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C

ol capo terzadellanott.raallegazione a num. ad ir. ,

per-,

efuberan2adjragioni e per vieppiù^dimpltrare 1’inluttìttenza dell’intentata azione, fingemmo.1’ipotetti, che valevole fotte il

terzocontratto., e

chela

chiamata,del

Conte

D. Carlo e della fua

dipendenza

mafc.olina

, e 1’altre fucceflìye

chiamate non

fi.

fotteroperla

morte

di D, Girolamo,

con

fig'icaducate; ed in tal

catto,di

moftrammo

che,

non

ettendovi.oggi nè malchi nè femine

della famiglia

Venata, non

potrebbe aver- luogo,la.

domanda

del

Duca

d’

Accadia, ma

fi,darebbe luogaalla

chiamata

del paren-te più, profilino .• ed ettendo.il più. prottimo congionto all*

ultimo

morto

della famiglia ed al

donante

il

Marchefe

di Villaraaina

, quelli dovrebbe ai beni del

Maggiorato

fucce-dere

.

E

chefiacos\,i.figli edifendentidallefeminedel

Conte D.

Carlo non furonoaffatto dal

Donante

chianati

quando

D.

Girolamo

fotte

morto

lenza figli.

Chiamò

in quefto calo il

Duca D.

Ferrante alla

alla fucceffioiiede'beni al

Maggiorato

fottoporti Fr.Luiggi cd

il

Come

D. Carlo c loro difendenti

mafhi

da .primogenitoin primogenito; e

quando non

vifodero

mafhi

de medefimiladi lo-ro figliaprimogenitacol pelo di maritarli con cavaliere che af-fumelteper fip e luoi difendenti il

cognome

ed imprela di

Venato

; e

non

ettendovi nè mafehi , nè temine di detti Fr. Luiggi e

Conte D.Garlo(ch’è

ilcafo

avvenuto) chiamò

quel parentele confangutneo mafebio pii*propinquo,ebedejure

avrebbe

dovutofuccedere, ficcomedalleparole traterittenella noilra al-legazione in princ,

num. 26

.Quelle chiamate altro

non

importano, te

non

te unafuccelfiva donazione, edimpropriamente parlando, tantefortituzioni fattonei diverticalialle

pedóne

difopra defrit-te, che farebbonfitrovate viventiin

tempo

della

morte

diD. Gi-rolamo fenzafigli.

Donde

nefiegue,chenon efiendovi nè mafehi nètemine della fa-migliain

tempo

della

morte

diD.Gio:, qualoraquellifolte

compre!©

nel

gravame

importo al padre,

come

peripotefi

abbiam

finto, t’obbli-go diredimire i doc.doooo.l’avrebbeavutoverteilpiò proffimo congiontoingrado, che dejurefuccedec

dovea,

e non già aliali*

nea della figliaprimogenitadel

Conte.

Nel

noftro

Regno

(checché fia dei Maggioratidi

Spagna) non

ab- ».

biamo

legge con cuifi folteftahilitodoverlilafuccelfionene1

Mag-giorati regolarediverfamente da quello che ne viene prelcritto, per legge

comune

Intuttel’altrefuccelfioni,temprecchèil fondato-redielfinon abbia altrimenti ordinata e ftabilito;

Onde

fe per difpofizione didritto

comune

proximioringrada excluditremoti

o-rem,

avendoil

Duca D.

Ferrante

chiamato

allafucceifion di det-to

Maggiorato

il piò propinquo che de jure

dovrebbe

teccede-r-e, bensVconofce.chevollepreterire e predilette il piò prottìrao-ingrado, e

non

già colui chefi folte ritrovato piò.

remoto, ma

nella linea della primogenita

;Molto, piò.perchè trattandofi di contratto,

dove non

han luogole fizioni,npnpofltamo. appartar-cineppureun’ iota dal fenfolitterale.

Soggiugnemmo

checiò

maggiormente

deeaver luogo,imperciocchéil

Duca

d’Accadia pretende ricavarelafua

chiamata

unicamente per via di congetture .Egli per viadiprelunzionivuolein

primo

luogo ricavar V ettenfion del

gravame

importoaltelo D.

Girolamo,

nel cafo folte

morto

fenzafigli, anche in perfona dicolloro,per po-terfi in tal fatta verificare la

chiamata

del

Conte D.

