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Commento alla traduzione

IV.5 Il colore e altri elementi descritt

Juan Ramón trasse molti insegnamenti dal Modernismo, soprattutto quelli riguardanti l’impiego di immagini sensoriali con un fine descrittivo. Esse infatti svolsero un ruolo predominante negli scritti autobiografici e furono adoperate dal poeta con estrema precisione e accuratezza. Tra di esse, quella relativa alla vista gli permise di osservare e in seguito di raccontare al meglio le sfumature di ciò che lo circondava.

Il colore neutro e le sue varianti ("verdeoro", "verdinegro") rivestirono una funzione molto importante all’interno delle opere di Juan Ramón Jiménez. Essi vennero utilizzati dal poeta in modo pittorico, per descrivere le proprie sensazioni, quasi volendo far prefigurare al lettore ciò che lui stava vivendo nel suo animo. Questo particolare uso del colore è visibile nel seguente brano di Josefito Figuraciones: "…primero veía a su madre casi como era, pero como en su no conocida juventud, bordeada toda su graciosa edad de colores finos celestes, violetas, rosados...”55, la descrizione della madre è arricchita dai colori (celeste, viola, rosato) che ne addolciscono e impreziosiscono il ricordo della giovane età. Numerosi esempi sono visibili anche nelle restanti parti di Josefito Figuraciones e nelle altre Elejías

andaluzas: “el gato la realzaba, siempre de blanco, un blanco muy planchado y

crujiente, que dejaba un poco gris la blancura de la casa, el cuello y los brazos y las manos de Lola Arrayás”56, qui il colore bianco viene utilizzato per far risaltare la pelle diafana di Dolores Arrayás rispetto al bianco della casa e a quello della pelle della figlia Lola tendenti al grigio;

54 Juan Ramón Jiménez, Antología de prosa lírica, edición de M.ª Ángeles Sanz Manzano, cit., p. 93. 55 Juan Ramón Jiménez, Obras. Elejías andaluzas, II: Josefito figuraciones, cit., p. 24.

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tus ojazos verdes en tu cara gris sofocada de vergüenza al verme, Granadilla, tu boca grande riendo y sonriendo grana y blanco alternativamente en tu don, Granadilla, niña primera, primera mujer de mi infancia, de mi vida, me acompañan ingastables, inolvidables con su fondo de ladrillo rojo y enredadera malva, verde y azul57.

In questo esempio, il ricordo di Granadilla è vivido e l’uso dei colori (verde, grigio, bianco, azzurro) unito alla descrizione della sua figura è volto a renderlo indimenticabile.

Y veía a él sobre ella, colorado, muy colorado en lo blanco, en lo negro, en lo oscuro, colorado fosforescente, con unos ojitos de chispa rubí, esmeralda, turqués, cambiantes, como los ojos postizos de don Augusto de Burgos y Mazo, que se compró doce ojos de colores distintos cuando lo dejaron tuero de un tiro una madrugada58.

In questo caso, invece, i colori (bianco, nero, turchese) servono a rappresentare lo zaratán, il cancro, che affligge Cinta Marín e a paragonarlo agli occhi finti, ognuno di colore diverso, di don Augusto de Burgos y Mazo, rimasto guercio a seguito di uno sparo.

Come si può notare, dall’analisi del testo e dagli esempi riportati, in Josefito

Figuraciones predominano i colori chiari, come il bianco, il rosato, le tinte pastello,

con lo scopo di creare un’atmosfera tranquilla, calma, e per rendere le descrizioni gradevoli, riflessive e stimolanti.

Un altro elemento descrittivo che venne adoperato da Juan Ramón è la luce. Sia quella naturale proveniente dal sole, dalle stelle o da fenomeni atmosferici, che quella riflessa, basti pensare al caleidoscopio utilizzato da Josefito con i suoi cristalli illuminati dai raggi, contribuiscono ad arricchire il senso delle parole e ad aggiungere dei particolari dettagli ai concetti espressi. In questo estratto di Entes y sombras de mi

infancia la luce si unisce al colore per rappresentare la stella del mattino: "…una

fascinación incierta de rayos azules, verdes, amarillos, algo así como una enredadera luz, como una araña celestial, en el cielo hondo azul del alba de Moguer…"59; in quest’altro invece è la conseguenza del movimento di superfici che la riflettono,

57 Id., Obras. Elejías andaluzas, II: Entes y sombras de mi infancia, cit., p. 121. 58 Id., Obras. Elejías andaluzas, II: Josefito figuraciones, cit., p. 65.

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mi mayor deleite era hacer temblar la sala con mi cuerpo para que se movieran los cristales. Y entonces, con un lijero roce musical, se movían los colores de la luz y yo era el olvidado feliz, envuelto en una movida enredadera de luces, de rosas, de chispas, de aguas de colores irisados”60.

O ancora: “y era ‒desde el coche de las seis cuando se lo llevaban al Colejio del Puerto‒ el lucero grande, como una inmensa bengala, dulce, de nieve colgante, que él

veía sobre el Cementerio, sobre el Molino de Viento, sobre la Venta de Piquete”61.

All’interno del testo si può osservare anche come gli elementi descrittivi si combinino con le figure retoriche nella caratterizzazione dei personaggi. Il suono riprodotto dalla voce onomatopeica e la luce del sole aiutano l’autore a delineare la figura del chincagliere:

“tin, tin, tilintín…” ¡Lo que me gustaba verlo venir, Calle Nueva abajo, acera alta del sol, desde mis rejas verdes en sombra; envuelto en resplandores, en un aérea armadura de oro, globo de oro relampagueante, sonoro, neto; león de oro! [...]62.

Ogni espediente linguistico ed espressivo di cui fa uso il poeta sottolinea come tutto sia finalizzato alla comprensione del fatto che il mondo esterno e quello interno di Juan Ramón non sono concetti separati in quanto:

el mundo exterior está impregnado con las fuerzas psíquicas del poeta; y el mundo interior está permeado y estructurado por los fenómenos de la naturaleza. Hay una corriente constante de interacción y penetración entre los dos63.

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