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T-City, Busan, Amsterdam Smart City e Barcellona: approcci ibridi per la creazione d

CREAZIONE DI AMBIENTI URBANI INTELLIGENTI

Le città di Friedrichshafen in Germania, Busan nel Sud Corea, Amsterdam in Olanda e Barcellona in Spagna, hanno avviato dei processi ibridi, ovvero fondati sulla partnership pubblico-privata, per la creazione di Smart Cities. Tale approccio, essendosi rivelato efficace, è replicato da numerose altre città e costituisce una modalità di intervento, applicabile in contesti urbani di dimensioni differenti, che è capace di facilitare lo stabilirsi di processi locali di innovazione attraverso il contributo di conoscenze ed esperienze industriali, imprenditoriali e scientifiche più consolidate che a loro volta hanno necessità di confrontarsi con ambienti complessi per ampliare e migliorare il proprio processo di sviluppo.

Il progetto T-City (Hatzelhoffer et al., 2012) nasce per iniziativa della Deutsche Telekom, che nel maggio del 2006, in collaborazione con la German Asso- ciation of Towns and Municipalities (DStGB) indice un concorso nazionale per la selezione di una città, di dimensione compresa tra i 25000 e i 100000 abitanti, con cui avviare la sperimentazione di nuovi prodotti e servizi urbani. La città selezionata, a seguito di un processo diviso in due fasi, è stata la città di Friedrichshafen, risultata vincente per avere sviluppato la propria proposta rappresentando al meglio le possibilità di creazione di una comunità urbana interconnessa e inclusiva per mezzo dell’utilizzo delle tecnologie e dei nuovi strumenti di informazione e comunicazione. Inoltre, la città di Friedrichshafen è stata capace di descrivere le modalità attraverso cui attuare tale processo con un’attività di programmazione e organizzazione delle procedure che ne permettesse l’applicabilità, elemento chiave per il superamento della seconda fase di selezione. T-City ha costituito per la Deutsche Telekom un esperimento alla scala urbana per lo sviluppo di prodotti e servizi innovativi, che da un lato offrisse agli utenti urbani un accesso più flessibile e personalizzato ai servizi della città e dall’altro permettesse l’attivazione di processi interattivi finalizzati a migliorare i prodotti e i servizi sviluppati dalla Deutsche Telekom attraverso un confronto diretto e continuo con gli utilizzatori, ovvero i cittadini di Friedrichshafen.

In particolare, uno degli aspetti chiave dell’iniziativa promossa da Deutsche Telekom, come definito nel bando, è quello di massimizzare l’uso della rete a banda larga nella città attraverso applicazioni concrete, rendendo quindi

visibili gli effetti sul territorio che la messa in opera di una rete pervasiva ed

efficiente per l’informazione e comunicazione può determinare. Tale proces- so, affinché sia realmente efficace nel migliorare la qualità della vita nella città, deve essere capace di coinvolgere tutti i diversi gruppi sociali presenti, superando gli ostacoli dati dalle differenti conoscenze e abilità nell’uso dei dispositivi tecnologici di informazione e comunicazione, ovvero dei diversi livelli di alfabetizzazione digitale, superando quindi le difficoltà imposte dal

digital divide. Secondo la visione proposta da T-City, le tecnologie di informa-

zione e comunicazione costituiscono l’elemento portante per la creazione di contesti urbani intelligenti, all’interno dei quali la pervasività dell’informazione e l’ubiquità delle risorse computazionali abilitano nuove forme di comuni- cazione e nuovi stili di vita. In tali contesti assumono uguale importanza la necessità di sviluppare e aggiornare, ottimizzando l’efficienza del processi, le risorse tecnologiche su cui si appoggia la città; nel contempo è necessaria la diffusione di una Cultura Aperta, che sia capace di sostenere il processo di innovazione continua e di attuare cambiamenti significativi nella qualità del contesto urbano.

