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La macro-analisi del percorso evolutivo del fenomeno cinese dei LT, unita alla micro-analisi dei due case studies presentati in questo lavoro (che di certo non costituiscono, per numero e livello di approfondimento, un’argomentazione esaustiva all’assunto teorizzato), ci fornisce una prima chiave di lettura: la natura dei legal transplants cinesi conferma la spiccata tendenza a sottoporre l’oggetto del trapianto legale a un processo di acculturazione, o potremmo dire in questo caso, di sinizzazione.                                                                                                                

Il termine “tendenza” non deve confondere: in primo luogo perchè, nella moderna accezione teorizzata da Watson, i LT sono per definizione un fenomeno volontario (a differenza dal passato, quando il trapianto legale poteva assumere la forma di un’imposizione esterna, operata il più delle volte in un contesto di disparità politica tra due o più paesi); in secondo luogo perchè il trapianto legale in Cina è tradizionalmente caratterizzato da un approccio funzionale e pratico. Questo perchè la legge, storicamente, è sempre stata considerata uno strumento utile al raggiungimento di uno scopo maggiore: l’equilibrio e l’armonia sociale per i legisti, la liberazione dal giogo delle potenze straniere per il tardo Impero Qing, il passaggio da Impero a Stato per la Repubblica Cinese, la lotta di classe per il Comunismo Maoista e, ad ultimo, il progresso economico per il “Socialismo con caratteristiche cinesi” post 1978. La legge è il mezzo, il benessere della nazione (intesa come apparato, come sistema) è il fine. Le conclusioni collegate a questo primo filone di analisi, sono così riassumibili:

1) In linea con le tesi di Watson, il diritto è trapiantabile. Il grado di successo del trapianto è condizionato da diverse variabili, che si sceglierà di classificare non tanto secondo la categorizzazione proposta da Freund,197 quanto secondo le due variabili proposte da Wang 198: il “sofware” del LT e il suo “hardware”. Il primo possiamo dire coincidere con il sistema legale della società-target (le leggi, le istituzioni e il tipo di governo); il secondo, invece, comprende la cultura legale, la lingua, la religione, il preciso momento storico e politico in cui il LT avviene, uniti all’insieme di valori e tradizioni stabilmente radicate all’interno della società-target. Un trapianto legale che trovi favorevoli sia le variabili “hardware” che quelle “software”, molto probabilmente costituirà un gran successo. Un trapianto legale in armonia con le sue sole componenti “hardware” avrà possibilità di riuscita più alte nel caso in cui coinvolga una sfera tecnica del diritto (ad esempio una norma in materia di diritto commerciale).199 Nel caso in cui l’oggetto del trapianto sia condizionato dall’assetto socio-culturale del paese di ricezione, basterà che il fenomeno avvenga in concomitanza di un momento storico-politico poco idoneo, che il trapianto, molto probabilmente, fallirà. Nel terzo e ultimo scenario, invece, dove è la variabile “software” a risultare più favorevole al trapianto, si può prevedere un periodo di “gestazione” più lungo affinchè l’oggetto                                                                                                                

197 Vedi p. 17. 198 Vedi p. 80.

trapiantatato venga correttamente integrato nel nuovo sistema legale, ma ciò non toglie che la riuscita rimanga altamente possibile.

2) Gli esempi di trapianto legale introdotti in questo lavoro costituiscono, si può dire, due casi-limite, poiché sia per quanli che per fazhi, entrambe le variabili “hardware” e “software” non apparivano inizialmente molto adatte alla riuscita del trapianto . Ciò che ha consentito il successo dei due trapianti è sicuramente stato, in entrambi i casi, il favorevole assetto socio-culturale risultante dalla concomitanza delle singole variabili storiche, politiche, governative, culturali ed economiche.

3) Se assumiamo che il diritto sia trapiantabile, non possiamo considerarlo immutabile. Questo rientra nella definizione stessa della parola “trapianto”. Come suggerito da Tang, il termine non fu scelto casualmente da Watson: il processo di LT prevede che l’oggetto del trapianto vada scelto accuratamente, poiché oltre ad essere funzionale, dovrà essere assorbito dalla cultura legale e dalla società di recezione. Lo sviluppo che poi esso seguirà, però, è libero e unico. Immaginiamo il cuore di un campione sudafricano centometrista, perfettamente funzionante e prestante: una volta trapiantato nel corpo di un abitante delle Ande peruviane, sarà per quest’ultimo fonte dei medesimi effetti positivi (ottima ossigenazione del sangue, ritmo regolare ecc), ma l’uso che il peruviano farà di questo mezzo non dovrà per forza coincidere con l’uso che ne faceva il suo predecessore. Anziché impiegarlo in uno sforzo anaerobico sui cento metri, l’abitante delle Ande potrà trarne beneficio impiegandolo in uno sforzo aerobico ad alta quota. La metafora potrà risultare azzardata, ma illustra in maniera efficace quello che coincide con il famoso “processo di acculturazione” della legge. Secondo lo stesso Watson, tutti i sistemi legali incorporano elementi esterni che vengono poi modificati dalla pratica locale a seconda delle nuove evoluzioni (storico- politiche, sociali ed economiche).200 Giuristi e intellettuali dei Paesi capitalistici più sviluppati si interrogano sulla presunta capacità delle strutture legali di rispondere a                                                                                                                

