• Non ci sono risultati.

Infine, tutto il lavoro precedentemente presentato permette finalmente di effettuare un giudizio valutativo sui progetti oggetto di studio.

Tutti e tre i progetti presentano una loro coerenza interna, così come ognuno presenta degli inevitabili punti di forza e di debolezza se confrontati rispetto agli altri progetti, in funzione delle differenti configurazioni d'intervento, che portano inevitabilmente ad investire più risorse e aspettative (in termini d'attivazione di meccanismi trasformativi) su alcuni strumenti e processi a scapito di altri.

Dal punto di vista della plausibilità interna dei progetti, come grado di fiducia sulle aspettative riguardanti i processi che determinano i risultati attesi (specifici delle architetture proprie degli specifici progetti) a partire dagli input e dalle attività immesse nel sistema, non è possibile individuare particolari differenze in termini di efficacia attesa.

Tale constatazione è data dal riconoscimento che fra la progettazione, l'esecuzione e i cambiamenti generati dal progetto, intervengono meccanismi afferenti alle dinamiche dell'implementazione, e al confronto con i contesti d'intervento, e soprattutto con le differenze e le aspettative individuali dei beneficiari e delle famiglie, che non è possibile determinare ex-ante11, e che quindi richiederebbero successive valutazioni di tipo formative e summative che non rientrano nell'economia di questa tesi.

Nel quadro della valutazione ex-ante è però possibile operare una valutazione di plausibilità esterna del progetto, ovvero valutare quanto l'architettura del progetto, la sua teoria del programma della Vita Indipendente sia plausibilmente in grado di soddisfare gli obbiettivi stabiliti dalla normativa e dal DD 276/2016, e soprattutto soddisfare le aspettative verso la concretizzazione dei principi della Vita Indipendente, in coerenza anche con gli indirizzi principali desumibili dalla letteratura scientifica sulla materia.

Il progetto della SdS pisana appare come quello più sperimentale dei tre, mentre quelli delle altre due SdS possono essere considerati come una espansione (con nuovi elementi e servizi di sostegno) 11 Sono alcuni dei fattori che determinano le problematiche descritte nel Capitolo 3, relative alla inadeguatezza della causalità consequenziale (Befani, 2012) legata alla mancata considerazione fra gli altri del cd. problema della black box dei programmi (Weiss, 1998; Stame, 2004; Stame, 2016). E soprattutto data dall'importanza rivestita rispetto ai risultati finali da ciò che avviene nell'effettiva implementazione del programma (Mintzberg, 2007)

del consolidato modello d'intervento in materia di Vita Indipendente.

Infatti, come si può rilevare dalle tabelle del paragrafo 4.4, la quota dichiarata di servizi innovativi rispetto al consueto piano d'ambito è del 64% per il progetto pisano, del 33% per quello della SdS Empolese e Valdarno Inferiore, e solamente il 20% per il progetto della SdS Valdera.

I progetti di Pisa e Valdera sono quelli più vari (negli strumenti adottati) e che dimostrano una attenzione ed un raggio d'azione più ampio sulle molteplici dimensioni delle determinanti dell'autonomia e del benessere della persona, come mostrato nel paragrafo 4.8, come affermazione di una logica ecosistemica dell'intervento che riconosce le determinati del benessere della persona come sistema di fattori in interazione fra loro (Buntinx, Schalock, 2010; Claes et al, 2012; ANFFAS, 2015;). .

Allo stesso tempo però, per la valutazione di plausibilità esterna deve essere considerato il problema di bilanciare l'innovatività con la garanzia degli elementi imprescindibili di un intervento indirizzato alla Vita Indipendente.

I principi che devono orientare tali interventi, così come sono desumibili dalla letteratura scientifica (Par 1.3), dalle istanze del movimento per la Vita Indipendente (Par. 1.1) e dai riferimenti normativi e programmatici (Cap. 2) sono già stati inseriti nella tabella riepilogativa n.6, nel Paragrafo 4.6, ed ora ripresentati.

