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Nel 2009, in seguito all’adozione del pacchetto Clima ed Energia 202015, la Commissione Europea ha ini- ziato la promozione del Covenant of Mayors, meglio conosciuto in Italia come Patto dei Sindaci. La finalità del Patto era di offrire alle autorità locali uno strumento attraverso il quale poter contribuire al raggiungimen- to degli obiettivi che l’Unione Europea si era posta per il 202016, in materia di cambiamenti climatici ed energia.

Il Patto dei Sindaci, come concepito nel 2009, era un accordo che ciascun sindaco poteva sottoscrivere per manifestare la volontà di contribuire con azioni locali concrete alla mitigazione dei cambiamenti cli- matici. Tale impegno doveva essere confermato attraverso l’elaborazione e l’adozione di un Piano d’Azione

per l’Energia Sostenibile (PAES), un piano che si poneva di regolamentare e promuovere:

 l’efficienza energetica per l’edilizia pubblica e privata;

 la riqualificazione per il risparmio energetico dell’illuminazione pubblica;

 la predisposizione del rinnovo dei veicoli dell’Ente pubblico, con altri che abbiano un impatto più basso sulle emissioni;

 gli interventi sulla mobilità privata;

 la produzione di energia da fonti rinnovabili;

 i processi di sensibilizzazione e informazione della cittadinanza in relazione alle tematiche energe- tiche.

Al marzo 2016 si contavano oltre 6.500 sindaci firmatari che, quindi, si erano presi in carico l’impegno di promuovere azioni locali che accelerassero il processo di decarbonizzazione dei territori, aumentassero l’efficienza energetica degli edifici e l’impiego di fonti rinnovabili di energia.

Al Patto dei Sindaci nel 2014 si è affiancato il Mayors Adapt, uno strumento simile al Patto, ma concepito per intervenire sulle città con pratiche di adattamento ai cambiamenti climatici. Gli obiettivi chiave del Mayors

Adapt sono:

 informare e aumentare la consapevolezza sulle azioni di adattamento ai cambiamenti climatici;  mobilitare le autorità locali per l’individuazione di opportunità legate alle pratiche di adattamento;  supportare gli enti locali attraverso il potenziamento di competenze esistenti e l’introduzione di

uno sportello informazioni;

 facilitare le azioni locali mettendo a disposizione le esperienze di altre autorità locali;

 offrire una piattaforma comune in cui mostrare il proprio operato, e attraverso cui crescere ulte- riormente grazie il continuo confronto.

Tale accordo può essere formalizzato attraverso l’integrazione dei piani esistenti con misure di adatta- mento o la realizzazione di strumenti ad hoc che promuovano la strategia di adattamento dell’autorità lo- cale di riferimento.

      

15 Vedi la Comunicazione della Commissione al Parlamento Europea, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni, “Due volte 20 per il 2020. L’opportunità per il cambiamento climatico dell’Europa”. COM(2008) 30 def., Bru- xelles, 23.01.2008.

16 Gli obiettivi del pacchetto Clima ed Energia del 2008 sono: (i) ridurre del 20% le emissioni di CO2 entro il 2020 rispetto a quelle re- gistrate nel 1990; (ii) ridurre del 20% la domanda di energia rispetto al 2008; (iii) raggiungere il 20% di produzione di energia da fonti rinnovabili entro il 2020.

Alla fine del 2015 il Patto dei Sindaci e il Mayors Adapt sono confluiti nel nuovo Patto dei Sindaci per Clima ed

Energia, concepito come mezzo per intervenire contestualmente, a livello locale, con azioni di mitigazione

e adattamento ai cambiamenti climatici. Questa volta gli obiettivi che il Patto si pone di raggiungere sono quelli posti in materia di cambiamenti climatici al 203017, ovvero:

 riduzione di almeno il 40% le emissioni si gas serra (rispetto a quelle del 1990);  raggiungimento di almeno il 27% di produzione di energia da fonti rinnovabili;  miglioramento di almeno il 27% l’efficienza energetica di edifici pubblici e privati.

Per raggiungere tali obiettivi gli enti locali sono chiamati in prima persona ad agire, offrendo il proprio contributo attraverso la pianificazione e la mobilitazione dal basso. L’iter da seguire per l’adesione al nuo- vo Patto dei Sindaci prevede:

 la firma del patto, con la creazione delle adeguate strutture amministrative e lo sviluppo (i) dell’inventario di base delle emissioni, (ii) della valutazione di vulnerabilità e rischio, e (iii) del nuovo Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima (PAESC);

 la presentazione del PAESC (entro due anni dalla sottoscrizione del Patto) e la condivisione della propria esperienza, promuovendo le azioni locali condotte;

 la presentazione periodica della relazione di attuazione.

