• Non ci sono risultati.

La ricerca svolta, grazie anche all’approccio metodologico adottato, ha consentito di mettere in luce alcuni aspetti importanti che riguardano le transizioni e l’innovazione per la sostenibilità che si intende rimarcare.

Le reti di innovazione hanno dimostrato di avere potenzialità di cambiamento nella direzione della sostenibilità. Tale potenziale può produrre risultati più o meno radicali in termini di transizione di un regime socio-tecnico. I due casi analizzati sono diversi per caratteristiche, attività, tipologia di attori coinvolti e obiettivi di sostenibilità ma entrambi hanno individuato le strategie di azione più favorevoli per il raggiungimento di tali obiettivi. In entrambi i casi, alcuni elementi di supporto (tecnico, economico, di animazione ecc.) si sono rivelati chiave per la realizzazione del cambiamento, altri non impiegati avrebbero potuto dare un importante contributo, come ad esempio il sostegno economico attraverso misure per lo sviluppo rurale e la partecipazione a Progetti regionali o nazionali

In termini generali, gli strumenti di supporto all’innovazione e alla cooperazione sono necessari per valorizzare il potenziale di cambiamento delle reti di innovazione; come riportato nell’introduzione, il tradizionale sistema di ricerca-educazione-assistenza tecnica non sempre si è dimostrato adeguato e completo al supporto di problematiche complesse. Specialmente nel settore lattiero-caseario, che si trova ad affrontare un momento di cambiamento di sistema (vedi scomparsa delle quote latte, calo delle unità produttive), potrebbero aprirsi finestre di opportunità per una ripresa del settore nell’ottica della sostenibilità.

Poiché la creazione progressiva di alleanze si è rivelata strategica per il potenziale di cambiamento delle reti di innovazione, il supporto a quegli strumenti che contribuiscono a ciò si ritiene fondamentale.

Le tre fasi che caratterizzano il percorso di innovazione intrapreso dalle due reti evidenziano che per supportare tali percorsi si rendono necessarie abilità aggiuntive rispetto alle competenze nell’area tecnica e tecnologica, quali, ad esempio, la capacità di accompagnare l’azione collettiva, il supporto alla co- creazione di conoscenza e allo scambio fra pari.

80

Come sottolineato in diverse sezioni di questo lavoro, questo tipo di abilità non sono attualmente valorizzate nell’ambito del sistema della conoscenza in agricoltura.

Importanti segnali di sostegno a questo tipo di necessità proviene dalla politica europea in materia di agricoltura e sviluppo rurale. A livello di principio, la Strategia Europa 2020 sancisce fra i cardini del programma che le classiche formule dell’innovazione nel settore agro-zootecnico assumono sempre più importanza nella loro declinazione sociale.

Innovare si riferisce alla capacità di mobilizzare risorse materiali e immateriali per favorire processi di innovazione organizzativa fra più portatori di interesse, consolidando le relazioni tra soggetti e la capacità di sviluppare collaborazione (Laville e Gardin 1999; Mouleart e Vicari 2009).

Questa visione dell’innovazione si ritrova in alcune delle nuove progettualità della Strategia, quali ad esempio le reti tematiche e i Gruppi Operativi che andranno a loro volta a costituire il Partenariato Europeo per l’Innovazione; queste sanciscono la multi-attorialità come chiave per l’innovazione e il riconoscimento del ruolo dei mediatori per l’innovazione – o innovation brokers – nel facilitarne l’azione collettiva. Le politiche prevedranno idonei strumenti finanziari per lo sviluppo di tali progettualità.

A conclusione di questa tesi, date le evidenze fornite dallo studio analitico di due reti di innovazione, si ritiene utile suggerire alcuni metodi per una ri- organizzazione dell’assistenza tecnica nel settore agro-zootecnico mettendo in evidenza, nelle diverse fasi di realizzazione dei processi di transizione, quali competenze e abilità sono da sviluppare, soprattutto in termini di formazione degli studenti e dei consulenti tecnici, per facilitare tali percorsi.

