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Il cicloturismo nelle realtà estere e in Italia: un confronto

6. PROPOSTE e CONSIDERAZIONI per INCENTIVARE il TURISMO SOSTENIBILE nella SINISTRA PIAVE

6.4 Il cicloturismo nelle realtà estere e in Italia: un confronto

La cultura della mobilità dolce e dell’uso della bicicletta, come è stato analizzato nel capitolo 4, sono diffusi soprattutto nel Nord Europa, come in Danimarca, Olanda, Germania, ma solamente di recente negli anni 90 del secolo scorso si è avviata una progettazione organica che mirava a soddisfare modelli di sviluppo turistico, che da un lato volevano soddisfare l’aumento della domanda per il

che è interessato non solo alla degustazione dei vini e prodotti locali, ma anche alla storia del territorio, alle tradizioni locali e alle risorse storico e culturali. I tre percorsi, che si accostano alla Strada del Prosecco, sono: il Feudo dei Collalto, Storia e Cultura tra Serravalle e Follina, il Torchiato di Fregona. Per ulteriori informazioni si consulti: M. Vidor, Sulla strada del vino : prosecco e vini dei colli Conegliano e

Valdobbiadene, Farra di Soligo (TV), Punto Marte, 2007.

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Un distretto enoturistico è un’area in cui convivono due settori: turistico ed enologico. Ciò che distingue una zona distrettuale turistica è il complesso di rapporti che si possono realizzare tramite il coinvolgimento di un certo numero di imprese che lavorano in settori diversi e il ruolo delle istituzioni locali. Riferimento: G. Rorato, Il prosecco di Conegliano-Valdobbiadene, Sona (Vr), Morganti, 2006.

318 AA.VV., “L’enoturismo nel distretto del Prosecco DOCG di Conegliano e Valdobbiadene”, in V. Boatto, A.J.

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cicloturismo, e dall’altra garantire un processo sostenibile di valorizzazione delle risorse ambientali e territoriali. Il cicloturismo riesce a soddisfare queste esigenze a patto di essere adeguatamente pianificato con itinerari e sistemi di offerta che rispettino precise condizioni, come creazione di segnaletica, accoglienza, servizi di noleggio e molto altro. Il più grande esempio della volontà di realizzare piste cicloturistiche e incentivare la mobilità sostenibile appartiene a EuroVelo, un’iniziativa europea che voleva riconoscere a livello continentale la rete ciclopedonale europea, realizzata da ogni singolo paese.319

Si analizza di seguito uno dei sistemi cicloturistici meglio organizzati d’Europa: la Strada del Danubio e le vie d’Austria: «Quello austriaco è uno dei casi più interessanti, poiché riguarda un paese che, a dispetto dell’orografia certamente non favorevole ha saputo fare del cicloturismo uno dei prodotti di maggiore attrattività della propria offerta turistica nazionale.»320 L’Austria ha saputo interpretare al meglio le possibilità turistiche derivanti dalla mobilità dolce e ha realizzato la Donauradweg, la Strada del Danubio, che ha agito da “traino” per lo sviluppo dell’intera rete turistica nazionale austriaca. La rete ciclabile austriaca è molto organizzata, includendo 38 itinerari che si sviluppano su 4.000 chilometri, dotati di segnaletica molto precisa e dettagliata e sostenuti da un buona integrazione con il sistema ferroviario. Gli itinerari proposi soddisfano le diverse richieste turistiche, offrendo percorsi adatti a famiglie e bambini, escursioni più turistiche che attraversano mete naturalistiche e luoghi di interesse storico- culturale e tragitti più sportivi, per coloro che amano sperimentare paesaggi avventurosi con la mountain bike. Questa strada lontana dal traffico motorizzato si è evoluta, creando numerosi servizi e comfort per il cicloturista, che può pernottare in diverse strutture ricettive lungo il percorso o fermarsi per un pasto nei diversi ristoranti che offrono piatti tipici, servizi di noleggio e assistenza tecnica, materiale informativo adeguato e segnaletica ad hoc.

La Strada del Danubio è stata così adeguatamente organizzata che diversi Tour Operator, specializzati nella realizzazione di vacanze per cicloturisti, hanno privilegiato questo lungo itinerario, promuovendolo e incentivandolo anche a livello internazionale. Il successo della Strada del Danubio è stato leva motivazionale per le altre realtà europee, come in Olanda, Germania, e Danimarca, che hanno

319 Per qualsiasi altro approfondimento su EuroVelo si rimanda al paragrafo 4.2.1 del capitolo 4. 320 R. Formato, Op. Cit, pag.44

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pianificato dei percorsi cicloturistici, basandosi proprio sull’esperienza austriaca. Ha spinto anche le stesse autorità austriache a collegare alla Strada del Danubio, altri percorsi ciclopedonali suddivisi per tematiche, storico-culturali, lacustre- fluviale, alpino-avventuroso.321

Nel panorama italiano, la legge n°366 del 19 ottobre 1988322 permise ad ogni

regione italiana di pianificare delle reti di percorsi ciclabili integrati, da qui la coscienza nel sviluppare una mobilità dolce, che portò alla realizzazione nel 2001 della rete Bicitalia323 e ogni regione pianificò a livello territoriale le proprie proposte

per degli itinerari ciclabili. In particolare la Regione Veneto è la regione che più ha utilizzato i benefici derivanti dalla Legge 366: il risultato di queste proposte e associazioni è la Lunga Via delle Dolomiti324, l’itinerario più frequentato d’Italia da

turisti italiani e stranieri, la Ciclopista del Brenta325 e l’itinerario GiraSile e i vari

itinerari proposti da Bicinvacanza.326 Ci sono state, quindi, molte iniziative e progetti volti a costruire un turismo ciclopedonale in Italia, e soprattutto nella Regione Veneto, interpretando le risorse paesaggistiche, naturali e il patrimonio storico culturale del territorio.

