3.3 Pregi e limiti del debito sovrano
3.3.1 Introduzione e concetti base
In questa sezione si forniranno al lettore, in maniera più dettagliata e analitica, tutta una serie di concetti che già sono comparsi nei capitoli precedenti o che compariranno nei due seguenti.
Poiché non è semplice dare una denizione univoca di debito pubblico si tenta qui di ricostruirne una. Le diverse istituzioni che si occupano di misurare e studiare i fenomeni macroeconomici non presentano, in tutto il mondo, degli standard univoci e condivisi. Esse potrebbero avere maggiore interesse per un aspetto piuttosto che per un altro e cambierebbero quindi il loro metro qualitativo di valutazione.15
Per fare un paragone, in ambito contabile gli standard IAS/IFRS sono inter- nazionalmente condivisi, ma risultano anche essere non obbligatori per tutte le
15È da specicare che scelte dierenti a livello qualitativo possono modicare, anche sensibil-
mente, le quantità che ad esse sottostanno. Si portano ad esempio i recenti annunci fatti ai mass media dal Presidente del Consiglio, Mario Monti, con cui egli paventava la possibilità di escludere dal computo del debito pubblico la spesa per investimento. Giusticazione di ciò risiede quasi sicuramente nelle teorie descritte alla sezione3.3.3, nella parte relativa al keynesismo.
aziende del mondo. Solo quelle che vogliono accedere a un certo tipo di mercato, o che già vi operano, o che presentano determinate caratteristiche sono costrette ad utilizzarli (e anche se non lo fossero, comunque, per una questione concorrenziale e di trasparenza ne sarebbero fortemente incentivate).
Lo stesso accade per la misura del PIL, o dell'inazione. Le teorie macroe- conomiche deniscono tali indicatori in modo molto preciso, quasi nel dettaglio. Tuttavia, nella pratica diviene più complesso coordinare diverse prassi di conta- bilizzazione e misurazione dei fenomeni, e perciò l'individuazione di un indicatore reale universalmente riconosciuto.16
Se si osserva la prassi, Banca d'Italia, utilizzando un criterio prevalentemen- te monetario-nanziario, scompone il debito pubblico lordo delle amministrazioni pubbliche, da un punto di vista degli strumenti di nanziamento, nei seguenti elementi:
circolazione di Stato e depositi, raccolta postale; titoli a breve e a medio-lungo termine;
prestiti di banche e fondi monetari;
altre passività, prestiti a medio-lungo termine erogati dallo European Finan- cial Stability Facility, debito detenuto dall'estero.
Questa classicazione è molto utile nell'ambito di un lavoro che si occupa di analizzare gli aspetti di collegamento tra politica monetaria e politica del debito pubblico. Per capirne le ragioni è suciente ricordare che per sovvenzionare il fabbisogno nanziario dello Stato, coperto con nuova emissione di debito e non con aumento della pressione scale, si ricorrere a due strumenti fondamentali:
1. l'assegnazione di titoli al mercato, che rappresentano vere e proprie nuove quote di debito pubblico;
2. il nanziamento con aumento della base monetaria, attraverso l'utilizzo dello strumento della monetizzazione.
Ma si potrebbe ulteriormente scindere il debito nelle sue componenti di base utilizzando un criterio che tenga conto dei soggetti che lo hanno originato. Da qui, per esempio, la distinzione tra debito dell'amministrazione centrale e debito delle amministrazioni locali.
Ciononostante, altri autori potrebbero scegliere una classicazione dierente, magari utilizzando un criterio per funzioni, suddividendo, quindi, il debito pubblico
16Si pensi, per esempio, all'obiettivo dell'inazione citato nella sezione 1.3.1. Questo è in-
dividuato, per la BCE, nell'Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo (IAPC), ma un'altra istituzione come la Federal Reserve o la Bank of Japan potrebbe optare per la scelta di un pa- rametro dierente. Ma ancora, l'autorità monetaria di riferimento per un Paese economicamente e tecnologicamente meno avanzato potrebbe avere ulteriori problemi, non tanto di denizione quanto di misurazione dei fenomeni.
in base alla spesa che lo ha originato e, eventualmente, alla scadenza che dovrebbe esservi correlata (debito a breve, cioè nanziamento delle esigenze di liquidità dello Stato, e debito a medio-lungo, relativo a quelle con orizzonte temporale più distante nel tempo).
In questa sede si tenta di denire il debito pubblico utilizzando il seguente ragionamento.
Lo Stato, come gli altri operatori economici, necessita di risorse nanziarie per poter funzionare correttamente. Attraverso le stesse, difatti, esso va a coprire sia il proprio fabbisogno strutturale infra- strutture di tipo materiale, nonché licenze, marchi, monopoli sia quelli di tipo corrente lavoro, risorse diverse dalle precedenti. E per far ciò ha chiaramente bisogno di spendere.
L'analogia con gli altri soggetti economici sta proprio nel fatto che per portare a buon ne il processo suesposto tutti devono mettere mano ai loro portafogli e spendere, impiegando così parte del proprio reddito.