Per il supporto tecnico alle reti di innovazione occorre rivedere la formazione in termini di sviluppo di capacità di animazione e facilitazione. Lo studio e la conoscenza delle tecniche agro-zootecniche devono essere accompagnate da una capacità di analisi dei fabbisogni dei territori in cui si va ad operare, nonché dei bisogni che riguardano una comunità di cui gli agricoltori stessi fanno parte; questo perché per realizzare percorsi di innovazione idonei ad affrontare le nuove sfide del settore, non è più sufficiente agire a livello

81

tecnico/tecnologico sul singolo allevatore ma è necessario utilizzare un approccio di sistema, per coinvolgere la comunità nello sviluppo di strategie per affrontare tali sfide che sono, in definitiva, di interesse collettivo.

Questo modo di operare riguarda una pluralità di tematismi, al di là di quelli da noi affrontati nei casi esaminati, e più in generale, la capacità di ricostruire ambienti plurali riflessivi, capaci di declinare propri sentieri di cambiamento e approcci socio-tecnici innovativi entro i quali i diversi attori possono riorganizzare le proprie visioni e azioni per il cambiamento.

A tal fine, anche il sostegno alla creazione di boundary objects rappresenta un importante punto su cui le politiche di supporto all’innovazione potrebbero concentrarsi (Burkart et al. 2014) in diversi campi. L’intervento nella veterinaria pubblica, la riorganizzazione della burocrazia agro-alimentare, la valorizzazione delle questioni ambientali, sono solo alcuni dei temi che possono essere meglio affrontati secondo la linea di lavoro da noi descritta in questo lavoro di tesi.

La creazione di boundary objects ha implicazioni diverse a livello di abilità e competenze necessarie e i metodi di supporto potrebbero andare in diverse direzioni. Da una parte, un sostegno di natura economica potrebbe agevolare la realizzazione materiale di boundary objects (ad esempio, strumentazione informatica, software grafici ecc.) e la loro diffusione (ad esempio, attraverso attività di marketing mirato). Dall’altra, si può pensare a percorsi formativi mirati allo sviluppo di boundary objects, che lavorino in modo specifico, (ad esempio, sulla creazione di marchi, di standard e codici di pratiche, modalità di intervento sanitario).

Strutturare un sistema di assistenza tecnica che veda integrato il supporto all’azione collettiva, alla co-creazione di conoscenza e allo sviluppo di strategie territoriali nei percorsi formativi universitari e lavorativi, potrebbe rappresentare un’opportunità di rinnovamento per il sistema della conoscenza in ambito agro-zootecnico e veterinario, che consentirebbe di creare nuove professionalità più rispondenti ai bisogni degli agricoltori, degli allevatori, delle comunità rurali e della società più in generale.

82

Il sistema di assistenza tecnica in ambiti diversi (tecnico, sanitario, economico) dovrebbe porsi al centro di processi di co-innovazione (Dogliotti et al. 2014) e superare il tradizionale approccio secondo cui trasferisce e dissemina conoscenza e innovazione predefinite (Birner et al. 2006; Rivera 1996). La sfida che si presenta è infatti quella riformare il sistema si assistenza tecnica affinché possa agire come facilitatore e valorizzatore piuttosto che come fornitore di servizi (Benson e Janfry 2013).

Si ritiene, inoltre, che il tema del supporto tecnico all’innovazione per la sostenibilità presenti ampi margini per approfondimenti nell’ambito della ricerca scientifica trans-disciplinare; date le caratteristiche stesse dell’approccio, potrebbe contribuire, attraverso la realizzazione di progetti ad

hoc, alla definizione di possibili sentieri da percorrere per una riforma del

sistema di supporto tecnico in agricoltura, zootecnia e veterinaria.

Documenti correlati