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Citazioni di Tucidide in cui non viene indicato il libro

Akte, antico nome

dell’Attica,

polis del Peloponneso

IV 109, 1 V 35, 1

De prosodia catholica (GG III 1, p. 344 l. 7)

Boiotia, mone dell’Ellade I 12, 3 Le Beozia compare più volte nell’opera di Erodiano, tuttavia la voce non sembra composta sulla base

dell’opera del grammatico.

Hykaron, phrourion della

Sicilia (Ikaros) III 29, 1 VIII 99 (Hykkara) VI 62, 3 VII 13, 2

De prosodia catholica (GG III 1, p. 385 l. 36) [L]

Gli Ethnika contengono 66 riferimenti a Tucidide. Per tutti i casi, tranne i tre appena illustrati nella tabella, viene indicato il libro delle Storie da cui sono tratti.

Tra le voci che contengono questi riferimenti 27 indicano poleis, 6 ethne (7 se si aggiunge anche la popolazione degli Aineeti sotto la voce Anaia), 4 choria, 3 nesoi, 2 komai. A queste categorie vanno aggiunte le voci dedicate alle alture (l’akroterion di Boudoron, l’oros di Istone e i lofoi dei Bomoi), alle fortificazioni (il polichnion di Sollion, il polisma di Phakion e Olpai definito come un phrourion) ed al limen di Oineo.

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Anche nel caso di Tucidide le citazioni riportate da Stefano riprendono materiale presente nell’opera di Elio Erodiano: 56 citazioni attingono dal De prosodia catholica e 4 dal Peri paronymon. Ancora una volta però non è facile risalire alla paternità di queste informazioni, infatti per 46 di queste occorrenze si tratta di sezioni di testo che l’editore ha ricostruito proprio attingendo dal lessico di Stefano, fonte di primaria importanza per la ricostruzione dei trattati di Erodiano, in modo particolare per il De prosodia catholica.

Non trovano corrispondenza nei trattati di Erodiano gli ethnika e gli ktetika relativi al toponimo analizzato. Spesso si tratta di nomi che, oltre a non essere presenti nelle opere del grammatico, non sono attestati in nessuna fonte letteraria242. Questo dato lascia pensare che tali ethnika, come già evidenziato per Erodoto, potrebbero essere stati coniati dal lessicografo nell’intento di arricchire le voci di ulteriori informazioni rispetto a quelle attinte dai trattati di Erodiano.

I riferimenti a Tucidide provengono da tutti i libri delle Storie, ma non sono distribuiti in maniera omogenea rispetto al testo dello storico ateniese. Il libro più frequente è il terzo (18 riferimenti) seguito dal secondo (13), dal quarto (11) e dall’ottavo (9). Il lessicografo sembra utilizzare di meno gli altri libri243.

Tra le 18 voci che richiamano il terzo libro delle Storie, 12 sembrano rimandano ad uno stretto numero di capitoli che vanno dall’85 al 114: Istone (III 85), Apodotoi (III 94[T], 100), Oineon (III 95, 98), Krokyleion (III 96), Bomoi (III 96), Tolophon (III 100), Essos, Yaia, Chalaion e Myonia (III 101), Olpai (II 105), Agraioi (III 106, 111, 113, 114).

242

È questo il caso, per esempio, di lemmi come Aithaia, Aphyte, Oineon, Solygeia, Chalke, Phakion, Heion, Koryphasion, Phagres.

243

Nel lessico sono contenuti 5 riferimenti al primo libro, 2 al quinto, 5 al sesto e 2 al settimo.

82

Per quanto riguarda le voci che fanno riferimento al secondo libro 11 di 13 trovano corrispondenza nella sezione che va dal capitolo 79 al 102: Spartolos (II 79), Limnaia (II 80), Molykria (II 84, 86), Laiaioi (II 96, 97), Tilataioi (II 96), Grestonia (II 98, 100), Phagres (II 99), Atalante ed Eidomene (II 100), Odomantoi (II 101), Koronta (II 102).

