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Distribuzione di frequenza dei coccid

7. CONCLUSIONI E PROSPETTIVE FUTURE

L’indagine effettuata ha consentito di condurre uno studio epidemiologico sui parassiti delle lepri nella zona di Grosseto per la quale i dati parassitologici in letteratura erano assenti.

I risultati del presente studio indicano che le lepri ospitano diverse specie di parassiti e ne condividono alcuni con altre specie animali che possono essere selvatici, domestici e anche l’uomo.

I parassiti trovati, a determinate condizioni, possono svolgere un ruolo importante nello stato di salute delle lepri. Nel presente studio non si può stabilire con certezza lo stato di salute generale degli animali, dato che le lepri sono state uccise dai cacciatori e solo gli organi interni sono pervenuti in laboratorio, ma l’assenza di tipiche lesioni interne anche nei casi di alte infestazioni potrebbero indicare un buono stato di salute delle popolazioni di lepri libere a Grosseto.

Delle 28 lepri pervenute complete di tutti gli organi (22 Lepri europee e 6 Lepri italiche) solamente una Lepre europea era totalmente esente da parassiti e i parassiti riscontrati con maggiore frequenza erano in entrambe le specie di lepri i tricostrongili e i coccidi, spesso presenti insieme. Tali parassiti all’interno della popolazione ospite seguono una distribuzione aggregata, che evidenzia un buon grado di adattamento ospite/parassita. Per le altre specie elmintiche la ridotta numerosità del campione, cui si aggiunge una prevalenza bassa, non ha permesso approfondimenti relativi alla loro distribuzione.

Interessante è il ritrovamento di un alto numero del trematode Dicrocoelium

dendriticum che è anche, se pur raramente, zoonotico. Vi è infatti un rischio di

contaminazione per l’uomo dopo accidentale ingestione di formiche con presenza delle metacercarie. La dicroceliosi è ancora sottostimata come mostrano i pochi dati disponibili sulla sua diffusione in Italia. Potrebbe essere interessante conoscere la prevalenza dell’infestazione di questo trematode negli erbivori nella nostra regione.

La scarsità di parassiti negli allevamenti indica una corretta gestione igienico-sanitaria delle strutture e l’efficacia dei trattamenti anti-parassitari a cui gli animali sono sottoposti e questo è di estrema importanza per la conseguente immissione di soggetti

130 sani in natura. La coccidiosi è la parassitosi più diffusa negli allevamenti, ma nel nostro caso non rappresenta un problema in quanto viene tenuta costantemente sotto controllo.

Interessante è la scarsità di ectoparassiti, rappresentati solo da zecche e con prevalenze piuttosto basse.

La presenza di Lepri italiche in zone in cui non sono mai state ritrovate è un’importante testimonianza dell’espansione verso nord della distribuzione di questa specie rispetto all’areale accertato con gli ultimi censimenti. Queste lepri sono state identificate dai cacciatori, in base alla loro esperienza con entrambe le specie, soltanto fenotipicamente. Pertanto i campioni di Lepri italiche sono in attesa di analisi genetiche per potere confermare il dato con assoluta certezza.

Ulteriori indagini potrebbero prevedere la raccolta di informazioni relative all’ambiente, alla distribuzione delle due specie di lepri nel territorio grossetano o in generale in Toscana e alla presenza sul territorio di ospiti intermedi necessari per il ciclo vitale di certi parassiti. L’utilizzo di più variabili, insieme alla raccolta di un maggiore numero di campioni, permetterebbero così di approfondire meglio le relazioni tra lepri e parassiti.

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