Tabella 7: I principi fondamentali degli interventi a favore della Vita Indipendente Intended Outcomes (schema generale di progetto)

(DD 276/2016, Convenzione ONU, etc) De-istituzionalizzazione; Empowerment;

Autonomia abitativa; Autonomia nelle esperienze della vita quotidiana;

Autonomia nell'ambito relazionale; Inclusione sociale

Libertà di scelta; Autodeterminazione; Protagonismo del soggetto

Personalizzazione degli interventi; Supporto al sistema familiare;

Dall'analisi di questi obbiettivi appare come il percorso fortemente strutturato e guidato del progetto della SdS Pisana, pur tenendo in considerazione le particolarità e le aspettative della persona, ovvero la personalizzazione dei percorsi di vita e di assistenza (a partire dalla fase di valutazione multidimensionale e di progettazione personalizzata, e dalla gradualità e progressività dei percorsi), rischi di sacrificare eccessivamente l'obbiettivo imprescindibile della promozione delle occasioni di autodeterminazione della persona e di autogestione della propria esperienza quotidiana, come desumibile anche dalle prescrizioni precise in merito all'utilizzo dell'assistenza personale presso il domicilio come supporto alle attività di formazione, e alla non consistente autonomia concessa nell'esperienza del co-housing.

Tali considerazioni portano a considerare il modello d'intervento pisano non inadeguato tout court, visto che presenta caratteri di interesse, come riportato nel capitolo precedente, come la completezza dello spettro d'azione, la varietà delle pratiche formative, il servizio di assistenza di prossimità, etc. In funzione degli obbiettivi specifici della Vita Indipendente però la minore presenza di possibilità di autogestione ed esercizio di libertà, data dalla maggiore strutturazione delle attività, unita e legata alla tendenza alla riproduzione di modalità di erogazione e gestione “diretta” degli interventi, quindi non propriamente innovative (vedi Cap.2), portano il valutatore a ritenere questo progetto come il meno plausibile in funzione della sperimentazione di un modello innovativo a promozione della Vita Indipendente.

Più innovativo appare invece il meccanismo più esperienziale di sviluppo dell'autonomia, presente anche nel modello d'intervento pisano , anche se in secondo piano rispetto agli altri progetti.

Tale meccanismo lega lo sviluppo delle capacità e delle libertà individuali alle occasioni pratiche di esercizio effettivo delle capacità stesse, secondo un meccanismo a spirale, virtuoso, di rinforzo progressivo.

Alla prevalenza dello sviluppo esperienziale delle capacità gli altri due progetti sommano l'elemento direttamente realizzativo, come soddisfazione diretta di bisogni e diritti per i beneficiari, attraverso l'inserimento stabile di soggetti in una esperienza di vita autonoma (il co-housing) oppure attraverso l'erogazione di assistenza personale autogestita, presso il domicilio e non.

Date le similarità, legate al comune approccio realizzativo ed esperienziale, dei progetti della SdS Valdera e della SdS Empolese e Valdarno Inferiore, per orientare un giudizio valutativo fra i due possono essere analizzate invece le differenze fra i progetti.

Il progetto della SdS Valdera è centrato sulla predisposizione delle esperienze di co-housing e sul meccanismo di sviluppo dell'autonomia data dall'esperienza stessa della coabitazione, soprattutto

nella configurazione di training dell'autonomia dell'Appartamento di Pontedera.

Il progetto della SdS Empolese e Valdarno Inferiore è centrato sulla erogazione dei contributi all'assistenza personale, indirizzati anche qui a supporto del co-housing (co-housing particolarmente poco strutturato, vista la non presenza di professionisti ulteriori agli assistenti) e soprattutto alle attività presso il domicilio e alle attività esterne di relazione ed inclusione.

La differenza, nelle teorie del programma, sul ruolo di attivatore dei meccanismi trasformativi ed incrementali delle capacità e possibilità di Vita Indipendente, assegnata prevalentemente al co- housing (per la Valdera) o all'assistenza personale (per l'Empolese) (paragrafo 4.7) sono dunque gli elementi che permettono di dare un giudizio di valore in termini di plausibilità rispetto agli obbiettivi e principi fondamentali.

Il co-housing è senza dubbio una configurazione interessante per la promozione dell'autonomia e di processi virtuosi di socializzazione e sostegno sociale basato sull'auto-mutuo aiuto fra i coinquilini (ONCPD, 2016).

Allo stesso tempo tali soluzioni devono essere utilizzate facendo attenzione a non cadere in pratiche di nuova istituzionalizzazione, o istituzionalizzazione soft (Enil, 2007; DD 276/2016). Motivo per cui anche le stesse linee guida (ONCPD, 2016, p.33-38), come già riferito (par. 2.2) ne consigliano un impiego limitato, esprimendo la preferenza per i sostegni all'abitare autonomo, rispetto a soluzioni di co-housing ed altri servizi per l'abitare .

Il contributo all'assistenza personale è diventato negli anni uno dei cardini degli interventi a supporto della Vita Indipendente (ONU, 2006; ONCPD, 2016; II Programma di Azione Biennale, 2016) costituendosi come potenziamento intrinseco delle capacità effettive di Vita Indipendente della persona, in senso di sostegno (vedi Cap.1.3, in particolare Buntinx, Schalock, 2011; Claes, 2012), come funzione “protesica”delle capacità personali e come supporto all'autogestione nella propria vita quotidiana, e quindi come acquisizione di libertà (capacitazione) nell' autodeterminare il proprio percorso di vita.

Il progeto della SdS Valdera riesce a coniugare la strategia d'apprendimento esperienziale con quelle più guidate fin qui definite come di tipo formativo.

Condivide con il progetto empolese la realizzazione di spazi concreti ed immediati di autonomia, con l'inclusione di almeno un beneficiario in una esperienza stabile di co-housing (che si costituisce quindi come strumento di autonomia abitativa).

E' inoltre, insieme al progetto pisano, un progetto che può definirsi completo, in quanto tende a coprire tutte le potenziali direttrici d'intervento, contrariamente al progetto empolese (fig.10-11-12).

Nel progetto della SdS Valdera però il finanziamento per l'assistenza personale copre solamente i beneficiari dell'Appartamento di Buti, risultando non previsto l'impiego di questo strumento fondamentale per i beneficiari (più numerosi) di quello di Pontedera (par.4.4).

Inoltre, forse proprio per la sua caratteristica di essere il progetto più centrato sullo strumento del co-housing (par.4.7), non include nel progetto soluzioni e risorse a supporto delle attività e della quotidianità presso il domicilio familiare dell'utente.

L'assistenza personale finanziata per tutti i beneficiari, in gran parte utilizzata a supporto delle attività presso il proprio domicilio, può quindi costituirsi come l'elemento decisivo per considerare la Teoria del programma della Vita Indipendente più plausibile quella della SdS Empolese Valdarno Inferiore.

Questo progetto è adeguato infatti a soddisfare i diritti ed i principi della Vita Indipendente, predisponendo occasioni di autodeterminazione, libertà di scelta, empowerment, personalizzazione, autonomia abitativa e autonomia nella vita quotidiana, anche presso il proprio domicilio; coniugandole con le opportunità di sperimentazione, innovazione e sviluppo di capacità personali (oltre che realizzazione dei diritti all'autonomia abitativa) attraverso lo strumento del co-housing.

La teoria del programma per la Vita Indipendente più plausibile è dunque quella in cui vengono assicurati al beneficiario i sostegni adeguati (attraverso l'assistenza personale) al vivere autonomamente la propria vita negli ambiti relativi al domicilio (quindi configurandosi anche come sostegno all'abitare) e nelle normali esperienze di vita esterne, di relazione, mobilità e partecipazione sociale (lavoro, scuola, etc) sul territorio (tramite sostegno degli assistenti personali e trasporto sociale). Quindi disponendo quell'insieme di sostegni che permettono di ridurre il gap di funzionamenti, e possibilità di scegliere, determinante una limitazione alla piena cittadinanza della persona con disabilità.

Nella predisposizione di tali sostegni deve essere garantito il pieno esercizio dell'autodeterminazione, assicurato dalle modalità di autogestione dell'assistenza personale, che si costituisce non solo come soddisfazione di un diritto individuale, ma anche come elemento di empowerment della persona.

Le attività più sperimentali coniugate nell'esperienza di co-housing garantiscono invece occasioni sostanzianti il diritto alla vita autonoma anche fuori dal proprio domicilio familiare, permettono lo

sviluppo di capacità relazionali e di sostegno reciproco, e (quando non rigidamente strutturate, pur adeguatamente assistite) si configurano come occasioni di esercizio di libertà riguardo la propria vita nel quotidiano, dunque come occasioni di Vita Indipendente.

