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L'ANALISI DEL BILANCIO AZIENDALE

STATO PATRIMONIALE

5.3 La struttura dei costi di produzione

Nel porre in evidenza gli aspetti tipici della gestione, la forma scalare del Conto Economico con- sente di ottenere informazioni dettagliate sulla composizione dei costi di produzione delle aziende conta- bilizzate. A tali voci di Bilancio si riconosce un forte valore segnaletico, essendo queste strettamente con- nesse alle scelte gestionali, di ordinamento produttivo e al livello di produzione aziendale. Pertanto, la seguente disamina dei costi muove dall'analisi delle differenti tipologie di spesa per poi valutare la relati- va incidenza dei costi sulla produzione vendibile, nonché rilevare il peso dei singoli costi specifici sui costi totali.

Avviando l'analisi dai complessivi costi sostenuti dalle aziende molisane si osserva che questi sono in media pari a 35mila euro e incidono sul valore della produzione aziendale nella misura del 5,4% (tabella 5.1).

Tabella 5.1 - Principali indicatori di costi di produzione (valori medi anni 2003-2004)

Le stime relative all'ammontare medio dei costi sostenuti, evidenziano dinamiche differenti del dato a seconda della localizzazione geografica delle aziende, della dimensione aziendale (fisica ed economica) e della tipologia dei processi produttivi attuati.

A livello territoriale, se l'analisi dei dati assoluti rileva che solo le aziende attive nelle aree montane sostengono costi inferiori a quello medio regionale, l'esame del rapporto fra i costi totali ed il valore della produzione aziendale fa registrare nelle varie aree valori non dissimili da quello medio regionale, com- presi tra il 53,3% e il 60,9%, ad eccezione della zona montana della provincia di Isernia dove l'indicatore è pari a 75,7%. Il rapporto in esame tende inoltre a diminuire all'aumentare della dimensione economica, mentre varia considerevolmente secondo l'ordinamento produttivo, oscillando fra il 25,5% delle aziende viticole e il 72,2% delle aziende miste.

Dettagliando l'analisi dei costi in funzione della specifica caratterizzazione, si nota che oltre i due terzi dei costi totali aziendali concernono la tipologia dei costi variabili, mediamente pari a 24mila euro (tabella C.4), con differenze del dato che appaiono contenute tra le due province, ma più ampie se questo è esaminato con riferimento alle zone territoriali, per le quali si rilevano valori che oscillano dai circa 39mila euro delle aziende localizzate nelle colline interne della provincia di Isernia ai 19mila euro soste- nuti dalle aziende montane della provincia di Campobasso.

Oltre alla correlazione tra costi variabili e altimetria, dai dati si evince come tale tipologia di costi Colline litoranee Colline interne Montagna Totale CB Colline interne

Montagna Totale IS Totale Molise

Costi Totali medi aziendali 43.196 35.599 27.988 34.782 54.382 29.367 37.460 35.189

Incidenza dei Costi Totali sulla PLV (%) 53,3 60,9 54,2 56,2 55,4 75,7 64,6 57,4

Costi Totali medi aziendali a ettaro di SAU 1.396 1.250 1.910 1.452 2.638 1.336 1.739 1.492

Costi Variabili medi aziendali ( ) 30.876 22.938 19.245 23.680 38.876 20.567 26.490 24.108

Costi Fissi medi aziendali ( ) 12.320 12.661 8.744 11.102 15.506 8.800 10.970 11.082

Incidenza dei Costi Variabili sulla PLV (%) 38,1 39,3 37,3 38,2 39,6 53,0 45,7 39,3

Incidenza dei Costi Fissi sulla PLV (%) 15,2 21,7 16,9 17,9 15,8 22,7 18,9 18,1

Fonte: BDR RICA-INEA 2003-04

tende ad aumentare all'ampliamento della dimensione sia fisica sia economica, nonché a variare in fun- zione dell'ordinamento produttivo. Difatti l'entità dei costi variabili, in quanto funzione delle decisioni che si assumono circa la qualità e la quantità delle produzioni dell'azienda agraria, è più elevata nelle aziende con agricoltura di tipo intensivo (granivori), a differenza delle aziende dedite ad attività di tipo estensivo (cereali) che presentano valori inferiori a quello medio regionale.

