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Collocazione storica dell‟attuale impianto

Ai fini di un‟ipotesi di riqualificazione del giardino della Villa Medicea di Cerreto Guidi è essenziale o almeno auspicabile stabilire a quando risale e in che modo si è andato formando l‟attuale impianto.

Come abbiamo visto per ora non si trovano pubblicate informazioni e/o tracce che definiscano con certezza a quando certe strutture e certi impianti vegetali possano risalire.

Di certo si sa che il giardino non è coevo della Villa. Come abbiamo visto nell‟unica rappresentazione grafica in cui compare il giardino, il cabreo di Giuseppe Ruggieri del 1742 lo stesso viene spartito con disegni di un parterre fantastico, mai esistito, che peraltro viene anche sconfessato una quarantina d‟anni dopo (1780) dalla perizia redatta per la vendita della Villa in cui si dice che nel giardino ci sono frutti e viti nonché una cisterna per l‟acqua per irrigare. A questa perizia anche se vaga e laconica si deve però dare credito.

Dopo questa vaga descrizione non c‟è più niente di scritto sul giardino e questo potrebbe anche voler significare che si trattava di un complemento sì della Villa, ma non certo di un elemento qualificante, di gran pregio, che ne potesse modificare l‟immagine e/o il valore.

Alcune testimonianze indirette comunque si possono trovare nell‟osservazione dei luoghi, magari analizzando i manufatti e le piante presenti oggi in loco e confrontando la situazione attuale con alcune poche fotografie storiche, recuperate presso la Soprintendenza ai Monumenti di Firenze, alle quali si possono attribuire delle date di ripresa, purtroppo non proprio certe.

In più di alcune piante, attraverso le prove dendropenetrometriche si è potuta stabilire un‟età approssimativa e quindi possiamo collocare l‟impianto di queste stesse piante in un arco temporale se non definito almeno circoscritto.

Le datazioni sull‟età delle nostre piante ci rimandano indietro di un po‟ più di un secolo e quindi ci fanno collocare la messa a dimora di questi alberi all‟incirca ai primi anni del secolo scorso e quindi come prima ipotesi si può pensare che l‟impianto del giardino possa risalire a quell‟epoca.

La villa in quegli anni era di proprietà dei nobili Geddes Da Filicaja, che l‟avevano acquistata nel 1885 e che l‟avevano ristrutturata ed arredata per utilizzarla come loro residenza anche se solo saltuaria.

In effetti ancora oggi sulle ali di ingresso al giardino in muratura che sorreggono le ante del cancello sono riprodotti proprio gli stemmi dei Geddes e dei Da Filicaja, segno questo che di certo loro sono intervenuti nella sistemazione del giardino. Del resto dopo l‟alienazione della Villa da parte dei Lorena, i Geddes da Filicaja sono i primi che la utilizzano come vera e propria residenza; i precedenti proprietari avevano acquistato la proprietà più per i poderi che vi erano stati collegati che per la Villa in

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sé stessa, che in effetti appena possono avevano rivenduto, privata però di molti dei terreni.

I Geddes da Filicaja, come si capisce immediatamente, nascono dall‟unione di due famiglie nobili: una Italiana i da Filicaja e una Inglese o meglio scozzese i Geddes attraverso un matrimonio tra un Geddes e una Da Filicaja.

È il giovane Geddes che prende in consegna la villa e la proprietà di Cerreto Guidi e che, molto probabilmente, si occupa degli arredi e degli abbellimenti interni (gli affreschi del piano terreno per esempio), ma anche, evidentemente, del rifacimento o del nuovo impianto del giardino.

Il fatto è che di certo in questo giardino ancora oggi si ritrova un gusto tutto inglese tipico di quell‟epoca a cavallo tra „800 e „900, soprattutto nella composizione degli spazi, ma soprattutto nella scelta delle piante.

