L’obiettivo dell’osteotomia pelvica è di fornire sostegno e stabilità alla testa del femore aumentando la copertura acetabolare. La riduzione dell’inclinazione acetabolare a 0° viene considerata ottimale. La scelta dell’angolatura della placca si basa sulla valutazione clinica del paziente. L’angolo di sublussazione rappresenta teoricamente l’angolo ideale per l’esecuzione dell’osteotomia pelvica, tuttavia, a meno che il bordo acetabolare dorsale sia perfettamente integro, non risulta sufficiente ad assicurare un’adeguata stabilizzazione dell’anca. L’angolo di riduzione, che indica il grado di stiramento della capsula, rappresenta l’angolo limite per l’esecuzione dell’osteotomia pelvica e generalmente determina una rotazione acetabolare eccessiva, in particolare se è presente una differenza significativa tra l’angolo di sublussazione e quello di riduzione. L’inclinazione del bordo acetabolare dorsale (MAD), misurata nella radiografia in proiezione DAR, rappresenta un indice affidabile del grado di rotazione assiale da applicare al segmento acetabolare [Slocum and Slocum
È stato osservato che raramente sono servite placche da osteotomia pelvica canina da 30° per raggiungere un’inclinazione di 0° della superficie acetabolare dorsale. L’uso di placche da 20° o 25° era molto più frequente. L’utilizzo di placche con un grado di rotazione maggiore del necessario, porta ad una rotazione eccessiva dell’acetabolo, con conseguente DJD dovuta al continuo contatto tra il collo femorale e la rima acetabolare dorsale [Slocum 1998]. Molti autori suggeriscono che la procedura chirurgica di osteotomia pelvica non dovrebbe essere utilizzata quando sono necessarie placche con angoli di rotazione estremi. Oltre all’interferenza tra collo femorale e DAR, avremmo una riduzione della congruità dovuta all’assottigliamento della cartilagine nella sua parte centrale, a livello della testa femorale, e alla periferia, a livello dell’acetabolo [Sarierler et al. 2012].
Gli effetti benefici della TPO sono stati spesso messi in discussione in letteratura, ma nonostante ciò anche l’autore più diffidente non è mai giunto alla conclusione che questo tipo d’intervento fosse sopravvalutato.
Uno studio comparativo effettuato tra un gruppo di pazienti displasici trattati in modo conservativo e uno dove i cani sono stati invece sottoposti a TPO, ha dimostrato una minor lassità in questi ultimi, accompagnata da un maggior grado di estensione dell’anca [Barr et al. 1987].
La TPO ha dimostrato la sua superiorità anche rispetto all’intervento di escissione di testa e collo femorali, come dimostrato in un altro esperimento. Pazienti sottoposti a osteotomia pelvica o a escissione di testa e collo femorali, sono stati sottoposti a esami di locomozione, fisici e radiografici ad una distanza uguale o superiore a 20 mesi dal giorno dell’intervento. Il gruppo di controllo composto da soggetti precedentemente sottoposti a TPO ha avuto un punteggio nettamente superiore [Black 2000].
PARTE SPERIMENTALE
INTRODUZIONE ALLA PARTE SPERIMENTALE
La displasia dell’anca è una patologia ereditaria, che colpisce soprattutto cani di media e grossa taglia in fase di accrescimento muscolo-‐scheletrico, la cui conseguenza principale è quella di provocare, nella maggior parte dei casi, la comparsa di osteoartrosi [Chanoit and Genevois 2004].
Nonostante siano molti gli articoli reperibili in letteratura riguardanti questa patologia, le informazioni sul suo trattamento chirurgico mediante triplice osteotomia pelvica (TPO) non sono altrettanto esaustive; in particolare sono esigue le pubblicazioni a seguito di studi radiografici a lungo termine eseguiti su cani trattati con TPO.
Scopo di questo studio è la valutazione a lungo termine dei segni radiografici a carico dell’articolazione coxofemorale, in seguito ad intervento di triplice osteotomia pelvica, attraverso uno studio retrospettivo a lungo termine, non randomizzato, effettuato su cani di proprietà operati di TPO mono o bilaterale, presso l’Ospedale Veterinario Didattico M. Modenato di San Piero a Grado e il Centro Veterinario Pisani-‐Carli-‐Chiodo di Luni Mare, in un periodo compreso tra il 2001 e il 2008.
Per lo svolgimento di questo studio sono state quindi svolti due tipi di valutazioni: clinica e radiografica.
La valutazione radiografica della pelvi è stata effettuata mediante un confronto diretto tra le radiografie eseguite nei periodi preoperatorio, postoperatorio e nei successivi follow up, seguendo il metodo anglosassone BVA/KC; ciascun’articolazione coxofemorale è stata studiata dettagliatamente per i parametri inerenti la copertura acetabolare e la degenerazione articolare. Quindi le articolazioni sono state rivalutate, sempre separatamente tra loro, con il metodo della Federazione Cinologica Internazionale (FCI).
La valutazione clinica si è svolta mediante la raccolta anamnestica di routine e l’esecuzione di un esame ortopedico completo articolato in due fasi: una prima fase in cui il paziente è stato osservato da sveglio, in andatura ed in stazione, ed una seconda con l’animale sedato.
Capitolo 5
MATERIALI E METODI
Il nostro studio è iniziato con la ricerca di tutti i casi di TPO (Triplice Osteotomia Pelvica) operati presso l’Ospedale Veterinario Didattico M. Modenato di San Piero a Grado ed il Centro Veterinario Pisani-‐Carli-‐Chiodo di Luni Mare. I proprietari dei cani operati sono stati contattati telefonicamente chiedendo di portare il proprio animale per un esame ortopedico e radiologico di controllo
Requisiti fondamentali per l’inclusione nella popolazione di studio sono stati: la presenza di una radiografia di Pelvi VD Standard preoperatoria con segni di lassità articolare con un riscontro clinico positivo alle manualità di lassità articolare, l’utilizzo di una TPO monolaterale o bilaterale come tecnica chirurgica, la possibilità di poter effettuare un controllo ortopedico e radiografico in sedazione a lungo termine, di almeno 5 anni.
È stato deciso di non proporre un questionario relativo allo stato di salute e all’attività quotidiana del cane in quanto molti proprietari non sono solitamente oggettivi o critici [Rasmussen et al. 1998].
Alla fine di questa prima fase abbiamo selezionato la nostra popolazione di studio, rappresentata da 7 cani di proprietà operati di Triplice Osteotomia Pelvica mono o bilaterale, presso le sopra citate cliniche, in un periodo compreso tra luglio 2001 e agosto 2008.