Carlo

e

deglialtrifubordinaramenteinvitati.Per congetturaaltresì vuoi’

^eluderei’efprefsa chiamatadel piòprolfimo in grado-,con in-traprendere chetettoquello

nome

debbafi intendere il piò

pro-pinquo

nella linea del Primogenito, econciò darli nella linea col-laterale.la fubingreffione,controladifpofizion delle leggi

comuni e

municipali*In

modocchè

perverificarfiquella fua pretelachiamata, dovrebbero concorrere

non

folamenteduofpecialia,

ma

moltirtimi,

B J iR

incfclufionedellachiamatalitteraleedefpreffa.Vieneciò per difpoftziondiragione vietato,fpecialmentenellefuccelhom fede-decommeffarie,comeda nois'avvertìnel cit.cap.3.della no-ftraallegazionew<m.20.et|.,epuòleggerlipredo Francelco Ma-ria Prato, nellelue difcettazioni forcnfitom.1.cap. 38.num. 39.,

oveinca(o moltoalno.dro confirailecosìfende:Infupcrleges non admittunt,utdentar plutei fittioncs,

&

fpecialitatetcirca unirti

&

tandem,remL.ftvero%.farceliuiff.mandali L.l.ff.de ufufru-8ulegatoBart. inL.ftil

,quiprò,emptorenum, 71.ubiJafonnum.

399,jf.de ufucap. igiiur«epos in hoccajuparremreprafentarenonfornir, quiaplura darentur fi&iones, vcl privilegio.Pnmumquodnepos pattern reprafernet.Secundum quodjusprimogenituraeicompeteret.hcet prrmnge-ritiusverè nonfit.Tertium quod pròma/ori natura babereturcumveriftt mincr.quce concorrerenondebent prout in tcrminis docentSurdusd.conf.

403.»*»!. 35.,

Ù

4Gammad.decif.307.num:16.,

&

boneopmtoneno ultrainnumerosDoélores quostp/iallegantlatedefendunt Anton.

Amar,var.refol. tom. l.tefol.I.Roblesde reprxfentat.lib,3.cap. 14.

Crai, dijeept. forenf. cap.695.Elode(Tofuapprovatonelladectf.

1 3.num.67. dellerapportatedaGio:Torre defuccejftonein Ma/o-ra tibus

,Ò'primogeniturishalited?c.

5aggiungaaquellochenon avendoperfeilDucad’Accadia chiamataefpreffa e laterale,perpotercfcludereilcongionto prortimiore(ancorchécodui non{òffedato efpreffamente chiama-to)avrebbedi bifognadirapprefentarla ragionediD. Luila lua ava:All’incontrolachiamatadicodeifi)condizionata c rilfret-tafoioaltempo,della,mortediD. Girolamolenzafigli, qualo-ranotjvifoderaaltrimafchidellafamiglia;Ondeancorché po-ttffeedenderfialcafodellamortede’figlidiD. Girolamo len-zafigli,comecchéritrovolfiaD. Gio: Venatopremorta, niuna ragione potè acquidare,enon avendolaacquillatanonpotè tral-roctterlaaifuoidiscendenti.Qtiedoèil comune infegnamento, dituttiiDottori,comeben’alungopruovaA,vend.an,adL 40.

Tauriglof. 7. Flores. Dic.^deMenain addit.addectf.93.diGamma

verj.jeptimatonclufto.,ed’ altriche perbrevitàli.tralasciano, potendo badareciocchèfcrifseilfudettoFrancelco.Maria Pratonelle luedifeettazioni forenfirap. 17. to.q.an.7.ad1 3.oveleggefi:Nam.

temporedelattefttccejftonis,D. Rapbaela aviaipftusfataeoncejfcrat,

&

qualitas.ad fucccdendumrequijitadebet adejfetemporequo de-fertur jutccJJio.dequofunefura apertaÒ"c.edopod’avercitato ufilungonumerodiDD.,alnum.12.continuaadire: adhoc utlinea prxlationembabeat ,

&

exilladefeendemesìnferioribut prttfcraruur,necejfeejlutcaput lineafuccejponembabutrit,

&

oc-cupavcritpertext.Ò'c.e alnum.13.conchiude! fecundogenitum nondicibabete /usquxjìtum tempore fax prxmorientix ttequidem%

injpe. :

t .....Ih

DigitizedbyGoog

Inoltreil

Duca

d’Accadi» non

puY

venirejare reprxfentationis^i per-»

chèil jusdi rapprelentanzaiùintrodotto perle Ioleluccelfioni in-iettate,

come

molto ben dimottrafi da Robles.dereprafent.lib.i.

cap. p. ».6.,

&

lib.3, cap.4. ». 4.,'CFcap. 7.a». 14.da [Graziano difcep.