Il processo di confronto interattivo realizzato durante le fasi di sperimenta- zione del progetto T-City si è avvalso di uno studio scientifico sugli impatti nella qualità della vita dei cittadini e nell’attività delle imprese locali coinvolte, valutando quali fattori incidessero positivamente e quali invece avessero generato effetti negativi o nulli. L’indagine è stata svolta attraverso interviste qualitative, con cadenza annuale, che hanno coinvolto 30 cittadini selezio- nati in base all’età, al genere e alla nazionalità; le interviste sono state poi trascritte e analizzate attraverso un sistema di codifica da cui sono state estrapolate le conoscenze che hanno costituito i risultati finali dello studio. Le testimonianze dei cittadini e dei titolari di imprese coinvolte nello studio di valutazione hanno permesso di rilevare in che misura la percezione del livello di qualità urbana fosse cambiata durante e al termine della realizzazione del progetto T-City. L’indagine ha inoltre coinvolto un gruppo speciale di cittadini dotati di particolare conoscenze e capacità nell’ambito delle tecnologie di informazione e comunicazione, definiti Futuristi, che sono stati coinvolti in modo più diretto con la sperimentazione dei prodotti e dei servizi sviluppati e che hanno permesso di valutare in modo più specifico gli impatti generati da tali prodotti e servizi tecnologici hanno generato nella qualità della vita dei cittadini di Friedrichshafen.

L’esperienza portata avanti dal progetto T-City attraverso una partnership pubblico-privata tra la Deutsche Telekom e la città di Friedrichshafen e lo studio di valutazione dei suoi impatti sulla città condotto in tutte le fasi della sperimentazione, hanno portato alla definizione delle Raccomandazioni per

Raccomandazioni per le Smart Cities

le Smart Cities. Queste costituiscono una sintesi delle criticità e delle moda-

lità che hanno generato ripercussioni positive sul territorio e sono un valido supporto per la creazione di Smart Cities, avviate attraverso partnership pubblico-privata. Le Raccomandazioni per le Smart Cities evidenziano come la capacità di creare un processo di trasformazione urbana che coinvolga tutti gli attori stabilendo efficienti modalità di scambio dell’informazione e di comunicazione sia un fattore necessario perché si generino ambienti urbani intelligenti. Le Raccomandazioni per le Smart Cities sono costituite da nove punti che evidenziano gli aspetti necessari per avviare con successo un processo di trasformazione in chiave intelligente di un contesto urbano e le azioni da promuovere affinché tale processo di trasformazione sia attivato attraverso progetti collaborativi e capaci di coinvolgere tutti gli attori presenti nella scena urbana. I nove punti sono: Chiarire gli obiettivi finali; Chiarire le

aspettative di ciascuno; Sviluppare una struttura del progetto; Cultura Aperta; Comunicazione; Revisioni periodiche, Volontà di ascolto; Valutazione esterna; I giusti partners (Hatzelhoffer et al., 2012).

Nel complesso le Raccomandazioni per le Smart Cities sottolineano l’im- portanza di avviare processi che coinvolgano i partners all’interno di un progetto strutturato in cui da tutte le parti sia forte la volontà di condividere le proprie competenze e di confrontarsi con punti di vista differenti per il raggiungimento degli obiettivi finali. Gli obiettivi, i processi e le procedure devono essere chiari, rivisti in seguito alle attività di valutazione esterna e di confronto interno, e comunicati in modo chiaro e trasparente internamente al gruppo di progetto ed esternamente, utilizzando molteplici canali di comuni- cazione, ad esempio stampa, radio, organizzazione di eventi, testimonials, newsletters, database, portali web e blog, wiki, o attraverso le reti sociali. Le attività di valutazione esterna e di confronto interno servono per identificare le criticità e gli aspetti che al contrario sono più efficaci ed hanno un impatto positivo per il raggiungimento degli obiettivi finali; sono inoltre necessari per valutare le variazioni delle condizioni esterne, le innovazioni tecniche e organizzative, i cambiamenti dei comportamenti degli attori coinvolti e per aggiornare di conseguenza i processi e le procedure sulla base delle nuove condizioni di progetto.

Busan, una delle più popolate e dense aree metropolitane nella Corea del Sud, ha avviato un progetto collaborativo con l’azienda Cisco, operante global- mente nel settore dei prodotti e dei servizi dell’informazione, affinché la rete capillare a banda larga presente nella città divenisse l’infrastruttura portante di servizi avanzati per i cittadini, mirati non solo a migliorare l’efficienza del

Figura 26

T-City, Friedrichshafen, 2006; in alto: mappa degli

HotSpots per l’accesso gratuito a Internet, in basso: uno dei luoghi

significativo della città in cui è stato attivato uno degli HotSpots e avviata la campagna promozionale del progetto T-City.

Figura 27

T-City, Friedrichshafen, 2006; una delle Stazioni Multimediali progettate da Deutsche Telekom.

Figura 28

T-City, Friedrichshafen, 2006; l’ufficio del progetto T-City.

Figura 28 Il programma

Smart+Connected City Services sviluppato

da Cisco per Busan Metropolitan City: schema del piano per Busan Green u-City, in Kim et al. (2011).