Se i rapporti di debito e credito non esistessero e tutti gli scambi si svolgessero a pronti, nel momento in cui un soggetto volesse intrattenere rapporti con l'eco- nomia in cui è inserito, egli dovrebbe preventivamente possedere un reddito da impiegare. Dall'altro lato, quando nei rapporti commerciali si introduce il mecca- nismo del credito, si possono individuare due importantissime facilitazioni concesse al soggetto debitore:
una dilazione di pagamento, che consente nel frattempo di svolgere un'atti- vità orientata all'ottenimento di un certo ammontare di reddito da utilizzare per il rimborso del prestito;
la possibilità di anticipare parte delle proprie decisioni di spesa, appunto per eetto della dilazione.
Chiaramente ciò rappresenta un vantaggio non da poco, sia per il singolo sia per tutta la collettività. In un certo senso è come se il sistema economico funzionasse in modo più eciente e veloce, eliminando quei tempi morti che si originerebbero in assenza del meccanismo del credito.
Difatti, qualora esistessero dei soggetti in posizione di surplus di risorse nan- ziarie, questi potrebbero impiegarle in modo eciente e remunerativo, prestandole a quei soggetti che, invece, si trovano in una situazione di decit. Per semplicare enormemente, a chi è più povero ma sarebbe meglio dire scarsamente dotato di risorse nanziarie è data la possibilità di utilizzare, contro pagamento di un certo saggio d'interesse, la ricchezza altrui così da migliorare la propria situazio- ne.17 E ciò accade perché, nelle economie più avanzate, i soggetti sono spinti a
17Si pensi, ad esempio, al funzionamento dell'economia sino all'avvento delle Rivoluzioni in-
consumare beni e servizi, producendo in tal modo un certo livello di domanda che spinge le controparti ad adeguare la propria oerta.
Se la domanda aumenta e l'oerta ha le condizioni per espandersi vi sarà un incremento generale del reddito. Per tale motivo, il credito è visto in modo positivo. Tuttavia si osservi che tale meccanismo può talvolta incepparsi. Ciò accade nel momento in cui l'impianto del credito si espande più del reddito complessivo, creando una sorta di circolo ttizio in cui il denaro passa di mano in mano e si incrementa ogni volta, ma senza che vi sia un sottostante reale davvero concreto ad appoggiarlo.18 Soros 2012, pp. 36-40, col quale chi scrive è fortemente d'accordo
sul punto, ritiene che tale spirale sia cresciuta via via sempre più dopo la Seconda Guerra Mondiale. E che essa sia una delle ragioni che hanno portato prima alla crisi dei debiti privati americani e poi a quella dei debiti sovrani europei, appesantiti da anni e anni di cosiddetto Stato assistenziale.
In un certo qual senso, alle spalle della crisi della nanza si avrebbe una crisi di quei valori che l'avrebbero dovuta spingere verso le sue funzioni naturali.
La teoria macroeconomica ritiene che nella situazione appena descritta lo Sta- to si trovi in una posizione ampiamente favorevole, grazie alla sua capacità di utilizzare la forza coercitiva sulla popolazione. E proprio per tale caratteristica, sembrerebbe essere l'unico in grado di indebitarsi senza dar conto del proprio me- rito creditizio.19 Secondo tale impostazione il nanziamento della spesa pubblica
che avviene attraverso i due precedenti strumenti, esposti all'elenco numerato di cui sopra, potrebbe essere potenzialmente illimitato.
Tale teoria è stata ed è tuttora ampiamente smentita dai recenti eventi. Nem- meno uno Stato, per quanto solido o forte esso si dimostri essere, sia a livello nanziario sia politico, può in realtà sfuggire alla regola fondamentale del moder- no sistema nanziario: i debiti, una volta contratti, vanno sempre onorati. Di conseguenza nemmeno incrementi del debito sovrano all'innito sono da ritenersi perpetuamente sostenibili.
Ritornando all'ambito del solo debito pubblico, è chiaro ormai che anche lo Stato ha necessità di approvvigionamento, di spesa, di reperimento delle risorse nanziarie. E di conseguenza anch'esso deve tenere i propri conti in maniera ordi- nata, così da poter redigere un rendiconto chiamato Bilancio dello Stato che
poveri, con rare eccezioni, rimanevano tali, mentre i ricchi mantenevano, salvo il caso di mala gestione dei loro patrimoni, uno status abbastanza elevato per tutta la loro esistenza. È chiaro che in un sistema sociale come questo l'economia non può funzionare in modo uido, e nemmeno potrà agire a favore di tutti i soggetti che vi partecipan.
18Facendo diventare il credito uno dei sottostanti di strumenti nanziari strutturati/derivati si
specula sullo stesso snaturandolo, in un certo senso, della sua funzione originaria.
19Si pensi, ad esempio, alle già descritte situazioni di consolidamento del debito. O all'opzione
scarsamente utilizzata, poiché erode il consenso politico della conversione del debito rimbor- sabile in debito irredimibile. In tali casi, qualora lo Stato ritenesse che il livello del debito stia incrementandosi a livelli insostenibili, potrebbe decidere di optare per strumenti che, in un certo senso, vadano a inibire parte dello stesso per eetto dell'abolizione della promessa di rimborso della quota capitale.
Tabella 3.2: Bilancio dello Stato Elementi essenziali
Entrate Uscite
Imposte: Spesa pubblica per investimenti
- dirette - indirette
Contributi sociali Spesa pubblica corrente:
- per acquisto di beni e servizi - per trasferimenti
Disavanzo pubblico Avanzo pubblico
(se maggiori le uscite) (se maggiori le entrate)
permetta di capire, alla ne di ciascun esercizio, in che modo sono state spese le risorse nanziarie reperite.