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Come abbiamo osservato dall’analisi dei due casi di studio presentati in questa tesi, le transizioni verso la sostenibilità sono il risultato di una combinazione di pressioni esterne e capacità interne alle reti di innovazione (Konefal 2015). Il superamento della dimensione individuale delle diverse categorie di soggetti attivi nelle reti, con il passaggio all’azione collettiva attorno ad un comune obiettivo di sostenibilità ha reso possibile la realizzazione di progettualità che diversamente non avrebbero trovato una loro espressione.

Nel capitolo di presentazione dei risultati sono state illustrate la storia e l’evoluzione delle due iniziative utilizzando come chiave di lettura la progressiva crescita delle relazioni attorno a degli obiettivi comuni e la creazione di nuova conoscenza, analizzando i diversi boundary objects che hanno favorito l’azione collettiva.

In questa parte dedicata alla discussione dei risultati si vuole arricchire il dibattito sul tema della transizione per la sostenibilità entrando all’interno delle diverse fasi del processi realizzati dalle due reti, estraendo quei fattori, materiali e immateriali, che hanno accompagnato l’innovazione; questo per sottolineare come l’innovazione necessiti di un supporto che va oltre quello tecnico e tecnologico, ma che copre anche la sfera della costruzione di relazioni e la capacità di produrre nuova conoscenza.

Nelle due reti selezionate, è possibile individuare alcune fasi chiave nella realizzazione dei percorsi di innovazione:

i) formazione del primo nucleo di attività; ii) costruzione di boundary objects;

iii) coinvolgimento di nuovi attori/allargamento delle alleanze.

Formazione del primo nucleo di attività

L’aspetto strategico principale in questa fase è rappresentato dalla capacità di mobilizzare in modo aperto e continuativo, un ampio numero di soggetti attivi nella ricerca di soluzioni utili.

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In entrambi i casi di studio il ruolo di alcuni attori che hanno assunto la funzione di broker si è dimostrato particolarmente importante. Nel CVR, l’iniziativa ha preso corpo grazie alla familiarità di uno degli allevatori con il mondo universitario: questo ha consentito la formazione della prima alleanza fra mondo produttivo e scientifico e l’avvio dei primi studi sulla qualità del latte. E’ stata però l’azione dei tecnici dell’agenzia regionale di divulgazione agricola ad aver collegato in modo sistematico l’università con il primo gruppo di allevatori, contribuendo alla redazione del disciplinare di produzione. In questa fase la capacità dei brokers di facilitare l’incontro fra conoscenze e pratiche diverse si può considerare l’elemento di supporto principale.

Anche nel caso di Crisoperla, nella fase di formazione del primo nucleo di azione, due tecnici agronomi hanno svolto una determinante attività di mediazione e animazione fra le aziende agricole biologiche della Lunigiana. Grazie al lavoro svolto nell’ambito di un Progetto sull’animazione territoriale finanziato dalla Regione Toscana, i due tecnici hanno contribuito a far collaborare agricoltori che non si conoscevano e a far nascere il primo nucleo attivo di Crisoperla: il gruppo d’acquisto per mezzi tecnici per l’agricoltura biologica. Anche in questo caso, la formazione del primo gruppo operativo è stata catalizzata da figure professionali che hanno svolto la funzione di broker.

Costruzione di boundary objects

I due casi di studio hanno evidenziato che questa fase dei processi di transizione è particolarmente significativa per due ragioni: contribuiscono al consolidamento dell’identità collettiva e rappresentano il “biglietto da visita” per la costruzione di alleanze con nuovi soggetti che condividono gli stessi obiettivi di sostenibilità.

Per queste ragioni, l’individuazione e la progressiva costruzione di boundary

objects si ritiene un possibile fattore di successo per l’attività delle reti di

innovazione: nei due casi di studio è stata evidenziata la funzione che hanno avuto nella progressiva strutturazione delle novelties e delle nicchie di innovazione, favorendo il confluire delle diverse conoscenze e priorità all’interno dei primi nuclei, creando le condizioni per l’azione collettiva..

