• Non ci sono risultati.

L’industria petrolchimica, la crisi sociale ed economica Il caso Sir-Rumianca

in Basilicata G iovanni f errareSe

2.  L’industria petrolchimica, la crisi sociale ed economica Il caso Sir-Rumianca

Le dinamiche delle aree industriali sarde e la precarietà so- cio-economica delle popolazioni avevano generato un’intensa stagione di conflitti per tutti gli anni Sessanta, con momenti di forte contrapposizione che culmineranno nelle grandi mobilita- zioni operaie del triennio 1967-1969. Tra i settori industriali che interessarono le vicende del 1969, l’industria petrolchimica as- sunse un ruolo di coprotagonista all’interno dei processi verten- ziali del sindacalismo industriale25. Le vicende del settore petrol-

chimico sardo affondano le proprie radici nelle dinamiche degli anni Cinquanta, in un momento contrassegnato dal passaggio da un’economia prevalentemente agricola a un’economia indu- striale. Nel secondo dopoguerra cominciarono ad affermarsi nel- lo scenario italiano le aziende private della chimica, che diedero vita agli stabilimenti petrolchimici che domineranno il panora- ma industriale sardo nei decenni successivi.

Tra la fine degli anni Cinquanta e gli inizi del Sessanta, infatti, la Sardegna fu contrassegnata dall’afflusso di grandi quantità di risorse finanziarie che contribuirono all’affermazione della chimi- ca nell’Isola e al finanziamento di quelle società che avevano come obiettivo lo sviluppo di questo comparto26. Nell’area meridionale

della Sardegna si affermarono la Saras di Sarroch e la Rumianca di 25.  Per una ricostruzione sulle vicende della SIR e sulle dinamiche al movi- mento operaio nel settore petrolchimico si rimanda ai seguenti contributi: Sandro Ruju, La parabola della petrolchimica. Ascesa e caduta di Nino Rovelli. Sedici testimo-

nianze a confronto, Roma, Carocci, 2003; Id., L’irrisolta questione sarda. Economia, società e politica nel secondo Novecento, Cagliari, Cuec, 2018; AA.VV., La Sardegna,

vol. 2, La cultura popolare, l’economia, l’autonomia, Cagliari, Edizioni della Torre, 1994, pp. 73-80; AA.VV., Gli anni della Sir. Lotte operaie alla petrolchimica di Porto

Torres dal 1962 al 1982. Atti del convegno organizzato dall’Ufficio studi della Cgil di Sassari nel 1982, Sassari, Edes, 1982.

26.  AA.VV., La Sardegna, le miniere, la chimica e lo sviluppo. Storia, situazione

Macchiareddu, le quali cooperarono alla nascita degli insediamen- ti produttivi alla base dello sviluppo della petrolchimica sarda. Nel frattempo, la Sardegna settentrionale fu contrassegnata dalla costituzione a Sassari della Sarda Industria Resine (Sir), destina- ta alla costruzione di uno stabilimento petrolchimico nella zona industriale di Porto Torres27. La nascita del polo chimico della Sir,

secondo gli studi di Vittorio Sallemi, contribuì alla costituzione di un’importate raffineria di petrolio e alla realizzazione di un com- plesso industriale che ospitava oltre sessanta impianti produttivi28.

Nel corso degli anni Sessanta inoltre la petrolchimica accentuò il proprio peso nello scenario industriale sardo e, nel corso degli ul- timi anni del decennio, il gruppo Sir di Porto Torres fu costituito da una cinquantina di società, ciascuna delle quali svolgeva una particolare funzione nell’ambito dell’intero complesso petrolchi- mico. Durante gli anni Sessanta, inoltre, gli insediamenti sardi di Porto Torres e di Cagliari si unirono e diedero vita al gruppo Sir-Rumianca. Il nuovo gruppo si affermò nei processi industriali sardi e si posero le basi per la realizzazione dei piani di sviluppo che ampliarono la base produttiva del comparto chimico sardo, grazie anche ai finanziamenti del Piano di Rinascita29. Lo sviluppo

della grande chimica in Sardegna, in questo contesto, è stato pos- sibile grazie alla determinazione assunta dai particolari incentivi finanziari e fiscali predisposti dallo Stato e dalla regione sarda per favorire lo sviluppo industriale delle aree depresse30. Di fronte a

ciò, gli studi condotti dagli storici del sindacato sardo (Claudio Natoli e Giannarita Mele) hanno osservato come lo sviluppo della petrolchimica, guidato dai grandi gruppi aziendali e sostenuto dal settore pubblico, avesse arginato qualsiasi forma di industrializ-

27.  Gianluigi Alzona, Il caso Sir-Rumianca, in “L’impresa”, novembre-di- cembre 1971, 13, p. 463.

28.  AA.VV., La Sardegna, le miniere, la chimica, cit., pp. 35-36.

29.  Andrea Corsale, Giovanni Sistu (a cura di), Sardegna. Geografie di un’iso-

la, Milano, FrancoAngeli 2019, p. 135.

