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Introduzione e collocazione del concetto di antropotecnica nell'opera d

3. L'uomo, la tecnica e il sentiero della verità

1.1 Introduzione e collocazione del concetto di antropotecnica nell'opera d

In questa sezione ad essere preso in esame è il problema della tecnica così come viene indagato ed interpretato da Peter Sloterdijk, un esame che necessita innanzitutto della ricostruzione del concetto riassunto sotto il termine antropotecnica, con il quale Sloterdijk declina, in un prisma di significati anche contrastanti fra loro, ciò che secondo il suo pensiero è la tecnica nella sua necessaria ed originaria relazione con l'uomo.

Così come per Severino, anche in Sloterdijk il tema della tecnica non è un tema marginale all'interno della propria riflessione: al contrario, seppur in modo decisamente differente, il tema della tecnica gioca in questa riflessione un ruolo forse ancora più decisivo e centrale rispetto a Severino, e questo in maniera sempre più marcata con il susseguirsi cronologico delle opere che la compongono.

Il termine antropotecnica viene utilizzato per la prima volta da Sloterdijk nel saggio Regole per il parco umano. Una risposta alla Lettera sull’“umanismo” di Heidegger57, ma, anche se in modo non esplicito, la sua 57 P. Sloterdijk, Regeln für den Menschenpark. Ein Antwortschreiben zu Heideggers Brief über

tematizzazione ha radici nelle riflessioni di Sloterdijk precedenti al 1999, anno di pubblicazione di Regole per il parco umano, contenute in testi quali Sulla stessa barca. Saggio sull'iperpolitica58, oppure nella raccolta di saggi

ancora non tradotta in italiano59 dal titolo Weltfremdheit60.

Quello che è fondamentale tenere presente è che, proprio per la natura del pensiero di Sloterdijk alla quale a breve dedicheremo alcune riflessioni, il termine antropotecnica designa un concetto aperto, in continua fase di elaborazione, che viene formulato e riformulato più volte nel corso dell'opera dell'autore e arricchito di nuovi significati che mai si propongono di soddisfare l'esigenza di una definizione precisa e definitiva, ma, piuttosto, la rifuggono metodicamente e volutamente.

Per questo motivo, allo scopo di comprendere tutte le sfumature che questo concetto ha assunto attraverso la sua elaborazione e rielaborazione, il nostro modo di procedere nella sua analisi sarà quello di prendere in considerazione i tre testi dove l'antropotecnica è stata tematizzata esplicitamente da Sloterdijk, mostrando di volta in volta, separatamente, come il concetto di questa si è evoluto, che cosa ha acquisito rispetto all'opera precedente e che cosa invece ha rimosso, almeno in apparenza, dal suo orizzonte significativo.

I tre testi fondamentali di riferimento sono il già citato Regole per il

parco umano. Una risposta alla lettera sull'‟umanismo” di Heidegger, in aut aut, n.301-

302/2001, pp. 120-139. Poi inserito in Nicht gerettet. Versuche nach Heidegger, Suhrkamp, Frankfurt am Main, 2001. Trad. it. a cura di A. Calligaris e S. Crosara, Non siamo ancora stati

salvati. Saggi dopo Heidegger Bompiani, Milano, 2004, pp. 239-266. [D'ora in avanti ci

riferiremo sempre alla traduzione italiana di Non non siamo ancora stati salvati].

58 P. Sloterdijk, Im selben Boot. Versuch über die Hyperpolitik, Suhrkamp, Frankfurt am Main 1993; Trad. it. a cura di L. Pastore, Sulla stessa barca. Saggio sulla iperpolitica, «Il giornale della filosofia», 9, 2003, pp. 3-11. [D'ora in avanti ci riferiremo sempre alla traduzione italiana].

59 I temi presenti in questa raccolta di saggi, così come la tematizzazione dell'origine del concetto di antropotecnica negli scritti precedenti a quelli da noi presi in considerazione, insieme a una ricostruzione accurata dell'intero pensiero di Sloterdijk, sono trattati da Antonio Lucci in A. Lucci, Il limite delle sfere. Saggio su Peter Sloterdijk, Bulzoni Editore, Roma, 2011. Ma anche in A. Lucci, “L’animale acrobatico. Origini e sviluppo del concetto di antropotecnica nel pen- siero di Peter Sloterdijk”, in: Esercizi filosofici vol. 7 n. 1/2012, pp. 78-97 e A. Lucci, Un'acro-

batica del pensiero. La filosofia dell'esercizio di Peter Sloterdijk, Aracne Editrice, Roma, 2014.

parco umano, presente nella raccolta di saggi Non siamo ancora stati salvati. Saggi dopo Heidegger, della quale fa parte anche il secondo testo fondamentale, ovvero il saggio La domesticazione dell'essere61, ed infine

l'opera Devi cambiare la tua vita62.

Se i primi due testi, pur con alcune differenze, si possono considerare collegati fra di loro o, meglio, li si può considerare l'uno la prosecuzione e il completamento dell'altro, il terzo testo invece opera quella che si può considerare la svolta antropotecnica di Sloterdijk.

Su questa svolta dovremo poi soffermarci con attenzione, anche se possiamo già accennare che si tratta di una svolta nei significati che il termine antropotecnica assume nel passaggio tra la fase di pensiero precedente all'opera Devi cambiare la tua vita e quella ad essa successiva; una svolta che, da un lato, sintetizza e integra in una prospettiva più unitaria quei significati e quelle sottoclassi delle antropotecniche che si erano delineati nei saggi presenti in Non siamo ancora stati salvati, dall'altro ne modifica sostanzialmente alcuni tratti fondamentali, finendo, nel processo di sintetizzazione, per abbandonare apparentemente delle prospettive, a nostro avviso decisive, che si erano aperte in quei saggi (diciamo che queste prospettive vengono solo apparentemente abbandonate perché a nostro avviso è possibile rintracciarle, come mostreremo, anche all'interno dei nuovi significati e del nuovo lessico con cui è tematizzato il concetto di antropotecnica a seguito della svolta di cui sopra si è parlato).

1.2 L'antropotecnica nella storia e l'antropotecnica in Peter Sloterdijk: