Che Edvard Brandes fosse attento alla composizione67
dei propri drammi è testimoniato da numerose lettere dove confidò lo svolgimento del proprio lavoro. A proposito di Lægemidler, di cui aveva scritto il primo atto, scrisse ad esempio al fratello Georg che prevedeva che la stesura sarebbe proceduta rapidamente, perché già da un intero anno aveva in mente che cosa scrivere e dove collocare la "catastrofe" e Georg Brandes giudicò poi proprio il dramma buono proprio anche dal punto di vista compositivo: "Det er meget underholdende, og godt bygget" (GB a EB [metà dicembre 1880], Brev. II, 84).
Edvard Brandes era consapevole che le azioni sceniche dovevano essere dosate e rifletteva anche sulla lunghezza e consistenza dei singoli atti: “Det kgl. Theater kan ikke engang besætte det og kommer det til Opførelse senere, kunde jeg selv lede Iscenesættelsen, Tredje Akt er svag men efter Dumas´Anvisning ogsaa meget kort” (EB a GB 18.12[?].1883, Brev. II, 83). Soprattutto la composizione di Et Besøg riscontrò critiche positive: "Stykket er fortrinlig anlagt og er skrevet i ét Aandedræt […]" (Hostrup 1883, 245); "Om Et Besøg som Drama er her ikke Plads til at tale. Det er det kunstnerisk fuldende Udtryk for sin Forfatterens Retning og Aand. Det ejer vidunderlig Klarhed, og dets dramatiske Bygning er hævet over Dadel" (Bang 1885) e Georg Brandes:
”Et udpræget dramatisk Talent udfoldede Edvard Brandes først i `Et Besøg`, et Arbejde, der hidtil staar som Blomsten af hans hele Produktion. Det er lille af Omfang og ligesaa ankelt som fortrinligt bygget. Der forekommer kun tre Personer, Handlingen varer kun ganske faa Timer, og dog hidføres i denne korte Tid ved de simpleste Midler en Krise og Katastrofe, der griber dybt ind i de Handlendes Liz og gjennem hvilken en dansk Literatur ikke før behandlet Idé træder «Tilskueren» imøde.
Det Problem, som her er rejst, og der, som det sig hør og bør i et Drama, er omsat i Aktion og liv, er det om Mandens Ret til paa den sexuelle Morals Omraade at fordre Alt af Kvinden og et Minimum af sig selv. Det er behandlet med Aandsoverlegenhed, uden al Frivolitet, men ogsaa uden den om Ibsens `Brand` erindrende spændte Rigorisme, der senere dikterede Bjørnson `En Handske`” (GB 1883, 310-311).
Jonas Lie apprezzò la composizione di Asgerd "Det var blot, hvad jeg ventede, at det Skuespil blev antaget paa det Kgl. Theater straks - med dets uafbrudte Kjæde af stærke Scener og mesterlig dramatisk, som det maa være bygget" (Jonas Lie a EB 03.04.1895, Brev.V, 316). Di Muhammed Edvard Brandes riteneva il primo atto noioso, ma giudicava le parti successive migliori; riteneva però anche che l'azione fosse difficile da seguire per le numerose conversazioni: "Første Akt især er kedelig; bagefter bliver det bedre. Handling var svært at opdrive; det er blevet mange Samtaler. Jeg tænker paa Genren Landor. Jeg er kun fornøjet med en gammel Jøde i Stykket" (EB a GB 13.09.1895, Brev. II, 150). Jonas Lie aveva invece trovato la tensione ben dosata e concentrata nelle scene finali: "Spænding i bedste Forstand uafrudt gjennem alle tre Akter og Dybsyn lige til Løsningen […]" Jonas Lie a EB 20.11.1895, Brev. V, 317). Anche in Vera la suspance è creata con efficacia, sia nel primo e nel secondo atto, dove le informazioni rispetto al passato e gli indizi sugli avvenimenti fuori scena sono forniti progressivamente, sia rispetto al finale. Vera risulta essere un dramma essere un dramma dinamico anche perché la trama non è prevedibile: il personaggio di Hagen, che è presentato come antagonista, non crea in realtà nessun conflitto e il contrasto all'origine della "catastrofe" proviene invece da un personaggio che compare solo nella parte finale del dramma. L'introduzione di questo personaggio, non preparata, se da una parte rende il dramma più movimentato, dall'altra può essere criticato come mancanza di organicità e puro espediente teatrale.
I drammi di Edvard Brandes non sono però privi di espedienti inverosimili utilizzati artificiosamente per fornire al pubblico informazioni sui personaggi, in particolare per riferire avvenimenti del passato dei personaggi le cui conseguenze
ricadono sul presente della narrazione. Muhammed è nel complesso il dramma dove i dialoghi sono costruiti in modo più artificioso: le battute spesso non sono giustificate, e le stesse informazioni vengono ripetute più volte. In una scena Otman racconta ad esempio del matrimonio di Muhammed con Safja in una situazione poco realistica, in quanto sarebbe credibile che gli altri personaggi in scena fossero già a conoscenza dell'evento. Anche in Vera molte battute risultano ridondanti o inverosimili nella situazione dove vengono presentate. Similarmente in Et Brud Karoline, rivedendo l'amante dopo un anno, ripercorre la storia del loro rapporto ad esclusivo vantaggio del pubblico: il dialogo si risolve in un puro riferimento di avvenimenti passati, di cui le due parti erano già a conoscenza. Un altro particolare che è evidentemente un espediente usato ai fini di creare la situazione drammaturgica desiderata è il fatto che, in Et Besøg, venga riferita la particolarità che Rephold non abbia mai voluto farsi fotografare, spiegazione necessaria perché il riconoscimento fra Florizel e Rephold risulti inaspettato: "FLORIZEL: Hvorfor har Du ikke noget Fotografi af ham? NEERGAARD: Han har
aldrig villet lade sig fotografere. Han véd godt, at han ser bedst ud, naar han taler" (EB 1882, 24). Allo stesso modo, che siano anni che i due uomini non si vedano è necessario a giustificare il fatto che l'episodio che poi scatena il conflitto fosse rimasto nascosto.
13 I TEMI
Nel capitolo seguente vengono analizzati i temi principali affrontati nei drammi di Edvard Brandes. Le citazioni presentano esempi dai drammi più significativi rispetto al tema trattato, il che non esclude che lo stesso tema sia presente anche in altri drammi non citati, né che nel dramma analizzato non siano presenti anche altri temi.