200Vedi Alan WATSON, “Legal Transplant and European Private Law”, Ius Commune Lecturers on

European Private Law, Vol. 44, 2000. Dutch Institute of Comparative Law. Cap. III. Online:

più e molteplici esigenze giuridico-legali.201 Non possiamo negare che la tendenza moderna a imporre un’aderenza a uno o più modelli legali “sovra-nazionali” sia interpretabile come la più contemporanea e attuale forma di egemonia politica. Dal momento che tra i partecipanti coinvolti, ci sarà sempre il più ricco e il più povero, il più forte e il più debole, il più utile e il più inutile, l’imposizione di un modello legale “giusto”, seppur finalizzata al raggiungimento di obiettivi economici e sociali comuni e “universali”, appare ancora di difficile giustificazione. A questo proposito, risulta interessante riportare le parole di Nordio e Possenti in merito al “rights discourse” cinese:

A dispetto di pur ammirevoli tentativi di identificare un “common core” democratico in tutte le civiltà umane, è difficile disconoscere il fatto che la nozione di diritto soggettivo sia una creazione tutta occidentale. […] Chiedersi sino a che punto la Cina […] abbi[a] recepito dall’occidente la nozione giuridica e la pratica dei diritti e sino a che punto invece conservi i tratti tradizionali della propria teoria o filosofia del diritto, significa dunque più in generale chiedersi quanta parte della loro tradizione sia sopravvissuta all’impatto della modernità.202

Queste prime conclusioni fungono da premessa per il secondo percorso di analisi, che si interroga invece sul ruolo giocato dalla lingua cinese all’interno del fenomeno di LT. Il lavoro di ricerca qui affrontato ci permette di sostenere le seguenti affermazioni conclusive:

1) Il trapianto legale è possibile anche tra culture legali molto distanti tra loro, e questo poiché mediato dall’attività di traduzione legale. Essa svolge, infatti, una funzione fondamentale nel processo di legal transplanting, poiché lavora con il canale primo di ricezione – e dunque diffusione – della legge importata: la lingua. La figura professionale del traduttore legale deve essere sintesi di competenze linguistiche e giuridiche. Una solida formazione antropologica e comparativistica risulta altrettanto indispensabile, poiché riuscire a individuare quale sia la scelta traduttiva più efficace, e allo stesso tempo corretta e fedele, significa non solo conoscere l’oggetto legale in questione, ma anche saper selezionare le modalità espressive attraverso le quali                                                                                                                

201  Vedi  TURNER/FEINERMAN (a cura di), The Limits of the Rule of Law in China, cit., p. 4.  

202 M. NORDIO, P. POSSENTI (a cura di), “Governance globale e diritti dell’uomo”, in CAVALIERI

trasmettere alle diverse classi di una determinata società il nuovo messaggio, la cui interpretazione determinerà la riuscita del trapianto legale.

2) Quanto influisce, nel determinare la riuscita di un trapianto legale, il grado di aderenza che il termine legale tradotto mantiene con l’originale? Se intendiamo i LT come un processo di acculturazione e assimilazione di una legge o di una nozione legale appartenente a una società e a una cultura diverse, allora un processo di modifica e “adattamento” del significante originale è da ritenersi possibile, se non addirittura necessario. Conseguentemente diventa ragionevole accettare l’evidenza che il significato stesso possa deformarsi e distanziarsi dall’originale. I due casi illustrati in questo studio dimostrano che al distanziamento iniziale può a volte corrispondere, a distanza di tempo, un movimento inverso di rimando all’originale, che riconferisce all’oggetto legale trapiantato significato e implicazioni originarie. Quando ciò avviene, questo conferma che il concetto legale in questione gode di vita propria e può essere considerato universalmente intelligibile e potenzialmente meritevole di essere definito “giusto”.

