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La nuova definizione di Antropotecnica: introduzione al lessico della

4. Devi cambiare la tua vita: antropotecnica ed esercizio

4.1 La nuova definizione di Antropotecnica: introduzione al lessico della

Seppure gli oggetti di riflessione principali siano sostanzialmente gli stessi, se si mette a confronto la lettura dei due saggi che abbiamo appena finito di prendere in analisi con quella di Devi cambiare la tua vita l'impressione è di trovarsi di fronte a due orizzonti di ricerca completamente differenti.

La terminologia con la quale abbiamo appena familiarizzato, che riassume in un prisma di concetti chiave le riflessioni sulla tecnica e che, nonostante lo stile particolare, restituisce un quadro abbastanza strutturato e quasi lineare di ciò che Sloterdijk intende per antropotecnica, viene in apparenza completamente abbandonata.

Non solo: oltre a non ritrovare quasi nulla, salvo il termine generale di antropotecnica, del vecchio lessico, ci si trova di fronte a un nuovo vocabolario decisamente insolito: ad allotecnica, omeotecnica, antropotecnica inibente, disinibente e via dicendo si sono sostituiti, per esempio, i concetti di esercizio, ascesi, atletismo, allenamento, acrobatica, verticalità.

Devi cambiare la tua vita è strutturato in una quantità consistente di paragrafi e sotto paragrafi che spaziano da argomentazioni strettamente filosofiche, dialogando con autori fondamentali quali Nietzsche, Heidegger, Wittgenstein, Foucault e altri ancora, a ampie riflessioni costruite attorno ad aneddoti riguardanti personaggi stravaganti, quali il fondatore della Church of Scientology Lafayette Ron Hubbard o il virtuoso violinista senza braccia

Carl Hermann Unthan.

Se ciò che interessa a noi è estrapolare, all'interno di questa complicata rete di rimandi, aneddoti, argomentazioni e ricostruzioni, quanto concerne più da vicino la questione della antropotecnica e del nuovo significato che essa assume, ci sarà impossibile seguire da vicino il filo del discorso così come si evolve all'interno del testo, perché si rivelerebbe un'operazione dispersiva e prolissa, per lo meno in questa sede; il nostro modo di procedere sarà invece quello di isolare i termini chiave per il discorso sull'antropotecnica e presentarli nelle loro interconnessioni, al fine di non fuoriuscire da quello che è il nostro oggetto di ricerca.

Partiamo da ciò che è rimasto pressoché immutato rispetto alle precedenti riflessioni: il sottotitolo dell'opera, Sull'antropotecnica, mostra fin da subito che a tenere assieme la complessa impalcatura che la caratterizza sarà, questa volta esplicitamente, ancora la tematizzazione dell'antropotecnica.

Oltre a questo, ritroviamo nell'introduzione un richiamo indiretto al concetto di sfera precedentemente affrontato: come in La domesticazione dell'essere si giungeva alla tematizzazione dell'antropotecnica tramite una ricostruzione dell'antropogenesi, in Devi cambiare la tua vita tutto ruota attorno al tema dell'immunologia, concetto che porta l'eco delle argomentazioni sulle sfere quali sistemi immunitari dove l'uomo trova il suo luogo di formazione mediando tra interiorità ed esteriorità.

Riguardo la loro rilevanza Sloterdijk afferma:

Nella gran quantità di novità cognitive comparse sotto il sole moderno, nessuna, per quanto concerne la portata degli effetti prodotti, è comparabile, anche solo lontanamente, con la scoperta e la conoscenza dei sistemi immunitari nella biologia ottocentesca. Da allora, nelle scienze, nulla di ciò che è integro può più rimanere come prima: organismi animali, specie naturali, “società”, culture. Con qualche iniziale esitazione si è compreso che sono i dispositivi immunitari l'elemento tramite il quale i

cosiddetti sistemi, gli esseri viventi e le culture diventano tali in senso proprio112.

Anche qui, come già nei testi precedenti, Sloterdijk propone un'articolazione dei sistemi immunitari su più livelli: per quanto concerne l'uomo, ai sistemi immunitari di tipo biologico si aggiungono anche le pratiche socioimmunologiche (giuridiche, solidaristiche, militari, ecc) e le pratiche simboliche o psicoimmunologiche (avevamo accennato brevemente a questo tema, infatti, già nel capitolo precedente, quando stavamo descrivendo il meccanismo del transfert così come Sloterdijk lo espone in La domesticazione dell'essere).