Quanto all'incidenza dei costi variabili sulla PLV (tabella C.6), a livello regionale si riscontra una percentuale media aziendale di poco inferiore al 40%, con punte massime nella provincia di Isernia che conseguono fondamentalmente alla scelta degli ordinamenti produttivi e al valore della produzione otte- nuta.

La disamina dei costi variabili per unità di superficie (tabella C.8) consente inoltre di osservare che tale voce di costo tende in linea generale a decrescere man mano che aumenta la superficie aziendale e a crescere all'aumentare della dimensione economica.

In relazione alla composizione dei costi specifici direttamente imputabili al processo produttivo, l'a- nalisi fondata sulle voci del Conto Economico espresse in termini relativi rileva che la quasi totalità di tali costi è connessa all'attività agricola in senso stretto (figura 5.5). Difatti, a livello regionale sono i fat- tori di consumo extra-aziendali a incidere per oltre l'80% sul totale dei costi specifici, mentre i costi sostenuti per usufruire dei servizi prestati da terzi, nonché quelli per le attività di trasformazione, com- mercializzazione e conservazione dei prodotti aziendali, rispettivamente si stimano nella misura del 10% e del 2% circa.

Figura 5.5 - Composizione dei Costi specifici (valori % medi anni 2003-2004)

Nel disaggregare per singola voce di spesa il peso dei fattori di consumo extra-aziendali (tabella D.7) si rileva che circa un quarto dei complessivi costi specifici aziendali attiene alle spese per mangimi, seguono le spese per la meccanizzazione (19% circa) e quelle per sementi, concimi e antiparassitari, cia- scuna con una percentuale di poco superiore al 9%.

Tra i servizi di terzi prevalgono i noleggi passivi (6,9%), seguiti dalla spese sanitarie e veterinarie (2,5%).

Le tendenze emerse a livello regionale in relazione alla consistenza delle varie tipologie di costi specifici, in linea generale, appaiono riconfermate dai dati contabili disagreggati in funzione delle varie chiavi di lettura individuate, la cui analisi consente di compiere alcune considerazioni aggiuntive sulla struttura dei costi. I dati relativi al peso assunto dai singoli costi specifici sul totale dei costi specifici, se letti in funzione della localizzazione territoriale delle aziende agricole contabilizzate (tabella D.7), segna- lano che nell'area litoranea la spesa aziendale per fattori di consumo extra-aziendali ha principalmente ad oggetto l'acquisto di antiparassitari e diserbanti (pari a circa il 25%), come pure è finalizzata alla mecca- nizzazione (19%); nelle zone di montagna e nell'area delle colline interne della provincia di Isernia le aziende tendono invece a sostenere prevalentemente spese per mangimi (37%).

Tali valori, nel mostrare nuovamente come la composizione della spesa variabile tende ad essere 82,5%

2,7% 10,0% 2,9% 1,9%

Fattori di consumo extra-aziendali Spese di trasformazione,

commercializzazione e conservazione Altre spese

Servizi di terzi

influenzata dalla localizzazione altimetrica del centro aziendale, implicitamente rilevano la stretta corre- lazione esistente tra tipologia di costo variabile ed ordinamento produttivo aziendale. In proposito, dalla tabella D.10 si evince che le spese per l'acquisto di sementi e piante prevalgono nelle aziende orticole (25,6%), le spese per l'acquisto di antiparassitari e diserbanti incidono nella misura del 42% sui comples- sivi costi specifici sostenuti dalle aziende viticole, mentre le spese per mangimi e foraggi incidono rispet- tivamente per oltre il 48% nelle aziende specializzate negli allevamenti bovino e granivori e per una per- centuale pari al 20% nelle aziende con allevamento ovi-caprino. Da ultimo, si rileva che le aziende dedite alla coltivazione dei seminativi si caratterizzano per una marcata incidenza delle spese per la meccaniz- zazione.

