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Questa particolare iconografia, rafforzata dalla presenza del ciondolo di corallo, prefigura la futura Passione e morte del Redentore e sembra affermarsi in area veneta proprio con il

“Maestro della Madonna Giovanelli” tra la fine del XIV e gli inizi del XV secolo.

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Negli

stessi anni o poco dopo fu adottata da altri artisti tardogotici veneziani

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e da questi si

Altichiero a Padova, in Il secolo di Giotto nel Veneto, a cura di G. Valenzano, F. Toniolo, Venezia 2007, pp.

385-415.

40 A. De Marchi, Per un riesame cit., p. 33; D. Benati, Jacopo Avanzi cit., pp. 115-116.

41 Per l’introduzione a Venezia di questa particolare soluzione, in netto anticipo rispetto all’arrivo di

Gentile da Fabriano, vedi l’‘Annunciazione e i Santi Gregorio, Giovanni Battista, Giacomo Maggiore e Stefano’ delle Gallerie dell’Accademia a Venezia (cfr. C. Guarnieri, Lorenzo Veneziano, Cinisello Balsamo 2006, pp. 207-208, n. 38). Su Lorenzo Veneziano (documentato a Venezia dal 1356 al 1372) vedi anche A. Graziani, Sui margini di una guida imolese, in ‘Critica d’Arte’, V, 2, fasc. XXIV, 1940, pp. 135-140: 137; R. Longhi, Calepino Veneziano. II. Il trittico di Lorenzo Veneziano per l’Ufficio della Seta (1371), in ‘Arte Veneta’, I, 1947, fasc. II, pp. 79-90: 80-85; L. Cuppini, Una croce stazionale di Lorenzo Veneziano, in ‘Commentari’, IX, 1958, 4, pp. 235-243; T. Pignatti, Origini della pittura veneziana, Bergamo 1961, pp. 61-66; G. Gamulin, Nekoliko problema oko Paola i Lorenza, in ‘Radovi Odsjeka za Povijest Umjetnosti’, 5, 1964, pp. 3-14; L. Puppi, Per la storia dell’ultima opera datata di Lorenzo Veneziano, in ‘Arte Veneta’, XIX, 1965, pp. 136-138; C. Volpe, Il polittico di Lorenzo Veneziano, in Idem, Il tempio di San Giacomo

Maggiore in Bologna, Bologna 1967, pp. 93-99; C. Guarnieri, Una Madonna dell’umiltà “de panno lineo” di Lorenzo Veneziano, in ‘Nuovi Studi’, 3, 1998, 5, pp. 15-24; Eadem, Un’aggiunta al catalogo di Lorenzo Veneziano: la “Madonna della rosa” Massari, in ‘Arte Veneta’ LVIII, 2001, pp. 176-178; Eadem, Gli ultimi anni di Lorenzo Veneziano, alias Lorenzo di Nicolò: il disegno per un “antependium” e la miniatura della matricola di San Cristoforo dei Mercanti, in ‘Nuovi Studi’, 8, 2003, 10, pp. 5-11; Eadem, Lorenzo cit.; F.

Pietropoli, La pala votiva di Lorenzo Veneziano in Sant’Anastasia a Verona, in ‘Arte lombarda’, N.S., 153, 2008, 2, p. 41; Lorenzo Veneziano – le Virgines humilitatis tre Madonna de panno lineo; indagini, tecnica,

iconografia, volume a cura di C. Rigoni, C. Scardellato pubblicato in occasione della mostra “Lorenzo

Veneziano a Santa Corona. Dalla Vergine dell’Umiltà alla Madonna delle Stelle”, (Vicenza, Palazzo Thiene, 16 aprile-29 maggio 2011), Cinisello Balsamo (Milano) 2011.

