• Non ci sono risultati.

Classificazione delle antropotecniche in Regole per il parco umano e

2. Regole per il parco umano: prima tematizzazione dell'antropotecnica

2.4 Classificazione delle antropotecniche in Regole per il parco umano e

La domanda su quali siano le nuove antropotecniche addomesticanti secondo Sloterdijk è fondamentale, lo ripetiamo, perché l'addomesticamento dell'uomo è una questione che è all'opera sin dall'inizio dei tempi ed è parte costitutiva della sua essenza.

Circoscrivendo il discorso sulle antropotecniche a questo saggio, ci viene detto che l'uomo educa e addomestica se stesso, una volta entrato nella radura dell'essere, nel mondo, una volta caduto fuori dalla sua condizione animale, attraverso delle antropotecniche che, per come abbiamo visto sino ad ora, si dividono in inibenti e disinibenti.

Queste due forme di antropotecnica non sono distinte ontologicamente fra loro, ma risultano essere due diverse prassi attraverso le quali l'uomo determina se stesso nel suo essere nel mondo.

Oltre a queste, in Regole per il parco umano, è indicata, anche se non in modo articolato, la presenza di un'ulteriore classe di antropotecniche, ossia quelle antropotecniche che hanno permesso la genesi dell'uomo come abitatore del mondo, e che saranno tematizzate in modo esauriente solo nel saggio La domesticazione dell'essere.

L'uomo è prodotto (consapevole o meno) di tutte queste antropotecniche, che operano retroattivamente sulla sua costituzione, determinandone le caratteristiche.

La questione dell'antropotecnica dunque, per ora, è valutata dall'autore rispetto all'urgenza di un codice che permetta di padroneggiarne le sue nuove configurazioni, quali ad esempio, come abbiamo visto, la possibilità sempre più evidente da parte dell'uomo di assumere un ruolo attivo rispetto alla sua auto-produzione e al suo addomesticamento.

Un ultimo cenno va fatto alla parte finale del saggio, dove Sloterdijk, come avevamo anticipato, richiama l'ultima delle tre autorità filosofiche che gli hanno fornito i temi per la sua esposizione: dopo Heidegger, quale autore fondamentale di riferimento per queste analisi, e Nietzsche, quale primo pensatore ad aver esplicitato le problematiche che emergono dal tema dell'addomesticamento dell'uomo, è ora il turno di Platone.

Sloterdijk propone un'analisi dei temi presenti nelle riflessioni sulla politica di Platone per mostrare come la questione degli addomesticamenti, con tutti i suoi aspetti inquietanti, fosse già stata presentata, ed in modo decisamente esplicito, a partire da quella che doveva essere, agli albori della cultura occidentale, una riflessione sull'organizzazione della società.

Le metafore utilizzate a questo riguardo da Platone danno avvio, secondo Sloterdijk, a un'idea della comunità umana quale “parco umano” e di una

sua gestione come tale; per questo in Regole per il parco umano si utilizza anche il termine “allevamento” e viene azzardato un parallelismo tra l'allevamento degli animali domestici e l'allevamento dell'uomo che prima abbiamo riportato in una citazione.

Quando Sloterdijk, nel suo saggio, affianca al termine “educazione” il temine “selezione”, così come il termine “allevamento” a “educazione”, lo fa sulla scia delle considerazioni già operate, per l'appunto, da quegli autori a cui egli si richiama; dalle loro parole, a suo avviso, risulta evidente che ciò che è mascherato, per esempio, da un'idea idilliaca di educazione o di conformazione della società, è in realtà sempre, da sempre, e comunque, un processo di selezione: per citare un esempio proprio all'interno del principale oggetto di indagine di Regole per il parco umano, complice di questo processo di selezione spietato, è anche l'umanismo, il quale, come comunità letteraria, opera una cesura radicale fra coloro che sanno leggere e coloro che non ne sono capaci.

Allo stesso modo, nelle riflessioni di Platone, per esempio dietro le metafore dell'uomo di Stato come pastore che alleva un gregge o come tessitore che tesse la tela dello Stato scegliendo quali fili utilizzare, è palesemente celato il tema delle selezione.

Nel pensiero di Platone, tuttavia, questo processo di selezione trova il suo esecutore: questo ruolo è responsabilità di una figura che incarna in terra, così mostra Sloterdijk, la figura di dio, ovvero il saggio.

A questo punto Sloterdijk si domanda: «Dopo duemilacinquecento anni di effetto-Platone, ora sembra che non solo gli dei, ma anche i saggi si siano ritirati, e che ci abbiano lasciati soli, con la nostra sconsideratezza e le nostre mezze conoscenze di tutto»81.

Come affrontare dunque oggi questa selezione che pare essere costitutiva dell'essere umano?

«Per ciò che riguarda ora lo zoo platonico e la sua nuova organizzazione, si tratta di sapere – perché ne va di tutto il mondo circostante – se tra la popolazione e la classe dirigente vi sia una differenza solo di grado o anche di specie»82.

Questa è forse la domanda più pericolosa, alla quale Sloterdijk non dà una risposta e anzi si può dire che questo tipo di declinazione del discorso verrà piuttosto abbandonato con lo sviluppo del concetto di antropotecnica negli scritti successivi.

I temi affrontati in Regole per il parco umano verranno ripresi, ampliati e integrati nel saggio La domesticazione dell'essere dove alcuni interrogativi saranno appunto definitivamente abbandonati e l'orizzonte inquietante qui aperto assumerà un tono decisamente differente, grazie all'introduzione di una nuova distinzione tra le antropotecniche che va ad ovviare, in un certo senso, al problema della selezione coatta.

In particolare vedremo come Sloterdijk proponga di risolvere il problema presentato in una domanda, da noi riportata in una citazione precedente, la quale recita: «Che cosa addomestica l'uomo se finora i suoi sforzi di autoaddomesticamento hanno condotto essenzialmente solo alla presa di potere su tutto l'ente?»83. A questa domanda subentrerà come possibile

risposta una nuova determinazione dell'antropotecnica che affonda le radici in un ripensamento della validità dell'ontologia monovalente sulla quale l'intero pensiero occidentale si è sempre fondato.

82 Ivi, p. 262. 83 Ivi, p. 252.

3. La domesticazione dell'essere: allotecnica, omeotecnica e