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II. 2.3.2.2 Relazione con il modello

II.2.3.4. Simbolismo sinistro

Inaspettatamente, a fronte di un così fitto dispiegamento di rimandi alla sfera del demoniaco, manca qualunque accenno alla simbologia della lateralità sinistra, poiché, al contrario, tutte le occorrenze in tale ambito vedono figurare la parte destra, quella cristianamente positiva: se entrando a corte l’archeprestre Bernart «tint Brun l’ors par la mein destre» (v. 1884), mandati con Baucent a cercare Chouflet, i tre se ne vanno «trestot coste a coste et a destre» (v. 1907); nel corso del combattimento, è «sa destre mein» che Renart riesce a liberare (v. 2229), per colpire Roonel sul viso; in più, ma solo

in H, al v. 2922, già al momento del giuramento Renart afferra «par le puing destre» Roonel facendolo rialzare.

Una rapida disamina sulle occorrenze della destra e della sinistra all’interno delle varie branches del

Roman sembra acclarare la netta preminenza numerica delle prime, che si concentrano

principalmente nei riferimenti corporali legati a ferimenti e mutilazioni, con particolare enfasi sul piede destro (o sulla zampa, o sull’ala).

– Nella branche I, descrivendo le sevizie di Renart a dame Coupée, si specifica che «le destre ele del cors traite» (ma in BHLa, v. 309, contro «une ele» di A, v. 294);

– nella branche II, Tiecelin si lamenta di aver fatto cattiva guardia, sì che Renart «qatre des tuiax m’a trez / De la destre ele et de la qeue» (vv. 1000-1001);

– nella branche Va, Tibert colpisce Renart col braccio sinistro così da farlo cadere nella tagliola col piede destro (vv. 789-790);

– nella branche X, Roonel, vessato da Renart, torna a corte con la zampa destra ferita (v. 799); – nella branche XI, Percehaie ferisce Brun «par le coste destre» (v. 2601);

– nella branche XVI, Bertold cerca di mettere il piede destro sulla gola di Renart per bloccarlo (vv. 247-248), benché poi gli sarà ghermito da Renart insieme alla mano destra (v. 261 e v. 291); nella stessa branche, Noble, scontento della divisione di una preda approntata da Isengrin, lo ferisce con la sua zampa destra (v. 1251-1255);

– nella branche XVII, Noble ingiunge di dire a Renart «sur son destre oeil / Qu’il me viengne randre reson» (vv. 1544-1555);

160 In H, invece, lo stesso verso perpetua il nome di Chuffet (v. 1575) e la sostituzione prosegue fino alla fuga di Roonel

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– nella branche XXIII, il cervo dichiara che, per il danno a Chantecler, Renart «as forches en doit penduz estre / Au meins ou perdre le pie destre / Que connut a la felonnie» (vv. 659-661);

– nella branche XIX, Rainsant inganna Isengrin dicendogli di aver una spina nel piede destro (v. 55).

Fanno parzialmente eccezione i due principali e più dettagliati combattimenti che Renart affronta con Isengrin, al quale «le bras senestre li a frait» (branche VI, v. 1237), e con Chantecler, che stacca a Renart «la destre oreille e l’ueil senestre li creva» (branche XVII, vv. 1352-1353).

La tendenza all’aggressione con e all’arto destro, comunque, non stupisce, essendo tradizionalmente quello designato alla detenzione dell’arma in combattimento (vedi Hertz 1909, p. 574)161.

Per contro, va detto che l’adesione delle altre branches del Roman alla diffusa visione cristiana che orienta il bene a destra e il male a sinistra parrebbe abbastanza ben attestata.

Limitando l’elencazione ai casi significativi, si nota che le occorrenze esaminabili concernono soprattutto gli spostamenti nello spazio, nei quali la simbologia legata alla volpe si attesta coerentemente sulla collocazione sinistra e peggiorativa.

– Nella branche I, come Tibert si dirige da Renart andandosene «a senestre» (v. 742) e, giunto alla porta della sua abitazione, deve scontare il funesto presagio di un uccello di San Martino che, pur pregato di volare verso destra, devia inesorabilmente a sinistra (vv.756-58), così, quando è Renart a muoversi in uscita da un luogo, si dirige tendenzialmente a sinistra162.

– nella branche VIII, indirizzato a Roma dall’eremita confessore, non prende il cammino principale, «ancois l’avoit laissie a destre» e «une sente torne a senestre» (vv. 173-174);

– nella branche XVI, Renart parte in cerca di cibo e «le grant chemin tourne a senestre» (v. 36); – anche in senso lato, nella branche IV il narratore dice che «de Renart ne va nus a destre. / Renart fet tot le monde pestre» (vv. 23-24).

Il punto, ad ogni modo, è che l’abito diabolico che Renart veste in questa branche è semanticamente ridondante rispetto all’identità di trickster cui si applica, e non ha alcun concorso sull’orientamento del récit, che, per la seconda parte, si dipana seguendo le consuete direttrici dello schema narrativo del genere. Lo prova, fra l’altro, il fatto che il secondo incontro, con il mastino Roonel, oltre a

161 L’opposizione simbolica tra destra e sinistra messa in luce da Robert Hertz ha trovato ampi riscontri nei sistemi

semiotici delle culture più disparate. Una raccolta di contributi, principalmente di taglio etnografico, dichiaratamente ispirata al lavoro di Hertz, è disponibile in Needham 1973, che ospita anche l’articolo di Hertz in traduzione inglese.

162 Una controprova, qualora fosse necessaria, della negatività della simbologia sinistra è data nella branche XI, in cui,

ucciso Tardif, è Renart che vede arrivare da sinistra un messaggero foriero di cattive notizie (vv. 1649-1651). Specularmente, il simbolismo della destra sembra altrettanto rispettato: nella branche I, Renart, abbigliato da pellegrino, porta la croce sulla spalla destra, «conment que il en doie estre» (v. 1417-1418); nella branche II, Pinte è detta essere la gallina più saggia, quella dalle uova più grandi e quella che dorme alla destra del gallo (v. 91); nella branche Va, Brichemer ingiunge a Renart di giurare mettendo la mano destra sul dente-reliquia di Roonel (vv. 1144-1145); nella branche XXI, l’orso Patous tanto si meraviglia delle dimensioni del villano che «de son pie destre» si fa il segno della croce (v. 140).

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definire la nuova identità della volpe, riporta anche Renart alla consueta opposizione binaria tra lui e un altro barone della corte di Noble.

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