Bibliografia

demo.istat.it

A.N.F.F.A.S. Onlus, (2015), Progettare qualità della vita , Report conclusivo e risultati progetto di ricerca: “Strumenti verso l’inclusione sociale matrici ecologiche e progetto individuale di vita per adulti con disabilità intellettive e/o evolutive”, Associazione Nazionale Famiglie di Persone con disabilità intellettiva e/o relazionale, Roma, Giugno 2015

Barbuto R., Biggeri M., Griffo G., (2011), Life project, peer counselling and self-help groups as tools to expand capabilities, agency and human rights, ALTER European Journal of Disability Research 5(2011) 192-205

Barnes C., (2008), Capire il “modello sociale della disabilità”, trad. Marra A.D., Intersticios: Revista Sociológica de Pensamiento Crítico Vol. 2 (1) 2008, 87-95

Befani B., (2012), Models of Causality and Causal Inference, in Stern E., Stame N., Mayne J., Forss K., Davies R., (2012) Broadening the range of designs and methods for impact evaluations, DFID Working Paper 38

Bickenbach J., (2013), Reconciling the capability approach and the ICF, ALTER, European Journal of Disability Research 8 (2014) 10-23

Bickman, L. (1987), Using program theory in evaluation, San Francisco: Jossey-Bass, Inc

Biggeri M., Bellanca N., (2011), L’approccio delle capability applicato alla disabilità: dalla teoria dello Sviluppo Umano alla pratica, Dossier UmanamENTE – Politiche per uno sviluppo umano sostenibile

Biggeri M., Bellanca N., Bonfanti S., Tanzi L., (2011), Rethinking policies for persons with disabilities through the capability approach: The case of the Tuscany Region, ALTER European Journal of Disability Research 5(2011) 177-191

Supports. Implications for Professional Practice in Intellectual Disability, Journal of Policy and Practice in Intellectual Disabilities, Vol. 7 N. 4 Dec 2010 283-294

Claes C., Van Hove G., Vandevelde S., Van Loon J., Schalock R.L., (2012), The Influence of Supports Strategies, Environmental Factors, and Client Characteristics on Quality of Life-Related Personal Outcomes, Research in Developmental Disabilities, 33, 96-103

Collins E., (2013), How Does Theory of Change Work?, Center for Theory of Change,

Coryn C.L.S., Noakes L.A., Westine C.D., Schroter D.C., (2011), A systematic rewiew of Theory- Driven evaluation practice from 1999 to 2009, American Journal of Evaluation, Vol.32(2) 199-226 Donaldson S.I., Gooler L.E., (2003), Theory-driven evaluation in action: lessons from a $20 million statewide Work and Health Initiative, Evaluation and Program Planning 26 (2003) 355–366

Dubois J.L., Trani J.F., (2009), Extending the capability paradigm to address the complexity of disability, ALTER, European Journal of Disability Research 3 (2009) 192–218

Enil – European Network of indipendent Living, Manifesto per la Vita Indipendente, in Gastoni M., (a cura di), (2007)

Fischetti J., (2015), Definizione della Vita Indipendente: Termini-chiave, www.enil.it, settembre 2015

Gastoni M., (a cura di), (2008), Disabilità e Vita Indipendente, (dossier) Supplemento al n. 331 (dicembre 2007/gennaio 2008) della rivista mensile “A”, Editrice A, Milano

Genova A., (2008), Le disuguaglianze nella salute. Politiche e governance in Italia e in Europa, Carocci Editore, Roma

Grifo G., (2005), Diritti umani per le persone con disabilità, Pace Diritti Umani n.3, settembre- dicembre 2005

Hästbacka E., Nygård M., Nyqvist F., (2016), Barriers and facilitators to societal participationof people with disabilities: A scoping review of studies concerning European countries, ALTER, European Journal of Disability Research 10 (2016) 201–220

Herbert M.D., (1989), Standing Up for Kids: Case Advocacy for Children and Youth, Strategies and Techniques, Office of the Children’s Advocacy, Alberta, Canada

Khaikleng P., Wongwanichb S., Sujivac S., (2014), Development of a Program Theory for Evaluating the Success of Education Reform Policy Implementation in Schools by using Inductive and Deductive Approaches, Procedia - Social and Behavioral Sciences 116 ( 2014 ) 1389 – 1393

Lachapelle Y., Wehmeyer M.L., Haelewyck M.C., Courbois Y., Keith K.D., Schalock R., Verdugo M.A., Walsh P.N., (2005), The relationship between quality of life and self-determination: an international study, Journal of Intellectual Disability Research. Volume 49, part 10 pp 740 – 744 october 2005

Lancet, (2009), Health care and the UN Disability Rights Convention, The Lancet Vol 374 pp.1796-1797, November 28, 2009

Lancet, (2009), Disability: beyond the medical model, The Lancet Vol 374 pp.1793 November 28, 2009

Lipsey M. W., (1993), Theory as method. Small theories of treatments, New Directions for Program Evaluation, 57, 5-38

