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della chiesa di Santa Lucia di Fermo ci sono tramandate da un paio di inventari settecenteschi (5 aprile 1728, 16 febbraio 1765), in cui sono ricordati “otto quadri di legno

col Martirio di S. Lucia”.

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26 A. De Marchi, A sud di Ancona cit., pp. 30-38; Idem, in Idem, T. Franco, Il Gotico Internazionale cit., pp.

78-80.

27 L. Dania, La pittura a Fermo cit., p. 68; A. De Marchi, Per un riesame cit., p. 66 nota 12; L. Dania, La pittura a Fermo e nel Fermano cit., p. 31; A. De Marchi, A sud di Ancona cit., pp. 33, 35, figg. 4-5; F.

Marcelli, Pagine cit., pp. 41, 46, fig. 38; A. De Marchi, Gli affreschi dell’oratorio cit., p. 56; M. Papetti, La

pittura cit., p. 39; M. Minardi, Lorenzo e Jacopo Salimbeni cit., p. 111; M. Mazzalupi, in Pittori ad Ancona

cit., pp. 156-157, n. 6.

28 F. Raffaelli, Guida artistica cit., Fermo 1889, p. 71; A. Colasanti, Un seguace di Gentile da Fabriano a Fermo, in ‘Bollettino d’Arte del Ministero della Pubblica Istruzione’, 2, 1908, pp. 244-255: 253-254;

Idem, Gentile da Fabriano, Bergamo 1909, pp. 84, 142; R. Van Marle, The Development cit., VIII, pp. 270, fig. 165; B. Berenson, Italian pictures of the renaissance: a list of the principal artists and their works

with an index of places, Oxford 1932, p. 29; L. Serra, L’arte cit., II, pp. 245, 289, 381; P. Rotondi, Studi e ricerche cit., pp. 114-116, tavv. XXVII-XXVIII, figg. 61-62; F. Maranesi, Fermo cit., p. 261, tav. 44; L.

Dania, La pittura a Fermo cit., pp. 25-26, tav. XXXVIII; Idem, La pittura a Fermo e nel Fermano cit., p. 31; M. Papetti, La pittura cit., p. 39; M. Minardi, Lorenzo e Jacopo Salimbeni cit., p. 129 nota 88; M. Mazzalupi, in Pittori ad Ancona cit., pp. 164-165, n. 16.

29 B. Berenson, Italian pictures cit., p. 270.

30 Sull’ancona di Paolo Veneziano vedi I. Fiskovic, in L’Europe des Anjou, aventure des princes angevins du XIIIe au XVe siècle, a cura di G. Massin Le Goff, D. Soulier, F. Aceto (Abbaye Royale, Fontevraud

l’Abbaye, 15 giugno – 16 settembre 2001), Paris 2001, pp. 358-359.

31 Archivio Storico Arcivescovile di Fermo, Inventario Parrocchia S. Lucia, 16 febbraio 1765, III s-5-

C/2a, alla voce “utensili e paramenti” (cfr. I. Chiappini di Sorio, Per una datazione tarda della Madonna

Correr di Jacobello del Fiore, in ‘Bollettino dei Musei Civici Veneziani’, 4, 1968, pp. 10-25: 22 nota 17; P.

Zampetti, Pittura cit., I, p. 268; I. Chiappini di Sorio, in L’aquila e il leone cit., p. 110, tutti questi contributi riportano la data 16 febbraio 1763). Nei secoli precedenti le tavolette non furono citate, ma si preferì elogiare il decoro dell’altare su cui poggiavano (cfr. Archivio Storico Arcivescovile di Fermo,

Visite Pastorali 1541-1546, II P.5, c. 165v, “Altare maius bene ornatus”; Visita Pastorale di Fabrizio Paolucci, 20 febbraio 1694, II-Q-8, c. 78v, “quo ad Altare quia bene optimeque ornatum invenit, nihil

mandavit”). Seguono alcune attestazioni inedite, che ho rinvenuto presso l’Archivio Storico Arcivescovile di Fermo: nel 1838 furono rammentati “quadri N.° 8 rappresentanti il Martirio di S. Lucia di Scuola Greca” (cfr. Archivio Storico Arcivescovile di Fermo, Prima S. Visita di S. E. R. Monsig. Gabriele

De Conti Ferretti Arciv. e Principe di Fermo, 1838, vol. XV, “Risposte alle dimande contenute nel Libretto

che si rassegnano dal sottoscritto Parroco di S. Lucia Francesco Paglialunga nella Sacra Visita tenuta da S. Ecc.za R. Monsignor Gabriele de’ Conti Ferretti Arcivescovo e Principe di Fermo nel 1838”, n. 10). Nel