zazione equilibrata, con il conseguente sottosviluppo delle zone interne agro-pastorali e la precarietà delle condizioni della clas- se operaia31. Non mancarono delle critiche da parte del mondo

politico isolano sulle condizioni dei lavoratori operanti nelle aree industriali sarde e in particolar modo nel comparto chimico nei mesi che precedettero il 1969. Di fronte agli scioperi delle attivi- tà produttive industriali, alcuni esponenti del partito comunista stigmatizzarono la discriminazione salariale vigente che di fatto alimentava la sperequazione nelle aree particolarmente depresse dello scenario italiano32. Lo sviluppo distorto del settore industria-

le, che rappresentava un ostacolo allo sviluppo economico dell’I- sola, aveva contribuito alla formazione di quei movimenti di pro- testa che mettevano in discussione le politiche adottate dai grandi gruppi contestando l’aumento inadeguato dei livelli di occupa- zione, il mantenimento delle gabbie salariali e la mancata accet- tazione delle proposte delle organizzazioni dei lavoratori. La fine degli anni Sessanta, inoltre, furono contrassegnati dalla denuncia dell’instaurazione, soprattutto nelle aziende chimiche e petrolchi- miche dell’Isola, di metodi di intimidazione e rappresaglie che si inquadravano, secondo il dibattito politico dell’epoca, nella grave offensiva antioperaia e antidemocratica scatenata dal padrona- to italiano e in particolare dai suoi gruppi più «dinamici». Nelle considerazioni delle organizzazioni di categoria tali metodi non solo offendevano i diritti elementari dei lavoratori ma colpivano lo spirito dell’autonomia sarda, che si basava nello sviluppo pieno di un regime di democrazia sindacale e politico, a iniziare dalle fabbriche33. Di fronte a questo scenario, gli inizi del 1969 segnaro-

31.  G. Mele, C. Natoli (a cura di), Storia della Camera del lavoro di Cagliari, cit., pp. 358-359.

32.  Nel corso della seduta dell’11 dicembre 1968 venne presentata una mo- zione sulla lotta dei lavoratori sardi per superare le differenze salariali e afferma- re il proprio potere nelle fabbriche: Consiglio regionale della Sardegna, Resoconti

consiliari, V Legislatura, CCCIX Seduta, 11 dicembre 1968, pp. 6665-6670.

no l’inizio di una stagione di lotta che avrebbe interessato anche i lavoratori delle aziende petrolchimiche. Nei primi mesi del 1969, i lavoratori del settore petrolchimico aderirono alle azioni nel sas- sarese e nel cagliaritano, in contemporanea con le imponenti lot- te contrattuali, all’interno delle quali i lavoratori rivendicarono il superamento delle sperequazioni economiche vigenti all’interno delle aziende, legate al sistema delle gabbie salariali 34. Le battaglie

sindacali contribuirono all’abolizione delle zone salariali negli sta- bilimenti della Rumianca della provincia di Cagliari e, in seguito agli scioperi dei lavoratori della provincia di Sassari, le segreterie appartenenti alla Cgil, Cisl e Uil riuscirono a conseguire un accor- do con la direzione della Sir35. Nonostante i risultati raggiunti du-

rante la vertenza contro le zone salariali, la seconda metà del 1969 fu contrassegnata dall’accentuazione della tensione tra i vertici aziendali e i sindacati, mentre i lavoratori del gruppo che opera- vano nel gruppo Sir-Rumianca diedero vita a una serie di agitazio- ni per la revisione dei rapporti vigenti nel sistema aziendale36. Le

organizzazioni di categoria, a questo proposito, stigmatizzarono l’operato dei vertici aziendali nella repressione delle lotte sinda- cali, che si manifestava nella richiesta dell’immediato intervento dell’autorità giudiziaria e nell’impiego di figure esterne al sinda- cato, con la finalità di arginare il fronte di lotta dei lavoratori37.

34.  Per un’analisi degli scioperi nel settore petrolchimico si rimanda alla seguente documentazione: Situazione industriale. Quadriennio 1967-1970, tele- gramma del prefetto di Cagliari al ministero dell’Interno, 11 gennaio 1969, in ACS, Min. Int, Gab., Situazione industriale, 1967-70, b. 169, f. 13396/18; Scioperi

in Emila, Sardegna e Friuli, in “L’Unità”, 22 gennaio 1969; Sconfitta la Confindustria alla vigilia dello sciopero, in “L’Unità”, 12 febbraio 1969.

35.  AA.VV., Storia di un sindacato popolare, cit., p. 324; Zone: cede la Confindu-

stria Sarda, in “L’Unità”, 11 marzo 1969.

36.  Astensione totale ieri alla Rumianca di Cagliari, in “L’Unità”, 23 settembre 1969.

37.  In merito alle lotte che caratterizzarono il panorama del 1969, il comi- tato regionale sardo della Cgil osservava come i movimenti di protesta avessero ottenuto l’adesione di larghi strati della popolazione isolana, nonostante la re- pressione messa in atto dal padronato e da parte di “alcune forze politiche”. Non

Nonostante le condizioni di maggiore difficoltà della lotta operaia rispetto alle altre regioni italiane, le organizzazioni di categoria os- servavano come i lavoratori fossero riusciti a valorizzare l’operato del sindacato confederale, dimostrando un elevato grado di com- battività e compattezza38. Per quanto concerne lo scenario delle

lotte sindacali nel settore petrolchimico, gli studi di Lidia Sedda e di Sandro Ruju hanno messo in evidenza le difficoltà del ruolo del movimento operaio all’interno dei grandi stabilimenti, anche se le vertenze portate avanti nel corso del 1969 concorsero al supera- mento delle sperequazioni economiche e alla rivendicazione di un maggior potere sindacale nelle aziende39. In questo filone contesta-

tivo, le lotte in Sardegna dei lavoratori del comparto petrolchimico hanno contribuito a sostenere quelle forme di contestazione che tentarono di rispondere alle problematiche della classe operaia e a superare gli squilibri economici e sociali dell’Isola. I movimenti di protesta del comparto petrolchimico, simbolo dell’inasprimen- to delle lotte sindacali del periodo, rappresentarono un elemento di quel dinamismo sindacale che di fatto contrassegnò le vicende del 1969.

3. La presenza militare in Sardegna e i movimenti