfeJJiamoconingenuitànon averojjervato fcrittoredi quantibanparlato di quello configho(parladeiconf.zi.
d-’Oidrado) chenonabbiafo/hnutodinon averluogo,qualora ififii pofii incondizionefieno fiati pria difpofitivamentechiamati dalte<
fiatare,gnonfolaejfi,mala dtloro dtficcndenzaperpiìtgradi.
S’eglinon haolfervato lcrittoreche abbiaciò affermato,iiferva leg-gere ciocchéfcrifseMarcantonioPellegrinonell' arr.19.num.26., etroverà d’averlofoflenutoun grannumerodiDottoriivi ci-tati.Decorrendo quello Autoredel tonfi ai.d’Oltrado ampliail medefimoin diverfi cali,edopodice:ampliatertioquamvisfili * in conditione pofiti fuijjent difpofitivi vocali, nani adbucpereorum txifienfiatafubjhtutumeXcluderent,necquoadcumcenferentur
grava-ti".namextoquodadivifin*vacati,noninfertur ut pajfivl
videan-tur gravati.Sicconcludunt Socin.Senior,tonfi.69.,edopo daver rap-portatounlungo catalogodiDottoriconchiude,Òrborum com-clufioproha/urfiorfioriargumentoaddudofiupra prò tenia rettone
.
l’equivoco incuiinciampafièchequandoifiglipodiin condizio-ne fianodifpofitivamente chiamati, perl'efillenza diertinonficaduca
ilfedecommefsoefoftituzione,mafoltantoriguardoaidtloro dtlcen-dentianche alfedecommeffo chiamati;Redabensìcaducato per quellafodituzione,laquale riguardaaltro,che fò chiamato Tortola condizione,fcilprimoinvitatofortemorto fenzafigli.Concifamente ciòfi fpiega dall’idelsoPellegrinoart. 15. n»nj.39.colle te-gnentiparole:Creterum adverteniumefi,q.iodconditiobete
fifine filiisextinguit fubftitutiones fubordinataifubili*conimene,[ednon tllam
,qua non fubea,fiedfinbalia fiada fuit .
Dondenefiegue,che lamortediD.Girolamo configli,benchénonaveffe fattocaducare lechiamatede’diluidifoendenrimafehietemine,
chcfuronodi-«pofitivamenteinvitati
;nondimeno peròfecaducarela lollituziune e chiamatadiFr.LuiggidelConteD.Carloedegli altri, fattalotto lacondizionee nel folocafodellamortediD-Giroiamofenza
figli-Daciòfivede qualfiafiatoilfentimentodiPeregrinonelcit.art.29.
ches'allegadalContradittoreal«.289.IlRegente Capecelatronella
dm
fi208.num.75.ancheindetto luogodalla patte citato,non*. •
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affermòper fuofemimentociocché elladice,mine! riferirete pretenzioni d’unadelie parti,fcrifie.InfuperConfihum Olirai*
nonprocederàdicebatur, quandofuerunt vacatiomnesde fenden-te*mafculi,quienamgravatieenftturin beneficium aliorum vo-catorum.
P
Erverfariofeconda1'effèrficongetturafervitonelilDucamtm.D.Ferrante303. portidellailparola lineadegnoAv-.Daciò nericava col fuo prediletto de Falentibut,delledottrine del qualefiferve inognioccafione,cheva bumlinea fiottiUngotraftu cono-pleditur.atquepomgiturin infinito!gradui,ficenamimportare dicitut fuccejfivam difpofitionemfideicomrmjfariam porredamadgraduiomnei quotquot fubdi/pofinon*commentar. Quellaper verità èuna dottrina facrofanta,echimai può averlofpintaJ’opportici?Minon (appiana conofeerecomefipollaadattareal calò nollro.IlDucaD. Fer-rantefiavvalfeditaliefpreflSoni allorché chiamò inmancanza de'primogenitidifeendentidi DiGirolamoilécondogeniti.Sene avvalfeancoraquandoinmancanzadellalineamaicolinadel mede-fimo chiamòleteminedallo (ledodifendenti. Fraquelle linee cer-tamente non vien compreloilConteD. Carlo,perchènonera nel numerode’difendenti daD. Girolamopercontemplazion dequali lìfece ilmaggiorata; Allorchépoi chiamòFr.Luiggi,e’l
Contenonfiavvalfedital'efprelfion*,madiffe chedoveffero fuccedercnelcalocheDi Girolamofoffemortolenzafigli. Indi fòggiunfie lachiamatadellefemine permancamentodeltalinea ma-fedinadi colloro.