Lipsey M.W., Pollard J.A., (1989), Driving toward theory in program evaluation: more models to choose from, Evaluation and Program Planning, Vol. 12, pp. 317-328, 1989

Luckasson R., Borthwick-Duffy S., Buntinx W., Coulter D., Craig P., Reeve A., et al. (2002). Mental retardation: Definition, classification and systems of supports. Washington, DC: American Association on Mental Retardation

Intersticios: Revista Sociológica de Pensamiento Crítico Vol. 3 (1) 2009, 79-99

Mathison S., (2007), Enduring issues in evaluation: The 20th anniversary of the collaboration between NDE and AEA. New directions for evaluation. Vol. 114 (pp.68–81). Jossey-Bass and the American Evaluation Association

Merlo G., (2014), La programmazione sociale. Principi, metodi e strumenti, Carocci Faber, Roma

Moro G., (2005), La valutazione delle politiche pubbliche, Carocci Editore, Roma

Napolitano E., (2007), La Vita Indipendente per le persone con disabilità, in Gastoni M., (a cura di), (2008)

Newman J., Clarke J., (2013), Managerialism and the continuing project of state reform, scaricabile su people.unipi.it

Nota L., Ferrari L., Soresl S., Wehmeyer M., (2007), Self-determination, social abilities and the quality of life of people with intellectual disability, Journal of Intellectual Disability Research, Volume 51, part 11, pp 850–865, November 2007

O.M.S. - Organizzazione Mondiale Sanità, (1980), International Classification of Impairments, Disabilities, and Handicaps. A manual of classification relating to the consequences of disease, World Health Organization

O.M.S. - Organizzazione Mondiale Sanità, (2001), ICF – Versione breve - Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute, World Health Organization, traduz. Italiana, Edizioni Erickson, Gardolo (Tn), ristampa aprile 2008

O.N.U. - Organizzazione delle Nazioni Unite (2006), Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, Organizzazione delle Nazioni Unite, New York, 13 dicembre 2006

Osservatorio Sociale Regionale, (2016), I profili della rete. Profilo n.8. Disabilità in Toscana, Gennaio 2016

Ongaro E., Valotti G., (2008), Public management reform in Italy: explaining the implementation gap, International Journal of Public Sector Management, Vol.21 Issue 2, p. 174-204

Palumbo M. (2001), Il processo di valutazione. Decidere, programmare, valutare, FrancoAngeli, Milano

Pati L., (2015), Prefazione. Qualità della vita e progettualità educativa, in A.N.F.F.A.S. Onlus, (2015),

Pietrantoni L., Pati G., (2008), Mediatori e moderatori nella ricerca psicosociale: una riflessione metodologica, Psicologia Sociale, n. 2, maggio-agosto 2008

Power A.,Bartlett R., (2015), Self-building safe havens in a postservice landscape: how adults with learning disabilities are reclaiming the welcoming communities agenda, Social & Cultural Geography

Ratzka A.D., (1997), Vita Indipendente: tentativo di una definizione, www.enil.it,

Riché M., (2012), Theory Based Evaluation: A wealth of approaches and an untapped potential, European Commission

Robeyns I., (2006), The Capability Approach in Practice, The Journal of Political Philosophy: Volume 14, Number 3, 2006, pp. 351–376

Rogers P., (2008), Using Programme Theory to Evaluate Complicated and Complex Aspects of Interventions, Evaluation, SAGE Publications, Vol 14(1): 29 – 48

Rogers P., (2010), Representing Simple, complicated and complex aspects in logic models for evaluation, American Evaluation Association

Rogers P. J., Hacsi T. A., Petrosino A., & Huebner T. A., (2000), Program Theory Evaluation: Practice, Promise, and Problems, in Rogers P. J., Hacsi T. A., Petrosino A., & Huebner T. A.,

Program theory in evaluation: Challenges and opportunities. New directions for evaluation. Vol. 87 (pp.5–14). San Francisco: Jossey-Bass Publishers

Mayne J., (2012), Theory-Based Approaches to Evaluation: Concepts and Practices, Centre of Excellence for Evaluation (CEE), Government of Canada

Matutini E.,(2013), Profili di povertà. Percorsi di teoria, ricerca e politica sociale Pisa University Press

Migheli M.,(2011), Capabilities and Functionings: The Role of Social Capital for Accessing New Capabilities, Review of Political Economy, Volume 23, Number 1, 133–142

Mintzberg H., (2007), Tracking Strategies: Toward a General Theory, Oxford University Press, UK Phillips D., (2011),The Individual and the Social: A Comparative Study of Quality of Life, Social Quality and Human Development Approaches , International Journal of Social Quality 1(1) summer 2011 71-89

