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modfmcejfiofttradicata inillalinea,itaquod quandofittranfitus deuna ineaadaliam,

NON ATTENDlTUR

LINEA,

SED

GRADUSy

& PROXJMITAS

.

Ladecifionediquellacaulaben duevolte fufavorevolealPatruo, ficcomel’ifieffoautore rapporta,eti Uggepredo,ilReggenteTappiadecif.i.epreffoUrfino defuccef.

feud.parKt.qu. 9.,C-cqnfìmiledccifioneancheabbiamopretto ilPrefJt

F

ranch.derif.i K iftprinc.

IldottifliaiQ Difenforedej Duca d’ Accadia che cacciò fuo-ri laprimaallegazione,gl, capoterzo dille che dalla nu».

va introduzionede'feudi,individui,dopol’invafione de’Franchit collafuccctfipnea,favor, del fojoprimogenito,fofienata,nell’ Ita-lial’ongmedelleprimpgenimre-emajorafehi,coinuovomododi fuccedere divedo,dalregolamento,delle leggiRomane

;In

nto-docchè.egli, crede doyerfi fecondo il dritto,feudale regolar la fueceffionede’Mnjprafehi ePrimogentturexper talcagiones'avvale della decifione di Siciliajmpreffa.dalCardinalde Lucadopoiltratta to.de’ feudi. L’Autoredellafecondafcritturabenanchealnum.

485-coll’autoritlidiCarlarttoniode Lucade linea legaliart.8,per traumdille regolarli. la fueceffionedelleprimogeniture colla ragion*

comunede’Feudi. '

Effondocosigiova anoi valercide’ dilorofentimenti,perché fe fe-condo leleggifeudaliele replicate decifionidel S.C. nel-la, fucceifionde’feudi parafrancorum nonfida,drittodi rap-pte- >

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f, prefentanza nella linea collaterale ultra filios fratrum ,

molto

J)iù

non

fipuò dare nelle fucceflìoni de’ Maggiorati ,

anche che

i primogeniti fodero

perpetuamente come

ne’feudi

chia-mati. Tanto maggiormente

credei! da noi

chedebba

quello

argo-mento

militare,quantacchè di elfo

appunto

fiav va!le ilfu

Duca D. Gaetana Argento

nella difopra

menzionata

dottifsima al-legazione ferina per D. Orazio Carafa..

£cco dunque

ad evidenza dimoflrato che concorrendo alla fncceffioa-delMaggiorato.perlònedella lineacollaterale,coslriguardoall’ultimo

morto, come

ai fondatore,ancorché lafuccelfionefivoJelfe rego-larefecondoildritto feudale e la primogenitura folfedata conce-pitanella

maniera

piò

ampia

che i Contradittori aveller potuto defiderare, pure il

Marchefe

di Villamaina deluderebbeil

Duca

d’Accadia,

non

potendo aver luogolaréprefen razionenèdeliali*

Bea nè

delgrado .

Onde

che dir

dobbiamo

nelcalonollro,

do-ve

viè 1’ctpreflaletterale

chiamata

del congionto più prof-fimo, fatta daldonante nel calò ( eh’ è1’accaduto) della

man-canza del

Conte D.

Carlo edei match! e femine di cala Ve-nato?.

quandoché

efiendoefpreffamente

chiamato

ilprodi

mi

ore, al-lora cxcluja.reprefentatione,

&

JubingreJfutne JucceditJolum tllequi

•uerèproximusejì

,nonautem tlle

quifetalem

putatfacetaJujapiendo alterna

gradum

aldir delRodoer.confi23.w. 3.