42 Una simile iconografia si può ammirare nella ‘Madonna col Bambino’ del Musée d’Histoire et d’Art

del Lussemburgo (cfr. M. Minardi, Pittura veneta fra Tre e Quattrocento nelle Marche. Note in calce a

una mostra, in ‘Arte Veneta’, LXIII, 2006, pp. 7-25: 23). Una variante di questo tema, raffigurante il

Bambino che dorme accanto al ginocchio destro della Vergine, si osserva, invece, nella ‘Madonna dell’Umiltà’, già a Londra nella collezione di Robert Langton Douglas (cfr. A. De Marchi, Ritorno cit., pp. 14-15 nota 9). Questa variante iconografica fu ripetuta da Jacobello del Fiore nella ‘Madonna dell’Umiltà’, già a Roma nella collezione del Principe Massimo (cfr. R. Van Marle, The Development of

the Italian Schools of Painting, voll. 19, The Hague 1923-1938, VII, Late Gothic painting in North Italy, p.

342).

43 Penso sia a Nicolò di Pietro, che la impiegò nella ‘Madonna col Bambino in trono’ del Fogg Art

Museum di Cambridge (Massachussettes, Usa; cfr. A. De Marchi, Per un riesame cit., p. 36, fig. 14) e nella ‘Madonna dell’Umiltà’ del Museo di Budapest (cfr. Ibidem, p. 47, fig. 30), sia a Jacobello del Fiore, basti pensare alla ‘Madonna col Bambino’ del Museo Correr (cfr. G. Mariacher, Il Museo Correr di Venezia.

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propagò fino ad Antonio, Bartolomeo e Alvise Vivarini,

44

giungendo nel Rinascimento

inoltrato grazie all’attività degli scultori

45

e dei pittori veneti della seconda metà del

secolo.

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95-96) o al medesimo soggetto, già a Venezia in collezione Manfrin (cfr. A. De Marchi, Ritorno cit., pp. 14-15 nota 9, fig. 47), come pure al “Maestro di Ceneda”, il quale utilizzò tale soluzione iconografica solamente nella ‘Madonna col Bambino’, già a Colonia presso la Galleria Malmedè, la cui immagine si trova al Kunsthistorisches Institut in Florenz (8820).

44 Sono molti gli esempi che riguardano i tre Vivarini: la ‘Madonna dell’Umiltà’ di Antonio, già in

collezione Speroni a Milano (foto Kunsthistorisches Institut in Florenz 65957), situata entro un’hortus

conclusus con le mani giunte e il Bambino addormentato sul suo grembo, che tiene nella mano sinistra

una piccola croce d’oro; la ‘Madonna dell’Umiltà’ della Galleria Davia-Bargellini a Bologna, che è una variante della precedente; nello scomparto centrale del polittico di Antonio e Bartolomeo della Pinacoteca Nazionale di Bologna il Bambino addormentato è disteso sul grembo della Madonna (cfr. G. Fossaluzza, in Pinacoteca Nazionale di Bologna. Catalogo Generale, 1. Dal Duecento a Francesco Francia, a cura di J. Bentini, G.P. Cammarota, D. Scaglietti Kelescian, Venezia 2004, pp. 224-233, n. 84); il polittico di Bartolomeo conservato alle Gallerie dell’Accademia di Venezia (1464) presenta una Madonna in trono con le mani giunte e il Bambino addormentato disteso sul suo grembo (cfr. S. Moschini Marconi, Gallerie dell’Accademia di Venezia, opere d’arte dei secoli XIV e XV, Roma 1955, p. 159, n. 179); il trittico con la ‘Madonna col Bambino, San Pietro e San Michele Arcangelo’ dell’Accademia Carrara di Bergamo, eseguito da Bartolomeo nel 1482; la ‘Madonna dell’Umiltà’ di Bartolomeo, che si conserva presso l’Academy of Arts di Honolulu (cfr. F. Heinemann, Eine Vergessene

Madonna des Bartolomeo Vivarini, in ‘Arte Veneta’, XVI, 1962, pp. 151-152, fig. 175); la ‘Madonna col

