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L’enogastronomia nelle realtà estere e quelle italiane: un confronto

6. PROPOSTE e CONSIDERAZIONI per INCENTIVARE il TURISMO SOSTENIBILE nella SINISTRA PIAVE

6.3 L’enogastronomia nelle realtà estere e quelle italiane: un confronto

E’ opportuno evidenziare, per meglio comprendere la situazione italiana e in particolare la Sinistra Piave, le realtà estere e come le diverse nazioni pianifichino lo sviluppo sostenibile locale, valorizzando le loro risorse naturali, culturali e storiche. Si prenderà in analisi, per confrontare con la Strada dei Vini del Piave, il turismo enogastronomico e Strada dei Vini del maggior competitore dell’Italia, a livello europeo: la Francia.

L’esperienza francese in fatto di turismo enogastronomico ha accumulato esperienza sin dagli anni Ottanta del secolo scorso, periodo in cui i francesi riuscirono ad organizzare i territori e ad utilizzare il vino come attrattiva, trasformandolo in un prodotto “ambasciatore” che attirava i turisti. I francesi, in questo modo, sono riusciti a valorizzare vini e la zona dello: Champagne, Bordeaux, Borgogna, Alasazia e Beaujolais.310 La Francia ha puntato molto

sull’enoturismo, proponendo una diversificazione per l’offerta del territorio, data la reputazione dei vini francesi. Da questo principio, sia i produttori sia le organizzazioni turistiche francesi hanno ampliato l’offerta di risorse legate al tema del vino. La maggior parte della progettazione territoriale funziona, ma ci sono alcune zone con aziende molto piccole, che non cooperano tra di loro, creando una frammentazione dell’offerta e nelle quali la promozione e la valorizzazione del territorio si limita al posizionamento di cartelli di vendita vini e una brochure delle

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R. Prentice. Tourism and heritage attractions , London , Routledge, 1993.

310 A. Monterumisi, Turismo e Strada del Vino. Progettare, organizzare e promuovere i distretti turistici

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aziende. Mentre nelle regioni più conosciute, come Champagne, Bordeaux e Alsazia, le realtà vinicole sono molto più strutturate e il livello di cooperazione tra gli attori del territorio è quasi eccellente.311

Si prenda ad esempio l’Alsazia, al confine con la Germania, esempio perfetto di territorio musealizzato312, che collega ben 12 musei del vino e dove le strutture

sono tutte ben sistemate, i giardini pubblici ben conservati, come le case tipiche, ancora in ottimo stato. Il vino non è l’unico elemento degno di nota in questa zona, ma anche l’ottimo mantenimento del patrimonio naturale e storico, che ha musealizzato il territorio. La Francia ha investito molto negli ultimi anni per creare questi musei del vino, che fanno da contorno all’enoturismo francese, e sono presenti in quasi tutte le località vinicole del paese; queste strutture sono il risultato dell’impegno delle iniziative da parte dei locali, aiutati anche dai fondi pubblici.313 La zona Champagne invece è famosa per le sue “Gallerie Galliche”, che risalgono proprio all’epoca dei Galli, e che sono l’elemento distintivo del territorio assieme alla produzione vinicola di qualità. Questo patrimonio storico è uno dei temi per intraprendere una visita in questa zona, nella quale si snoda la Strada del Vino Champagne. Nella regione del rinomato Bordeaux le aziende vinicole si sono attrezzate di spazi per la degustazione e di personale qualificato, ma perla del territorio è il patrimonio architettonico dei Castelli, Les Chateaux, i quali per attrarre i visitatori si sono associati fra di loro per proporre ulteriori servizi e attrazioni, come: campi da golf e polo, mostre di pittura ed eventi artistici.314

La Francia, avendo capito le potenzialità di questa tipologia turistica, ha creato una vasta rete di Strade del Vino, ma tutte ben articolate tra di loro. Ha promosso degli itinerari, praticabili sia in bici che in auto, esplicati sui cartelli stradali e sulle

311 Corigliano M. A., COMITEL, (a cura di), Osservatorio internazionale sul turismo enogastronomico, Milano,

FrancoAngeli, 2004, pp. 149-151

312 Musealizzare il territorio enologico permette al visitatore di rivisitare la storia, di abbinare il vino alla

conoscenza dei territori di produzione. Una Strada del Vino dovrebbe avere sempre un museo che mostri il vino e anche la vite; non deve essere solo un luogo della memoria ma anche un contesto nel quale spiegare al turista i prodotti che la terra fa nascere e la sua storia. Musealizzare una Strada del Vino e il suo territorio è un vantaggio per il marketing, per la promozione turistica, perché non esalta solamente il vino e i processi di produzione, ma connette anche le altre realtà museali come i musei etnografici, i borghi antichi, i castelli, le rocche, gli ambienti artigianali e tutto ciò che può celebrare la storia di un territorio. I musei tematici in Italia, come questo presente in Alsazia, non sono frequenti perché ribaltano il concetto di museo classico. Per ulteriori approfondimenti si consulti: A. Monterumisi, Turismo e Strada del Vino. Progettare,

organizzare e promuovere i distretti turistici integrati, Rimini, Guaraldi, 2005, pag.25.

