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Conclusioni: le conseguenze delle ondate di scioper

in Umbria prima e dopo l’Autunno caldo: una prospettiva quantitativa

4.  Conclusioni: le conseguenze delle ondate di scioper

Benché a bassa intensità, in Umbria la mobilitazione operaia degli anni 1968-1975 produsse effetti conformi a quelli riscon- trabili nel Nord Italia e nel complesso del paese. In primo luogo si verificò un innalzamento consistente delle retribuzioni dei la- voratori, grazie ai rinnovi contrattuali nazionali e alla firma di nuovi contratti aziendali che ridussero il ventaglio delle quali- fiche e sancirono aumenti in busta paga uguali per tutti. Ciò si

29.  Valerio Marinelli, Il Sessantotto studentesco di Perugia e il Sessantotto “ope-

raio” di Terni tra storia e memoria, in “Italia contemporanea”, 2019, 290, p. 91.

30.  Si veda, come esempio, ACS, MI, Gab., Fascicoli correnti, 1967-70, b. 421, fasc. 16995/57, Relazione sulla situazione della provincia di Perugia nel periodo luglio-novembre 1969, 5 dicembre 1969, p. 3.

31.  V. Marinelli, Il Sessantotto studentesco di Perugia, cit., p. 88. Si veda pure R. Covino, Partito comunista e società in Umbria, cit., pp. 132-134.

32.  S. Tarrow, Democrazia e disordine, cit., pp. 70-76 e 224-233; M. Revelli,

Movimenti sociali e spazio politico, cit., pp. 462-463; R. Lumley, Dal ’68 agli anni di piombo, cit., pp. 119-128.

tradusse in una crescita del reddito degli occupati dipendenti; crescita che, come attestato dalla tabella 8, si rivelò maggiore di quelle registrate in Lombardia e in generale in Italia.

Tab. 8: Incremento del reddito medio annuo da lavoro dipendente per occupato

dipendente nell’industria dal 1970 al 1974 (valori in lire a prezzi costanti 1974)

Umbria Lombardia Italia

1970 2.646.220 3.397.688 2.897.684

1974 3.425.000 4.224.000 3.691.000

Variazione % 29,43 24,32 27,38

Fonte: elaborazioni da Istat, “Annuario di contabilità nazionale”, 1975, t. II, p. 62, tav. 24; Id., Il valore della lira dal 1861 al 1999, Roma, 2000, p. 126.

In secondo luogo, la spinta rivendicativa diede il via a uno sviluppo senza precedenti delle adesioni al sindacato. Per quan- to attiene alla Cgil, l’unica organizzazione per la quale si hanno a disposizione i dati degli iscritti a livello regionale, se questi ul- timi oscillarono tra i 6.000 e gli 8.500 nel settore secondario per tutto il decennio 1959-1969, nel corso del quinquennio 1970-1975 balzarono tra i 15.000 e i 26.000, come si vede dal grafico 4.

Graf. 4: Andamento degli iscritti alla Cgil, settore industriale, in provincia

di Perugia, in provincia di Terni e in Umbria (1959-1975)

Fonte: Raffaele Rauty, La Cgil in Umbria. 1949-1981, Perugia, Tip. Be- nucci, 1981, p. 16, tav. 4.