Bambino’ sdraiato sul parapetto e con la testolina appoggiata sopra ad un cuscino, firmato da Bartolomeo Vivarini e datato 1481, del Museo di San Francisco; la ‘Sacra Conversazione’, firmata da Bartolomeo Vivarini e datata 1475, della chiesa di Lussingrande nell’ex Yugoslavia, con la solita Madonna a mani giunte incoronata da due angeli e il Bambino addormentato sul suo grembo; la ‘Madonna col Bambino e angeli musicanti’, dipinta da Alvise e conservata nella chiesa del Redentore a Venezia, dove al Bambino addormentato sul grembo della Madonna si aggiunge un cardellino in alto a destra a ricordare ancor di più la futura passione di Cristo; la ‘Madonna col Bambino’ di Alvise nella chiesa di San Giovanni in Bragora a Venezia (circa 1485); il polittico di Alvise, ubicato all’interno della Galleria Nazionale delle Marche a Urbino (cfr. P. Zampetti, in Restauri nelle Marche. Testimonianze,

acquisti e recuperi, catalogo della mostra di Urbino, Palazzo Ducale, 28 giugno-30 settembre 1973, pp.

558-560, n. 146) e, per finire, la ‘Madonna col Bambino e due angeli musicanti’ di Capo d’Istria, firmata da Alvise Vivarini e datata 1489.

45 Vedi la ‘Madonna col Bambino’ intagliata intorno alla metà del XV secolo al centro del polittico

proveniente dalla chiesa di Sant’Antonio Abate, ma attualmente conservata presso il Museo del Territorio di San Daniele del Friuli, nei dintorni di Udine (cfr. A. Markham Schulz, Woodcarving and

Woodcarvers in Venice 1350-1550, Firenze 2011, pp. 35, 44, 54, 160, 219-223 n. 5, 307 fig. 15, 444-445

figg. 141-142), la ‘Madonna col Bambino’ (bottega di Paolo Campsa e di Giovanni da Malines) della chiesa di Santo Spirito a Tijesno sull’isola di Murter in Croazia (cfr. Ibidem, pp. 47, 330 fig. 20) e il medesimo soggetto intagliato intorno al 1465-1470 nello scomparto centrale del registro inferiore del polittico della chiesa di San Francesco a Pola in Istria (cfr. Ibidem, pp. 41-42, 54, 319 fig. 8, 336 fig. 26).

46 Un Bambino addormentato e sdraiato sul davanzale, che appoggia la testa su due soffici cuscini, si

può ammirare in una ‘Madonna col Bambino’ attribuita a Cima da Conegliano (cfr. P. Humfrey, Cima da

Conegliano, Cambridge 1983, p. 128, n. 96, firmato JOANES BAPTISTA CHONEGLANESIS). Nel polittico

dipinto da Cima da Conegliano per la chiesa di Sant’Anna a Capo d’Istria, lo scomparto centrale presenta la solita Vergine con le mani giunte in segno di preghiera e il Bambino dormiente sul suo grembo (cfr. Ibidem, pp. 91-92, n. 31). In una ‘Sacra Famiglia’ di Cima, oggi alle Courtauld Institute Galleries di Londra, si osserva un Bambino dormiente, che si appoggia ad un cubo marmoreo, mentre stende le gambette sul mantello della Vergine (forse copia da un quadro di analoga composizione conservato nel Museo Civico di Pavia). La ‘Madonna dei gelsomini’ di Niccolò Giolfino, che si conserva nel Museo di Castelvecchio a Verona, presenta una tenera Vergine, la quale stringe il Bambino con entrambe le mani, mentre questo dorme beatamente (cfr. M. Repetto Contaldo, in Museo di

Castelvecchio. Catalogo generale dei dipinti e delle miniature delle collezioni civiche veronesi. I. Dalla fine del X all’inizio del XVI secolo, a cura di P. Marini, G. Peretti, F. Rossi, Cinisello Balsamo (Milano) 2010,

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Per convincersi dell’affiliazione dell’anonimo maestro alla cultura neo-giottesca è