69

5. ».13.daLanarioconf.69.».2 9.da

Gomefio

in/.40.

Tau-ri ».4i.da

Fabro

deerror.pragmat.dec.^.error. 9.daPafcale de viribus patriapotefatisp. 4.cap.p.». 2dLda

Toro

comp.dee.p. 2.verb. nepos ex/urti difpofrtionc

.

Siiperchènon ha luogo nelle chiamate

fede-commettane

, fpecialmente

quando

fianfi fatte con contratto,

co-me

fi è dimoftratonella nollra fcrittura cap.3.a

num.

9.ad

ik«

e dottamentefi fondadaG10:

Lonardo Roàoe no

confaliain.^.t Ipa-cialmente al ».37.ove porta duedecifioni deiS.

C.,ed

in quel-la cautaaneli’egli ottenne

come

riferifee alla fine delconf.24.

Veruni (ion paroledi quell’auroren.37.ìprò esuberanti dato,Jed nonconcefo,quod reprgfentationi locus.effe poffet,eo quia

fìdeicom-nu forum

fuccejftoncsfunt rcgulanda[ccundumfuccejfymes ab iute-flato, hoc procederei ubi fideicommtjfa intefìamentn ordinata repe-rirentur;fecus.tamenftin corurattibus

(prout in cafunoflro.)fic Bart*

&c.

boYum enim nullusarticulunt adpartesdegufi avtt, nec pene-travit diferiminisrationem, qup efi, quia ut inquitSalicet,.fupr

»

citatusJucceJJi.o qup

ft

ad fdcieommijfumordinatum- in contrai»

vocaturconventionalis, omifjofdeicommijjì nomine ,ut itidem vo-luti dotttftmus

Anr.Fab.de

errar,pragm. decad. 26. errore3. ».12.

&

decad.if’j.er.\o. Si ergofacceJfto efì convention alis, igì tur non

efi rcgulanda ad infarfuccejftonis legaiis-.ab iutefato,/ed

Jecun-dum mcntem

contrabentium, non tantumfeilieetfecundum mente

m

ilhus quifuccejftonem perfideicommijfum ordinavit,ve

rum

quoque fecundum

mentem

altcrius contrabentit, qui facceffionemfub

f

dei-commi

fforeca pit Fontanella (Jc.

Et

quoniam contrabentium. difpo-fìttones.funi verificando incafu vero,

&

nonfitto ad textum.Cfc*.

cum

ipftcontrattus ftnt fritti juris ; pr.opterea pemecejfe videtur concludendumyius.reprfentationts, tfFfuccejftonis in bis.convention nalibus fucccjftonibuslocum non obtincre,fucceJftonemquc ei

deferen-dam

effe, qui vere proximioreft ingradu, cxclufts illis qui

eum

-dem gradum

per fittam juris ìnterpetrationemreprpfentat.

E

final-mente

perchè trattalidifuccedere a congionto di linea traufvcr-faleincui

non

fi da rèprefentazione ultrafiliosfratrum.

Onde

non peraltro

mezzo

nè peraltra llrada («irebbeabilitatoil

Duca

d’Accadia a concorrereaquellafucceffione ,fenon le

come uno

de’ congionti o dell’ ultimo defunto o del fondatore del

Maggiorato

.

Ed

in queflo cafochi non sa che non polla alle-gare prerogativadilinea ?Quella de jure

non

fi collituifce,fi?

non

che da quellaperlonache abbiaacquillatoilMaggiorato;!., altri

non

collituifcono linea,

ma

foltanto fi dicono exlinea',

Uni-forme

in ciòèil lentimcntodituttii Dottori fbndandofi.alla di-fpo&zione delteltonella/.Titio ufusfruttus

9

5. jf'•decond.,

QT

B 4

demoni

demo».nella ì.Scja 42.ff.\de mortisicaufa donar.,e del cap.1.de Juceef. feud.

come

potrà offervarfipredo Alciatoconf.494.».io. Va-*-lenz. conf,

py

.».lo

M Molina

deprimog.btfpan.orig.Ub.3.cap. ip,

n.i8tf.