Più disomogeneo appare invece l’utilizzo del quarto libro, le cui 11 indicazioni sembrano dividersi in due gruppi di capitoli: 5 trovano corrispondenza nei capitoli che vanno dal 42 al 78 e 6 alla sezione che va dal capitolo 102 al 108244.

I riferimenti ad altri libri di Tucidide non presentano dati degni di nota, soprattutto in considerazione del loro numero estremamente ridotto. Per tale ragione sembra azzardato tentare di ricostruire eventuali sezioni del testo preferite dal lessicografo245.

A questa selezione dei passi tucididei corrisponde, ancora una volta, la preferenza per alcune aree geografiche rispetto ad altre: 9 riferimenti a Tucidide provengono da voci relative alla Tracia, tratte in modo particolare dal primo e dal secondo libro246; sei voci fanno riferimento alla Sicilia247, cinque alla Locride ed alla Macedonia, quattro alla Beozia e alla Ionia248.

244

Il primo gruppo comprende le voci dedicate a Solygeia (IV 42, 43), Anaktorion (IV 49), Aphroditia e Kotyrta (IV 56), Phanoteus (IV 76, 89) e Phakion (IV 78); il secondo Amphipolis (IV 102-104, 106-109, 132), Galepsos ed Oisune (IV 107), Dion (IV 109), Heione (IV 52, 102, 104, 106-108).

245

Bisogna notare, tuttavia, che dei 5 riferimenti al primo libro tre sono contenuti all’interno di quattro capitoli: Heion (I 98), Drabeskos (I 100), Aithaia (I 101).

246

THUC. I 61 (Therme) 64 (Aphyte), 98 (Heion), 100 (Drabeskos), II 96 (Tilataioi), 99 (Phagres), 100 (Grestonia), 101 (Odomantoi).

247

Di queste sei voci, quattro provengono dal sesto libro: Laistrygones e Sikelia (VI 2), Epipolai (VI 75), Labdalon (VI 97, 98).

248

I quattro riferimenti all’area ionica provengono tutti dall’ottavo libro delle Storie: Chios (VIII 5-10, 14-17, 20-24, 31-41, 55, 60-62); Drymoussa (VIII 31), Delphinion (VIII 38, 40), Teutlousa (VIII 42).

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Anche nel caso di Tucidide è quindi plausibile ipotizzare che l’utilizzo, da parte del lessicografo, di selezioni antologiche dell’opera dello storico ateniese.

Questa ipotesi sembra essere confermata dall’osservazione delle voci che richiamano il terzo libro, quello per il quale si dispone del maggior numero di riferimenti. Tra questi lemmi, tre riportano anche delle brevi sezioni del testo dello storico249. La presenza di una citazione testuale, rispetto ad un semplice riferimento ad uno storico, sembra rafforzare l’ipotesi di una lettura diretta da parte del lessicografo di quella sezione testuale.

Nel caso di Tucidide tre citazioni, sulle sole nove occasioni in cui viene trasmesso il testo delle Storie nel lessico, provengono proprio da quei capitoli che formavano l’excerptum probabilmente utilizzato da Stefano.

C’è un passo del terzo libro di Tucidide che permette di riscontrare altri indizi di una lettura antologica dello storico ateniese da parte del lessicografo. Stefano ricorda Tucidide in merito a diverse popolazioni che compaiono all’interno di un elenco di ethne locresi nel terzo libro delle Storie: i Mionei, gli Ipniei, i Messapi, i Tritei, i Caleei, i Tolofonii, gli Hessii e gli Eantei250. Lo storico ateniese sta raccontando la spedizione condotta dal generale spartano Euriloco attraverso la Locride contro Naupatto nel 426. Euriloco lancia un appello ad alcune popolazioni locresi - quelle dell’elenco appunto - che aderiscono alla sua proposta. Altre città sono meno docili:

249

S.v. Apodotoi (III 94), Bomoi (III 96), Chalaion (III 101).

