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Collaboratore nell’organizzazione delle scuole delle Figlie di Maria Ausiliatrice

L’opera di organizzatore degli studi e delle scuole non rimase limitata alla cerchia della Società Salesiana. Don Francesco Cerruti ebbe un ruolo ri-levante come ispiratore e promotore di iniziative nell’ambito dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Sembra che sia stato don Bosco a dirgli:

«Fa per le Figlie di Maria [Ausiliatrice] quel che fai per i Salesiani».88 Lo stesso don Cerruti, infatti, scriveva, il 23 ottobre 1904, a sr Felicina Fauda, direttrice della Scuola «Nostra Signora delle Grazie» di Nizza Monferrato:

«Invitato da D. Cagliero nel 1879 mi occupai ben volentieri degli studi delle Suore di Maria Ausiliatrice, e vi continuai per l’insistenza, o meglio l’invito di continuare, che mi fece con parole, che non dimenticherò mai, il carissimo D. Bosco».89

Più tardi, nel 1906, sarà il Sommo Pontefice Pio X a invitarlo a prose-guire nel suo impegno, nonostante i cambiamenti avvenuti in ambito delle congregazioni religiose femminili. Appena tornato dal Vaticano – nel pome-riggio del 1º aprile 1906 –, don Cerruti «dettò» una puntuale relazione dell’u-dienza pontificia. Ne trascrivo alcuni paragrafi del vivace dialogo con il Papa:

– «Don Bosco mi disse: “fa per le Suore di Maria Ausiliatrice quel che fai pei Salesiani”. Questo me lo confermò Don Rua, successore di Don Bosco. Le suore hanno potuto fondare e sostenere di fronte all’Autorità Sco-lastica molte scuole ed asili, formar maestre e professoresse, costituire a Nizza Monferrato una grande Scuola Normale pareggiata, donde escono tante maestre cattolicamente istruite. […] Ora mi duole di non poter più continuare a fare per esse quel tanto che ho fatto finora.

– Oh, perché, perché mai? – interruppe il S. Padre.

87ASC E233 Durando Cerruti (6.02.1887).

88Lett. di Angiolina Cairo (6.11.1936), in ASC B520 Cerruti.

89Lett. di Cerruti a Felicina Fauda (23.10.1904), in ASC C610. Don Giovanni Cagliero (1838-1926), futuro vescovo e primo cardinale salesiano, era in quegli anni «Direttore gene-rale» dell’Istituto delle FMA.

– Perché – risposi – ho sentito dire che le separano, o le vogliono sepa-rare dal Superiore dei Salesiani, per cui incarico me ne occupavo.

– Ma no, ma no – rispose il Santo Padre –; lei deve continuare… non le abbandoni… glielo dico io… glielo dice il Papa».90

Don Cerruti accolse l’invito di don Bosco e il desiderio di Pio X come un vero «programma di azione». Dalla testimonianza riportata a continua-zione emerge con chiarezza la sua convincontinua-zione dell’importanza del compito affidatogli: «“Siamo in tempi”, ho sentito un giorno da D. Bosco stesso, “in cui il mondo si vale della donna per far molto male; facciamo in modo che essa sia uno strumento di bene. Quello che i Salesiani si propongono per i ra-gazzi soprattutto poveri e abbandonati, facciano le Figlie di Maria Ausilia-trice per le ragazze soprattutto povere e abbandonate”».91

Suor Linda Lucotti, centrando le sue considerazioni su taluni aspetti di carattere personale, confidava: «Del Ven.mo compianto Don Cerruti ricordo specialmente la sua grande bontà paterna. […] La nota più caratteristica della sua bontà paterna era la costante sua serenità accogliente. Si sarebbe detto che non aveva altro da fare e che l’interessarsi di ciò che gli si proponeva era per Lui l’affare più importante del momento. […] La sua costanza poi nel supe-rare e nel far supesupe-rare le difficoltà che si frapponevano alle opere da Lui sug-gerite e guidate era qualche cosa di sorprendente. Ne ebbi prove molteplici nelle pratiche laboriose che si dovettero compiere per il pareggiamento della Scuola di Alì Marina, che si può ben dire opera del Sig. Don Cerruti e della compianta Madre Marina Coppa. Gli ostacoli non lo facevano desistere, le opposizioni che parevano insuperabili, anche di personaggi altolocati, non lo sgomentavano. Con la serenità la più invidiabile, suggeriva il modo di com-portarsi, la via da seguire, e financo le parole che si dovevano dire nelle varie circostanze e con le diverse Autorità. E si aveva tanta fede nella saggezza della sua direzione che si accoglievano le sue direttive come le direttive del Buon Dio e si andava avanti fidenti e sicure».92