È noto, infatti, che i sindacati confederali fecero proprie le richieste avanzate dalla base operaia e accettarono i nuovi strumenti di lotta e di contrattazione (scioperi a singhiozzo, a scacchiera o a campana; assemblee e cortei sul luogo di lavoro; delegati di cottimo e di reparto, ecc.) emersi nel corso del ciclo di proteste a cavallo dell’Autunno caldo. Tutto questo si tramutò in una lievitazione dei consensi verso le associazioni dei lavoratori e della loro militanza, in Italia come in Umbria33. Infine, gli accor- di sottoscritti tra imprese e sindacati nei primi anni Settanta nella regione, così come al Nord, riconobbero la legittimità dei nuovi istituti di rappresentanza dei dipendenti, i nuovi diritti di tute- la della salute di questi ultimi nelle officine, l’applicazione dei principi sanciti dallo Statuto dei lavoratori secondo la legge n. 300 del 197034. Perfino in numerose aziende piccole e medio-pic- cole sparse per il territorio delle due province, e di cui non ci si è potuti occupare in maniera adeguata nella presente sede tra il 1968 e il 1975 si succedettero scioperi a cui aderì la maggioranza delle maestranze e si firmarono contratti che, per la prima volta, permettevano la formazione di commissioni interne o, dal 1971 in poi, di consigli di fabbrica35. Fenomeni che fanno capire come

33.  Sull’incremento dei redditi da lavoro dipendente e dei consensi verso i sindacati quali conseguenze delle lotte pre e post Autunno caldo, si vedano, per quanto riguarda l’Italia, Maria Luisa Righi, Gli anni dell’azione diretta (1963-1972), in Lorenzo Bertucelli, Adolfo Pepe, Maria Luisa Righi, Il sindacato nella società

industriale, Roma, Ediesse, 2008, pp. 135-147 e 176-179; Franca Alacevich, Dopo il 1969: cosa cambia nelle relazioni industriali, in P. Causarano, L. Falossi, P. Giovanni-

ni (a cura di), Il 1969 e dintorni, cit., pp. 86-91.

34.  Si vedano come esempi gli accordi sottoscritti il 13 novembre 1972 per la So.Ge.Ma di Città di Castello (una ditta produttrice di macchinari per l’agricol- tura) e il 18 maggio 1973 per la Manifattura ceramiche Pozzi di Spoleto, i cui con- tenuti sono riportati, rispettivamente, in ACS, MI, Gab., Fascicoli correnti, 1971-75, b. 192, fasc. 13200/58, Rapporto del prefetto di Perugia al ministero dell’Interno, 18 novembre 1972 e ASCLT, Accordi, b. 7, Accordo Manifatture Ceramiche Pozzi di Spoleto del 18-5-73.

35.  Si considerino i casi dello stabilimento di imbottigliamento della Co- ca-Cola, sito nei pressi di Stroncone (in provincia di Terni) e del mobilificio Ga- vina, situato a Foligno, entrambi con 120 dipendenti. Tra gennaio e febbraio 1968 gli addetti del primo scioperarono più volte per ottenere l’istituzione della Com-

l’Autunno caldo e le mobilitazioni degli anni Settanta non furo- no limitati alle ditte grandi e medie, ma investirono buona parte dell’apparato manifatturiero regionale.

Alla luce di tali riflessioni, quindi, sarebbe opportuno, da un lato, rivedere l’immagine di scarsa propensione a relazioni sin- dacali conflittuali da parte dei lavoratori umbri, almeno riguardo a determinati periodi storici e a determinati comparti. Dall’al- tro, valutare l’esistenza sul territorio nazionale, nella fase degli scioperi e delle mobilitazioni in questione, di modelli di scontro sociale diversi da quelli prevalentemente studiati del Nord Italia; modelli che, nonostante una bassa intensità delle lotte e un ruo- lo marginale delle forze politiche extra-parlamentari, riuscivano ugualmente a conseguire conquiste rilevanti per le maestranze industriali.

missione interna, obiettivo che raggiunsero agli inizi di marzo. Nell’aprile 1970 gli operai del secondo si astennero ripetutamente dal lavoro per far ritirare la sospensione a un componente della commissione interna e riscuotere il paga- mento del premio di produzione pattuito. Sarà eletta la C.I. alla Coca-Cola di Terni, in “l’Unità”, 8 febbraio 1968; Il 100% dei voti alla Cgil alla Coca-Cola di Stroncone,

ivi, 6 marzo 1968; ACS, MI, Gab., Fascicoli correnti, 1967-70, b. 138, fasc. 13257, te-

in Basilicata