&

lib. 5.cap.pj.». 5,

Amat.

ref. i.n. 34.

Gamma

decif.pj.

Applichiamo

ora tal malììmalegaleallapreicnte quellione.

Oggi

fi tratta di luccedere aD. Giovanni

Venato

ultimo (Incendentedi

D. Girolamo

:

D,

Luil'a

Venato

ava del

Duca

d’Accadiaera a

D,

Giovanni

premorta, onde non

caftituàlinea per quella primoge-nitura che

mai

acquiftò, erimale exlinea del

Conte

D.

Cirio

fuo padre,

S

1

egli ècosàil

Marchcfe

di Villamaina,e’l

Duca

d’

Ac-cadiauguali tono nella linea, perchè

ambidue difendono

dai ifteffo

Conte D,

Carlo

.Quindi

fedamentefidee aver riguardoal grado edall’ età, nelle quali prerogative il

primo

vince il le-,

condo, per efier più profilino in grado, ed’età maggiore.

Chi

hà conofcenza de’ veri c lodi principi della facoltàLegale* ben conofcedi qualpefo fiano i fopraddottiargomenti,onde len-za più

lungamente

in ciòtravagliareiSignori delS.C. che loti

maeftri

,palliamo a decifrareleragioni dalContradittoreallegate*

E

gli col terzo capodelle fua allegazione ha.intraprefoadimo-<

ftrare, che non pofiail

Marcheie

di Villamaina, concorrendo alla fuccefiìone,cfcludere il

Duca

d’Accadia

non

oliarnela prol-fimità del grado: e fuddividendo.quello capitolo, in paragrafi al

§. 1.afiurae che per la

mancanza

de’difendenti excorpore dell*

ultimo gravato fiafifatto,ilcafo della di lui chiamata,

come di-fendente

dallaprimogenita;e col fecondo che il

medefimoDu^a

abbia perfelachiamatadella primogenitura,

come

più profilino, congiunto nella linea prediletta..

I

mezzi

perliqualicercadi fondare perfattoil fuo allumofono, perchè crede che

D,

Ferrante Venato, abbia,

dopo

i

maichi

del

Conte

D. Carlo

chiamata

la femina primogenitadel medefi*

mo

,che dovefle maritarli

con

cavaliere , e che

avendo

gra*

vatiidifendentidella

medefima

ad afiùmer,il

cognome

ed im-prela di

Venata

,

venne

con ciò implicitamente a chiamarli>

fupponendo

che per dilpofizion di ragione quello,

gravame

im-porti

un

efprefs*

chiamata,

anzicchècofiituifca

una nuova

agna-zione,

come

fi fpiega a n. 348. ad. 379. Indi foggiunge , che

non

fiano adattabililemafiìmelegali da noi allegate,perla ragio-ne chei Maggiorati e Primogeniture non fi conobbero da

Ro-mani, ma

1 *ulo diefiìebbeorigine nelle

Spagne, donde

poinell’

Italiafi trasfufero;

Qnde

crededoverfi la diiorolucccflìone,

non

già fecondo la

norma

delleleggi

Romane

regolare,

ma

coi parti-colari ufi e confuetudini introdotte, fecondole quali

,

quando

per la

mancanza

della linea attuale fi dia luogoall’abituale, s’attendelaproflìmità dell* linea prediletta, e

non

già del

grada

quando nonIlanell'itteffalinea,avvalendolidell’autoritàdiCa*

lantoniode Lucade linea legai,art.8. pertot.

Ncl§.a.pois’impegnadifondarelapropinquitànellaperfonadelfon cliente,comepiùprofilinocongiontonella lineapredilettatulli(ledi fallaci principj di(opracfpreffati,coiqualicrededovertila tue-celsioneindettibeniregolarefecondotiregolaquella deifeudi, fenzaaffattotenerticonto«fila difpofizionedella leggeco

ra-maneo municipale.

