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II. 2.3.2.2 Relazione con il modello

II.2.3.3. Connotazioni demoniache

Se il primo degli incontri singoli avuti da Renart ha introdotto il suo camuffamento, il secondo incontro perfeziona la definizione della nuova identità tramite l’aggiunta di un nuovo nome: infatti, la volpe inizia formalmente ad agire sotto mentite spoglie, presentandosi come Choflet (v. 1171). Il nome è evocativo dell’attitudine di Renart al motteggio (da chufler: «v. n. plaisanter, v. a. r. se moquer de», secondo il FEW, s.v. SĪBĬLARE) e ciò è tanto più vero in questo caso, in cui il travestimento della volpe è allusivo di un ulteriore travestimento, quello del diavolo, che Renart starebbe impersonando, peraltro secondo un’associazione tradizionalmente attestata in tutti i bestiari.

Sulla falsariga del Fisiologo latino, i bestiari concordano sull’idea che la volpe abbia l’aspetto del diavolo: «vulpis igitur figuram habet diaboli» (Physiologus latinus versio B, XV, in Zambon 2018, p. 234, traduzione a fronte). Tra questi, una menzione a parte merita Li bestiaires devins di Guillaume le clerc (circa 1210-1211), che, nella trattazione sull’animale, innova la fonte inserendo espliciti rimandi al Roman de Renart, a partire dai primi versi:

Assez avez oï fabler

coment Renart soleit embler des gelines Costeins de Noës: volenters fist trosser ses joës li gopiz, en totes saisons, de gelins e de chapons! Tot adés vit de roberie, de larrecin, de tricherie,

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[Avete sentito molto parlare / Di come Renart fosse solito razziare / le galline di Constant des Noues: / Faceva andare le mandibole volentieri, / La volpe, in ogni stagione dell’anno, / con galline e con capponi! / Vive costantemente di ruberie, / di furti, di inganni, / Tanto è malvagia e ignobile] (traduzione da Zambon 2018, p. 1367),

fino a una completa identificazione tra Renart e il diavolo:

Cest gopil, qui tant set de fart, que nos apelom ci Renart, signefie le mal gopil qui le poeple met en eissil, c’est li Malfez, qui nos guerreie,

chescun jor vent sor nos en preie (vv. 1341-1346)

[Questa volpe, maestra di trucchi, / Che noi, qui, chiamiamo Renart, / Rappresenta la perfida volpe / Che manda in rovina la gente, / Vale a dire il Maligno, che ci assale, / E incombe sempre su di noi in cerca di prede] (traduzione da Zambon 2018, p. 1369).

Sul colore nero va detto che non ricorre solo in relazione al «noir peliçon» di Chufflet (v. 1163, v. 1328, v. 1598) e al suo abbigliamento per lo scontro con Roonel («Un escu tot roon et noir / A aparellie, jel vos di, / Et un baston noir autresi», vv. 2104-2106)158, ma anche autonomamente nel testo, ad esempio nelle parole dello scoiattolo Roussel, che per il tiro subìto avrà «le cuer dolant et noir» (v. 1597), e ancora prima nella descrizione fisica del nano, che aveva i capelli «noirs conme arrement» (v. 777), formula già vista nella trasformazione di Renart, dopo essersi strofinato con l’erba:

Renart en a molt tost frotée Tote sa chere et noirciée E tot son cors delivrement:

Lors fu plus noir que arement (vv. 1019-1022)

[Renart ci si è subito strofinato / E annerito tutto il viso / E tutto il corpo prontamente: / Allora fu più nero dell’inchiostro].

158 Nella branche VI, in vista di un altro duello giudiziario, lo scudo indossato da Renart era «tot gaunes» (v. 879),

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Certamente la scelta del nero non può che incoraggiare una lettura di Renart come personaggio letteralmente “diabolico”, del resto lungamente insistita per tutta la branche. Infatti, tutti i riferimenti a Chuflet da parte degli animali che hanno avuto a che farci contengono menzioni riferibili alla sfera demoniaca: oltre alle esternazioni del cavaliere già citate, anche il mastino Roonel «quide que deables soit» (v. 1150) e fugge via facendosi il segno della croce. Rievocherà poi le sue traversie al re, che di tale «noir diable» dirà che «il n’est pas de nos regions» (v. 1330). Lo stesso un prete, scovato Renart nel pollaio del convento, vede che egli «fu plus noir que mure» (v. 1433) e scappa terrorizzato, gridando che «n’est pas gorpil, eins diable» (v. 1443)159:

l’assimilazione di Renart al diavolo giunge qui alla massima trasparenza, superando il piano meramente espressionistico e producendo effetti concreti sulla storia, poiché, come anticipato, viene addirittura approntata per lui una – risibile – cerimonia di esorcismo:

N’i remeist clerc ne capelein Qui n’ait seintuaire en sa mein: Et li prestres l’estole prist, Meintenant a son col la mist. Si se sont a la voie mis. Or est Renart molt entrepris. Chantant s’en vont a haute vois L’eve beneïte et la crois

Va tot devant, n’en dotes pas (vv. 1455-1463)

[Non rimase chierico o cappellano / Che non avesse un reliquiario in mano: / Il prete ha preso la stola, / Subito se l’è messa al collo. / Così si sono messi in marcia. / Ora Renart è preso di mira, / Cantando ad alta voce s’incamminano, / L’acqua benedetta e la croce / Li precedono, non dubitatene].

Anche Isengrin lo definirà «cou diable» (v. 1624) quando se ne lamenterà a corte, e ancora Tibert vede «qui estoit plus noir que maufez» (v. 1665).

Lo stesso Renart gioca su questa assimilazione quando, per rassicurare Roonel, dichiara di essere «cosse de par deu» (v. 1154), e introduce il proprio nome usando una perifrasi riferita all’atto del battesimo: «quant je fu sor fon releves, / Chufles par non fui apeles» (vv. 1169-1170).

Si può apprezzare come questo alter-ego della volpe subentri così prepotentemente nella vicenda da condizionare anche il narratore, il quale, dopo la sua presentazione, passa a chiamare il personaggio

159 Apparentemente, nessun effetto aveva sortito l’aspetto di Renart sullo scoiattolo, che poteva benissimo essere

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non più Renart ma Chuflet: «“Merveille este” dit Coflet, “par de”» (v. 1177); «“Tu es coart” ce dit Coflet» (v. 1183); «Atant se metent en cemin / Entre Coflet et le mastin» (vv. 1187-1188) etc., fino al v. 1257, cioè fino alla sua fuga per l’arrivo dei contadini che malmeneranno Roonel. Si crea, insomma, una micro-storia dalla quale la doppia identità di Renart scompare, mentre, finché rimane l’attore della vicenda, essa è tutta incentrata sul personaggio di Chuflet160.

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