250

THUC. III 101. Cfr. L.LERAT, La liste des peuples locriens dans Thucydide III, 101, in “BCH”, LXX (1946), p. 332: “Il se borne à cueillir sans aucun contrôle dans les anciens auteurs tous le noms géographiques qu’ils peuvent lui fournir. Il tire également de ces texts, et quelquefois de manière bien hâtive, une localization du site. Enfin, sis a source ne lui donne qu’un ethnique, il ne déduit hardiment le nom de la cite tout autant qu’il excelle, à partir d’un nome de cite, à forger un ethnique que le compilateurs moderns, se successeurs, enregistreront précieusement” cfr. F.CHAMOUX-L.LERAT, Voyage en Locride occidentale, in “BCH”, LXXI-LXXII (1947), pp. 47-80.

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gli Olpii offrono soltanto degli ostaggi e gli Yei non si rassegnano alla conquista della loro città.

In merito a questo elenco è interessante l’ipotesi di Lerat, accolta anche da Gomme, secondo la quale Tucidide, pur non avendo lo scopo di descrivere la geografia della Locride, avrebbe riportato i nomi di questi ethne seguendo un ordine geografico, a partire da quelli che abitavano le poleis di Tolophon e Oianthea251.

Stefano ricorda la popolazione dei Mionei, in due voci: Myonia e Myon. Il lessico fa riferimento a Tucidide in entrambe le voci ma, parlando di una popolazione locrese, Stefano definisce Myonia come una città della Focide. Per quanto riguarda la seconda voce, si può ipotizzare un errore di Stefano (o dell’epitomatore?) nel riferimento tucidideo e soprattutto nella localizzazione di Myonia. Infatti, pur ipotizzando l’esistenza di una città chiamata Myonia in Focide non altrimenti attestata, non si tratta sicuramente di quella di cui parla Tucidide, infatti non c’è dubbio che lo storico faccia riferimento alla città locrese citata anche da Pausania che la colloca a 30 stadi da Anfissa252.

Stefano fa anche menzione di altre popolazioni presenti nell’elenco tucidideo: i Chaleei, i Tolofonii e gli Eantei, il cui etnico è citato rispettivamente all’interno dei lemmi relativi a Chalaion e Tolophon e di Oianthe. In queste voci non è citato l’elenco delle popolazioni, ma sono presenti i nomi delle città con i relativi etnici usati da Tucidide. È probabile, secondo Lerat, che il lessicografo abbia coniato il toponimo

251

“On voit donc comment procède celui qu'on considère encore parfois comme un géographe. Il se borne à cueillir sans aucun contrôle dans les anciens auteurs tous les noms géographiques qu'ils peuvent lui fournir. Il tire également de ces textes, et quelquefois de manière bien hâtive, une localisation du site. Enfin, si sa source ne lui donne qu'un ethnique. Il en déduit hardiment le nom de la cité tout autant qu'il excelle, à partir d'un nom de cité, à forger un ethnique que les compilateurs modernes, ses successeurs, enregistreront précieusement.” Cfr. L.LERAT, La liste… , cit., p. 332-34 e A.W.GOMME, A Historical… cit., pp. 409-10.

252

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della città di Yaia proprio a partire dal nome dell’ethnos riportato da Tucidide253.

All’interno degli Ethnika è presente anche una voce dedicata alla Messapia, con il relativo etnico di Messapios: tuttavia Stefano non cita in alcun modo l’elenco di Tucidide che probabilmente aveva letto, né fa cenno a questa polis locrese; negli Ethnika la Messapia viene definita soltanto una regione 254.

Il lessico di Stefano dedica una voce anche agli Ipnei e ai Tritei che sono menzionati sotto la voce relativa a Triteia e Ipnos: per entrambe le poleis si afferma soltanto che appartengano ai e si indica l’etnico corrispondente a quello dell’elenco tucidideo. In queste due voci lo storico ateniese non è menzionato. L’indicazione di Tucidide potrebbe essere stata eliminata durante il lavoro di epitomazione. Bisogna aggiungere infine che il riferimento a Tucidide, rispetto a questi toponimi, non è presente nemmeno all’interno del De prosodia Catholica di Erodiano, ma – come si è già visto – non si può stabilire con certezza quale tra i due autori abbia la paternità di questo materiale.

