I metodi di classificazione internazionalmente riconosciuti sono tre: 1. FCI (Federation Cynologique Internazionale)
2. OFA (Orthopedic Foundation for Animals)
3. BVA/KC (British Veterinary Association/The Kennel Club)
Classificazione FCI
In Italia l’FSA (Fondazione Salute Animale) utilizza nei suo Centro di Lettura Ufficiale il sistema di valutazione FCI, che andremo ora a prendere in esame. L’FCI è l’organismo di coordinamento delle Federazioni cinofile degli 80 Paesi membri. La classificazione proposta per la displasia dell’anca prevede un sistema costituito da cinque gradi:
Grado A “normale”:
La testa del femore e l’acetabolo sono congruenti. Il bordo acetabolare cranio-‐laterale appare netto e leggermente arrotondato. Lo spazio articolare risulta sottile ed uniforme. L’angolo di Norberg è di circa 105° o superiore.
Grado B “articolazione dell’anca quasi normale”:
La testa del femore e l’acetabolo appaiono leggermente incongruenti e l’angolo acetabolare secondo Norberg è di circa 105° oppure il centro della testa del femore si trova medialmente al bordo acetabolare dorsale con congruità della testa del femore e dell’acetabolo.
Fig. 12 Grado A.
Grado C “leggera displasia dell’anca”:
La testa del femore e l’acetabolo appaiono incongruenti, l’angolo di Norberg è di circa 100° e/o il bordo cranio-‐laterale risulta appiattito. Possono essere presenti irregolarità o segni minori di modificazioni osteoartrosiche a carico del margine acetabolare craniale, caudale o dorsale, o della testa e del collo del femore.
Grado D “media displasia dell’anca”
Incongruità evidente tra la testa del femore e l’acetabolo, con sublussazione. L’angolo di Norberg è superiore a 90°. Saranno presenti un appiattimento del bordo cranio-‐laterale e/o segni di osteoartrosi.
Grado E “grave displasia dell’anca”:
Sono presenti modificazioni marcate di tipo displasico delle anche come lussazione o sublussazione distinta. L’angolo di Norberg è inferiore a 90° con un evidente appiattimento del margine acetabolare craniale e deformazione della testa del femore (a forma di fungo o appiattita) o presenza di altri segni di osteoartrosi [FSA website.
Available at: www.fondazionesaluteanimale.it/4 6/classificazione-‐fci-‐della-‐displasia-‐dell’anca].
Fig. 16 Grado E. Fig. 14 Grado C.
In caso di giudizio diverso per le due anche, al soggetto viene assegnato il grado più grave. Tale sistema classificativo viene utilizzato anche nella selezione dei riproduttori, per cui per la maggior parte delle razze, tra cui Pastore Tedesco, Boxer, Labrador Retriever, Golden Retriver, Rottweiler (ed altre), vengono accettati come potenziali riproduttori soggetti classificati con grado A, B, C; per altre razze, tra cui Dobermann, Border Collie ed altre, sono accettati solo i soggetti classificati con grado A e B.
Classificazione BVA/KC
Il sistema di classificazione anglosassone è stato sviluppato in Inghilterra dal British Veterinary Association/Kennel CLup (BVA/KC) nel 1965, leggermente modificato nel 1978 e in seguito descritto pienamente da Willis, Gibbs e Dennis. Con questo sistema può essere riconosciuta radiograficamente la conformità dell’articolazione coxofemorale, la quale può essere classificata come normale o displasica, in vari gradi, sulla base del suo aspetto radiografico [Fluckiger 2007].
Lo schema prevede la valutazione di radiografie provenienti da animali di età superiore ai 12 mesi, per assicurare un’adeguata maturità scheletrica, e l’assegnazione a ciascuna anca di un valore numerico: più basso è questo valore più l’anca è vicina alla condizione normale. Gli esaminatori assegnano il punteggio alla radiografia valutando nove diverse componenti dell’anca e giudicando se ciascuna di essere è normale (punteggio 0) o anormale (punteggio da 1 a 6; per il margine acetabolare caudale il punteggio va da 1 a 5). Il punteggio totale di ogni anca è dato dalla somma dei risultati assegnati a ciascuna aspetto dell’articolazione, mentre il punteggio assegnato ad ogni cane deriva dalla somma dei totali assegnati a ciascuna anca [Fluckiger 2007].
Il punteggio peggiore che un’articolazione può ricevere è 53, di conseguenza il punteggio cumulativo per le due anche può arrivare ad un massimo di 106.
