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9. Esemplificazione progettuale – Il Pomario

9.2. L‟evocazione del Pomario – Un progetto per il giardino.

9.2.6. Un progetto per il futuro

Questo progetto intitolato “Evocazione del Pomario” si rifà all‟antico, ma solo per aiutare tutto l‟importante complesso della villa Medicea a pensare di poter vivere nel futuro. Il Pomario è il simbolo, evocativo appunto, del vivere il giardino in maniera consapevole, dell‟interazione cosciente dell‟uomo con la natura e non di certo quella del subirla incoscientemente.

Si propone infatti per il giardino un impianto molto più semplice e contenuto dal punto di vista dimensionale di quello oggi esistente, ma assolutamente più comprensibile e più ricco dal punto di vista culturale. Si tratta di mettere a disposizione del pubblico del futuro uno strumento che possa coinvolgere, anche nello spazio esterno, il visitatore del museo in un percorso di interessi che possa avere una continuità disciplinare con le peculiarità della villa e delle collezioni esposte al suo interno, ma nel contempo di poter introdurre elementi di riflessione di carattere diverso, legati alla natura, al mondo vegetale e alle pratiche agrarie, fondamentali anche per ricollegarsi alla storia più ampia di

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Il nuovo giardino, che affonda le proprie radici culturali nel suo passato, con la conservazione gelosa dei suoi elementi caratteristici, dovrà essere quindi assolutamente rinnovabile in maniera continua, senza grandi traumi, ma solo attraverso l‟avvicendamento delle piante che di volta in volta invecchieranno e potranno, anche ad una ad una, essere sostituite. Le piante da frutto hanno periodi di particolare produzione in funzione della loro età. Ad ogni buon conto si tratterà sempre di piante di piccole dimensioni e di volta in volta di numero limitato, ragione per la quale il giardino, ammesso che possa disporre di custodi attenti ed amorosi, potrà con continuità conservarsi, rinnovandosi in maniera dinamica, realizzando così il vero obiettivo di questo progetto, che non è quello di conservare il giardino, ma quello molto più ambizioso di conservarne lo spirito anche per le generazioni future.

Villa La Topaia

“Vari dipinti a soggetto pomologico erano ospitati nella sala centrale dell‟edificio, dinanzi al quale si stendeva un giardino di fruttiferi nani”

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10. Conclusioni

Per concludere bisogna rifarsi alla premessa e ripensare a quello che si è scritto in un contesto tutto generale riferendosi all‟ipotesi di conservazione di un giardino, ovvero di un bene artistico culturale formato da materiale biologico deperibile, perché vivo.

L‟oggetto di questa esercitazione è assolutamente calzante con le nostre premesse ed è quindi possibile fare delle verifiche, sia pure teoriche, visto che il nostro progetto rimane solo a questo semplice livello di possibili intenzioni tracciate con pochi segni sulla carta e raccontate con tante parole. La domanda che ci dobbiamo porre per prima è quella di capire cosa conserva il nostro giardino una volta che sia così riprogettato e riqualificato.

Intanto conserva il nostro lavoro, lo sforzo fatto per capire, indagare, scegliere e decidere; poi conserva la storia delle vicende passate, dei restauri subiti negli anni ‟70, ma soprattutto conserva l‟elemento qualificante della sua immagine attuale, la sua icona, quella pergola a croce, ricolma della fioritura del glicine, che tutti conoscono e per la quale questo giardino è da molti ricordato; ma conserva anche memorie più lontane che si possono recepire solo se ci si avvicina di più alla sua storia degli ultimi secoli e che sono rappresentate dal grande leccio che sicuramente è la più lontana testimonianza biologica ancora vivente in questo luogo e dalla scelta di piantare in questo terreno frutti e uva, gli stessi, forse, che c‟erano anche alla fine del „700. Si conserva poi un patrimonio culturale più ampio, che non ha una connotazione fisica in questo luogo, ma che rappresenta un importante valore aggiunto e che ci ricollega a radici lontane che comunque ci appartengono.

L‟intenzione del progetto era comunque anche quella di innescare attraverso la coltivazione delle piante da frutto, un processo vitale che portasse alla conservazione non tanto delle materie e delle forme, ma soprattutto di un virtuoso ciclo biologico, comunque legato alla scienza, all‟arte e alla natura. La coltivazione dei frutti infatti impone un‟attenzione diretta e un‟interazione continua che non si conclude nell‟attenzione ai cicli stagionali, ma che coinvolge cicli più ampi legati alla giovanilità delle piante e ai loro periodi di migliore produttività. Per queste ragioni un pomario curato con attenzione si conserva proprio attraverso l‟interazione che si attua con chi lo cura, non tanto nel momento in cui non si cambia niente, ma proprio nei momenti in cui si attuano i cambiamenti, magari con l‟avvicendamento delle piante divenute improduttive oppure con la scelta di varietà di frutti diversi da riprodurre e sperimentare, oppure ancora con il mettersi al servizio della comunità per la conservazione vera e reale di qualche varietà rara e antica.

Nel nostro futuro giardino quindi si conservano dei materiali inorganici costituiti dai manufatti che nel passato sono stati realizzati per questo luogo, si conservano ancora e non si sa per quanto i materiali

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viventi costituiti dalle piante antiche ancora presenti (il leccio e il glicine per esempio), ma soprattutto non avremo fallito l‟obiettivo se si riuscirà a conservare, specialmente nei confronti delle nuove generazioni che potranno frequentare il giardino, il senso di una storia, che questo luogo ci aiuta a capire, che poi è anche la nostra storia e che pertanto ci educa ad appropriarci di certi valori per comprenderli e conservarli in modo da poterli poi trasmettere a nostra volta. Questo significa che niente funziona solo di per sé, senza l‟interazione con il custode del bene, che si vuole conservare e questo è tanto più vero quando si parla di un giardino storico, dove è essenziale il rapporto con chi lo cura e con chi, sia pure evocando la cultura e le immagini del passato, non solo lo fa vivere felicemente nel presente, ma gli assicura anche la possibilità di intravedere il futuro.

La vite maritata

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Appendice

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