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I circoli A e B di Micene sono forse le “Tombe Reali” più conosciute. A differenza di quelle sopra citate, non si tratta di semplici sepolture aristocratiche ma di una sorta di “cimitero di famiglia” che presenta diverse fasi di utilizzo ed espansione. Entrambi i circoli presentano un recinto in muratura e tombe sormontate da tumuli di terra che ricoprono una o più sepolture.

L’utilizzo dei due circoli copre un arco temporale che va dalla fine del Medio Elladico all’inizio del Tardo Elladico, tuttavia la successione delle tombe è piuttosto dibattuta. Nello specifico, Kirlian-Dirlmeier131 ritiene che i due circoli

siano contemporanei e che si siano sviluppati in modo parallelo a partire dalla fine del Medio Elladico. Dickinson132 e Graziadio133 invece, ed è questa l’ipotesi

più accreditata a cui si farà fede in questo studio, sostengono che il circolo B si dati a partire dal MEIII e, successivamente, nel TEI venga affiancato dal circolo A.134

Insomma il periodo di uso dei due circoli coprirebbe un arco temporale di circa un secolo che, considerando la vita media di allora, si traduce nel susseguirsi di quattro o cinque generazioni.135

131 Kilian-Dirlmeier 1986.

132 Dickinson 1977.

133 Graziadio 1991.

134 In realtà le ipotesi dei due studiosi differiscono leggermente: Dickinson prevede una

suddivisone dei due circoli in tre fasi, datando le ultime sepolture al TEI, Graziadio invece propone una sequenza di quattro periodi, datando le tombe più tarde di entrambi i circoli (Circolo B tomba P e Circolo A ultima sepoltura della tomba I) al TEII.

- CIRCOLO B

La scoperta del circolo B avvenne per un caso fortuito durante lo scavo della vicina tomba a tholos di Clittennestra. L’area fu quindi indagata nel dettaglio per due anni e successivamente pubblicata da Georgios Mylonas136.

Lo spazio funerario, delimitato da un muro conservato solo parzialmente, comprende ventisei tombe per un totale di trentacinque inumazioni. Il circolo era stato parzialmente distrutto proprio durante la costruzione della tholos del XIV secolo sopra menzionata. Seguendo la periodizzazione di Graziadio 137

possiamo suddividere l’utilizzo del circolo in tre fasi:

- MEIII pieno: tombe a fossa singole e di piccole dimensioni con corredo composte da sola ceramica e pochi vasi metallici (ad eccezione della tomba I che conteneva un uomo adulto con armi e gioielli).

- MEIII finale: tombe più grandi e con sepolture sia singole che multiple, in alcuni casi dotate di stele. I corredi sono più ricchi e presentano armi, gioielli e vasi metallici anche in lamina aurea.

- TE I: le tombe sono nuovamente più semplici e meno elaborate. I corredi maschili sono meno sfarzosi di quelli femminili.138

Sono state condotte analisi piuttosto accurate sui resti ossei rinvenuti in queste tombe, che comprendono donne, uomini e bambini.139 In generale i

defunti presentavano condizioni di buona corporatura fisica che presuppone un’alimentazione equilibrata. Questo indicherebbe uno status sociale piuttosto elevato. Gli uomini erano tutti dotati di una struttura robusta ed avevano evidenti segni di ferite fisiche riportate in vita (non necessariamente causa di

136 Mylonas 1973.

137 Graziadio 1988.

138 Sulle varie descrizioni delle fasi si veda anche Cultraro 2006. Per la descrizione dettagliata

di tutte le tombe invece si rimanda a Gonzato 2012, 83-85.

139 Su questo argomento si veda Musgrave et al. 1995, 129 (studi osteologici) oppure Brown et

morte); questo dato, unitamente alla presenza di armi nei corredi, lascia intendere che fossero abili guerrieri.140

Circolo B di Micene141

140Alden 1981, 111; Gonzato 2012, 81.

- CIRCOLO A

Il circolo A fu il primo ad essere scoperto, nel 1876 da Heinrich Schliemann. I meravigliosi rinvenimenti descrivevano perfettamente l’epiteto omerico “Micene ricca di oro” che aveva tanto ispirato l’archeologo tedesco. In realtà l’autenticità di alcuni reperti, prima tra tutti la celeberrima maschera di Agamennone, riportati alla luce da Schliemann è piuttosto controversa.142

Il circolo A, a differenza del B parzialmente distrutto nelle epoche successive, venne protetto da una sorta di muro di contenimento realizzato verso la metà del XIII secolo.143 L’area ospita sei tombe a fossa, quasi tutte dotate di stele,

per un totale di diciannove inumati (nove donne, otto uomini e due infanti), Fatta eccezione per la tomba II si tratta sempre di sepolture multiple, che potevano comprendere da due a cinque individui. I defunti, tutti disposti in modo ordinato seguendo l’asse est-ovest, erano dotati di corredi straordinari, con oggetti ancora più ricchi e raffinati di quelli rinvenuti nel circolo B.144

Sempre seguendo la suddivisione cronologica di Graziadio, possiamo collocare le prime tombe di questo circolo (II e VI) contemporaneamente alle ultime deposizioni del circolo B e datarle quindi al TE I pieno. Invece le tombe III, IV e V sembrano essere immediatamente successive, databili alla fine del TE I.145

Le tombe della prima fase sono notevolmente più ricche di quelle contemporanee rinvenute nel circolo B, ma sembrano piuttosto umili se paragonate allo sfarzo dei corredi rinvenuti nelle tombe più recenti del circolo A. Sono state formulate quindi due ipotesi circa la successione di utilizzo dei circoli: la prima è che uno stessa “famiglia” aristocratica abbia utilizzato prima il circolo B e successivamente, in conseguenza di una spaccatura interna, un ramo di essa, destinato a diventare dominante, si sia spostato nel circolo A.

La seconda teoria invece è che nel TEI ci sia stato un avvicendamento ai vertici, con conseguente perdita di ricchezza e prestigio degli uomini

142 Si veda ad esempio Calder 1997.

143 Dickinson 1977, 40.

144 Per la descrizione completa di tutte le tombe si veda Karo 1930; per una sintesi chiara e puntuale si veda invece Gonzato 2012, 87-89.

appartenenti alla prima “famiglia” e scalata al potere della seconda. Rimane comunque singolare il fatto che, a differenza degli uomini, le donne del circolo B mantengano ricchi corredi e non subiscano alcuna perdita di status sociale.146

Circolo A di Micene147

146 Sulle due ipotesi e le varie problematiche connesse si veda Cultraro 2005, 140-142.

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