N

èolla l’intraprdadel

degno Avvertano

che per k>piò

prodìmo debba

intenderfi colui eh’è nella lineaprimogenita. Il detto diloprà

ben

dimollracheciò

non può

affatto averluogo, ne’

Maggio-ratid’ Italia,

La

rapportatadecifione delS. C. per la kicccdiono nel

Maggiorato

iftkuito dal Prefidente Ardia ben ne conferma il contrario.,epureinquelcafonon

contorna

quella circoltanza di latto che nel.cafoprefente

accompagna

la

chiamata

delcongionto più prolfimo,cioèadire che dejuredevefucccdere. Perdifpolìzioa àuragione digiù

abbiam

dimoflrato(checché nefianelle

Spagne) non

darlipredilezionedi.linea,

ma

per

maggiormente

diinoltrare quellaverità,ci fiapermeilod’arrecarladottrinad’ un

ripuratidi-mo

ferentenongià italiano,

ma

fpagnuolo, com’è

Giacomo

Can-ccrio.Quell’autorep.^.cap.zt.var.re/olin.330.colle feguenti parole

impugnò

la

temenza

diYelafqu.ilqualelollenne che nelle primo-geniturela parola ptoJJìmiorcXi

debba

riferire

non

già.algrado,raa alla linea: quodnullatenuiadmittendum ccnfieo quia vocando [pecifice proximiorem 1/1gradu, tutte

T

efiatar conjideravitgradui pr

arogati-•vani) (2 omnetn transmijfionem

&

reprafentationemexcluftffie vi -fuiejì, ut in.diti.autb.defungo

Ò

c.

&

ibi

Paul

. ,

&

Fulg. ,

&

rtot. teliti per Velafqu. diSi. glof.20, uum. 20.,

&

cittaijìai dijlirt-(lionesfuperiusper

me

fa&as omninoejìvtdendut Paul, deCajìro cb conf.1Ò4. num.5. adfin. hb.2. ubi dicit aliud effe

cum

JucceJJio defereturproximiori, aliud

cum

primogenito;

nam

priori, cafiuinteU ligitur babitusxefpettusad iU

um

Qui Jucceditur tempore evenietttisfuc -ceffionis,juxtatext.in§.proximos Injì. delegif.aqnat. fuccejjìone.

&fic

fitemporequa Titius ultimm honorum pojfiejfiordecedtt, ego

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furtitiptnmrntty,lite/ente rwtttemillius,aliusfuetitproximior, nubifuccejfii defertur,qui»verefumei proemiar tempore fu* mor.

tÙ.Pofìetiori fafuno»diciturbibitusrefpedu adillumcui fucceditur quamad fecundagenitumL.fiquiiitabtredesj(fidebxrtdibus Inflit.

C

fic hcettempore quoTitiusmoritur firneiproximioranoneli vi-tti

m

meeffeprimogenitum fed fratremmeum,quipreemmuusefi, quod/utprimigenitur*durarintota ejutdefcendentiautdtfìumefi

J quodpluriesadnotavit Tiraquell.de tur. Primogenit. qu.40.nu.169.

QrccnfuitSupremum RegiumConfilium CeroneAragonum in fai*

lentiaeu/usmentirtifupranum. 303.

15 laragioneèmolto chiara,perchènafee dal (erto delgiureconfuk toMarcellonellaL. nonalirer62.ff.delegat.

&

fideic. 3.ovedille:

nonaliterafignificationeverborumrecedioportetquartirum manift

-ftum efiahudftnfiffc teflatorem ,

Inmodocchèl’ilteflToCarlantonio deLucanell'art.8.citato dall'Avvertano,venendoalcafo del paf-faggio del Maggiorato dalinea alinea,alnum.16.dilleche ncldubiolcparoledebbonfifemire edinterpetrarefecondoildiloro naturai (igni ficato.P^erraquiaquandoverbo poffunt intelligicivili ter,

&

natur aliter,indubiointelligendafuntnaturaliter .

Enell’alTegnarne laragioneal «.17 ,notb:Pr*terea/TtJficacittsrfuio fuccejfiomajoratumon incipit a Patribus,feu Frattibusfedabeorumfìliiv.t fina!menceal nu.18.

foggiunieji/ exhoc[andamento quiareprefentatio Patris.inboc cdfu dar i

nondtbet./« barfuit[attenua AntoninideGammidee.386-quod in fucccjfione ma/oratut itainfìitutiNepos notumajor exfittafuntore, prxftratur nepotiminori exfilia feninre,Ò"ita/udicatumajferiiper CollegaiinStnatu Lufitano,(TeumfequiturrumAJflifl.