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Le condivisione dell’idea di sostenibilità, la tutela della biodiversità locale e la cultura del biologico locale rispettivamente per il CVR e Crisoperla, è stato il

boundary object strategico in grado di far convergere diverse fonti di

conoscenza e di contribuire all’istaurarsi delle alleanze strategiche che hanno portato alla realizzazione dello specifico percorso di transizione.

Ciò si è tradotto nell’ampliamento delle reti attraverso la costruzione di alleanze e coalizioni che hanno determinato, seppur in misura differente, la diffusione dell’innovazione.

Coinvolgimento di nuovi attori/allargamento delle alleanze

Questa fase va ad interpretare il potenziale di cambiamento delle reti a livello di sistema: l’ampliamento del primo nucleo operativo ad altri attori che condividono gli obiettivi e i metodi di lavoro implica un processo di accettazione dell’innovazione proposta che può essere, in questo modo, socialmente e istituzionalmente condivisa.

Nel caso del CVR, dopo un’iniziale fase di conflittualità con il sistema di regole dominante, l’innovazione è stata fatta propria dagli attori del sistema della conoscenza in agricoltura; seppure la capacità di impatto così risulta meno radicale (in quanto supera il conflitto), è tuttavia più veloce nel seguire le diverse fasi della transizione.

Nel caso di Crisoperla, la natura oppositiva rispetto al sistema dominante da una parte caratterizza la radicalità innovativa dell’iniziativa ma dall’altra rallenta il processo di coinvolgimento istituzionale e l’istaurarsi di alleanze necessarie alla transizione.

Esiste quindi un trade-off fra rapidità di diffusione di un’innovazione e la sua natura radicale, che dipende non solo dal tipo di innovazione ma anche dal soggetto che se ne fa portatore e il suo coinvolgimento nelle sedi del regime esistente.

Anche in questa fase, le abilità di mediazione e di facilitazione di relazioni di alcuni attori delle reti si sono rivelate strategicamente importanti.

Nel caso del CVR, ad esempio, strutture di ricerca e gli organismi di rappresentanza e assistenza tecnica sono stati importanti per codificare le

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pratiche agro-zootecniche e facilitarne la comprensibilità, mentre l’agenzia di divulgazione agricola ha facilitato il percorso per la redazione del disciplinare di produzione del Parmigiano Reggiano Vacche Rosse, favorendo l’incontro fra la conoscenza scientifica degli istituti di ricerca e quella pratica degli allevatori. Questo ha rappresentato la base per attrarre l’interesse delle Amministrazioni pubbliche sia a livello locale si a quello nazionale, passaggio che è stato poi determinante per potenziare la velocità di diffusione dell’innovazione. Questo, a sottolineare come l’allineamento della politica su una specifica tematica, in questo caso la tutela della biodiversità locale, rappresenta una fase di passaggio in cui l’innovazione viene fatta propria dalla pluralità dei soggetti per essere messa a regime; ne ha, inoltre, favorito il riconoscimento da parte del sistema di riferimento.

Inizialmente, il Consorzio Parmigiano Reggiano, ha ostacolato il progetto sulla riscoperta del latte della rossa reggiana, ritenendo non coerente con il percorso di innovazione che esso stesso si proponeva di portare avanti. Tale ostacolo è stato superato con il successo dell’iniziativa, reso possibile grazie al contributo della comunità scientifica e delle linee politiche sulla tutela della biodiversità e la diversificazione produttiva che si stavano affermando in quel periodo.

Di fronte a percorsi di una certa complessità, se non si procede all’allargamento delle alleanze, l’innovazione può rimanere per lungo tempo allo stadio di novità o di nicchia, senza trovare condizioni utili per diffondersi. In sintesi, la possibilità di mediare e facilitare l’incontro fra soggetti facenti parte del sistema delle decisioni e coloro che non ne fanno parte ha necessità di essere agevolata e si può constatare che, in generale, un sistema di collegamento fra gli strumenti di supporto, anche economico, per facilitare queste relazioni è attualmente poco strutturato.

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