Sen A.,(1994), La diseguaglianza. Un riesame critico., Il Mulino, Bologna

Sen A.,(2001), Lo Sviluppo è Libertà, Mondadori, Milano

Sharpe G., (2011), A Review of Program Theory and Theory-Based Evaluations, American International Journal of Contemporary Research, Vol. 1 No. 3; November 2011

Sidani S., Sechrest L., (1999), Putting Program Theory into Operation, American Journal of Evaluation, Vol. 20, No. 2, 1999, pp. 227–238

Stame N., (2001), Tre principali approcci alla valutazione: distinguere e combinare, in Palumbo M., (2001)

Publications (London, Thousand Oaks and New Delhi) DOI:10.1177/1356389004043135 Vol 10(1):58–76

Stame N., (2007), Classici della valutazione, FrancoAngeli, Milano

Stame N., (2016), Valutazione pluralista, Franco Angeli, Milano, Italy

Taplin D.H., Clark H., Collins E., Colby D.C., (2013), Theory of Change. Technical Papers. A Series of Papers to Support Development of Theories of Change Based on Practice in the Field. Center for Theory of Change, Aprile 2013

Taplin D.H., Clark H., (2012), Theory of Change. Basics. A primer in the Theory Of Change, Center for Theory of Change, Marzo, 2012

Tomei G., (2016), Valutare gli outcome dei programmi complessi. Approcci, metodologie, tecniche. FrancoAngeli, Milano

Torrigiani C., (2014), L’efficacia del trattamento delle dipendenze in Comunità terapeutica. Riflessioni da uno studio di caso. Atti XVII Congresso Nazionale AIV – Associazione Italiana di Valutazione – Napoli, 10-11 aprile 2014 “Per una cultura della valutazione: competenze professionali, pratiche democratiche e trasformazioni federaliste in Italia e in Europa” – Sessione: “Valutare i nuovi welfare”

Valotti G., Galli D., Orlandi A., Rota F., Sicilia M., Tantardini M., (2010), Progetto di Ricerca. La misurazione e la valutazione della performance nella PA centrale. Rewiew della letteratura., SDA Bocconi, School of Management

Verdonschot M.M.L. ,.De Witte L.P. , Reichrath E. , Buntinx W.H.E., Curfs L.M.G., (2009), Impact of environmental factors on community participation of persons with an intellectual disability: a systematic review, Journal of Intellectual Disability Research, volume 53, part 1, pp 54–64, January 2009

role in enanching human right in the field of intellectual disability, Journal of intellectual disability reserch, Vol. 56, part. II, pag. 1036-145

Wehmeyer M.L., Bolding N., (2001), Enhanced self-determination of adults with intellectual disability as an outcome of moving to community-based work or living environments, Journal of Intellectual Disability Research, Volume 45, part 5, pp 371-383, October 2001

Weiss C.H., (1998), Evaluation, II ed., Prentice Hall, New Jersey

Weiss C.H., (2007), Theory-Based Evaluation: Past, Present, and Future, in Mathison S., (2007)

Winance M., (2016,)Rethinking disability: Lessons from the past, questions for the future. Contributions and limits of the social model, the sociology of science and technology, and the ethics of care, ALTER, European Journal of Disability Research 10 (2016) 99-110

Normativa ed atti di programmazione e indirizzo

L.104/1992 ; L.162/1998 ; L.328/2000 ; L.18/1909 ; D.D. 134/13; D.D. 276/16 L.R.T. 40/2005; L.R.T. 41/2005 ; L.R.T. 66/2008; L.R.T. 84/2015; L.R.T. 60/2017; L.R.T. 11/2017; L.R.T. 81/2017 D.G.R:T. 997/2003; D.G.R.T. 923/2009; D.G.R.T. 1166/2009; D.G.R.T. 370/2010; D.G.R.T. 11/2015; D.G.R.T. 991/2015; D.G.R.T. 1329/2015; D.G.R.T. 1371/2016; D.G.R.T. 1449/2017 PISR 2007-2010; PISSR 2012-2015;

Piano Unitario della SdS Empolese e SdS Valdarno Inferiore

Atto Costitutivo SdS Pisana, Atto Costitutivo SdS Valdera,

Atto Costitutivo SdS Empolese e Valdarno Inferiore

(2015), Testo Unico della Regione Toscana sui diritti e le politiche per le persone con disabilità,