• Non ci sono risultati.

I principali obiettivi di questo lavoro sono stati la produzione di una carta di suscettibilità delle frane e mostrare i dati e le metodologie per lo studio in una zona bruciata. Le fasi per raggiungere questi due obiettivi sono state le seguenti:

 Scelta della tipologia di immagine satellitare da utilizzare e delimitazione della zona bruciata.

 Raccolta di database per lo studio dell’uso e delle caratteristiche del suolo andato perso nell’incendio.

 Valutazione degli spostamenti e delle velocità dei corpi franosi tramite l’uso dei Permanent Scatterers (PS).

 Raccolta dei vari fattori predisponenti per la creazione della carta di suscettibilità.

 Verificare la veridicità della carta tramite un rilevamento sul terreno.

Lo studio dell’incendio dei Monti Pisani, basato principalmente sull’elaborazione di varie immagini satellitari, ha dimostrato che questo tipo di approccio, indipendentemente dal tipo di immagine utilizzato, diventa necessario nello studio di fenomeni di grande intensità e soprattutto di grande estensione. I software attuali ed il loro continuo sviluppo facilitano l’elaborazione delle immagini satellitari, ma soprattutto facilitano il lavoro di quantificazione delle aree bruciate e la loro analisi temporale. La possibilità di poter accedere liberamente a tutta una serie di dati come l’uso del suolo, la litologia, le caratteristiche del suolo ecc., ha permesso

148 di elaborare varie carte relative a questi dati e di costruire un quadro generale molto ampio sulle caratteristiche della zona di studio. La facilità con cui si possono reperire dati da varie piattaforme online, ha permesso di dimezzare i tempi di reperimento ed elaborazione. Avere a disposizione due immagini a diversa risoluzione ha permesso di vedere quali sono i vantaggi e gli svantaggi nell’elaborazione di ognuna di queste e quale delle due può essere più utile a seconda dell’estensione di un possibile incendio. L’uso dei PS e di conseguenza lo studio di varie serie storiche di questi, ha permesso di studiare sia la velocità di spostamento dei vari corpi di frana nella zona bruciata, sia di valutare il loro stato di attività. Queste informazioni, unite alle variazioni della vegetazione, sono state poi fondamentali per realizzare la carta di suscettibilità che ha mostrato quali sono le aree più a rischio in relazione ai vari fattori utilizzati.

Nelle fasi inziali del lavoro la difficoltà maggiore è stata riuscire a delimitare con precisione la zona bruciata. Per l’acquisizione di Sentinel 2 è stata fatta una delimitazione manuale e una con un tool semiautomatico che però non ha portato a risultati positivi. Per l’immagine Pléiades, la delimitazione è stata esclusivamente manuale e, grazie alla maggiore risoluzione dell’immagine, ha permesso di seguire il confine della zona interessata dall’incendio molto più facilmente. Per questo motivo, una volta elaborato il poligono da Pléiades, è stato usato per le successive elaborazioni con i vari database. L’uso di

database, scaricabili dal web, ha permesso di avere molte

149 La metodologia utilizzata in questo lavoro necessita di dati aggiornati. Ad esempio, la carta inventario dei fenomeni franosi è un dato che dovrebbe essere costantemente aggiornato, in quanto può influenzare notevolmente i risultati della suscettibilità. Lo stesso per l’uso del suolo, avere dati aggiornati è importante per capire e quantificare le aree e le diverse tipologie di uso del suolo interessate dall’incendio. Avere una carta dell’uso del suolo realizzata in tempi distanti dall’evento può portare ad una errata o meno accurata valutazione degli effetti dell’incendio sull’area di studio. Attraverso l’uso dei dati satellitari, che acquisiscono immagini ad intervalli regolari di tempo, è possibile aggiornare i database disponibili. Ad esempio, è possibile utilizzare le immagini Sentinel 2 per ottenere una carta dell’uso del suolo aggiornata all’ultima acquisizione disponibile. Allo stesso tempo, l’uso dei dati interferometrici disponibili in maniera aggiornata sul portale della Regione Toscana consente di monitorare continuamente lo stato di attività delle frane dell’area di studio. Per valutare la velocità dei corpi di frana sono state utilizzate le velocità di tutti i PS che ricadevano all’interno delle frane stesse. Inizialmente sono stati scaricati i PS ottenuti dai dati Sentinel 1, purtroppo il numero di PS presenti all’interno delle frane era molto basso e rischiava di rendere le misure di velocità non attendibili. Allora sono stati utilizzati quelli ottenuti da COSMO-SkyMed, molto più numerosi, che hanno permesso di poter calcolare la velocità con un errore sicuramente minore, anche se riferiti ad un intervallo temporale più lontano dall’evento.