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1842 sono citati “dieci quadri esistenti in sagrestia in cattivo stato”. Tra questi ci dovettero essere anche le ‘Storie di Santa Lucia’ (cfr. Archivio Storico Arcivescovile di Fermo, Prima Visita Pastorale del

Card. Filippo De Angelis, 6 settembre 1842, busta 339, fascicolo 3 S. Lucia). Quarant’anni dopo “la

Chiesa possiede 8 quadri in tavola rappresentandi il martirio di S. Lucia, dono dell’Abate Romolo Spezioli, della scuola del Crivelli…“ (cfr. Archivio Storico Arcivescovile di Fermo, Visita Pastorale del

Card. Amilcare Malagola, 10 novembre 1878, fascicolo S. Lucia, c. 17v, “…sono molto rovinati, massimi

alcuni, perché anticamente si tenevano in Sagrestia, luogo assai umido per le pioggie che vi cadevano. Furono sigillati dalla commissione pei monumenti di arte Marchegiani”, c. 20v, “Otto quadri in tavola, esprimenti il martirio di S. Lucia, in cattivo stato”, quest’ultima annotazione, sottoscritta dal parroco Raffaele Cisbani, deve essere quella menzionata anche da Ileana Chiappini di Sorio. Vedi I. Chiappini di Sorio, Per una datazione tarda cit., p. 22 nota 17; Eadem, in L’aquila e il leone cit., p. 110, alla data 1871), e alla fine del secolo, nella casa parrocchiale, vi sarebbero state “Tavole N° 8 raffiguranti la storia del martirio di S. Lucia della scuola del Crivelli” (cfr. Archivio Storico Arcivescovile di Fermo,

Prima S. Visita dell’Arcivescovo Roberto Papiri, 9 agosto 1896, F. 7, B. 49, c. 5v). Fu proprio nella sala di

ricevimento della casa del parroco che l’ispettore delle Antichità e Belle Arti Filippo Raffaelli vide “Otto tavolette che…nel loro insieme doveano formare un grandioso Polittico mancante forse del quadro di mezzo” e che “Risentono…, per la maniera della Pittura, il fare della Scuola Toscana del secolo XV” (cfr. Archivio Storico Arcivescovile di Fermo, Parrocchia di S. Lucia a Fermo, Quadri pregevoli, P.a Santa

