1.4 Il Sistema Europeo di Banche Centrali
2.1.1 Le conseguenze della monetizzazione
La monetizzazione del debito sovrano è oramai considerata dai più come uno stru- mento di politica monetaria da evitare. A prescindere dalle norme che la vietano
1Per un approfondimento sulla storia dell'istituto e sul consolidamento nell'ambito politico-
a livello europeo (le si vedrà nella sezione2.2), anche la teoria economica riconosce in essa degli eetti distorsivi per l'economia, che possono protrarsi in un circolo vizioso potenzialmente innito.
Per esempio Musu2006, p. 21, spiega come il meccanismo della monetizzazio- ne produca la citata imposta da inazione; ma già negli anni Ottanta si riteneva necessario mettere un limite a politiche monetarie sfrenate: per esempio Cotula
1989, p. 479, riconosce la necessità dell'indipendenza e autonomia della banca cen- trale dall'autorità governativa, cosicché la gestione della politica monetaria possa rimanere estranea a possibili inuenze politiche (le quali spingerebbero per il nan- ziamento monetario della spesa pubblica); qualche anno dopo Bassi 1992, p. 156 rimarcherà teorie analoghe e accoglierà positivamente il Divorzio tra Banca d'Italia e Tesoro, sostenendo che le decisioni di eventuale nanziamento del debito pubbli- co devono essere lasciate alla discrezionalità della banca centrale, nell'ambito della realizzazione dei suoi obiettivi di politica monetaria.2
Se si considera la situazione dell'Italia, dagli anni Settanta i Governi italiani hanno preferito adottare politiche di spesa che privilegiassero più la spesa pubblica corrente che quella per investimenti, andando a creare, così, un sistema caratteriz- zato prevalentemente da costi ssi e dicilmente riducibili o eliminabili, oltreché di nessun benecio per il progresso del Paese.3 In tal modo si è creato uno scena-
rio adatto alla proliferazione del meccanismo della monetizzazione, cui si ricorreva quale strumento d'emergenza.
Difatti, qualora un Paese decidesse di aumentare in modo crescente le proprie esigenze di spesa, necesiterebbe anche di crescenti risorse nanziarie per sostenere tali progetti. Le strade seguite, allora, potrebbero essere due: l'emissione di nuovo debito, strada percorribile sino a un certo livello dello stock di debito e sino a che la crescita economica consente di tenere elevato il reddito della nazione (cioè il PIL); il nanziamento del nuovo fabbisogno da parte della banca centrale, attraverso la creazione di base monetaria.4
Rimanendo su quest'ultima alternativa, nel momento in cui, nel Bilancio dello Stato, si origina un disavanzo, le correzioni di spesa o di entrate che consentono di recuperarlo sono dicili da raggiungere; di conseguenza si va a creare nuovo debito pubblico, il quale può essere sovvenzionato dalla banca centrale invece che
2Un esempio di scenario in cui diviene necessaria la monetizzazione potrebbe essere quello
dell'attuale crisi del debito sovrano europeo. La presenza di scarsa crescita e di livelli di in- debitamento esagerati, la tensione nel settore bancario per via della ritenzione della liquidità interbancaria e le sue ripercussioni sui mercati nanziari potrebbero essere tutte cause che, in una situazione straordinaria, potrebbero spingere la BCE a sacricare obiettivi e strumenti di politica monetaria ordinari, pur di evitare il tracollo denitivo. Si vedrà nel capitolo 5 che lo scopo del Securities Markets Programme vorrebbe essere proprio questo.
3Si rimanda all'intero capitolo3per ogni questione di dettaglio.
4Si osservi la situazione attuale: in assenza di possibilità di monetizzare il debito pubblico si è
seguita la via dell'emissione di nuovo debito. Tuttavia si sono evidentemente raggiunti dei livelli ormai insostenibili e che non permettono ulteriori nuove emissioni.
dai cittadini. Essa, allora, è costretta a stampare nuova moneta per acquistare tale debito dallo Stato, dando origine al cosiddetto fenomeno del signoraggio.5
Attualmente il reddito da signoraggio è destinato in parte all'incremento delle dotazioni patrimoniali delle banche centrali e in parte a rientrare nel Bilancio dello Stato sotto forma di entrata.
Nell'ambito del Sistema Europeo di Banche Centrali, questo è disciplinato dal- l'articolo 32 dello Statuto del SEBC, che lo nomina reddito monetario e lo denisce nel seguente modo:
. . . l'importo del reddito monetario di ciascuna banca centrale nazionale è pari al reddito annuo che essa ottiene dagli attivi detenuti in contropartita delle banconote in circolazione e dei depositi costituiti dagli enti creditizi. Questi attivi sono accantonati dalle banche centrali nazionali in conformità degli indirizzi determinati dal Consiglio direttivo.
Di conseguenza lo stesso sarà trasferito alla BCE, che poi ne disporrà la redi- stribuzione alle banche centrali sulla base della misura in cui esse partecipano al suo capitale. In questo modo una consistente parte del reddito monetario ritor- na nei sistemi economici nazionali attraverso la mediazione delle banche centrali nazionali.
Se si passa poi ad esaminare la questione inativa, come si è accennato l'utilizzo dello strumento della monetizzazione per il nanziamento del debito prevede l'in- troduzione di nuova base monetaria nell'economia, cui consegue uno stimolo alla domanda che, in linea di massima, è spinta a crescere e a far aumentare il reddito nazionale. Tuttavia se tale artizio è posto in essere con l'unico scopo di sostenere le nanze pubbliche e senza un ne reale, dall'altro lato non si avrà un corrispon- dente incremento dell'oerta di beni e servizi e, di conseguenza, l'aumento di base monetaria si tradurrà solo in inazione.
Ciò comporterà, oltre alla svalutazione e all'indebolimento della valuta, anche la svalutazione del debito, con ovvie conseguenze per i suoi detentori: questi ri- sentiranno doppiamente del fenomeno, poiché vedranno il loro potere d'acquisto eroso proprio a causa del debito che erano andati a nanziare quindi gli interes- si percepiti, in linea di massima, potrebbero non bastare per recuperare il valore decurtato dall'inazione e, inoltre, otterranno a scadenza una somma di denaro che, sul piano reale, ha un valore inferiore.
Oltre a ciò, se si considera la questione da un punto di vista sociale, sono scaricate sui cittadini, detentori o meno di quote del debito, tutte le conseguenze delle decisioni di spesa pubblica interamente nanziata con la monetizzazione.
5In origine il signoraggio era quella parte di metallo prezioso, che il sovrano teneva per sè
trattenendolo dalla quantità consegnatagli da un cittadino, anché la Zecca coniasse delle monete con sopra l'ege del re. Nelle economie moderne, attraverso la cartamoneta la banca centrale acquista attività di vario titolo, tra cui i titoli di Stato, e ne trae un certo usso reddituale, che va a sostituire la precedente percentuale che il sovrano tratteneva per sè.