150 Con un incendio così esteso non è stato possibile svolgere un’attività di campagna su tutta l’area e di conseguenza sono state selezionate zone dove vi era stata una diminuzione ed un aumento della vegetazione, osservata dalle immagini satellitari e dove erano stati fatti interventi nel post-incendio regimare le acque superficiali e ridurre i dissesti. Lo studio di tali zone è servito per validare a terra le osservazioni effettuate da satellite. In un possibile studio futuro sarebbe necessario un lavoro di campagna svolto su un maggior numero di zone, magari con la possibilità di usufruire della carta di suscettibilità prodotta in questo lavoro, andando a monitorare le zone che sono risultate più a rischio e lo stato dei vari corpi di frana nei vari anni dopo l’incendio.

Quando si parla di calamità naturali o provocate dall’uomo, che interessano territori vasti, è necessario ottenere questi risultati nel più breve tempo possibile per permettere alle autorità locali o di protezione civile di intervenire più velocemente possibile. La tipologia di indagini che è stata effettuata in questa tesi può essere considerata come uno strumento operativo “in tempo reale” ai sensi della Direttiva 27/02/2004 (Indirizzi

operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale e regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione civile), in

quanto fornisce l’osservazione diretta, quantitativa e continua delle deformazioni del terreno, con frequenza di aggiornamento dei dati inferiore al mese (attualmente ogni 12 giorni) su tutto il territorio di interesse (grazie ai dati Sentinel 1) e l’osservazione dei cambiamenti della vegetazione ogni 6 giorni (grazie ai dati Sentinel 2). Tale

151 approccio di monitoraggio è finalizzato ad aggiornare in modo dinamico e continuo il quadro conoscitivo del territorio interessato dall’incendio, per valutare in modo aggiornato il rischio idrogeologico e geomorfologico ed a rilevare situazioni di criticità basate sull’individuazione di aree a rischio.

Un futuro lavoro di campagna più esteso potrebbe essere accompagnato da uno studio più approfondito riguardo le caratteristiche geotecniche del suolo, all’interno e all’esterno della zona bruciata per vedere se e come l’incendio ha apportato cambiamenti a livelli di granulometrie o composizione. Sui campioni di suolo si potrebbero svolgere prove di resistenza al taglio e verificare quanto la ricrescita o meno delle radici possa influire su questa proprietà. In più visto che l’incendio ha colpito i primi decimetri di suolo, sarebbero utili prove di permeabilità sul terreno tramite permeametri, questo per avere un’idea generale delle proprietà geotecniche del suolo nel post incendio.

Visti i risultati ottenuti con l’immagine acquisita da Pléiades, a maggiore risoluzione, sarebbe efficace un rilievo tramite drone, magari in zone di particolare interesse o dove non è chiaro il limite dell’incendio. L’uso del drone potrebbe anche essere utile per la ricerca di zone a rischio, dove collocare ulteriori opere di stabilizzazione dei versanti, strutture per la regimazione superficiale o andare a monitorare il funzionamento di strutture già presenti.