Un esempio vicino alla realtà territoriale della Sinistra Piave è il GiraSile, la

greenway del Parco Sile: il percorso si snoda per 4.000 ettari che percorrono le

provincie di Treviso, Padova e Venezia, e per renderlo totalmente accessibile e praticabile sono stati realizzati nove itinerari, sia ciclabili che pedonali, che collegano le risorgive del Sile sino alla Laguna veneziana; sono state recuperate le alzaie del Sile, antichi percorsi pedonali e il tracciato dell’ex ferrovia Treviso- Ostiglia di circa 12 chilometri. Il progetto ha realizzato anche un ”roadbook” che descrive dettagliatamente i percorsi, associandoli a visite del fiume su imbarcazioni tradizionali, e offrendo delle proposte di soggiorno e i riferimenti per

321 C. Pedroni, “Le grandi ciclovie internazionali e nazionali”, in AA.VV. Due ruote per il futuro. Prima

conferenza nazionale della bicicletta, Portogruaro (VE), Edicloeditore, 2008, pp. 104-112

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Questo decreto legislativo dettava norme che erano finalizzate alla promozione , valorizzazione e sviluppo di una mobilità ciclistica sul territorio italiano.

323 Bicitalia è la realizzazione di un network nazionale di circa 15.000 chilometri di percorsi ciclabili, che

dovevano coprire l’intero territorio nazionale, basandosi su 14 direttrici principali di collegamento, come la

Via del Po e delle Lagune e la Ciclovia dei Fiumi Veneti. Per altre informazioni si consulti il sito

www.bicitalia.org o il paragrafo 4.2 del capitolo 4.

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La Lunga Via delle Dolomiti è un percorso che collega Calalzo a Lienz, in Austria, attraversando le località di Dobbiaco e Cortina. La particolarità è che l’intero sentiero è chiuso al traffico motorizzato e utilizza gran parte del tracciato dell’ex Ferrovia delle Dolomiti.

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La Ciclopista del Brenta è un itinerario che collega la foce del Brenta a Trento alla Laguna di Venezia, per 80 chilometri complessivi.

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le informazioni turistiche.327 Il GiraSile è definito anche greenway del Parco del Sile, in particolare, le greenways sono: «vie di comunicazione autonome, riservate agli spostamenti con mezzi non motorizzati, realizzate in un quadro di sviluppo integrato, che abbiano caratteristiche di larghezza, pendenza e pavimentazione tali da garantire un utilizzo agevole, in condizioni di sicurezza, da parte di utenti in qualunque condizione fisica.»328 Lo strumento privilegiato per lo sviluppo e la

creazione di queste greenways sono le alzaie dei canali, dei fiumi e le linee ferroviarie abbandonate, che sono di rilevante qualità paesaggistica se ben conservate. La greenway non è solamente una pista ciclabile, ma comprende aspetti più strutturali, come il mantenimento delle risorse naturali e la loro tutela, incentivando uno sviluppo locale sostenibile, ristrutturando antiche vie di comunicazione, come le ferrovie, e i paesaggi degradati, indirizzandosi non solo ai ciclisti ma agli altri fruitori di mobilità sostenibili, come l’ippoturismo o l’escursionismo a piedi. Ciò che contraddistingue una greenway è innanzitutto la sicurezza, proprio perché i tratti sono fisicamente separati e distinti dalle strade percorse da mezzi motorizzati, quindi in perfetto stile sostenibile e sicuro; la cosiddetta multiutenza perché questi tracciati possono essere intrapresi da qualsiasi utente, come pedoni, ippoturisti, ciclisti; la mobilità dolce proprio perché molti di questi percorsi hanno pendenze moderate, che permettono la visione e la sosta nei paesaggi circostanti; l’accessibilità per qualsiasi tipo di utente, anche coloro affetti da problemi motori; il recupero di porzioni del territorio dismesse, di infrastrutture abbandonate, di ferrovie non più funzionanti e di strade rurali minori; e infine la fusione con l’ambiente naturale, che consente un accesso corretto alle zone di rilevanza paesaggistica e di incentivare una fruizione del territorio sostenibile. I benefici e i vantaggi nel creare una greenway per lo sviluppo territoriale sono molti, ad esempio, incentivando la promozione di un turismo sostenibile nella zona interessata, comprendendo la valorizzazione del patrimonio storico artistico locale, favorendo il mantenimento e la conservazione delle zone paesaggistiche e contribuendo allo sviluppo delle regioni rurali.329

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AA.VV., GiraSile: la greenway del Parco Sile, Zero Branco (TV), Grafica6, 2008.

328 G. Senes, “L’esperienza delle greenways”, in AA.VV. Due ruote per il futuro. Prima conferenza nazionale

della bicicletta, Portogruaro (VE), Edicloeditore, 2008, pp. 104-112

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AA.VV., Progettare i percorsi verdi : manuale per la realizzazione di greenways : percorsi pedonali, piste

ciclabili, vie d'acqua, ferrovie dismesse, vie equestri, greenways urbane , Santarcangelo di Romagna (RN),

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