Lucia=DIPINTI anni dal 1869 al 1913, Miscellanea interessanti, A) quadri, B) organo, 156, “Casa Parrocchiale di S. Lucia. Nella Sala di Ricevimento. OGGETTO D’ARTE. = DESCRIZIONE. = AUTORE CUI E’ ATTRIBUITO: Otto Tavolette le quali misurano m. 0,80 x 0,95. Rappresentano sopra fondo d’oro: 1. L’apparizione di S. Agata a S. Lucia 2. S. Lucia che dispensa le proprie sostanze a’ poverelli 3. S. Lucia accusata dal fidanzato dinanzi al Preside Pascasio di Siracusa 4. S. Lucia sottoposta al martirio del fuoco in presenza del fidanzato, del Preside e di vari personaggi 5. S. Lucia che rimane immobile nonostante si cerchi a forza di nuoi trascinarla in un Lupanare e con manigoldi 6. S. Lucia scannata dal Carnefice 7. S. Lucia comunicata dal Vescovo 8. Sepoltura della Santa. L’opera della prima metà del secolo decimoquinto, di…artefice, che partecipa e della Scuola fiorentina e dell’umbra. UBICAZIONE ATTUALE. = SE ORIGINARIA, ANTICA O NO. = VICISSITUDINI: Nella Sala di ricevimento della casa del parroco annessa alla Chiesa. In antico erano entro la Chiesa, e forse edde formavano nel loro insieme un grandioso Polittico, mancante oggi del quadro di centro. Ricostruita la vecchia Chiesa con nuova forma, anzi che nò barocca, e riaperta al culto nel 1851, queste tavolette furono collocate nella Sagrestia da dove poi si trasferirono in un piccolo Corridoio della Casa Parrocchiale, tenute quasi in abbandono, per cui risentirono danno. Le replicate e giuste dimostranze che soventi e atte furono fatte, indussero il Parroco ad assegnare ad esse luogo più conveniente, un ottimo divisamento le dispose nella Sala di ricevimento. Per incarico ministeriale furono fatte dall’Attuale Ecc. Ispettore fotografare, ed un esemplare di esse trovasi presso il Ministero. STATO DI CONSERVAZIONE- = RESTAURI SUBITI: Come già si è accennato, assai ne duole di vedere queste Tavolette per la mala custodia in cui negli andati tempi furono esse tenute, ridotte in non troppo buono stato, anzi alcune assai malconcie nei fondali. Sieno nella più parte i guarnimenti che le tenevano separate una dall’altra. Esse reclamano un serio provvedimento per onore dell’arte. Sono immuni da qualsiasi ritocco. Si lascia alla cure del Ministero il provvedersi, che sommessamente si propone, che le fratture da abile artefice e restauratore si fermino con nuova imprimitura a tinta neutra…OGGETTO D’ARTE. – DESCRIZIONE. – AUTORE CUI E’ ATTRIBUITO: Otto tavolette che hanno dimensione di centim. 80 in altezza e di 95 in larghezza. Queste tavolette nel loro insieme doveano formare un grandioso Polittico mancante forse del quadro di mezzo, cioè di centro. Risentono esse, per la maniera della Pittura, il fare della Scuola Toscana del secolo XV. Ne presentiamo separatamente sommaria descrizione…UBICAZIONE ATTUALE. – SE ORIGINARIA, ANTICA O NO. – VICISSITUDINI: Queste otto preziosissime Tavolette si ammirano oggi in una delle stanze della Casa Parrocchiale. Erano collocate negli andati tempi nella vecchia Chiesa dalla quale furono rimosse in occasione della nuova fabbrica. STATO DI CONSERVAZIONE. – RESTAURI SUBITI: Assai ne duole vedere queste Tavolette ridotte nella più parte in non buono stato a causa della cattiva custodia negli andati tempi, che anche perché la vecchia Chiesa era fatiscente ed umida. Tali tavolette non hanno più i guarnimenti che le tenevano separate una dall’altra. I fondi son tutti a oro. BASI STORICHE E CONTESTAZIONI CRITICHE ALL’ATTRIBUZIONE – DATA O TEMPO APPROSSIMATIVO DELL’ESECUZIONE. – DESCRIZIONI APPOSTE ALL’OGGETTO E NOTE SULLA LORO AUTENTICITA’. – BIBLIOGRAFIA: Nessun scrittore ricorda queste dipinture tranne il Curi Vincenzo nella sua guida Storica Artistica di Fermo…Noi non ci adagiamo a quest’apertura, sendo queste di epoca posteriore, e non più indietro del Secolo XV, e se non sono di Scuola Toscana, crediamo ascriverle alla Scuola Umbra”). Il 13 novembre 1908 la “Direzione Generale per le Antichità e le Belle

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Arti” invitò il parroco a far restaurare “alcuni pregevoli quadri della Scuola di Gentile da Fabriano”, al fine di traslarli dalla casa canonica alla chiesa, “ad ornamento della quale erano precedentemente destinati” (cfr. Ibidem, 13 novembre 1908, “La Direzione Generale per le Antichità e le Belle Arti ha rappresentato come nella casa canonica, annessa alla Chiesa parrocchiale di S. Lucia, esistono alcuni pregevoli quadri della Scuola di Gentile da Fabriano, ora assai deperiti; ed ha domandato il concorso del Ministero di Grazia e Giustizia nella spesa necessaria per i restauri ai dipinti prevista in £ 880 : nella relazione del Sig. Guglielmo Filippini. Ha inoltre per mezzo del Ministero di Grazia e Giustizia e di altri, raccomandato di avvertire la S. S. R.ma di desistere dall’opposizione che ha manifestato di fare

all’esecuzione dei predetti restauri, e alla traslazione dei quadri stessi dalla canonica alla Chiesa, ad ornamento della quale erano precedentemente destinati. Fo presente alla S. S. che, giuste le leggi vigenti, è diritto del Ministero della Pubblica Istruzione di esercitare la sua tutela sulle opere d’arte esistenti nelle chiese e di provvedere alla conservazione delle medesime. La invito quindi a voler nel termine perentorio di dieci giorni dalla data della presente e con tutte la cautele richieste dal valore artistico degli oggetti, ricollocare i quadri nella chiesa parrocchiale. Mi faccia conoscere se alla Chiesa parrocchiale sia o non annessa una Fabbriceria, poiché nel caso affermativo necessita d’invitare la medesima a concorrere con un adeguato contributo nelle spese previste occorrenti dalla relazione Filippini; la S. S. R.ma poi sono certo che vi vorrà concorrere anche personalmente. La prego infine di far