Gli aspetti da considerare sono: angolo di Norberg, sublussazione, bordo acetabolare craniale, bordo acetabolare dorsale, bordo acetabolare craniale effettivo, cavità acetabolare, bordo acetabolare caudale, testa femorale e collo, rimodellamento della testa del femore.
Fig. 17 Schema di riferimento per la valutazione BVA/KC. CrAE: Cranial Acetabular Edge; DAE: Dorsal Acetabular Edge; CrEAM: Cranial Effective Acetabular Rim; AF: Acetabular Fossa; CdAE: Caudal Acetabular Edge; FH: Femoral Head.
Capitolo 4
LA TRIPLICE OSTEOTOMIA DELLA PELVI
La Triplice Osteotomia della Pelvi (TPO) è una tecnica chirurgica introdotta nel 1969 da Hohn e Janes come alternativa all’osteotomia della testa e del collo femorali nei cani affetti da displasia dell’anca. La procedura è stata poi modificata da Barclay Slocum e Theresa Devine Slocum nel 1986. L’obiettivo dell’osteotomia pelvica è quello di correggere la lassità funzionale dell’articolazione coxofemorale aumentando la copertura acetabolare, riducendo la forza che agisce sull’articolazione stessa, e soprattutto limitando la progressione della DJD [Johnson et al. 1998; Hara et al. 2002].
È stato infatti dimostrato che una procedura correttamente eseguita limita, seppur non previene completamente, la progressione della degenerazione cronica articolare nei pazienti displasici. Questo aspetto può essere influenzato dai criteri di selezione usati dal chirurgo. I cani di pochi mesi d’età (di circa 4-‐6 mesi), sono i soggetti prediletti per questo tipo d’intervento, a causa della loro maggior possibilità di migliorare la congruità articolare e di prevenire la progressione dell’osteoartrosi [Black 2000].
Altri autori preferiscono invece praticare la chirurgia in cani con un’età minima di 8 mesi, operando prima l’articolazione maggiormente lassa [Hazewinkel and
Meij 1998].
I criteri d’inclusione che un candidato ideale da sottoporre a TPO deve possedere prevedono:
• Una conformazione normale
• Positività al segno di Ortolani, con un distinto “clunk” udibile al momento della riduzione del femore, segno che il DAR è ancora intatto • Una netta transizione fra la sublussazione e la riduzione [Palmer 2006] • Evidenza radiografica di CHD senza alcun segno di OA
• Una conformazione normale
• Positività al segno di Ortolani con un “clunk” attenuato, indice di un DAR consumato.
• Evidenza radiografica di CHD e di lieve OA
Un paziente non candidabile per un intervento di TPO sarà caratterizzato da: • Conformazione anomala
• Segno di Ortolani lieve o assente, indice di un DAR altamente consumato e/o di una grave fibrosi
• Evidenza radiografica di displasia con grave sublussazione e/o moderata o grave osteoartrosi [Black 2000; Hazewinkel and Meij 1998].
Va comunque detto che non tutti i cani affetti da CHD, persino quelli adulti, sviluppano segni di OA radiograficamente visibili.
La riduzione di un’anca displasica lussata senza l’esecuzione dell’osteotomia pelvica, porta sicuramente ad una recidiva; pertanto risulta inaccettabile ridurre la lussazione senza trattare la condizione displasica che ne ha determinato l’insorgenza.
Il grado di rotazione del segmento acetabolare necessario per correggere la displasia viene determinato considerando le alterazioni a carico delle differenti strutture anatomiche. La lassità della capsula articolare può essere valutata mediante la determinazione dell’angolo di riduzione, con lo studio delle radiografie “sotto stress” e con l’esecuzione del test di Bardens. La presenza di lesioni a carico della cartilagine articolare viene evidenziata mediante palpazione, con il paziente in anestesia generale. Mediante l’esecuzione dell’esame radiografico in proiezione DAR è possibile rendersi conto dello spessore della cartilagine articolare e della presenza di un eventuale danno cartilagineo a carico del settore acetabolare che supporta il carico dell’anca. La profondità della cavità acetabolare viene valutata con lo studio radiografico, mediante l’esecuzione della proiezione “a rana” con gli arti abdotti a 45°, di
quella VD in “distrazione” e di quella DAR, con la quale si misura l’inclinazione del bordo acetabolare dorsale stesso [Slocum and Slocum 1998].