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Cap 4 – La valutazione dei modelli sperimentali della DGRT 1413/2016 4.1 Obbiettivi e disegno della ricerca

5) Innovazione e continuità

a) % progetti nuovi e/o sperimentali rispetto al Piano di Ambito già operativo b) % progetti in continuità con quanto già presente nel Piano di Ambito

La struttura dei progetti sperimentali, per Ambito o (in Toscana) per Zona-Distretto si delinea partendo dello strumento della Valutazione Multidimensionale come porta di ingresso del beneficiario nel sistema dei servizi, e come momento cruciale di analisi delle caratteristiche e potenzialità della persona in funzione della progettazione degli interventi. Da notare l'attenzione riposta alla partecipazione dell'utente in ogni fase del processo di definizione e verifica del progetto, a tutela dell'autodeterminazione, e l'indicazione della partecipazione di soggetti con competenze specifiche sulla Vita Indipendente, anche delle Agenzie territoriali, come potenziamento delle strategie di mainstreaming, advocacy e peer counseling.

Il progetto poi si sviluppa attraverso la predisposizione dei vari strumenti (definiti come macro-aree d'intervento) sulle cui quantità e modalità di impiego si gioca la capacità dell'ente proponente nella costruzione di un modello originale ed innovativo d'intervento, a garanzia dei diritti dell'Art.19 della Convenzione ONU.

Tali macro-aree coprono infatti ogni aspetto delle possibilità di azione del pubblico a tutela dell'empowerment della persona con disabilità, dall'ambito più individuale e/o domestico (come la domotica e l'assistenza personale erogata a domicilio), agli ambiti più meso-sistemici delle occasioni di autonomia nell'abitare, nella relazionalità e socialità, ed a livello più esteso, nel potenziamento delle capacità di supporto della famiglia, delle organizzazioni istituzionali, e della comunità di riferimento.

Di seguito, utilizzando come base la ricostruzione del modello del Decreto, verranno descritti i tre progetti di zona-distretto, o Società della Salute (abbreviata SdS) oggetto di studio e confronto.

4.4 - I tre progetti della DGRT 1413/2016

Nel progetto della SDS Pisana il procedimento si avvia con la presentazione da parte dell'utente del proprio progetto personale, redatto possibilmente anche con l'ausilio delle Agenzie per la Vita Indipendente e/o attraverso consulenza alla pari, da sottoporsi alla valutazione dell'UVM.

L'Unità di Valutazione Multidimensionale, con la collaborazione del GOM (Gruppo Operativo Multiprofessionale) accerta la coerenza con i criteri stabiliti di selezione dei beneficiari, valuta le potenzialità di sviluppo dell'autonomia, e la compatibilità con il progetto sperimentale.

In misura maggiore rispetto agli altri progetti delle SDS in esame (vedi in seguito e paragrafo successivo), il progetto pisano copre tutte le macro-aree indicate nel DD 276/2016.

La voce “Assistente personale” copre il 25% delle risorse complessive. Le aree di utilizzo dell'assistente personale sono suddivise nelle attività di supporto presso il domicilio del beneficiario, riferite ad azioni di sostegno allo studio ed attività formative varie (8,5% delle risorse totali), come supporto alle attività di co-housing (12,8% delle risorse), e a supporto delle attività di inclusione sociale e relazionale (4,2% delle risorse complessive).

La macro-area abitare in autonomia è quella preponderante in termini di risorse assegnate (il 29,9 %). Tali risorse finanziano un percorso propedeutico all'autonomia che si concretizza in vari passaggi progressivi, che riferiscono a tre diversi gruppi esperenziali e abitativi.

Vi è un primo gruppo, chiamato “Gruppo A” che si costituisce come occasione di primo inserimento di persone con disabilità complessa in una esperienza al di fuori del proprio domicilio, allo scopo di sviluppare un primo livello di autonomia. Tale gruppo si avvale della gestione di un educatore e delle collaborazione di volontari, ed è indirizzato a un numero indicativo di otto beneficiari, per la durata (variabile) di circa sei mesi.

Un secondo gruppo, denominato “Gruppo B” è indirizzato ad un percorso più avanzato di esperienza di una situazione di autonomia, con periodi di permanenza di 3-4 giorni, 2-3 notti, sia infrasettimanali che nei weekend, con la compresenza diurna di un operatore e la notte di un volontario e un operatore. Questo gruppo è indirizzato ad un numero di cinque/sei beneficiari, nell'arco di circa sei mesi.

Per i soggetti più autonomi e/o per quelli che hanno favorevolmente attraversato il percorso di training dei gruppi A e B è tarato un successivo gruppo che prevede percorsi di piena autonomia (“Gruppo C”). A questo livello i beneficiari sono in grado di sostenere una esperienza più impegnativa, con periodi di 20/30 giorni in piena autonomia, con l'”attenzione esterna” degli operatori, e possibile attivazione successiva di una soluzione di co-housing stabile.

Sul versante dell'accompagnamento nelle occasioni di partecipazione alla vita sociale del territorio, sono finanziate attività che coprono il 10% delle risorse complessive (alla voce “Inclusione sociale e relazionale”). Inoltre è predisposto un servizio, che si avvale di operatori volontari, di “Assistenza di prossimità”, allo scopo di supportare le attività, sia a domicilio, sia nelle uscite esterne.

Una voce di spesa importante in questo progetto è ricoperta dal “Trasporto sociale”, che impiega il 25% del budget. Tali risorse finanziano voucher per rispondere alla richiesta di mobilità dei beneficiari, verso luoghi di lavoro, studio, disbrigo di pratiche e tempo libero.

Un servizio strutturato a chiamata, con preavviso di 24 ore, che potenzia un servizio già esistente di trasporto sociale collettivo gestito da Pubblica Assistenza, Misericordie e Croce Rossa del territorio.

Infine alla macro-area “Azioni di sistema” sono previste attività strutturate di formazione, indirizzate ai beneficiari e ai familiari, erogate da un'agenzia accreditata, al fine di potenziare l'acquisizione dell'autonomia nei vari aspetti, della vita quotidiana, dell'abitare, e della socializzazione.

E' prevista inoltre la collaborazione con operatori privati convenzionati, per l'attivazione di uno sportello informativo, di un numero verde, e per attività di lavoro di rete con le istituzioni interessate.

Tabella 2: Il modello d'intervento della SdS Pisana