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L'adozione di un campionamento aziendale di tipo casuale nell'ambito della RICA italiana, e dun- que anche di quella molisana, conduce a una consistente e significativa crescita della dimensione media aziendale registrata all'interno del campione contabile avvenuta in termini fisici e, soprattutto, economici. La caratterizzazione di una struttura aziendale decisamente più ampia di quanto sinora descritto dal cam- pione volontario rappresenta dunque la chiave di lettura attraverso la quale leggere i risultati commentati in questo lavoro.

Accanto all'aumento della dimensione fisica ed economica delle aziende si registra quasi un rad- doppio della dotazione media di capitali investiti in azienda; anche il fattore lavoro subisce importanti modifiche, crescendo in termini numerici, in accordo con l'incremento della dimensione aziendale, ma soprattutto modificandosi in termini qualitativi, con una decisa contrazione della forma di conduzione diretta da parte dell'imprenditore e della sua famiglia (in sostanza della conduzione familiare) a favore di forme di conduzione più professionali, con un maggior impiego di salariati.

L'incremento dimensionale appare riconducibile essenzialmente al maggior peso relativo assunto all'interno del campione casuale dalle aziende di maggiori dimensioni, mentre, per le aziende di medie e piccole dimensioni, non si riscontrano variazioni significative, segno della capacità del vecchio campione volontario a rappresentare adeguatamente tali tipologie aziendali.

In riferimento ai risultati economici aziendali si segnala la sensibile superiorità in termini di fattura- to e di redditività aziendale del campione casuale rispetto a quello volontario, anch'esso riconducibile quasi esclusivamente al peso assunto dalle aziende economicamente più grandi.

In ogni modo, l'analisi puntuale delle caratteristiche strutturali e dei risultati economici rilevati per il campione casuale nel biennio 2003-2004 continuano, anche con il nuovo campione, a evidenziare la differenza esistente nei diversi contesti territoriali in cui si svolge l'agricoltura molisana.

Ad una realtà produttiva montana, fatta per lo più di aziende di piccole dimensioni economiche si confronta un contesto produttivo più dinamico, che si identifica specialmente nelle aziende agricole del- l'area litoranea.

Le ridotte dimensioni economiche delle aziende agricole montane rappresentano il maggior ele- mento limitante lo sviluppo di queste realtà produttive, per le quali risulta precluso l'avvio di un qualsiasi processo di adattamento strutturale in assenza di un adeguato sostegno pubblico.

Viceversa, per l'area litoranea le difficoltà per il settore primario derivano soprattutto dalla forte spinta concorrenziale prodotta da altri settori produttivi, in particolare sui fattori terra e lavoro, alla quale si affianca la debolezza strutturale e commerciale che caratterizza ancora le aziende agricole molisane.

I dati raccolti rilevano il diffuso ricorso all'ampliamento della base aziendale attraverso l'utilizzo di superfici non di proprietà, correlato da un lato alla limitata capacità dell'impresa di aumentare l'ampiezza aziendale mediante l'acquisto diretto di terreni molto costosi, dall'altro ai vantaggi economici derivanti dai limitati costi di affitto delle superfici, specialmente nelle aree territoriali svantaggiate e abbandonate, dove è minore la pressione sulla terra, anche da parte di altri settori produttivi.

Il lavoro è apportato in massima parte dalla famiglia coltivatrice a seguito della predominante forma di conduzione diretta dal coltivatore. Solo con il passaggio dalle aziende economicamente più pic- cole a quelle di maggiore dimensione si assiste a un progressivo maggior ricorso al lavoro salariato, accompagnato anche da forme di conduzione delle aziende agricole più professionali, giustificato dalle dimensioni delle attività produttive e dagli ordinamenti praticati, spesso specializzati, che richiedono un maggiore ricorso al lavoro esterno.

Se per un verso l'accumulazione dei capitali, in quanto legata alla dimensione economica aziendale, si manifesta massima nelle grandi aziende e progressivamente decrescente nelle classi inferiori è pur vero che essa appare maggiore nella provincia di Campobasso, soprattutto per effetto del capitale fondia- rio. Nelle zone litoranee, inoltre, aumenta l'impiego della meccanizzazione connesso alle migliori condi- zioni ambientali (clima, fertilità dei terreni, dotazioni infrastrutturali), che permettono l'adozione di colti- vazioni più intensive, come pure alla necessità di risparmiare lavoro, configurandosi questo tra i più costosi fattori produttivi. Per contro, nelle aree interne, meno indirizzate a un'agricoltura intensiva, pre- vale la componente bestiame nel capitale agrario aziendale. I dati relativi al patrimonio zootecnico, infat- ti, attestano la naturale vocazione della regione per la pratica dell'allevamento, connessa alla particolare struttura orografica del territorio come pure alla secolare tradizione zootecnica e casearia esistente in Molise. Si rileva la concentrazione degli allevamenti nelle aree interne della regione e la diffusione in particolare di quelli granivori condotti con metodi intensivi.