Riuscendo ad acquisire immagini da satelliti multispettrali sarebbe utile unire a questo studio, uno svolto

152 esclusivamente sullo stato della vegetazione, calcolando i principali indici della vegetazione: NDVI, GNDVI, NBR. Per migliorare ulteriormente i risultati ottenuti riferiti all’area effettiva dell’incendio e per rendere i limiti dell’incendio sempre più precisi, sarebbe utile utilizzare immagini ad altissime risoluzioni come quelle osservabili dalla piattaforma di Google Earth pro, con risoluzioni spaziali vicine al mezzo metro. In questo lavoro tali immagini non sono state utilizzate per modificare il poligono poiché l’unica acquisizione post-incendio è stata caricata a più di un anno di distanza, con molte zone già coperte dalla ricrescita di nuova vegetazione e senza la possibilità di elaborare l’immagini usando la banda dell’infrarosso, come fatto invece con le altre due acquisizioni.

153

BIBLIOGRAFIA

Amato L., Rilievo del territorio mediante tecniche LIDAR terrestri ed aeree, AGI Conference, 2011.

APAT, Agenzia per la Protezione dell'Ambiente e per i Servizi Tecnici, Atlante delle opere di sistemazione dei versanti, Manuali e linee guida, 2002.

Barilotti A., Beinat A., Fico B., Produzione e verifica di DTM da rilievi LIDAR aerei su aree montane ricoperte da foresta, Convegno Nazionale SIFET “Le nuove frontiere della rappresentazione 3D”, Castellaneta Marina, TA, 14- 16 Giugno 2006.

Berger M., Moreno J., Johannessen A. J., et al., ESA's sentinel missions in support of Earth system science, Remote Sensing of Environment, 2012, Vol 120, pp. 84- 90.

Bovio G., Ascoli D., Fuoco prescritto: stato dell’arte della normativa italiana, L'Italia Forestale e Montana, 2012, 67,(4), pp. 347-358.

Bovio G., Marchetti M., Tonarelli L., et al, Gli incendi boschivi stanno cambiando: cambiamo le strategie per governarli, Forest, Rivista di Selvicoltura ed Ecologia Forestale, 2017,Vol. 14, pp.202-205.

Brivio P.A., Zaffaroni P., Stroppiana D., et al, Un sistema integrato per il monitoraggio e la mappatura delle aree percorse da incendio nei Parchi Nazionali attraverso l’utilizzo dei dati da satellite, CNR-IREA, Presentazione Finale, Roma, 27 Luglio 2007.

154

Cannon S.H., Gartner J.E., Rupert M.G., et al., Predicting the probability and volume of post-wildfire debris flows in

the intermountain westwestern United States, Geological

Society of America Bullettin, 2010, Vol.122, USA, pp.127– 144.

Carratori L., Ceccarelli Lemut M.L., Frattarelli Fischer L., et al., Carta degli elementi naturalistici e storici della Pianura di Pisa e dei rilievi contermini, scala 1:50.000. In: Mazzanti R. - La pianura di Pisa e i rilievi contermini, la natura e la storia, Roma, 1994. Mem. Soc. Geogr. It., L, pp. 491.

Carosi R., Montomoli C., Pertusati P.C., et al., - Carta Geologica d’Italia alla scala 1:50.000. Foglio 273 Pisa. ISPRA - Servizio Geologico d'Italia, Roma

Carosi R., Montomoli C., Pertusati P.C., Late orogenic structures and orogen-parallel compression in the Northern Apennines, Soc.Geol.It., Volume speciale n.1, Grafica Crystal Roma, 2002, pp. 167-180.

Casella V., Introduzione al Laser Scanning Aereo, La tecnica del Laser Scanning. Teoria ed applicazioni, CISM, Collana di Geodesia e Cartografia, 2003, pp. 1-37.

Cerrina Feroni A., Puccinelli A. - Carta Geologica d’Italia alla scala 1:50.000. Foglio 261 Lucca. ISPRA - Servizio Geologico d'Italia, Roma.

Consorzio Lamma, Relazione ripresa Lidar Area Pisa, 2019 Corona P., Ascoli D., Barbati A., et al., Integrated forest management to prevent wildfires under Mediterranean environments, Annals of Silvicultural Research, 2015, vol. 39, (1), pp.24-45.

155

Della Rocca R., Mazzanti R., Pranzini E. - Studio

geomorfologico della Pianura di Pisa (1987), (Toscana). Geogr. Fis. Dinam. Quat., Vol.10, pp. 56-84.