I N

quella occafione clperdoniildegno Avversario,perchèla sba-glia,elasbagliaall’ingroffo.Ancheineofitinellematerie lega-liben(annoche interminidiMajorafcoilftutto e fondato fecondoleleggidiSpagnacoll'efpreffachiamata da primogenito inprimogenito,attenta

U

difpofizione dellaA40. diToro,fia in-dubitato chenellalineadifendente dall’illitutoreabbialuogo laregola dellareprefen fazione pertuttiidifendentiin infinitum dalprimogenitoinefclutionedeifecondogenit»elorodif enden-denti,ancorchétianoingradopiùprocinto.

Non-ècosiperò perlalineaabitualeofiatrafverfiale.Scifsa è1

*

opiniondeiDottorichefriffero sù l’intelligenza dellaA40.Taib ri.Alcuni han creduto cheperlalinea collateraledebba corre-rela(lettaregoladeltalineaattuale,etf efferficondettalegge ihtuttouguagliatelefuccefsionicosideidifendenticomedei trafverfli,lenza potertilafpagnuola rapprefentazione fottomcttere alleregoledeldrittocomune,comequellaeh'éfondatalopra undrittoparticolare e totalmentediverfo,e credetteroaltresì dovertitaldilpofizioncampliare e nonreftringere,come av-vertiAntonioPicardo in§.9.infìit,de leqat.n.44.

&

46. riferito daGio: Francefco Marcianonellafua difeettazione io. frittaper loDucadiMaddaloni D.DiomedeCarafa,perloMaggioratodi PaceccoinefhifìonedellaPrrncipeffaDi DorodeadiCipua ch‘

eraun gradopiùproisimaall’ultimodefunto.Quello autore ben-chédal n.1.al4. dica,cheattentaladifpofizione deljus comu-nenonfidialuogoallareprelentazione nella linea collaterale ul~

tra filiosfratrum,al-n.ip.però(ottennecheperladilpofizione didetta/.40.Tauriinquellaftelsalineadebbamilitare la re-golapreferitt*perl’attualeedifendente.

*lfriautoriall'oppottocredetterodiverfamente.Edineffettoit Molina dopo d'averfottenutoPopinioneperlarapprefentazione alitb. 3.crp. 7.num.to.eir.conchiufe:tametft far[artc* adver-fo dicipijjtteamIrgcm folumreprsfentationemillam,qua ajur

0

communiloncejjaeratufqueadfiliosfratrum (

3"ad omnet

defeenden-.

tettpjorum fratrum estendere, non autemnovamreprsfentationem introducete inter eoi tranfverfalet,intertjuotjurecommuninulla erat cognitareprafemano.Facilinienim quidcoad/uvatur,quamin fu

d

fadict jundetut.L.fiati§.jedfi quatta turffi,fiftTMit. vtndit.Ntc

B5 t°*.

tot faccialia quoad idem introducendafinn.

Quamobrcm

de hoc ul-timo

cum

cafus contingeritdeLbe-andumerit.

J1 Vclafojdvend. in

d.L

40, Taurigfi 14. anum.25.,,Antonio

Gome^

in/.8..Tauri

nunK

itkirìftrt,,eMichelede

Miere^de

Majoratup.2.

$u. 6.

num.jfU

affermarono che attentale dette Leggi e

Special-mente

lai40. neitMnjorafclù e di larofucceffione nella linea collaterale

non

ffdia reprefcnrazione olefo aicaGprcfcritti dalla legge

comune

, echemiliti 1*addottaregola proximior in gradtt eucludit remotiorem.

Gregorio

Lopez

all’incontro,in

k

a,

Tarn

5.p.%. pensòdifrin*

gucretrai collateralidelS’ult

imo

pofleffore e quelli del

primo

infti-tutoredel

Maggiorato*

dicendo che,qualora,quello pervenghi per mancanza*di diCcendcriPicokmoehel'cMreolljwerali&’

ambedue

,il niipotqdel.fratello;Secondogenitaefcltiddilpronipote exalto fra-tre

quantunque

primogenito*ci

che

la lubirtgrcffione li dia

Solai-mente quando

ilcoUatefàte G* rilpettoall’ulcimopoflclfore

,

ma

dilcendentedal

primo

iftitutore

,.

E

benchéil

Marciano

loe.cit.dal num.36.ad5 9.fisforza/ìedi rispon-dereallopinione del Vclafqn.,non

dimeno

però al num.60.61., 0 éi.«laminando.laSentenzadiQregorio

Lopez

,

dopo

d’ aver procurato di dimoftrare

chela

cit.L. 40. Tauri

comprenda

anche?

il calo della Subingreffìóne dei collaterali,par che poi

non

Sicu-rid

impugnare

la di luiopinione, perchè credè effernel caSo in

^

cui Scrivca persefavorevole.