Quanto ai costi sostenuti per servizi prestati da terzi si osserva come anche queste spese si origina- no dalle scelte colturali compiute; la relativa incidenza tende inoltre a variare a seconda della localizza- zione territoriale delle aziende, come pure a crescere all'aumento della dimensione fisica aziendale. A livello di area territoriale (tabella D.7) si nota che l'incidenza dei costi per servizi di terzi sul totale dei costi specifici, limitatamente alla provincia di Campobasso, tende a diminuire passando dalla zona litora- nea a quella montana; la tendenza opposta si rileva nelle aziende localizzate in provincia di Isernia, dove il peso dei costi per servizi di terzi si mostra in linea con il valore medio regionale nelle aziende monta- ne, mentre è inferiore a questo di oltre il 50% nelle aziende operanti nelle aree collinari interne.

Relativamente ai differenti tipi di costi per servizi sostenuti dalle aziende si nota la netta prevalenza della spesa per noleggi nella provincia di Campobasso (in media pari all'8%, ma superiore all'11% nelle aziende delle aree litoranee), nonché il peso delle spese sanitarie e veterinarie sostenute dalle aziende attive in provincia di Isernia (5,4%).

Per quanto concerne la tipologia dei costi fissi, originatisi questi dalle scelte imprenditoriali di lungo periodo fatte relativamente a fattori strutturali a impiego plurimo, la media del periodo considerato in termini assoluti è di 11mila euro, pari a circa un terzo dei costi sostenuti dalle aziende (tabella C.5).

L'entità dei costi fissi aziendali, sebbene si attesta al di sotto del valore medio regionale solo nelle aree montane della regione, generalmente tende ad aumentare all'incremento della dimensione fisica ed economica aziendale e risulta minore nelle aziende a ordinamento estensivo.

Circa il peso dei complessivi costi fissi sulla produzione lorda vendibile, a livello regionale si osserva un valore medio del 18% che, tuttavia, è notevolmente maggiore nelle aziende di piccola dimen- sione economica, come pure in quelle ad ordinamento misto (tabella C.7).

In termini di valori ad ettaro si ripete anche per i costi fissi la tendenza a decrescere all'aumento delle superfici utilizzate, a conferma della relazione esistente tra limitata SAU aziendale e ordinamenti intensivi in termini di capitale (tabella C.9).

La composizione dei costi fissi rileva a livello regionale la notevole incidenza sul totale dei costi fissi delle voci di costo manodopera e ammortamenti, in media stimate rispettivamente nella misura del 45,8% e 41% circa (tabella D.11).

Osservando tali indicatori in funzione della distribuzione territoriale delle aziende si nota che i dati relativi alle due zone territoriali in cui è ripartita la provincia di Isernia sono in linea con i valori medi rilevati per la stessa provincia, mentre per la provincia di Campobasso si segnala l'incremento degli ammortamenti, come pure la diminuzione della manodopera, passando dall'area delle colline litoranee alla zona di montagna.

È dato inoltre osservare la tendenza degli ammortamenti a diminuire all'aumentare della dimensione aziendale espressa in termini sia fisici sia economici, mentre la tendenza opposta si rinviene per i costi connessi alla manodopera, i quali sostanzialmente aumentano al crescere della dimensione aziendale (fisica ed economica).

L'analisi degli ammortamenti fatta per ordinamento produttivo rileva come questi incidono maggior- mente sul totale dei costi fissi soprattutto nelle aziende a ordinamento granivori (67%), mentre sono pari

alla metà del valore medio regionale nelle aziende orticole. Da ultimo, quanto alla manodopera si riscontra che i maggiori costi si rilevano primariamente nelle aziende a ordinamento arboree combinate (67,4%), come pure nelle aziende dedite alla coltivazione di seminativi combinati e a ordinamento viticolo.

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