Dato l’orizzonte temporale del PAESC (il 2030), esso dovrà essere concepito come uno strumento strate- gico lungimirante, e che attivi processi che non abbiano termine con la fine di un mandato elettorale. Il Piano prevede quattro fasi dal concepimento alla sua revisione e sostituzione. La prima fase di attivazione prevede l’espressione di un impegno politico in seguito alla firma del Patto e un primo adattamento delle strutture amministrative della città alle nuove esigenze. Inoltre, è necessario ottenere il supporto degli sta-

keholder locali, i quali saranno fondamentali per la riuscita del piano. La seconda fase, ovvero quella di pia-

nificazione, si articolerà in un primo momento di valutazione dello stato di fatto, una definizione della vi- sione a lungo termine (quali sono gli obiettivi che la comunità locale intende porsi? In quali tempi? E muovendo quali risorse?), la redazione, approvazione e presentazione del Piano. La terza fase, che consi- ste nell’attuazione del Piano, prevede non solo l’attuazione delle misure ma anche un’intensa interazione con gli altri firmatari del Patto, dato che uno dei principi da cui prende forza l’iniziativa è proprio lo scambio di esperienze e di informazioni tra sindaci. Infine, la fase di monitoraggio e di invio di relazioni deve essere conclusa, per ogni step di lavoro, ogni due anni. La fase di monitoraggio è determinante per essere in grado di potenziare le scelte intraprese e riuscire a raggiungere gli obiettivi che ci si è fissati, ap- portando delle modifiche al piano originario. Il PAESC, infatti, così come i vecchi PAES, non è concepi- to come uno strumento blindato, ma può essere soggetto a revisioni e modifiche ogni qual volta, al ter- mine di una fase di monitoraggio, lo si ritenga necessario. La principale differenza tra il PAES e il PAESC risulta essere il pacchetto di azioni previste per l’adattamento delle comunità ai cambiamenti climatici. Dal sito del Patto dei Sindaci per l’Energia e il Clima18, si può osservare come il processo sia molto simile rispetto a quello introdotto nel 2008, e così come per il primo Patto, anche per il nuovo i vantaggi di cui potrebbero godere i sindaci aderenti sono molteplici. In questa sede menzioniamo solo i principali, tra cui:

      

17 Si veda la Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni, COM(2014) 15 finale, “Quadro per le politiche dell’energia e del clima per il periodo dal 2020 al 2030”. 18 Consultabile all’indirizzo http://www.covenantofmayors.eu/about/covenant-of-mayors_en.html

70 Capitolo 13 - Le aree urbane

 visibilità e riconoscimento a livello internazionale del proprio operato, delle proprie sfide e dei ri- sultati raggiunti;

 opportunità di contribuire a definire una politica climatica ed energetica dell’UE;  creazione di nuove opportunità per il contesto locale in termini di sviluppo sostenibile;

 crescita e sviluppo in termini di conoscenze, grazie al confronto con il network internazionale di enti che hanno intrapreso o stanno intraprendendo lo stesso percorso;

 opportunità di intercettare più facilmente il finanziamento di altre iniziative promosse a livello eu- ropeo.

Sebbene i vantaggi siano molteplici per gli amministratori locali, non sempre essi sembrano essere in gra- do di sostenere da soli il processo di trasformazione delle città e dei territori in resilienti. Considerando ciò, negli ultimi anni sono nate iniziative per supportare l’operato delle amministrazioni a livello locale, partendo dall’animazione dei cittadini e dalla responsabilizzazione del singolo per il raggiungimento di obiettivi condivisi. Un esempio per tutti può essere considerato l’operato del Centro per le Comunità So- lari Locali (CSL)19, che nasce in Emilia Romagna, in particolare a Casalecchio di Reno (ma sta allargando i propri orizzonti ad altri Comuni di altre regioni italiane), come naturale evoluzione di un progetto che l’Università di Bologna, insieme a sei Comuni, stava portando avanti dal 201020. Il ruolo cruciale del Cen- tro è quello di lavorare come trait d’union tra l’amministrazione locale e la popolazione, offrendo soluzioni e supporto per il raggiungimento degli obiettivi del PAES. L’associazione senza scopo di lucro opera al fianco del cittadino, aiutandolo a prendere coscienza dei propri consumi, degli sprechi in termini di ener- gia e abitudini, guidandolo verso un nuovo stile di vita che contribuisca al raggiungimento degli obiettivi che prima l’Unione Europea e poi il Comune di riferimento si sono dati in materia di cambiamenti clima- tici. Gli aspetti affrontati dal Centro sono principalmente, ma non esclusivamente, legati all’energia, così come in realtà si richiede che siano anche i PAES. Il Centro sostiene i Comuni nella redazione del PAES, ma offre anche supporto per la sua attuazione, in relazione alla valutazione degli interventi sugli edifici pubblici e sulla mobilità e la messa in rete di operatori locali (aziende, agenzie di servizi, centri di ricerca), amministrazione e cittadini.