De Graff J.V., A rationale for effective post-fire debris flow

mitigation within forested terrain, Geoenvironmental Disaster, 2018.

Drusch M., Del Bello U., Carlier S., et al., Sentinel-2: ESA's Optical High-Resolution Mission for GMES Operational Services, Remote Sensing of Environment, 2012, Vol.120, pp. 25-36.

Ferretti A., Bellotti F., Allievi J., et al., Landslide Mapping Using SqueeSAR Data, 2011.

Ferretti A., Prati C., Rocca F., Analysis of Permanent Scatterers in SAR interferometry, IEEE Transactions on Geoscience and Remote Sensing, 2001, 39 (1), Vol.2, pp.761-763.

Franceschelli M., Leoni L., Memmi I., b0 of muscovite in low and hig variance assemblages from low grade Verrucano rocks, Northern Apennines, Italy, Schweiz. Mineral. Petrogr., 1989, Mitt. 69, pp.107-115.

Franchi F., Pistilli E., Indagini geologico tecniche di supporto alla pianificazione del territorio comunale di Buti, 2004, Piano strutturale, Comune di buti Geoprogetti.

Gay G., Biancardi A., Belloni A., et al., Sperimentazione del rilievo satellitare per il monitoraggio dei principi di incendio boschivo, Research Report CNR, 2008, pp.1-171.

156

GCOS. Implementation plan for the global observing system for climate in support of the UNFCC. 2010.

Gianinetto M., Rusmini M., Marchesi A., et al., Integration of COSMO-SkyMed and GeoEye-1 Data with Object-Based Image Analysis, in IEEE JOURNAL OF SELECTED TOPICS IN APPLIED EARTH OBSERVATIONS AND REMOTE SENSING, 2012, Vol. 8, pp. 2282-2293.

Grassi S., Cortecci G., Hydrogeology and geochemistry of the multilayered confined aquifer of the Pisa plain (Tuscany-Central Italy), Applied Geochemistry, 2005, 20 (1), pp.41-54.

Greenway D.R., Vegetation and slope stability, Slope Stability: geotechnical engineering and geomorphology, Anderson M.G., Richards K.S., (eds), John Wiley & Sons, Chichester, 1987, pp. 187-230.

Guerra F., Utilizzo del drone per rilievi di piccole e medie dimensioni – Esempi pratici, 2015, pp.1-23.

Jiahu W., Li L., Zhenchun H. et al., Stream guiding

algorithm for deriving flow direction from DEM and

location of main streams. IAHS Publ., 2011, 346, pp. 198- 206.

Loàiciga H.A., Pedreros D., Roberts D.,Wildfire-streamflow interactions in a chaparral watershed, Advances in Environmental Research 5, 2001, pp.295-305.

Lv Z., Liu T., Penglin Z., et al., Land Cover Change Detection Based on Adaptive Contextual Information Using Bi-Temporal Remote Sensing Images, Remote Sensing, 2018,10, (6),901, pp.1-16.

157

Mantovani E.,Viti M.,Babbucci D., et al., Assetto tettonico e potenzialità sismogenetica dell’Appennino Tosco- Emiliano-Romagnolo e Val Padana, Regione Emilia Romagna, Servizio Geologico, Sismico e dei suoli, 2013, pp.7-154.

Melo R., Zêzere J. L., Modeling debris flow initiation and run-out in recently burned areas using data-driven methods, Natural Hazards: Journal of the International Society for the Prevention and Mitigation of Natural Hazards, 2017, vol.88, Issue 3, pp.1373-1407.

Mirnazari J., Ahmad B.B., Mojaradi B., et al., Using Frequency Ratio Method for Spatial Landslide Prediction, Research Journal of Applied Sciences, Engineering and Technology, 2014, Vol.7, (15), pp. 3174-3180.

Moraca M., Pepe A., Studio comparativo tra lo stato dei luoghi prima e dopo l’incendio del Vesuvio tramite analisi satellitare, GEOmedia, 2018, vol.5.

Moreira F., Viedma O., Arianoutsou M., et al., Landscape-- Wildfire interactions in southern Europe: implications for landscape management, J. Environ. Manag, 2011,92, (10), pp.2389–2402.