Della presenza nelle laboriose pratiche di pareggiamento delle scuole magistrali delle Figlie di Maria Ausiliatrice, pare che non sempre sia rimasta

90Relazione dell’udienza avuta dalla bontà del S. Padre in data 1º aprile 1906 alle ore 51/2pomeridiane, in ASC C610; si veda anche AGFMA 054.01.2.08. La conversazione tra don Cerruti e Pio X è riportata in parte (con qualche variante formale) da Giselda CAPETTI, Il Cam-mino dell’Istituto nel corso di un secolo. Da Don Rua successore di Don Bosco al nuovo ordi-namento giuridico dell’Istituto 1888-1907 II, Roma, Figlie di Maria Ausiliatrice, 1973, 223.

91Testimonianza di don Cerruti nel Processo di Canonizzazione di don Bosco (sess.

CLXXI, 10.06.1893), in FdB 2157D6.

92Testimonianza di sr Linda Lucotti (20.07.1941), datt., firma aut., in ASC B520 Cer-ruti; cf. anche lettera di Lina Dalcerri (29.07.1941).

costanza nei documenti del tempo. Suor Rosalia Dolza,93riferendosi alla «cro-naca della Casa di Alì», avverte che vi si trova «un solo breve cenno che dice:

– La Direttrice e Sr Moretti partono per Roma, chiamate dal Sig. don Cerruti, per dare norme, circa la pratica del pareggio – e null’altro». E aggiunge in se-guito: «ho atteso di sentire qui la Direttrice, Sr Zucchi,94che allora appunto, nel 1915, venne mandata in Alì; ma essa pure dice che pur sapendo tutte come ogni mossa, ogni passo, ogni pratica, si compiesse sotto la guida diretta del Rev.mo Sig. don Cerruti, qui però appariva solo l’azione della compianta Madre Marina, che era l’esecutrice fedele delle disposizioni del Ven.mo Supe-riore. Quindi né cronache, né corrispondenza particolare, nulla vi è qui che possa dar luce o illustrare il lavoro compiuto – e non fu certo né poco né lieve – dall’amato Padre e fondatore delle nostre scuole medie».95

Ad ogni modo, notizie affidabili riguardanti il «lavoro compiuto» sono riscontrabili in non poche testimonianze coeve. Basta riportarne ancora due.

Nel 1949 il salesiano don Domenico Ercolini, in lettera a don Renato Zig-giotti, futuro Rettor Maggiore, ricordava il «gran lavoro cui attese per anni ed anni don Cerruti», tra le Figlie di Maria Ausiliatrice, allo scopo di «elevare i loro studi alla parità dei nostri, mandando ogni anno don Luchelli ed altri ad insegnare latino e greco e letteratura a Nizza per accedere all’Università e al Magistero di Roma a tempo che vi insegnava Pirandello. Credo che suor Linda sia una di quelle».96Da parte sua, la menzionata suor Felicina Fauda af-fermava poche settimane dopo la morte del direttore degli studi salesiani, in una circostanza fortemente emotiva: «Tutto che di bene noi avemmo ed ab-biamo nelle nostre Scuole, nei nostri Collegi, nelle nostre Insegnanti, tutto ce lo diede lui! Le nostre Superiore mirano a Lui e a Lui chiederanno luce di am-maestramenti pedagogici per sé e l’Istituto, come al vero interprete del pen-siero di D. Bosco, del volere del Suo Successore. La non mai abbastanza com-pianta Madre Emilia Mosca, nostra prima Direttrice degli Studi e la sua degna successora, la tanto amata Madre Marina Coppa, non avevano altro pensiero se non il pensiero Suo. Ma come dire quello che Egli e direttamente e a mezzo loro fece per avviarci, per sostenerci nel nostro compito di Educatrici cri-stiane, di Educatrici religiose, Salesiane? La nostra Scuola Normale di Nizza,

93Sr Rosalia DOLZA: nel periodo 1925-1927 era ispettrice a Torino; nel 1928 lo fu nel-l’Ispettoria Lombarda e successivamente nelnel-l’Ispettoria Sicula e Veneta.

94Sr Maria ZUCCHI: insegnante di storia e segretaria della Scuola Normale di Alì dal 1916. Don Eusebio CALVI(1858-1923) sacerdote italiano, collaboratore di don Cerruti; inse-gnante e direttore in diversi istituti educativi; autore di sussidi didattici.

95ASC B520 Cerruti (15.12.1936).