Nel fare riferimento allo storico ateniese Stefano solitamente si limita a scrivere  o semplicemente seguito dal numero del libro. Solo in 9 voci occasioni viene riportata una sezione del testo delle Storie, questi casi sono segnalati nella seconda colonna della tabella con una [T]255.

In tre casi Tucidide viene citato senza l’indicazione del libro di riferimento:

253

L.LERAT, La liste des peuples…, cit., pp. 333-334.

254

Cfr. M.LOMBARDO, I Messapi: aspetti della problematica storica, in Atti del XXX Convegno di Studi sulla Magna Grecia (Taranto-Lecce 4-9 ottobre 1990), Taranto 1991, pp. 35-109.

255

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- la città di Akte; in questa voce Stefano fa riferimento soprattutto al nome originario dell’Attica e poi aggiunge che “ 

 ”. Tuttavia la città di Akte di cui parla Tucidide si trova nella penisola orientale della Calcidica dove si trovava anche una città omonima posta sulla stessa penisola256. Non ci sono tracce invece di località con questo nome nel Peloponneso;

- Anche nel lemma relativo alla Beozia si richiama la testimonianza dello storico di Atene in riferimento alla variante del nome della regione, Kadmeis. La citazione richiama probabilmente il primo libro delle Storie dove Tucidide ricorda l’antico nome della regione257;

- più complessa sembra invece la localizzazione del phrourion di Hykaron: probabilmente la voce fa riferimento al polisma dei Sicani Hikara citato nel VI libro delle Storie tucididee cui tra l’altro è dedicata un’altra voce negli Ethnika258. Il lemma potrebbe anche fare riferimento all’isola di Hykaros che si trovava nei pressi di Delo e che è citata nel terzo libro delle Storie259; in questo caso il lessicografo avrebbe commesso un errore nella collocazione geografica del phrourion e la causa di questa inesattezza potrebbe risiedere proprio nel riferimento a Tucidide che nelle Storie aveva citato entrambi i centri.

Le citazioni di Tucidide sono usate talvolta da Stefano come testimonianza delle varianti linguistiche rispetto ai toponimi che analizza, come nella voce relativa a un villaggio dell’Acarnania settentrionale, probabilmente vicino all’angolo sudorientale del golfo di

256 Vd. THUC. IV 109, 1; V 35, 1. 257 Vd. THUC. I 12, 3. 258

Vd. Thuc. VI 62, 3; VII 13, 2. M.H.HANSEN, An Inventory of Archaic and Classical poleis, Oxford-New York 2004, pp. 177 e 740.

259

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Ambracia260. Stefano annota che Tucidide avrebbe citato questa località senza la . Lo storico ateniese parla di questo villaggio nel secondo libro della sua opera, ma nella stessa forma riportata negli Ethnika; l’unico riferimento ad un toponimo Limaia è quello di un fiume che Strabone colloca nella regione degli Artabri261. Sembra invece più corretta l’informazione sulla città etolica di 262: Stefano precisa infatti che Tucidide la riporta con il nome  e l’aggettivo 264 .

La voce relativa alla polis di Bolissos fa riferimento ad una città dell’isola di Chio dove gli Ateniesi sbarcano nell’estate del 412. Il lessico, ancora una volta, non riporta una citazione di Tucidide, ma si limita a ricordare che questa città era menzionata nell’ottavo libro delle Storie nella forma di Boliskos265.