Figura 29 Il programma

Smart+Connected City Services sviluppato

da Cisco per Busan Metropolitan City: schema di una giornata tipo di un cittadino di una Green u-City, in Kim et al. (2011).

Figura 30

Il progetto pilota del Personal Travel Assistant (PTA) sviluppato da Cisco Internet Business Solutions Group nel 2008 è stato sperimentato a Seul, Amsterdam e San Francisco.

sistema urbano e ad ottimizzare l’utilizzo delle risorse, ma anche ad offrire un’esperienza urbana più intensa e promuovere maggiori opportunità di con- nessione e collaborazione tra persone e attività. La partnership avviata tra la Municipalità di Busan e il Cisco Internet Business Solutions Group (IBSG), identificata dall’iniziativa Smart+Connected Communities (S+CC) (Kim et al., 2011), si propone di trasformare la città di Busan in una u-city, creando am- bienti iperconnessi che accelerino la sua trasformazione verso configurazioni intelligenti e più sostenibili. L’iniziativa promuove sia la diffusione di servizi avanzati e accessibili a tutti gli utenti urbani sia la creazione di un ambiente di innovazione aperta in cui la collaborazione tra diversi attori, agevolata da specifiche piattaforme di condivisione delle informazioni e di interazione, produca servizi innovativi. Da tale sperimentazione potranno svilupparsi servizi collocabili nel mercato o esportabili in altri contesti, o ancora si po- tranno trovare soluzioni a criticità ancora non risolse nella città. Nell’iniziativa S+CC, la piattaforma di condivisione delle informazioni e di interazione è lo strumento fondamentale per lo sviluppo di comunità intelligenti e connesse, ovvero per la creazione di una Smart City. Essa è rappresentata attraverso uno schema che ne evidenzia la struttura organizzata secondo tre livelli fun- zionali: lo strato superiore è costituito dai cinque settori di applicazione dei servizi per la Smart City; quello intermedio dalle tipologie di servizio create; e quello alla base del sistema è costituito dall’infrastruttura di comunicazione e scambio dell’informazione, ovvero dalla rete a banda larga.

Le tipologie di servizi offerti consistono in 4 componenti, ovvero in 4 diverse tipologie di servizi urbani: Busan Mobile Application Center (BMAC), Applica-

tion Development Platform, Integrated operation Center (IOC), Personal Life Assistant Services Platform (PLA). Il BMAC costituisce un centro dell’innova-

zione civica in cui i cittadini, le imprese e i professionisti possono accedere a risorse necessarie per avviare o implementare prodotti, applicazioni e servizi per la città. Esso comprende spazi di lavoro e di riunione che possiedono tutte le componenti hardware e software per sviluppare e testare i prodotti, le applicazioni e i servizi per la città. Inoltre, nel BMAC è possibile usufruire di consulenze e accedere a set di dati sulla città: esso è un centro nodale dell’ecosistema dell’innovazione civica che si propone di essere non solo un centro per la produzione di prodotti, applicazioni e servizi, ma anche di educa- zione e promozione di una maggiore coscienza verso i cambiamenti generati dall’applicazione delle nuove tecnologie di informazione e comunicazione alla scala urbana. L’Application Development Platform, una piattaforma digitale strutturata secondo la tipologie della Platform as a Service (PaaS) costituisce l’ambiente di sviluppo di applicazioni mobili che integrano l’uso di dati geo- Busan S+CC

grafici messi a disposizione dalla Municipalità di Busan. L’IOC, similmente al IOCSM sviluppato da IBM, è un centro di integrazione delle informazioni sui flussi e sugli eventi nelle reti infrastrutturali e crea un potente strumento di gestione urbana e di supporto all’attività di pianificazione. Nello specifico nell’IOC sono eseguite le seguenti attività: aggregazione, rappresentazione e analisi dei dati spaziali di supporto ai processi decisionali; condivisione delle informazioni, attraverso rappresentazioni in tempo reale e che evidenzino gli andamenti diacronici, con i leaders politici e con i portatori di interesse; ottimiz- zazione dell’utilizzo delle risorse e miglioramento dell’efficienza dei processi attraverso il monitoraggio e il confronto dei dati; gestione efficiente dei beni pubblici e privati; promozione di azioni collaborative tra le agenzie pubbliche e private per il miglioramento della qualità ed efficienza dei servizi della città, progettazione di nuovi PLA. Questi ultimi costituiscono la quarta tipologia di componente e consistono in servizi sviluppati presso lo IOC secondo la forma del Software as a Service (SaaS). I PLA sono dei servizi per i cittadini accessibili attraverso interfacce video mobili, o integrate negli ambienti di vita privati e pubblici (ad esempio smartphones, home TV o touch-panel displays localizzati negli spazi pubblici urbani) che migliorano la qualità della vita dei cittadini e l’azione dei governi locali facilitando la conoscenza del contesto e la possibilità di prendere decisioni coerenti. Esempi di PLA sono il Personal