Se dunque

neiMaggioratidi.

Spagna

fattiSecondo leleggi delToro.

non

è certo ed. indubitato che nella linea collaterale, così del Sondatore ,

come

dell’ultimo poflTefforeabbia luogola lubir\-greflione e la prelazione della linea del primogenito , coSa dirfi deedelle primogenitured’Italia ?

Le

di loro fucceffioni lono regolate?

,

non

gii dalle leggi fpagouole 0, dalle leggi feudali *

come

con ranra franchezza fi dice *

ma

in tutto dal. dritto.

comune

d'e’Romani.Così riavvertito,

d* Qndedeo

nelconfi.

46.tom. 2., da

Gamma

decif.174,, da Peregrinoalconf.^p.tom.2.

Ttunj.Ó*) ove legge:

Quare

nonlicet arguire

a

Majoraiibus Htf-pnni* ad primogenitura!

qua

quanàoque apudnoi, a teflatoribus in-fjituuntur ynano ea primogenituraprb.regniti in legibus

Romania

Jcriptisin materia legaforum,

&

fideicommijfbrum difilinguuntur ,

&

regutantwt, . .

Luiggi

Manfi

nellaconfiult.98.num.£«.G Spieganella.Seguente ma**

mera

;

Nanq

regulari Ma'fóratus. hu/ufirnodi ( parla de’

maggio-IMr

d^ Italia

)

minimi

pofiftmt ad tnfìar

Maforatuum

,

&

Pri

-mogeniorum Hifpaniarum ,

qua

fubjacent legibus , Ó" confiuetu-àimbus locakbus.., juuta qttasfemper in

quantum

fieripoteft de*

bone inteiligi, interpetrari : quod nonfic efi innoftris .Leges etùnt,.

&

confittetudinesparticulariumlocorum extrd nt>»porrigunt

ntfresfuas.

Undb planum

efiMafotatui noflroscommunibui

Romano*

rum. legibus,

&

regulis

nliomm

lcga(orum

&

fidetcommifforum, inquibu»difponent'ts voluntas.verpn,aclegitimnconjetturts

elicifacto-tum

facit regi,

&

interparatidebere..

Ciò

non follmentedagli autori italianis’affermò

ma

ancora dagli flettiIpagnuoli,fraiqualiil

Molina

che trattandodei

Maggio-ratidiCartiglia*dichiarò eflirmolto, differenti daquelli dell’ al-tre nazioni , e che le regole degli uni

mal convengono

agli altri, fieco

m

e al lib. |. cap. i.nwn,. ló. ove :

Cum

igirurex bài confletbijpnnorum Primogenia non pojfe furiPrimogeniorumex*

terarttm

Nationum

otnnino adaptari, nec ottani practtè

fideicommif-fu

convenire.

Opera

pretium erit vantequam eifdem Primogeniti pro-prtam definiti

onem

ajfignemus

J

cirécui difpofit'toniigeneriprimoge*

ma

ipjapattiticonveniantr

Ed

al num.zo, loggiunte: (Jt

jam

ex-ploratijftmumftt definizione»ab extern S.criptoribus Primogenitura affigliata»bi/panisMa/otatibus nonconvenire.

Ecco quanto

mal’ a propofico focofiati 1avvertimenti, dal

degno Avvertano

datici al nwn. 483. della fua Scrittura ,. cioèa dire che nonfi portaalla prefente controverfia adattareladilpofizione della ragion

comune

,perchè leprimogeniture e Maggiorati fu-rpooda’fUnaanifeonofeioti,e l’ufo diertiebbeorigine nelle

Spa-gne

,

donde

.poi nell’Italia fitrasfufe ,.

Noi

crediamodi.non aver certamente abbagliato Seguitandoin ciò

Torme

disì.gravi autori, cficcome da quiapocofi vedrò del

Duca

D.

Gaetano

Argento, ch’è flato,lofplcndoredel noftroforo ,la gloria del nollro re*

gno,

e diquella nazione che fu.

lempremmai

e Tarò feracirtìraa

gno,

e diquella nazione che fu.

lempremmai

e Tarò feracirtìraa

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