&

Peregr.

confai,lib.4.Fufar.qu.392.,Roblesconfi in addit.ubifupraa nu-75.ubi infin.dicit:Secusautemeritdicendum quandofuccejfimis ingre/fioinitium accipit in tranfverfalibusvelomoinoextraneii bette, dibusinfiliut orti,fune tnim. exclufa reprafentafione, proximior fuccedit,

Ladecifione 30. dellaRotaRomanarapportatadal Torrenel trat-tatode primogen.Italia tom.3-siidi auitantofifondaildegno Avvertanolepria di lui,comedifopradicemmo,fifondòperlacaufa della fucceffione alMaggioratodelPrefidenteArdiailDegni(fimo PrcfidentedellaRegiaCameraD.DomenicoCarayita,nonfolo nonèa noicontraria,maali’intuttofavorevole,edeccolo Trattava!!dellalucceffianeallaprimogenituraordinatadalCard.

Poggio,allaqualeconcorrevalaforellalecondogenita e’1nipote e*alia fororeprimogenitapnemortuadell'ultimopolTeffore ...La pri-ma, pretcndea deludereilnipote,benchéfollenella linea prediletta

,

percnè era chiamatoilpiù proffimio,elaRotaRomanaa6. Fc-brajo1673.docilea favordellalorellafecondogenitainefclufione delnipote,ficcomeriferifeel’ideiloTorrenella decif.29.La ra-gionedi cuififondòlaRotaappunto perchèelfendo chia-matoilpiù proliimo coDgiomo,doveafilcntireperlopiù profiimo non

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non

già nell* lineaprediletta,

ma

nelgrado, fenza darfi luogo allareprelcntazione ultra

gradum

nepotuminter tranfverfales, ctiam quod agatur de Primogentturti

&

majoratibus

, ficcome leggefi

a

num.

iad4. I .

'

Lo

(ledoautore rifpondendoall’oppofizioni in contrario,di darfi nella fuccefiìonidellePrimogeniturelareprelentazioneintnfinitum

,

dilleal

«.5.,e ó./futfyoritatesveriincontrarium allegata a Sebafltanoad

proban-dum

yquod ctiaminprimogenituristranjvsrjalwndetur reprafentatio

m

iafinirum, loquuntur[ecundum Leges Tauri,

&

partirorutn

, utbenk

explicantMolina ,

Camerat

.,

&

rehquifupcrius addufti,

qua

cunn fin, legaparticulareiHtfpaniarum

ad

aliaiRegione, non

extendutp-tur, e

dopo

<1* aver rifpollo dal num. 7. ad 11. al pretefo

jus di reprefentazioue,rilpole altresialla decif.Siculainquella

for-ma

: Decifroautem Sicula imprcffa.apud

modcrnumVenus

.

pofì dee. iaj.,

&

veliqui

DD.

incontrariumaddugli admjttentes inprimogeniti reprafcntationemin tnfinitum,loquunturde reprafentationeimpropria^

qua

nibtlaliud efi,

quam

vera vocario ,

&

fubjìitutio perfonarum fuccejjìvèin. infinitum vocatarum

E

finalmente nipoteall’ obiezio-ne del jusditrafmi filonecondire, chequellaragione, quod

mor-f«

temporenonbabebat,nonpotuit in filium tranfmittere

Venne

poila decif.30. dalla parte allegata fitta a 16.

Gennajo 1675;

colla qualefùlaprimarivocata, dìandofi aSebaltiano ibeni aL

Maggiorato

fottopolli .