A
buon contolaparola linea polladopolachia-, matadelConte D. Carlofivà ariferire elignifica,chequalora fbffemortoD-Girolamo lenzafigli,enonvifodero mafehi di-fendentidelConte,doveffefuccederclafemina.S'eglié cosi,che ha chefareconnoil’arrecata dottrinadel Valentibut,ecomefipuòtanto (liracchiare quella linea,chefi/acciagiungerea compren-dere quelcafo,in cui affattononfìtpolla?
'Anziappuntoda quelleefpreflkmi, fenunaifidaffe luogo ad interpetraaioni,giallamenteda noi fi èdetto,chefi dedu-conoprefunzioniefclufivedeU'affontodeliaparte,perchéil do-nanteovevollegravaretuttiimafebidifeendentida D.Girolamo, chefòper chiamarela figliafemina,diffe:ed inmancanzadella li-neamafcolina diD. Girolamo,quandopoi vollegravareiliolo D.Gi-rolamo,fpiegolTi:emancandodetto-D.Girolamo fingafigli.
£
fenei contratti,contro ogni buonprincipio legale,fipoteffe da-r’clìcnfione daperfonaa perfona,edacafoacafo,potrebbeciò militarequandoviconcorrelfel’identitàdeliaragione,locchènel cafoprefcntenonIolonon concorre, maviè chiariffimo mo-tivoda argomentarel’oppollo,edeccolo.Coi precedenti con-tratti,concuifiera fattaladonazione,tuttiidifeendentida p.GirolamoaveajiodigiàacquattatodrittosùlarobbadonataB né
nè piò poteanfiin
menoma
cofapregiudicare. Quellaèla convin-gcntilsima ragione, che ben ne dimoltra per qualmotivo
ildonante
.^ivcrlamentc nediverficafi da luiconfiderati, fifolleipiegato.In .tutti1’altri pofe eben potea porre.in,condizione1’intieradipen-denza,
efi lervl della parola Urica:ma
nella chiamata delConte D.
Carlo pofelolo in condizione lamorte di D.Girolamo
fenza .figli; poicchè inquellacafonon
vi farebbero Itati.dipendenti
da quelmatrimonio
,per contemplazionedel qualeeratifattal’ac-«cennata donazione;
£
concidi non veniva a pregiudicare ad al-tri fenon
cheal toloD. Girolamo,
cheaccontenti,ed intervennenel terzo contratto, . .. •
. *•
-
\
•. '
• _ ••;
L
’Altra prefunzione, chefivuol ricavarenel«« 305,dall’Autore
deliafecondaIcrittura,fièperché ilDuci p.Feuaore
gravi la medefìmarobba
,0fieno fiftejfidocati<$oqoo. *beneficio., di tutti quelli, ebe uvea chiamati,
Da
ciò nededuce
dovertilimitareilrou/.d'Oldrado
, perlaragione che gìavr-men inremordinataviejficit%
tttad
quemeumque
reivadat adeum cum
fuo onere tranfeut,Senzacchè perdiamo
iltempoarif'pondereaquellacongettura,che nonlomerita»cdalladottrinamolto
malamente
adattata,ci ballerà,direchemanca
all’
Avvertano
lacircoltanzadifatto,dove pretendefondarla.Ilpetoe gravame
diredimireidoc.doooo.allapertonadiD.Girolamo
fù im-porto da!donante,non giallarobba:Di/)/><i(lonparole delladonazione).debbatlSig.D.Girolamofodisfare,epagaredituttilifudettibeni alui do-natidor.60000.dicarlini d'argento dellamonetadiquefia