Il lessicografo commette anche alcuni errori nelle citazioni di Tucidide. Nella voce dedicata alla polis macedone di Oisyme viene richiamato il quarto libro di Tucidide. Lo storico, tuttavia, non fa alcun riferimento ad una località macedone con questo nome. Si può ipotizzare che Stefano abbia fatto confusione con il materiale a sua disposizione, l’errore potrebbe anche risalire all’epitomatore che potrebbe avere confuso in una voce dati relativi a due città differenti. Dopo aver fatto

260

Il nome di questa località ( significa ‘lago’) fa pensare che il villaggio fosse a nord del più settentrionale dei due laghi che si trovano lungo la strada che da Argo conduce a Strato. Il villaggio viene identificato con l’attuale Kravassara da E.C.MARCHANT, Thucydides, vol. II, New York 1966 p. 22. Cfr. anche A.W.GOMME, A Historical Commentary on Thucydides, vol. II, Oxford 1969-70, pp. 215, 426-28; N.G.L.HAMMOND, The Campaigns in Amphilochia during the Archidamian War, in “ABSA” XXXVII (1936-37) pp. 128-40.

261

STRAB. III 3, 5.

262

La località sarebbe da collocarsi sulla costa settentrionale del golfo di Corinto, a sudovest di Naupatto. 263 THUC. II 84, 4; III 106, 2. 264 THUC. II 86, 2. 265

THUC. VIII 24, 3. Sul dibattito tra le forme Bolissos e Boliskos cfr. S. HORNBLOWER, A Commentary on Thucydides, vol. III, Oxford 2008, p. 816.

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riferimento a Tucidide, Stefano aggiunge che la polis “” in riferimento al nome della città (o della regione) 266; va notato che questa denominazione veniva usata già nei secoli precedenti per indicare la Macedonia come testimoniano Omero267, Strabone268 e Polibio269, quindi non tutti i dati del lemma risalgono a Tucidide.

La voce relativa alla città di Dion raccoglie materiale differente in riferimento a diverse località omonime: Stefano dice innanzi tutto che si tratta di una città dell’Eubea vicina al promontorio del Ceneo; viene quindi riportata una citazione omerica dal Catalogo delle navi270 in cui Dion è posta tra le città eubee. La voce ricorda poi una città omonima in Macedoni. Il lemma indica quindi l’etnico come Dieus, aggiungendo che Pausania invece usava la forma macedone di Diastas271 in riferimento agli abitanti di una città posta sulle rive del fiume Elicone in Beozia.

Stefano informa poi dell’esistenza di altre Dion in Tessaglia, in Pisidia, in Italia e in Siria. Tucidide avrebbe citato invece un’omonima città nei pressi del monte Athos. All’interno delle Storie vengono citate due località con questo nome, entrambe in riferimento al quarto libro: la prima è una città “nel regno di Perdicca: è una cittadina della Macedonia che si trova sotto l’Olimpo e guarda verso la Tessaglia”272. Questa città viene citata durante il racconto della spedizione di Brasida in Tracia nell’estate del 424

266

Stefano stesso, nella voce relativa ad Emathia, riferisce che questo nome era usato indistintamente per indicare una regione che una città: “ ”. 267 HOM. Il. XIV 226. 268 STRAB. VII 1, 11. 269 POL. XXIII 10, 4. 270

HOM. Il II, 538; Cfr. R.HOPE SIMPSON-J.F.LAZENBY, The Catalogue of the Ships in Homer’s Iliad, Oxford 1970, p. 53: “We should probably locate Dion at the flat-topped hill about 2 kilometres west of the modern village of Lichas near the tip of the Kenaion promontory (cf. Strabo 10. 446). The site is now called ‘Kastri’, presumably from the remains of what appears to be a medieval tower, though partly composed of ancient blocks. Sherds of all periods from at least MH to Hellenistic have been found here.”

271

PAUS. IX 30, 8.

272

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a. C.; Brasida viene condotto in questa cittadina (Tucidide la definisce ) dai Perrebi dopo che i Tessali gli avevano impedito di attraversare il loro territorio. L’arrivo di Brasida a Dion mette quindi il generale spartano al riparo da imboscate lungo il percorso e gli permette di arrivare da Perdicca II273.