Work Assistant, il servizio che permette di gestire in modo efficiente diverse

attività lavorative integrando risorse presenti nella città, ovvero ricercare e riservare postazioni di lavoro e sale riunioni che offrono tecnologie avanzate di videoconferenza e comparare i costi di ogni soluzione possibile; il Personal

Energy Assistant, che consente ai cittadini di osservare i consumi energetici

all’interno di determinati intervalli temporali e di calcolare la relativa impronta di carbonio e che, in base ai consumi osservati, permette ai cittadini, alle attività e agenzie che usufruiscono di tale servizio, di ricevere consigli su come diminuire la propria impronta di carbonio e ottimizzare l’utilizzo di energia; Il Personal Travel Assistant, che permette di ricercare, osservare e valutare i propri spostamenti nella rete di mobilità urbana, migliorando la comprensione delle possibilità offerte dalla rete e permettendo di scegliere i mezzi di trasporto e i percorsi anche in relazione alla diversa impronta di carbonio che ogni diverso spostamento offre.

Il servizio di Personal Travel Assistant ha rappresentato per Cisco un progetto pilota (Cisco IBSG Connected Urban Development and Victoria Transport Policy Institute, 2008), sperimentato nel 2009 in partnership con le Munici- palità di Amsterdam e Seul e con diversi enti di ricerca, MIT Mobile Expe- rience Lab, Victoria Transport Policy Institute, Y&H Engineering & Consulting

Personal Travel Assistant

Ltd. Il progetto ha messo in evidenza l’utilità di tale approccio nel creare un ambiente urbano intelligente in cui i cittadini hanno maggiori opportunità di interpretare il contesto, in questo caso la mobilità urbana, e di sviluppare comportamenti di capaci di incidere qualitativamente e quantitativamente sulla propria esperienza della città. Inoltre, l’utilizzo di questi servizi migliora la gestione della mobilità urbana, permettendo maggiore efficienza grazie all’uso di avanzate infrastrutture tecnologiche e sostenendo la creazione e applicazione di nuovi servizi, aprendo quindi opportunità di ricerca e spe- rimentazione che arricchiscono il contesto locale e facilitano il processo di rinnovamento e innovazione.

Amsterdam Smart City (ASC) è un progetto sviluppato dalla partnership tra la Municipalità di Amsterdam e 71 ulteriori partners di progetto tra cui aziende, autorità, enti di ricerca e gli stessi cittadini. Il progetto è stato inizialmente avviato dalla Amsterdam Economic Board, l’organizzazione che promuove iniziative mirate a creare opportunità di sviluppo sostenibile e innovativo nell’A- rea Metropolitana di Amsterdam, la Municipalità di Amsterdam e le società Liander e KPN operanti rispettivamente nel campo dell’energia elettrica e del gas naturale e delle telecomunicazioni in Olanda. Similmente al progetto T-City e alle iniziative mirate a convertire Busan in una u-city, Amsterdam è diventata un laboratorio di sperimentazione di prodotti e servizi basati sulle nuove tecnologie di informazione e comunicazione che ha permesso di testare quali tecnologie siano meglio integrabili nel contesto urbano lo- cale ed eventualmente esportabili in altri contesti o replicate ad una scala più ampia. ASC costituisce inoltre una piattaforma per la condivisione delle esperienze avanzate all’interno dei progetti locali affinché sia massimizzata la diffusione degli avanzamenti e dei risultati ottenuti. Essa costituisce quindi lo strumento di connessione e comunicazione degli attori coinvolti che, grazie ad essa, hanno la possibilità di condividere le proprie esperienze ed opinioni e stimolare un confronto aperto. La strutturazione di un ambiente aperto è fondamentale affinché le conoscenze prodotte si diffondano e supportino un processo altrettanto diffuso di miglioramento della qualità urbana: i dati e le conoscenze sono strutturati in un sistema informativo aperto, capace di promuovere un processo di innovazione urbana. Tali concetti sono tradotti concretamente nella creazione di un Knowledge Centre, ovvero di uno spazio digitale per la raccolta e la condivisione di documenti.