premure presso Cotesto Comune, affinché dia il suo concorso per restaurare le pregevoli opere d’arte, alla cui conservazione il Municipio dovrebbe provvedere a preferenza d’ogni altro Ente. Si resta in attesa d’una pronta ed esauriente risposta. Ossequi distinti”). Quindi, il 29 dicembre 1911 il Ministero di Grazia e Giustizia decise “di far procedere d’autorità ai restauri degli otto dipinti di scuola Fabrianese” (cfr. Ibidem, 29 dicembre 1911, “Con lettera del 21 corrente N. 84739818 il Ministero di G.G. e dei Culti ha comunicato a quest’Ufficio di aver deciso di far procedere d’autorità ai restauri degli otto dipinti di scuola Fabrianese appartenenti a codesto Beneficio, e di aver all’uopo invitato il Ministero della Pubblica Istruzione ad emanare i provvedimenti di sua competenza, quali risultano dalla legge 20 giugno 1909 N° 364. Nel portare a conoscenza della S.V. la suesposta determinazione Ministeriale, al fine che essa abbia esatta osservanza, il sottoscritto non può a meno, per incarico avutone dal Ministero stesso, di deplorare vivamente la condotta sinora tenuta in tale affare dalla stessa S.V., e di eccitarla a consegnare di buon grado i dipinti alla persona che verrà indicata dal Ministero della P.I. e con le modalità e le cautele che dal predetto Dicastero verranno prescritte e a consentire i restauri, informandone poi quest’ufficio con sollecitudine. Per quanto riguarda poi i due quadri di Vittore Crivelli, conservati nella Canonica, Ella dovrà senza indugio ricollocarli nella chiesa alla pubblica vista,in modo però che essi non soffrano nocumento e siano ben salvaguardati da possibili furti. Nella spesa dei restauri poi quest’Ufficio concorrerà con un sussidio, ed attende frattanto di essere informato dalla S.V. della esecuzione data alla determinazione Ministeriale partecipataLe con la presente nota”). Successivamente, il bibliotecario Luigi Sempronio avrebbe dichiarato “di aver ricevuto in consegna dal Sig. parroco don Raffaele Cisbani…otto tavole dipinte raffiguranti la storia del martirio di S.ta Lucia” (cfr. Ibidem, 17 maggio 1912, “Il sottoscritto, in seguito

ad incarico ricevuto da questo ill.mo Signor ff. di Sindaco con lettera di ieri, dichiara di aver ricevuto in consegna dal Sig. parroco don Raffaele Cisbani, per lo scopo indicato in detta lettera, otto tavole dipinte raffiguranti la storia del martirio di S.ta Lucia, le quali tavole tratterrà nei locali della Biblioteca

Comunale sotto la sua responsabilità per la perfetta conservazione e per la riconsegna a suo tempo”. Vedi anche Archivio Storico Arcivescovile di Fermo, Visita Pastorale dell’Arcivescovo Carlo Castelli, Parrocchia di Santa Lucia, Risposte al Questionario di Sacra Visita, 5 maggio 1930, n. 8 – Paramenti Sacri, “La Chiesa possiede otto tavole raffiguranti il martirio di Santa Lucia e trovansi nella Biblioteca Comunale…”) e, il 4 luglio 1912, il Ministero della Pubblica Istruzione, “su conforme parere del Consiglio superiore per le Antichità e Belle Arti”, avrebbe disposto “che le otto tavolette di scuola fabrianese con le rappresentazioni della vita di S. Lucia…vengano lasciate in temporaneo deposito nella Pinacoteca Civica” (cfr. Ibidem, 4 luglio 1912, “…P.S. Le comunico inoltre che lo stesso Onor. Ministero della P.I., su conforme parere del Consiglio superiore per le Antichità e Belle Arti, ha disposto che le otto tavolette di scuola fabrianese con le rappresentazioni della vita di S. Lucia, appartenenti a codesta parrocchia, donde furono rimosse per i restauri già eseguiti, vengano lasciate in temporaneo deposito nella Pinacoteca Civica, il cui Direttore Le rinnoverà la relativa ricevuta di consegna”, 25 novembre 1912, “La R. Soprintendenza dei Monumenti delle Marche, alla quale fu da questo ufficio comunicata la lettera con cui la S.V. chiedeva informazioni circa le modalità del deposito dei noti quadri, da effettuarsi nella Pinacoteca Comunale, ha risposto quanto segue: Per sola deferenza verso codesto On. Economato ho esaminato la lettera del parroco di S. Lucia di Fermo trasmessami dalla S.V. Illma. Il titolare del beneficio predetto dovrebbe rivolgere le sue domande al superiore Ministero della Pubblica Istruzione

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Nelle ‘Storie di Santa Lucia’ convivono le principali componenti stilistiche di Jacobello del