313 L. Galletto, F. Bianchin, “L’enoturismo tra Vecchio e Nuovo Mondo”, in V. Boatto, A.J. Gennari (a cura di),

La roadmap del turismo enologico, Milano, FrancoAngeli, 2011, pp. 30-32

314 Antonioli Corigliano M, Strade del Vino ed Enoturismo. Distretti turistici e vie di comunicazione, Milano,

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mappa fornite dagli uffici turistici, in modo profondamente dettagliato, associando quasi sempre alle strade dei siti di heritage storico e architettonico, come i castelli di Bordeaux e i musei del vino, con l’obiettivo di richiamare un turista conoscitore dei vini ma anche interessato a conoscere altri aspetti territoriali, come la storia e la tradizione locale.

Le realtà turistica francese ha proposto questo progetto, cooperando con i vari attori territoriali, affinché il vino non fosse l’unica ragione per intraprendere un percorso turistico, connettendolo alle peculiarità storico e culturali di una regione, accompagnate dalla gastronomia francese e da attività all’aperto, come le gite in barca, mountain bike e golf. La Francia ha puntato quindi molte risorse economiche e sforzi locali, coinvolgendo il settore pubblico nella pianificazione dell’enoturismo e sia le regioni sia le provincie sono provviste di propri uffici turistici. Malgrado l’esistenza di queste istituzioni, l’enoturismo francese è stato avviato e pianificato soprattutto grazie all’iniziativa di privati: «la quota di enoturisti che pone come primo scopo della loro vacanza la visita delle cantine, in Francia, è in realtà molto bassa, dal momento che il primo fattore di interesse è rappresentato dagli aspetti storico-culturali del Paese coinvolti, tuttavia, in una sinergia utile con l’enoturismo in senso stretto.»315

L’esempio francese ha illustrato come l’enogastronomia venga inserita in una proposta ampia di altre attrattività turistiche, come heritage architettonico storico e turismo culturale, incentivando un approccio sostenibile. E’ quindi il caso di esporre come termine di paragone anche un altro caso di turismo enogastronomico, associato alla Strada del Vino, ma nella realtà italiana: la Strada del Prosecco e Vini dei Colli di Conegliano e Valdobbiadene.

Questa strada è stata il primo tentativo italiano di realizzazione di una Strada del Vino, avvenuta attorno agli anni Settanta nata come “Strada del Vino Bianco”, e poi rinominata nel 2003 con la denominazione attuale. E’ un percorso lungo 120 chilometri che parte da Conegliano, attraversando il territorio collinare, fino a Valdobbiadene, proponendo oltre l’itinerario principale tre percorsi tematici che si collegano alla strada.316 Il turismo in questo distretto enologico ha conosciuto una

315 V. Boatto, A.J. Gennari, Op. Cit, pag.33

316 Il tracciato realizzato in precedenza negli anni Settanta del secolo scorso è stato integrato con tre

percorsi tematici per far risaltare il territorio circostante, per incentivare la visita alle diverse realtà vinicole e al patrimonio storico artistico della zona, attraversata dal percorso enoturistico. L’Associazione, che gestisce la Strada del Prosecco, ha voluto rispondere alle nuove richieste e desideri del moderno enoturista,

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forte espansione negli ultimi anni, dovuta anche alle denominazioni DOCG del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, che hanno attribuito ancora più prestigio al territorio. Un segno di questo sviluppo turistico è l’aumento dell’offerta dei servizi ricettivi, come B&B e servizi agrituristici, e la crescita della domanda di prodotti enoturistici, costringendo i proprietari vinicoli ad allestire delle sale apposite di degustazione dei vini e vendita aziendale. La zona ha instaurato, precisamente, il modello del distretto come sistema, lo stesso utilizzato dall’esperienza francese, ovvero ha dato vita a diverse iniziative che hanno inglobato tutti i soggetti e attori presenti nel territorio: cantine, uffici turistici, strutture ricettive, servizi ristorativi, associazioni culturali, musei, e altri servizi locali.317 La realizzazione del distretto enoturistico è uno dei principali fattori che contribuiscono all’economia veneta, facendo conoscere i suoi prodotti, la gastronomia locale, il patrimonio storico culturale a turisti italiani e stranieri. La Marca Trevigiana tra Conegliano e Valdobbiadene è riuscita quindi a creare un prodotto turistico che coniugasse enogastronomia con il turismo del territorio e del paesaggio culturale; è un turismo di qualità e non di massa, proprio per la conformazione del territorio, formato da strade strette e dall’andamento tortuoso tra le colline, che impedisce la capacità di contenimento di grandi masse di turisti, favorendo di conseguenza la sostenibilità.318