Ma

inquella decifione

non

s’entri

all’efa-me

diquegliarticolidecifinellaprecedente,

ma

ecco qualne fh la cagione . Erafi dalCardinalPoggioordinato, doverli in

mancanza

dei chiamati

ammettere,

Qonfanguineum, vel affinem eidemtefla-tori proximiorem,

&

propinquiorent/ux.ta juris.dijpofitionem,ferva,ti femper pralatione,

&

prarogativa interlineai,

&

fexus,

&

pri-;

mogenitura Ò*integrifateperpetua diflaejusbereditata,/ed*diftorum

bomrum

,ò‘ altorumpradittorum

,proutfupra inaliascafibus

ord't-natum

,

&

dtfpofitumextitit,

& quem

ordinemdeberefervari inquo

cuwtquc ejusfuccejforein,dtftisbònis,ficcome leggefi nelleparole tra-foritte indetta decif.in princ.

Quellacircoltanza di fattomollela

Rora

arivocarcla

prima

decifione, perchè credette che

non

eranelfemplicecafodiefferfi

chiamata

il profljmiorecongionro,

ma

che la

chiamata

folle efprefiamente dal tcitatore qualificata collaprerogativadellalinea inognicalo.

Da

ciòfilcorgeche nel

tempo

ideiloche la

Rota

fece quell’ultima decifioneebbe ancora per indubitato» che nella

chiamata

del prolfi-m.iore,lenza altre chiare efprefiìoni denotanti la volontàdel tellatorc in contrario

, non fi

ammetta

altra prerogativa

che

quella del grado, ficcome fi fpiega dalla della

Rota

nel-la decif. 31., che rapporta fideilo

Torre

, ed è la 414.

re-cent.p. 18.tom. i.num.1.,oveleggefi :

Etenim

admittebant utrin-que Scribentes, neque

unquam

decifiones bu/us caufa dehoc du-bitaxmt, quod

nempe

, etfi vacatoproximiore, (Tpropinquiorc

fi-.

hi ipflaTeflatore, illiusproximitasfit attenderti*: Battet

àmen

co*-cluftonen procedere in fimplici vocaiiohe, non antem quattefeumque illa efiqualificata, (T modificata a verbisfubfeqUcnttbut:Servata

femper

prerogativainterlineai,

&

fexttt,

&

primogenitur

a,&

interrita-te perpetuadittecjuthereditàtit:quia

cum

hoc cafu a^atur de pri

mago

alturaperpetua, lineali, i*qua adeffettun fuccedenìipre*

diletticenfenturomnes aprediletto defeetodentes , requtritur quide

m

propinquitàsgraduino*

tamen

àbfolutè, fed habito refpettìt adli*

iteai*, ift quaattendi'turv

Dicaci

oracollafuaingenuità l’Avverfariofenelle circoftanze di

fat-to

in caifiamo, fia al ca'fonofiroapplichevolela decifione 30. da tifò allegata opure la2p? IlCard.Poggio

chiamò

ilpiù proflìmo

ma

colfefpfreflaqualità d’ ofletvarfila prerogativadellalinea del

grado

e delTeffo rimelTiva a quclche avea ordinato per 1’ al-tre chiamate. D.Ferrante

Venato

all’incontrochiamòilconlangùineo proflimiore che dejure

avrebbe

dovuto fuccedere. Fra

Tona

el’

altrachiamatavièuna grandilferenza.Nella

prima

lavolontàdel tefta*

tore eràefprelfad’aver volutoin ogni linea

chiamare

il primoge-nito

difendente

dallalinea delprimogenito. Nella feconda

non

folociònonfivede

ma

dall’averdettofoltahtoilpiò profsimo che di pure

dovrebbe

fuccedere firicava eTprefTamenteilcontrario.

Con

ragione

adunque crediamo non

edereal cafo noftro applicabile ladecifione 30.,

mala

1p.dal

Torre

riportata.