La consistenza delle superfici irrigate, seppure di entità modesta, sottolinea il legame diretto tra dotazioni irrigue, localizzazione, dimensione aziendale e ordinamenti produttivi. In particolare, il massi- mo ricorso all'irrigazione si ha per l'ordinamento orticolo nell'area delle colline litoranee, nonché nelle aziende di grandi dimensioni. In dati raccolti evidenziano inoltre che la pressione sul fattore terra, deter- minata dalla competizione per l'uso delle superfici tra finalità produttive diverse e usi insediativi, ha con- dotto a un innalzamento dei valori fondiari, a cui le aziende rispondono con l'adozione di ordinamenti colturali più produttivi e intensivi e con l'introduzione di innovazioni tecnologiche risparmiatrici di terra, come appunto l'irrigazione.

Valutando i risultati economici dell'indagine si constata una certa eterogeneità tra le diverse aree di studio analizzate, strettamente correlata alle potenzialità produttive territoriali, ma anche alle dotazioni strutturali possedute dalle aziende nelle stesse aree.

Quanto alla produttività delle aziende RICA si riscontrano valori elevati nelle zone territoriali delle colline litoranee della provincia di Campobasso e delle colline interne della provincia di Isernia, a con- ferma della propensione agricola e commerciale caratterizzante tali aree della regione.

In dettaglio, i dati di bilancio, se da un lato denotano come i prodotti delle colture tendono a costi- tuire la parte preponderante della produzione delle aziende molisane, dall'altro rilevano l'importanza assunta dalla zootecnia nel settore agricolo regionale e il ruolo dell'operatore pubblico nella formazione del valore della produzione aziendale.

Nel considerare la redditività si riscontra che oltre la metà del campione indagato consegue un red- dito netto pari a meno di 1/3 di quello medio regionale. L'inadeguatezza del reddito, caratterizzante prin- cipalmente le aziende di piccola dimensione, sembra riguardare anche quelle montane della provincia di Isernia, mentre a livello di ordinamento produttivo è propria delle aziende miste, cerealicole e di quelle dedite all'allevamento ovi-caprino.

La redditività del fattore lavoro, quale indicatore di efficienza del processo produttivo, indica l'area delle colline interne di Isernia quella con i migliori esiti: in questa zona la maggiore dimensione azienda- le e una combinazione delle attività produttive aziendali tale da favorire la piena occupazione del lavoro familiare, conducono a risultati nettamente superiori a quanto registrato per l'intero campione. Inoltre, la stratificazione delle aziende per classe di dimensione sia fisica sia economica rileva che solo nelle azien- de di maggiore dimensione la redditività del lavoro presenta un valore superiore a quello medio del cam- pione, a conferma della correlazione positiva tra dimensione delle aziende e remunerazione del lavoro.

La maggiore efficienza produttiva della collina interna di Isernia è confermata dagli indici di bilan- cio presentandosi la redditività sia del capitale proprio (ROE), sia del capitale investito (ROI), sensibil- mente più elevata rispetto alla media regionale, nonché ai valori della collina litoranea.

In sintesi le elaborazioni compiute segnalano sia il ruolo assunto dalla organizzazione strutturale e gestionale dei processi produttivi per raggiungere la massima efficienza nell'uso dei fattori produttivi,

primo fra tutti il lavoro, sia l'esistenza di due distinte realtà aziendali rappresentate l'una da un tipo di “azienda-famiglia”, tipica della aree interne della regione, il cui reddito agricolo sommandosi al reddito proveniente da altri settori, è in grado di poter offrire al nucleo familiare un tenore di vita discreto e all'imprenditore agricolo l'opportunità di investire risorse finanziarie anche nell'azienda agricola, l'altra da aziende professionali, operanti nelle aree regionali con condizioni più favorevoli allo svolgimento del- l'attività agricola e caratterizzate da scelte imprenditoriali orientate al mercato come pure da una doman- da di intervento pubblico finalizzata all'erogazione di servizi reali all'impresa e di aiuto agli investimenti, diretta questa ad abbattere ulteriormente i costi di produzione e a recuperare competitività sui mercati.

In un contesto territoriale così differenziato, con una ripartizione evidente tra un'agricoltura profes- sionale e intensiva da un lato e un'agricoltura più estensiva e con caratteri di ruralità dall'altro, sono auspi- cabili interventi differenziati di politica agricola, che spazino da politiche di sostegno della produzione e dell'integrazione, a quelle di adeguamento strutturale nelle aree forti e di sviluppo di un sistema rurale orientato al controllo dell'ambiente e alla preservazione delle peculiarità locali nelle aree più marginali.

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