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È noto e fa parte della cultura comune, che gli inglesi a partire dalla fine del „700 hanno iniziato a trasportare in patria e a cercare di far acclimatare piante provenienti un po‟ da tutto il mondo: la compagnia delle Indie insieme a merci di ogni tipo portava in Inghilterra anche piante esotiche. Dall‟Inghilterra queste piante, venivano poi diffuse in tutto il mondo conosciuto. A questo proposito è emblematico l‟esempio del Cedro del Libano ancora vivente all‟Orto Botanico di Lucca che è nato da un seme di un esemplare acquistato proprio alla fine del „700 direttamente a Londra. Questo per dire che è assolutamente plausibile che il nuovo proprietario inglese della Villa, per il giardino che andava ristrutturando, sia andato a cercare quelle essenze che nel suo paese andavano di gran moda ed erano ritenute una specie di status symbol, all‟epoca per la loro particolare rarità.

Abeti e cedri ancora oggi si trovano nei parchi londinesi e sono ritenuti ancora oggi meraviglie vegetali. È il caso di un Abies grandis presente nel giardino posteriore della cattedrale di Saint Paul a Londra, ma anche di un enorme Cedrus atlantica ancora presente nei Temple Gardens sempre a Londra.

Londra uno splendido esemplare di Cedrus atlantica a Temple Gardens

Anche il Glicine (Wisteria sinensis) per la prima volta è stato importato in Inghilterra dalla Cina e da lì si è poi diffuso in tutta Europa. Ancora oggi la più grande pianta di glicine del vecchio continente si trova a Londra nei Kew Gardens.

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in alcun modo anteriore al momento in cui i Geddes ne diventano proprietari.

Paradossalmente anche l‟utilizzazione del cipresso (pianta tipica toscana per antonomasia) nelle modalità intensive con le quali viene impiantata in questo giardino rappresenta sicuramente una modalità di una prassi di gusto inglese attuata all‟epoca con frequenza in Italia, che trova per esempio riscontro negli interventi documentati di piantumazione intensiva del cipresso sulla collina di Fiesole attuati dal famoso Lord John Temple.

A questo proposito c‟è da fare una notazione che può mettere in relazione la Villa con il giardino. I Geddes da Filicaja in occasione dei lavori di risistemazione della villa fecero affrescare una sala del piano terreno dal pittore, amico di famiglia e allievo di Telemaco Signorini, Ruggero Focardi. I temi degli affreschi ancora presenti altro non erano che la rappresentazione iconografica delle altre ville e degli altri possedimenti a disposizione della famiglia.

In uno di questi dipinti si rappresenta la Villa di Santa Lucia a Prato e sullo sfondo si innalza un alto colle, forse le pendici della Calvana, dove con puntigliosa precisione viene dipinta una piantagione intensiva di cipressi. Queste pitture avevano un‟intenzione agiografica nei confronti dei committenti e pertanto non si trattava di rappresentazioni realistiche, ma si insisteva nel voler rappresentare i beni materiali e le proprietà immobiliari dei nobili committenti.

Villa di Cerreto Guidi – R Focardi – veduta della Villa di Santa Lucia a Prato

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rappresenta anche un esteso bosco di cipressi, segno evidente che non è casuale, ma che anche quello rappresenta una ricchezza della famiglia. Del resto è proprio della seconda metà dell‟800 l‟idea della piantagione intensiva delle fustaie destinate alla produzione di legno da opera.

Allora forse la presenza di tanti cipressi nel giardino piantato dai Geddes non è assolutamente casuale, ma potrebbe essere dettata, oltre che da un loro particolare gusto estetico anche da ragioni di comodità, nel senso che le piantine di cipresso erano disponibili nei vivai e quindi facili da procurare.

Ma anche l‟organizzazione del verde ha una sua connotazione anglosassone che si ispira al giardino romantico inglese. In tutto il giardino non c‟è una pianta utile (un frutto per esempio). Tutti gli alberi di alto fusto sono sempre verdi proprio per ricercare un‟ombreggiatura continua anche nei mesi invernali.

Forse non tutti gli alberi presenti nel giardino sono stati messi a dimora dai Geddes; molto probabilmente il grande leccio era preesistente all‟epoca della ristrutturazione di quest‟area, ed è stato forse accettato nel disegno del nuovo impianto, proprio per il suo fogliame scuro, per il fatto che non si spoglia mai e quindi perché in linea con la connotazione romantica che si voleva mettere in atto.