I progetti locali sviluppati sono divisi in cinque aree di interesse: smart living (16 progetti locali), smart working (7 progetti locali), smart mobility (11 progetti locali), smart public spaces (14 progetti locali) e open data (6 progetti locali)� Amsterdam

Come per il progetto T-City e per la partnership pubblico-privata avviata dalla città di Busan, ASC evidenzia come elemento fondante per la creazione di una ambiente urbano interconnesso e intelligente la creazione e implemen- tazione della rete a banda larga e la strutturazione di sistemi aperti per la condivisione dei dati. Tra i progetti dell’area di interesse opendata la città di Amsterdam è stata coinvolta nel progetto City Service Development Kit51 (City

SDK) (European Commission DG Connect, 2014), un progetto co-finanziato

dalla Commissione Europea nell’ambito del programma ICT Policy Support

Programme of the Competitiveness and Framework Programme. Lo scopo

del programma è di sviluppare applicazioni e servizi per gli ambienti urbani attraverso l’utilizzo dei dati prodotti dalla città. Sarà quindi implementata la funzionalità dei protocolli di comunicazione tra i dispositivi utilizzati per la condivisione dei dati, migliorati la conoscenza e l’utilizzo della APIs per faci- litare la creazione di servizi attraverso l’uso dei dati, migliorate le interfacce di integrazione e di accesso ai dati e alle informazioni. Il progetto City SDK si realizza attraverso progetti pilota nelle città partners (tra cui Amsterdam, Barcellona, Helsinki, Istanbul, Lamia, Lisbona, Manchester, Roma); nella città di Amsterdam è stato sviluppato City Dashboard52, ovvero un portale web

per la condivisione degli stati della città, dove vengono raccolti e condivisi i dati provenienti da diverse fonti e rappresentati attraverso grafici e mappe53.

Nella città di Barcellona sono presenti numerose iniziative che evidenziano l’impegno della città nell’avanzamento della ricerca e dello sviluppo intorno al tema delle Smart Cities. Tali iniziative, non riconducibili ad un progetto uni- tario, evidenziano come da più fronti sia nato l’interesse verso l’integrazione delle nuove tecnologie di informazione e comunicazione nello spazio urbano e come tali molteplici interessi abbiano creato le capacità per trasformare la città in un laboratorio di sperimentazione. Barcellona è la sede del Smart City

Expo54, un congresso mondiale replicato annualmente dal 2010, che riunisce

esperti nel campo della Smart Cities, facilitando la condivisione di idee e punti di vista e la collaborazione tra università, centri di ricerca, imprese, munici- palità e organizzazioni internazionali. Barcellona è inoltre coinvolta, come Amsterdam, in progetti Europei che sperimentano nuove metodologie per la 51 http://www.citysdk.eu/

52 http://citydashboard.waag.org/

53 Un progetto simile è stato sviluppato per le città della Gran Bretagna dal labora- torio di ricerca Centre for Advanced Spatial Analysis (CASA) dell’University College of London (UCL) in collaborazione con il National Centre for Research Methods (NCRM) e Jisc, http://citydashboard.org/about.php.

54 http://www.smartcityexpo.com/home

City Dashboard

Barcellona

Figura 31

City Dashboard, la

piattaforma che raccoglie e visualizza i dati sulla città di Amsterdam, aggiornandoli ogni 10 secondi; Waag Society, 2014. Il progetto, parte del più ampio progetto europeo City SDK che

promuove lo sviluppo di servizi digitali per la città, è esportabile in

altri contesti urbani e metropolitani attraverso l’uso della CitySDK Linked Data API.

Figura 32

Delimitazione dell’area del progetto 22@ e indicazioni dei Piani Predeterminati, Ajuntamento de Barcelona, 2012.

Figura 33

Vista area dell’area del progetto 22@,

Ajuntamento de Barcelona, 2012.

Figura 34

Vista esterna ed interna dell’edificio che ospita lo IAAC, situato nel quartiere di Poble Nou nell’area del distretto dell’innovazione. 22@, IAAC, 2009

creazione di Smart Cities: il City SDK, di cui si è parlato precedentemente e il programma open Cities55. Quest’ultimo testa l’efficacia di metodologie

che utilizzano un approccio innovativo, aperto e orientato dalle scelte degli utenti per la creazione di servizi per le Smart Cities.

Il progetto open Cities coinvolge le città di Amsterdam, Barcellona, Berlino, Helsinky, Parigi, Roma e Bologna ed è strutturato intorno a sei workpackages:

open Innovation in Cities, Living Labs in Smart Cities: Urban Labs, Crowd- sourcing, open Data, Test Bench for Innovative Apps and Services, open