Fermandosi a queste prime riflessioni, non sembra manifestarsi una gran differenza rispetto alle analisi sull'antropotecnica e sull'uomo presenti nei testi precedenti a Devi cambiare la tua vita.

Lo stesso proposito dichiarato da Sloterdijk sempre nell'introduzione lascerebbe intendere che l'opera proseguirà sulla stessa scia delle precedenti:

In questo libro ci occuperemo soprattutto, com'è naturale che sia, delle manifestazioni del terzo livello immunitario. Raccoglierò materiale per una biografia dell'Homo

immunologicus, lasciandomi condurre in questa operazione dall'ipotesi che, in questo

contesto, occorra soprattutto trovare la sostanza di cui sono costituite le antropotecniche. Con questo termine intendo le condotte mentali e fisiche basate sull'esercizio, con le quali gli esseri umani delle culture più svariate hanno tentato di ottimizzare il loro status immunitario sia cosmico sia sociale, dinnanzi ai vaghi rischi per la propria vita e a profonde certezze di morire113.

In questo passo troviamo, oltre che la nuova definizione esplicita di antropotecnica, anche l'elemento che determinerà la svolta rispetto ai temi attorno ai quali si era formato questo concetto nei testi precedenti a 112 P. Sloterdijk, Devi cambiare la tua vita, cit., p. 11.

quest'opera, ovvero l'esercizio.

Il tema dell'immunologia, dopo queste pagine introduttive, ricomparirà esplicitamente solo nelle ultime pagine dell'opera, in una sezione che, come vedremo, conterrà la nuova proposta sloterdijkiana su come affrontare le problematiche contemporanee sull'antropotecnica nei termini, questa volta, di un'immunologia universale.

Ad occupare lo spazio che va dall'introduzione alla conclusione di Devi cambiare la tua vita, uno spazio decisamente esteso, sarà invece la ricostruzione della storia dell'uomo e della sua produzione attraverso il concetto di esercizio.

Con l'ausilio di questo concetto Sloterdijk vuole mostrare quale sia l'elemento che accomuna tutte le antropotecniche e le riassume sotto un'unica determinazione, mostrando al contempo in che modo l'esercizio sia stato mascherato sotto altre vesti nel corso della storia dell'uomo.

Sloterdik, riguardo queste due tematiche, afferma:

Ma se davvero l'uomo produce l'uomo, non è certo attraverso il lavoro e i suoi risultati oggettivi, nemmeno mediante il “lavoro su se stessi”, ultimamente così celebrato, né infine tramite l' “interazione” o la “ comunicazione”, evocate in alternanza. L'uomo produce l'uomo attraverso una vita di esercizi. Definisco “esercizio” ogni operazione mediante la quale la qualificazione di chi agisce viene mantenuta o migliorata in vista della successiva esecuzione della medesima operazione, anche qualora non venga dichiarata esercizio114.

Quelle operazioni che si fondano su esercizi non dichiarati saranno indagate da Sloterdijk nel corso dell'opera, per smascherarne il nucleo esercitante. Prima fra tutte, la religione:

Anche il presente libro è dedicato alla critica di una leggenda e alla sua sostituzione

con una tesi positiva. In effetti, alla leggenda di un ritorno della religione in seguito al “naufragio” dell'illuminismo bisogna contrapporre una visione ancor più netta dei fatti spirituali. Mostrerò che un ritorno di interesse per la religione non è certo più probabile di un ritorno della religione stessa, per il semplice motivo che la “religione” non esiste né esistono le “religioni”, ma soltanto mal compresi sistemi di esercizio spirituale […]. Esistono solamente sistemi di esercizio più o meno capaci di diffusione, più o meno degni di diffusione115.

Se l'uomo ottimizza se stesso tramite condotte basate sull'esercizio, nuova definizione di antropotecnica, anche quei sistemi ascetici quali le religioni, seppur sotto un nome che ne maschera il nucleo, non sono altro che pratiche volte a produrre l'uomo, dunque antropotecniche. Si tratta solo di comprendere se queste pratiche siano ancora efficaci oppure vadano piuttosto riconfigurate.

4.2 Storia dell'esercizio: ascesi, acrobatica e differenze tra antichi e