96Lett. di don Ercolini a don Ziggiotti (7.06.1949), in ASC B988. Domenico ERCOLINI

(1865-1953). Nato a Pescia (Pistoia), lavorò in Sicilia dal 1897 fino alla morte. Fu direttore, successivamente, delle case salesiane di Terranova, Randazzo e Bronte.

di cui Egli fu ammirevole creatore, quella nostra Scuola che Gli costò pen-sieri, lavoro, disagi, sacrifizi tanti, è monumento del Suo gran cuore di Padre buono, non meno che della Sua grande mente di Pedagogista sommo».97

La presenza costante e operosa di don Cerruti ha trovato spazio e rile-vanza in documentate e autorevoli pubblicazioni recenti, in cui è sottolineato il ruolo del consigliere scolastico generale salesiano come «promotore ocu-lato» degli studi tra le giovani suore FMA e come «punto di riferimento nelle scelte scolastiche delle superiore».98 In dette pubblicazioni si accenna alla

«elaborazione teorica e lineare» rispecchiata in alcuni dei suoi saggi; ma so-prattutto si mette in luce l’interesse delle «norme didattiche e operative» trac-ciate negli svariati interventi (corsi, conferenze, colloqui personali) tenuti alle maestre ed educatrici: «don Cerruti promuove e sostiene la formazione pro-fessionale delle insegnanti e stimola la loro dedizione alla missione educa-tiva; suscita energie intellettuali e abilità didattiche; promuove attività cul-turali e religiose per una integrale formazione della donna e per un esplicito impegno di fedeltà al progetto educativo del Fondatore».99

Un argomento ha destato particolare interesse e attenzione: l’influsso del pensiero e degli scritti direttore degli studi e delle scuole salesiane sugli asili infantili istituiti e diretti dalle Figlie di Maria Ausiliatrice.100

97Lett. di sr Fauda a don Luchelli (19.04.1917), in ASC B520 Cerruti. Vent’anni più tardi (6.11.1936), sr Angiolina Cairo scriveva a don Giovanni B. Calvi: «Per le Figlie di Maria Ausiliatrice poi ha sempre avuto una cura speciale, e se ora le Figlie di M. Ausiliatrice fanno del gran bene, uno dei principali fattori è stata l’opera del compianto Sig. D. Cerruti» – in ASC B520 Cerruti. A questo proposito, presenta un notevole valore documentario la corrispondenza inedita di don Cerruti. Nell’ASC e soprattutto nell’AGFMA si conserva un rilevante numero di lettere autografe indirizzate (dal 1885 al 1917) alla Madre Generale dell’Istituto FMA (sr Cate-rina Daghero) alle consigliere degli Studi (sr Emilia Mosca e poi sr MaCate-rina Coppa), tra molte altre suore impegnate nella scuola a diversi livelli (come la citata sr Felicina Fauda e sr Luigina Cucchietti). Nell’insieme, le lettere oggi fruibili costituiscono documenti di grande interesse, imprescindibili per approfondire i diversi aspetti della collaborazione di don Cerruti nell’am-bito dell’Istituto delle FMA. L’edizione dell’epistolario completo è in corso di preparazione.

98Grazia LOPARCO, Gli studi nell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Contributi sul primo cinquantenario (1872-1922), in Francesco MOTTO(ed.), Insediamenti e iniziative sa-lesiane dopo don Bosco. Saggi di storiografia, Roma, LAS, 1996, 348.

99Piera CAVAGLIÀ, Educazione e cultura per la donna. La Scuola «Nostra Signora delle Grazie» di Nizza Monferrato dalle origini alla riforma Gentile (1878-1923), Roma, LAS, 1990, 26; cf. anche Grazia LOPARCO, Le Figlie di Maria Ausiliatrice nella Società italiana (1900-1922). Percorsi e problemi di ricerca, Roma, LAS, 2002, 424-429.

100Cf. Regolamento-programma per gli asili d’infanzia delle Figlie di Maria Ausiliatrice preceduto da un cenno storico sull’origine e sulla istituzione degli asili in Italia, San Benigno Canavese, Tipografia e Libreria Salesiana, 1885. Si conserva nell’ASC, tra gli scritti di Cerruti, il ms. autografo del «cenno storico». Si veda, in un contesto più generale, Piera CAVAGLIÀ, Il primo regolamento degli asili infantili istituiti dalle FMA (1885), in Rivista di Scienze dell’E-ducazione 35 (1997) 1, 23-25; cf. anche Redi Sante DIPOL, Fröbel e il fröbelismo in Italia, in Annali di Storia dell’Educazione e delle Istituzioni Scolastiche 6 (1999) 179-218; G. LOPARCO,