Il 2 febbraio 2016 è entrata in vigore la Legge 28 dicembre 2015, n. 221, recante Disposizioni
in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risor- se naturali, più comunemente conosciuta come “Collegato ambientale”.
È costituita da un insieme di misure concernenti molteplici settori ambientali, che modifica- no parzialmente provvedimenti preesistenti e che, in alcuni casi, aprono nuovi campi di azione in settori ambientali non necessariamente omogenei e collegati tra di loro.
Tra i settantotto articoli di cui si compone il provvedimento e che spaziano dalle fonti rinno- vabili ai rifiuti, dagli animali domestici agli impianti radio, dal danno ambientale all’economia circolare, sono state enucleate ed evidenziate le azioni, per lo più di natura programmatica, che beneficerebbero di un rafforzamento dei rapporti fra ricerca, ambiente ed economia
produttiva.
Tali azioni sono suscettibili di determinare effetti su molteplici settori produttivi nazionali, quali ad esempio quelli che operano nell’ambito dei sistemi e dispositivi per l’efficienza ener- getica, la protezione ambientale, il riciclo e il trattamento dei rifiuti, la depurazione delle ac- que. Come dimostrato dagli indicatori connessi alla produzione di brevetti122,123, tali settori manifestano una buona propensione a investire in ricerca e a produrre innovazione, gene- rando quindi opportunità sia per quanto riguarda la realizzazione di attività di sviluppo so- stenibile che per innovazione industriale a livello locale.
Lo scopo è di favorire, laddove ne ricorrano le condizioni, l’instaurarsi di collaborazioni e di scambi virtuosi volti a rafforzare l’azione delle amministrazioni nazionali, regionali e locali e a favorire le connessioni con il settore privato nel contesto delle politiche ambientali che si svilupperanno nel prossimo futuro.
Le disposizioni del collegato, seppure in alcuni casi ambiziose, difettano di una visione stra- tegica complessiva capace di valorizzare, in questi ambiti, le potenzialità di innovazione del sistema ricerca e solo in un numero limitato di casi hanno individuato per esso ruoli specifici. Il presente contributo mira, quindi, ad evidenziare in modo schematico le disposizioni del collegato ambientale che potrebbero beneficiare del patrimonio di conoscenze, tecnologie e innovazione messo a disposizione dal mondo della ricerca italiana, che potrebbe così contri- buire in modo più efficiente alla pianificazione di attività nei settori ambientali considerati strategici per lo sviluppo futuro del Paese.
Sono stati messi in evidenza anche i tavoli istituzionali che hanno preso il via con il collegato ambientale e gli indirizzi in materia di condivisione di dati e di informazioni, campi in cui la presenza degli Enti di ricerca risulta particolarmente incisiva.
Si è colta inoltre l’occasione di segnalare i nuovi adempimenti previsti per i soggetti pubblici e l’introduzione di incentivi e altre forme di benefici che potrebbero sostenere l’attività degli Enti di Ricerca italiani.
122 OECD: Innovation in science, technology and industry. Database on-line http://www.oecd.org/innovation/inno/researchanddevelopmentstatisticsrds.htm
123 OECD: Measuring Environmental Innovation Using Patent Data – by I. Hascic and M. Migotto. Environment Working paper No. 89, 22 June 2015 (ENV/WKP(2015)10).
104 Capitolo 27 - Prendere Buone decisioni Nella scheda che segue sono riportati, per ciascuno degli articoli presi in considerazione, la descrizione sintetica dei contenuti, le principali norme di riferimento, i settori ambientali in- teressati, gli ambiti di potenziale interesse per gli Enti Pubblici di Ricerca, il tipo di risorse di cui dispongono e i link con eventuali documenti di approfondimento.
In corrispondenza dell’articolo è stata introdotta la sigla “O” per indicare il caso in cui la di- sposizione apra possibili opportunità e la sigla “A” nel caso in cui disponga un adempimento al quale è necessario adeguarsi.
Nella scheda non sono state inserite le disposizioni che non hanno introdotto novità norma- tive, ma deroghe alla normativa vigente o finanziamento di progetti già individuati. Tuttavia molti Enti di Ricerca hanno già, su questi argomenti, rapporti di collaborazione con soggetti pubblici e privati che possono essere ulteriormente rafforzati o ampliati.
Si citano, a titolo esemplificativo, una deroga concernente l’assimilabilità delle acque reflue di vegetazione dei frantoi oleari alle acque reflue domestiche in alcuni casi particolari (Art 65) e l’introduzione di un fondo di garanzia per opere idriche finalizzato al potenziamento delle infrastrutture idriche e a garantire un’adeguata tutela della risorsa idrica e dell’ambiente (Art 58).
Scheda riassuntiva
1 http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2016/1/18/16G00006/sg 2 http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/06152dl.htm#1 3 http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/06152dl.htm#1 Legge 28 dicembre 2015, n. 2211Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali.
Schema riassuntivo delle principali disposizioni del Collegato ambientale che rappresentano per il sistema ricerca un’opportunità di trasferimento di conoscenze, tecnologie e innovazione o che costituiscono un adempimento di legge.
Articoli Principali norme e atti di indirizzo collegati Area di
intervento Descrizione sintetica
Ambiti di interesse, attuale o potenziale (nuovi adempimenti,
opportunità, tavoli istituzionali)
Competenze e
risorse richieste Documenti di appro-fondimento e Note
Art. 3 O Dlgs. 152/06 Parte II 2 Dlgs. 4/083 Sviluppo sostenibile Tutela dell’ambiente mari- no
L’articolo 3 del Collegato ambien- tale stabilisce di inserire, all’interno della normativa in materia di valu- tazioni ambientali, la disposizione di aggiornare, con cadenza almeno triennale, la Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile e di inserire, dal primo aggiornamento utile, an- che gli aspetti inerenti alla “crescita blu” del contesto marino.
A cascata saranno aggiornate le collegate strategie regionali.
La novità introdotta indirizza il Ministero dell’ambiente e le Regioni ad avviare attività stra- tegiche in un settore in cui la ricerca italiana ha prodotto studi e sviluppato tecnologie altamen- te innovative (quali ad esempio droni sottomarini tecnologica- mente avanzati).
Competenze tecniche e stru- menti di supporto ai processi decisionali e alle policy in ma- teria di sviluppo sostenibile, efficienza energetica, smart