A certain degree of loss of meaning is inevitable in translations of texts containing culture-bound terms that designate elements peculiar to the culture and institutions of the source-language (SL) society. […] Each country has its own legal language representing the social reality of its specific legal order. Thus it follows that the legal translator must overcome culture barriers between the SL and TL (target-language) societies if his translations are to be informative.203

3) La distintiva morfo-sintassi della lingua cinese può risultare, contro tutte le aspettative, un valido strumento da sfruttare nel processo di traduzione legale verso il cinese, soprattutto quando a essere tradotto è un termine che esprime un concetto chiave della cultura legale di origine. La natura sintetica della lingua cinese permette di creare un composto formalmente corretto, che lascia spazio sia all’interpretazione in chiave “originale”, sia a un rimando verso il background culturale e legale proprio della tradizione cinese. Il parlante della società-target, non dovendosi sforzare di                                                                                                                

creare un nuovo sistema di decodifica per il nuovo segno, lo interpeta secondo un sistema cognitivo ed emotivo che già gli appartiene e riesce quindi a interiorizzare il nuovo significato legale più velocemente.

La citazione del filosofo francese Baudrillard posta in pagina introduttiva è proprio espressione di questo incredibile potere conferito allo strumento linguistico: essere in grado di rappresentare e addirittura creare la realtà. E questo è ciò che permette al traduttore legale di operare il suo lavoro, creando, sulla base di un testo d’origine, un nuovo testo, codificato secondo un sistema diverso (che corrisponde alla lingua target), ma che riesce a sortire gli stessi effetti che la codifica originale sortiva nella source-community.

4) Pur scegliendo di definirla “elesticità”, non si può non riconoscere che la caratteristica di “ambiguità” della lingua cinese è reale, così come reale è il pretesto da essa fornito per creare casi di malinterpretazione e ambivalenza. Sotto un punto di vista pratico, bisogna innanzitutto ammettere che se la Cina ha compiuto in poco più di trent’anni una tale imponente opera di riforma legale, economica e sociale, significa che lo strumento di trapianto legale ha complessivamente funzionato, e questo vale conseguentemente per la coinvolta opera di traduzione legale. Molti dei concetti e degli istituti legali occidentali trapiantati in Cina avevano la pretesa di riuscire a essere assimilati e implementati al più presto, e la gran parte di questi trapianti questa sfida l’ha vinta. L’accusata ambiguità, o vaghezza, del linguaggio legale cinese potrebbe perciò essere intesa come il prezzo pagato per il pragmatismo dell’opera di codificazione legislativa cinese.204 L’altra faccia della medaglia è sicuramente

rappresentata dall’interferenza del potere politico cinese, accusato di strumentalizzare queste peculiarità sintattiche della lingua cinese; a questo proposito va sottolineato che la legislazione del PCC si sia tradizionalmente da sempre voluta mantenere flessibile e interpetabile, e adatta soprattutto a essere “ideology-oriented translated”. 205 I traduttori cinesi hanno iniziato solo recentemente a occuparsi in modo approfondito della                                                                                                                

204 Vedi OTTO, "A Comparativist’s…”, in OTTO / CHEN / LI (a cura di), Law-Making in the People’s

Republic of China, cit., cap. XV, p. 222.  

205 PING, “Ideology-oriented translations in China…”, cit., pp. 134-135.

questione, poiché la relazione tra ideologia e traduzione rimane un tema delicato e di difficile trattazione all’interno del dibattito accademica cinese.

5) L’analisi dell’evoluzione linguistica, legale e socio-politica dei due termini presentati in questo lavoro, ci dimostra come la natura ingegneristica dei trapianti legali non consenta sempre di riuscire a individuare il momento storico più adatto all’introduzione di una nuova legge o di un nuovo principio legale, poichè come abbiamo visto, il successo dei LT è vincolato a un ampio ventaglio di fattori socio- politici, culturali, storici ed economici. Quando questa valutazione delle tempistiche risulta fallace, la natura dinamica e vitale della lingua può diventare ancora di salvezza per il trapianto legale. La mancata attivazione pratica della nozione legale importata, infatti, può essere compensata dalla capacità della lingua di mantenersi viva (solo se utilizzata, ovviamente). Seppur congelata in una fase stagnante, la nozione è codificata da un segno linguistico, che per sua natura evolve, si adatta, subisce lente e inesorabili modifiche. Il parlante vive la lingua attraverso continui input, sia da e verso l’esterno, che di rimando da e verso l’interno, ed è grazie a ciò che essa si rende veicolo di conoscenza, anche in senso anacronistico.

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