Sempre nel quarto libro, Tucidide cita una seconda città omonima situata nella penisola dell’Akte274: la spedizione di Brasida prosegue verso est nella penisola Calcidica. Tucidide elenca le città di questa penisola (Sane, Andro, Tisso, Cleone, Acrotoo, Olofisso e Dion). Lo storico ateniese aggiunge anche che queste città sono abitate da popoli barbari, di provenienza mista e bilingui. All’arrivo di Brasida, la maggior parte di queste città si unisce a lui, tranne Sane e Dion che, dopo un tentativo di resistenza, vengono devastate dal generale spartano. Stefano, parlando di una Dion, fa riferimento alla località in Calcidica. Probabilmente, invece, la Dion in Macedonia dove si attesta un culto di Zeus è l’omonima località citata da Tucidide al capitolo 78 del quarto libro.

Questa voce, che riporta materiale presente anche nell De Prosodia Catholica di Elio Erodiano, è indicativa per esemplificare la dipendenza intertestuale tra le due opere: il testo del lessico corrisponde infatti a quello di Erodiano anche nella citazione della Dion in Siria, fondata da Alessandro.

273

Cfr. S. HORNBLOWER, A Commentary…, cit., vol II, pp. 261-62: “For Macedonian Dion, mentioned here only in Th., see Strabo vii, frag. 17; Walbank, HCP i. 516; (on Pol. Iv. 62. 1-2, Skopas of Aitolia’s raid on Dion in 219 BC). […] It was te scene of a festival to Zeus (the name Dion indicates the Zeus connection). The festival was possibly moved there from Aigai by King Archelaos (i. e. not many years after Brasidas’ time). […] The word  here is puzzling on the view (which I doubt) that Th. always distinguishes it carefully from polis. […] But I suppose – without going into the large question whether Th. thought the Macedonians were Greeks – that we must accept, on the evidence of the present passage, that he did not think Dion was a Greek-style polis”.

274

90

A questo testo Stefano aggiunge riporta un epigramma che parla di una sorgente in un’altra città omonima in Eubea,         , anche queste informazioni si trovano in un trattato di Erodiano, il Peri paronymon che non è stato integrato dal Lentz attingendo dagli Ethnika. Questo dato lascia pensare a due ipotesi: o Stefano ha operato una sorta di collage tra passi diversi del grammatico o, più probabilmente, Stefano ha attinto dal testo di Erodiano alcune informazioni e, partendo da questo dato, Lentz ha poi riportato nel testo di Erodiano numerose altre informazioni provenienti dagli Ethnika.

Un’altra imprecisione del lessicografo si riscontra guardando a due lemmi relativi al porto di Munichia, posto su una collina ad est del Pireo. Stefano fa riferimento a questa stessa località sotto due voci: e La località è citata due volte nell’opera di Tucidide, nel secondo e nell’ottavo libro275: nel primo caso si tratta di una descrizione del Pireo e della cinta muraria che lo circondava inserita nell’ambito del racconto degli ultimi preparativi prima della guerra. In questo passo Tucidide menziona la forma Mounichia dicendo che la cinta del Pireo insieme alla stessa Munichia era complessivamente di sessanta stadi, la metà dei quali erano anche fortificati.

Nel secondo passo, invece, Munichia viene menzionata in merito ad un tale Ermone, capo delle guardie che stazionavano a Munichia  ; si tratta probabilmente di un avversario di Teramene che, subito dopo l’assassinio di Frinico nel 411 a. C., aveva cercato di bloccare la costruzione delle nuove mura ad Atene276. Sempre nell’ottavo libro delle Storie, Tucidide parla di un teatro di Dioniso

275

THUC. II 13, 7; VIII 92, 5; 93, 1.

276

Sull’identificazione di questo Ermone cfr. S.HORNBLOWER, A Commentary…, cit., Vol III, p. 1021.

91

che aveva sede a Munichia e che diventa la sede dell’assemblea dei Quattrocento277.

Entrambe le voci del lessico definiscono la località come un  . La prima delle due, più estesa, riporta il nome di un re leggendario, Mounychos, da cui la località avrebbe preso il nome. Diverse testimonianze antiche richiamano il nome di questo re: Ellanico, in un frammento dell’Attide trasmesso da uno scolio a Demostene278, riferisce che Mounichia è una località vicino al mare nell’Attica che avrebbe preso il

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