Questo può voler dire anche che l‟impianto Geddes si possa essere sovrapposto, ma che non abbia completamente sostituito un vecchio impianto di cui magari si sono conservate le strutture essenziali.

Foto d‟epoca – Il cedro e l‟abete – sullo sfondo il leccio

(Soprintendenza Monumenti Firenze)

Appare infatti abbastanza strano che nella progettazione di un giardino all‟inglese, per definizione libero e naturale, si preveda una spartizione dello spazio secondo due ben precisi assi cartesiani individuati dall‟andamento della pergola del glicine; è più plausibile invece che questa suddivisione

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esistesse già all‟epoca e che magari su una pergola simile si arrampicassero rustici tralci di vite, sostituiti con quelli ritenuti più eleganti e senza dubbio più romantici del glicine. Sempre a questo proposito e a favore dell‟ipotesi che il pergolato a croce esistesse già, c‟è da notare che i Geddes piantano le loro meraviglie esotiche (l‟Abete e il Cedro) proprio nel centro delle due aiuole poste più vicine alla villa, che proprio per questo si possono ipotizzare già individuate dall‟andamento della pergola.

In definitiva è molto plausibile che prima dell‟arrivo dei Geddes il giardino fosse ancora molto simile a quello descritto nella perizia collegata alla vendita, magari molto trascurato e nel quale casualmente era nata una pianta di leccio, che è stata mantenuta e che è quella ancora oggi presente.

Esiste una foto d‟epoca a questo proposito in cui si vede il cedro ancora abbastanza piccolo, l‟abete invece più grande e quindi sicuramente in loco da più tempo, mentre sullo sfondo si vede il leccio già molto sviluppato.

All‟epoca dei Geddes il giardino era anche diviso visivamente dallo spazio di pertinenza della villa costituito dal cortile lastricato. Una siepe di cipressi legati ad archetti separava uno spazio dall‟altro. Poi altri cipressi piantati fitti contornavano il perimetro del giardino. Le aiuole non erano però separate dai vialetti con cordonati e bosso come sono adesso, ma il piano del giardino era tutto unico. Il camminamento centrale era solo individuato dal pergolato aereo. Naturalmente non c‟era neppure il prato rasato come adesso e meno che meno i rialzamenti delle aiuole intorno ai tronchi delle piante che ne hanno interrato i colletti.

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Alcune modifiche al giardino sono state apportate in effetti all‟epoca del restauro della Villa negli anni ‟70 del secolo scorso. In quell‟occasione si posizionarono i cordonati e le siepi basse di bosso, insieme alla formazione dei tappeti erbosi all‟inglese all‟interno delle aiuole.

Da quel momento in poi non si curò più neppure la manutenzione topiaria delle siepi di cipresso, ragione per la quale le singole piante hanno cercato di riprendere la loro forma canonica, anche se ormai erano state compromesse da decenni di coercizioni. Di fatto gli interventi apparentemente “leggeri” sul giardino consistenti nel posizionamento dei cordonati e nell‟inserimento ex novo del prato all‟interno dei riquadri ha modificato completamente la percezione e la fruizione dello spazio che, con la sottolineatura dei percorsi distinti dalle aiuole, ha trasformato lo spazio libero del prato rustico voluto dai Geddes, in una falsa memoria di un giardino formale sicuramente all‟epoca non voluto e non presente. A questo proposito esistono foto storiche che mettono in luce questa diversa situazione.

Foto d‟epoca – Non esiste la suddivisione poi realizzata con cordonati di recupero

(Soprintendenza Monumenti Firenze)

In epoca ancora più recente, quando ci si accorse che sotto i grandi alberi l‟erba del prato stentava a crescere a causa dell‟ombra, ma forse anche delle resine che le conifere producevano, si intervenne con il rialzamento di una porzione circolare delle due aiuole più vicine alla Villa, in modo da creare un nuovo substrato sul quale impiantare una qualità di erba più adatta all‟ambiente in ombra. Come già detto questo intervento è sicuramente stato deleterio per gli alberi il cui colletto è stato interrato.

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