L’autorità del

Canonico

de

Luca

neltrattatolelinea legati àrt. 8»

per totumdal dottoAvverfariofi ècertamenteallegataionia

nep-pure

rifeont

rame

larubrica.In quefto lùogo parla l’autore uni*

camente

delinea retta inprimogèniti,&" majorattbutcfondidarli lafubingreflìone, locchènon è dadubitarfi . Della lincatralver-fale neparla al fegùente/ir/.p.ove diftingue tralalinea trafverfa-leriguardoall’ùltimo poflelfore,

ma difendente

del

primo

fondatore delmaggiorato, e laveratrafverlaie, edal num. 4Ò.

promuove

il

dubbio:reprefentatioàn babeat locumrefpettìthonorumimpartibiliunì» ut inmajorafu, ircutnepoi

avum

repYxJcntam omntnotxcludat

Pa*

truum,

&

alioi ì

E dopo

d’aver addotte 1opinioni, cosi perla negativa,

come

perl’affermativasentenza al nu.41*dille

Tota

d>f-ficultascflintranfverfalibUi feuin majoratu atranfùerfali in fottu-to?

Et

negant

Gamma

deci

fi 38 6.deGiorgio allegai. 30.

&c. E

fi-nalmente dopo

d’avereiaminato locchè fi èloilenuto nei

mag-gioratidi

Spagna

attenta la/.40.di

Toro,

conchiude :

De

jure

communi

non datur ultra fratrum fiìioiautb. cejfanìe C. delegit*

btered.Robl.lib.2.cap. 24.

num.

t.

Rox,n

ditt.cap.5.num. 41.

Luca

de fideicont:dife.15.num.ll. Idque intclligeubi denovotngrejfu agitur, fecui fiejfemui intra

eamdem

lineam,

que

primoattenditur , (3*

pofleagradui .

Ecco dunque,

che perlentimento del

Canonico

de

Luca

la rapprefentazione ha luogo nella loia linea

difenden-te

;

ma

nella collaterale(checchéfiade’maggioratidi_Spagna)non

ùm*

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s'ammette ultrafiliosfratrum atenore della difpofizionédel juscomune

.

Ma

cheandarcitanto impegnandoinunacofacosìchiara edevr-dente,rifteflodottoDifenltfredelDucad’Accadiacheformò laprimaallegazione, nellafuagiurisprudenzaforenfe,ovefcrilfe fgombro da ognipallionealtom. 7. cap. p.de majoratibus

,

&

pri-tnogenituris

,num.p,portaladifferenzachecorre trai maggiora-tidiSpagna eQuellid'Italia,circaalmododifuccederenella linea collaterale,edopo d’averdettoper1’ultimi:qursqwsigitur quinonfitfiiiusfratriadtfunlìi,fetiinulteriorigradupofìtus, iu-recontinuitiinfpecht,nuli.un bubere poteritli>seteprarogattvam,curri certijjintumfu,nondori inprimorenitireprefentatiommin fuccef-ftonecollisteraitum,fimodofuccejfireinonfintfruirei,velfìlli fratrum:citandoTìratjuello eMichele Aguir,edopo d‘aver rapportateleparolediquell’autore continuaadiresmonet

ta-miaidemautbor aliudeffe infpellis legibusHyfpnniarum,uhicantra juscommuniindufta t/lreprxjentatio in primogeniti ultrafilios fra-trum. Finalmenteconchiude:Exbis confìat alittrjudicandum inprimogenitiltalorum,a!iterinmrrjoratibusHyfpanorum,ea ni-<

mirumrottone,quiaapudItalosnullam alterniconjfideramuslineata, nifi juxta juscommuniRomanorum,Vel

,quodidemefi, juxti ufusfeudorum, qui in bocrumjurecommuni conveniunt.Apud.

Hjfattoi aliterJlatutume filegenimirumfpeciali\o."Tauri.Cut»

ergo prìmogeniicontroverfia jurecommuniinfpeUo indicandoe/7,prò-.1 pinqutorvinceredehetremottorem

NULLA HA

BIT A

RAT

IONE\

PRATENSE.

LINEAI.:

NON ENIM ATTENDITUR

Ll-i

NE A

INSUCCESSIONE

PRIMOGÉNIORUM

,NIS1

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