Pandeli E., Decandia F.A., Tongiorgi M., The Paleozoic basement through the 500ma history of the Northern Apennines, 32nd International Geological Congress, ITALIA, 2004, Vol. n.1, from B01to B30.

Pappalardo M., Putzolu P.P., Le “Sassaie” dei Monti Pisani: “colate di pietre” tipiche dell’ambiente periglaciale, Atti Società Toscana Scienze Naturali, Mem., 1994, Serie A, 101, pp. 323-342, figg.5, tab.1.

158

Parise M., Cannon S., Wildfire impacts on the processes that generate debris flows in burned watersheds, Springer International Society for the Prevention and Mitigation of Natural Hazard, 2012, Vol. 61, (1), pp 217–227.

Pereira P., Francos M., Brevik E.C.,et al. Post-fire soil management, Current Opinion in Environmetal Science & Health, 2018, Vol. 5, pp.26-32.

Pistoia A., Sergiampietri L., Innamorati D., Studio relativo ai fattori naturali ed antropici che influenzano i fenomeni erosivi e di dissesto idrogeologico del versante Sangiulianese del Monte Pisano, 2010, Rapporto finale relativo alla convenzione tra Comune di San Giuliano Terme e Università di Pisa, Dipartimento di Agraria.

Preti.F., Stabilità dei versanti vegetati, Manuale di Ingegneria naturalistica, Regione Lazio, 2006,Vol.3, Cap. 10, pp.137-168.

Rau A., Tongiorgi M., Rau A., Geologia dei Monti Pisani a sud-est della Valle del Guappero, Memorie della Società Geologica Italiana,1974, Vol.13, pp.227-408.

Regione Toscana. Settore Forestazione. Usi civici. Agroambiente, Piano AIB 2019-2021, Maggio 2019.

Rinaudo F., Nex F., LIDAR e Fotogrammetria Digitale verso una nuova integrazione, GEOmedia, 2011,Vol.2, pp.32-35.

Rizzo D., Galli M., Sabbatini T., et al. Problematiche della gestione dei paesaggi terrazzati mediterranei: il ruolo della agronomia territoriale, Architettura del paesaggio, 2006.

159

Rizzo D., Gennai-Schott S., I paesaggi terrazzati del

Monte Pisano, 2016.Giornate del Gruppo Tutela Ambiente

Montano del CAI Pisa.

Santi P.M., Hewitt k., VanDine D.F., et al., Debris-flow impact, vulnerability, and response, Natural Hazards: Journal of the International Society for the Prevention and Mitigation of Natural Hazards, 2010, Vol. 56, n.1, pp. 371-402.

Seidl R., Dominik T., Kautz M., et al., Forest disturbances under climate change, Nature Climate Change, 2017, Vol.7, pp.395-402.

Sergiampietri L., Andreani D., Non-thermal aquifers in San Giuliano Terme area of Monte Pisano, Acque Sotterranee - Italian Journal of Groundwater, 2012, pp. 53-64.

Tomei P.E., Guazzi E., Le zone umide della Toscana. Lista generale delle entità vegetali, Atti Museo Civico Storia Naturale Grosseto,1993, Vol.15, pp.107-152.

Tonarelli L., Piano di prevenzione AIB dei Monti Pisani, 2016, Protezione Civile.

Xiaolong D., Lihui L., Yufang T., Validation of Spatial Prediction Models for Landslide Susceptibility Mapping by Considering Structural Similarity, ISPRS International

160

Sitografia

http://valdarnopost.ithttp://www.sardegnaforeste.ithttps://www.thebushfirefoundation.org/how-fire-behaves/ https://www.arcgis.comhttps://www.tiogaenv.com/www.gonews.it http://www.pcn.minambiente.it/mattm/ http://esa.int/https://earth.esa.int/web/eoportal/satellite-missions/p/pleiadeshttp://www.cosmo-skymed.it http://www.regione.toscana.it/ http://skynetx.dssgroup.it/.https://www.fs.fed.us/.

Documenti correlati